3 resultados para Elbow Movements

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Ren and colleagues (2006) found that saccades to visual targets became less accurate when somatosensory information about hand location was added, suggesting that saccades rely mainly on vision. We conducted two kinematic experiments to examine whether or not reaching movements would also show such strong reliance on vision. In Experiment 1, subjects used their dominant right hand to perform reaches, with or without a delay, to an external visual target or to their own left fingertip positioned either by the experimenter or by the participant. Unlike saccades, reaches became more accurate and precise when proprioceptive information was available. In Experiment 2, subjects reached toward external or bodily targets with differing amounts of visual information. Proprioception improved performance only when vision was limited. Our results indicate that reaching movements, unlike saccades, are improved rather than impaired by the addition of somatosensory information.

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Il tennis è uno sport molto diffuso che negli ultimi trent’anni ha subito molti cambiamenti. Con l’avvento di nuovi materiali più leggeri e maneggevoli la velocità della palla è aumentata notevolmente, rendendo così necessario una modifica a livello tecnico dei colpi fondamentali. Dalla ricerca bibliografica sono emerse interessanti indicazioni su angoli e posizioni corporee ideali da mantenere durante le varie fasi dei colpi, confrontando i giocatori di altissimo livello. Non vi sono invece indicazioni per i maestri di tennis su quali siano i parametri più importanti da allenare a seconda del livello di gioco del proprio atleta. Lo scopo di questa tesi è quello di individuare quali siano le variabili tecniche che influenzano i colpi del diritto e del servizio confrontando atleti di genere differente, giocatori di livello di gioco diverso (esperti, intermedi, principianti) e dopo un anno di attività programmata. Confrontando giocatori adulti di genere diverso, è emerso che le principali differenze sono legate alle variabili di prestazione (velocità della palla e della racchetta) per entrambi i colpi. Questi dati sono simili a quelli riscontrati nel test del lancio della palla, un gesto non influenzato dalla tecnica del colpo. Le differenze tecniche di genere sono poco rilevanti ed attribuibili alla diversa interpretazione dei soggetti. Nel confronto di atleti di vario livello di gioco le variabili di prestazione presentano evidenti differenze, che possono essere messe in relazione con alcune differenze tecniche rilevate nei gesti specifici. Nel servizio i principianti tendono a direzionare l’arto superiore dominante verso la zona bersaglio, abducendo maggiormente la spalla ed avendo il centro della racchetta più a destra rispetto al polso. Inoltre, effettuano un caricamento minore degli arti inferiori, del tronco e del gomito. Per quanto riguarda il diritto si possono evidenziare queste differenze: l’arto superiore è sempre maggiormente esteso per il gruppo dei principianti; il tronco, nei giocatori più abili viene utilizzato in maniera più marcata, durante la fase di caricamento, in movimenti di torsione e di inclinazione laterale. Gli altri due gruppi hanno maggior difficoltà nell’eseguire queste azioni preparatorie, in particolare gli atleti principianti. Dopo un anno di attività programmata sono stati evidenziati miglioramenti prestativi. Anche dal punto di vista tecnico sono state notate delle differenze che possono spiegare il miglioramento della performance nei colpi. Nel servizio l’arto superiore si estende maggiormente per colpire la palla più in alto possibile. Nel diritto sono da sottolineare soprattutto i miglioramenti dei movimenti del tronco in torsione ed in inclinazione laterale. Quindi l’atleta si avvicina progressivamente ad un’esecuzione tecnica corretta. In conclusione, dal punto di vista tecnico non sono state rilevate grosse differenze tra i due generi che possano spiegare le differenze di performance. Perciò questa è legata più ad un fattore di forza che dovrà essere allenata con un programma specifico. Nel confronto fra i vari livelli di gioco e gli effetti di un anno di pratica si possono individuare variabili tecniche che mostrano differenze significative tra i gruppi sperimentali. Gli evoluti utilizzano tutto il corpo per effettuare dei colpi più potenti, utilizzando in maniera tecnicamente più valida gli arti inferiori, il tronco e l’arto superiore. I principianti utilizzano prevalentemente l’arto superiore con contributi meno evidenti degli altri segmenti. Dopo un anno di attività i soggetti esaminati hanno dimostrato di saper utilizzare meglio il tronco e l’arto superiore e ciò può spiegare il miglioramento della performance. Si può ipotizzare che, per il corretto utilizzo degli arti inferiori, sia necessario un tempo più lungo di apprendimento oppure un allenamento più specifico.

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The term Congenital Nystagmus (Early Onset Nystagmus or Infantile Nystagmus Syndrome) refers to a pathology characterised by an involuntary movement of the eyes, which often seriously reduces a subject’s vision. Congenital Nystagmus (CN) is a specific kind of nystagmus within the wider classification of infantile nystagmus, which can be best recognized and classified by means of a combination of clinical investigations and motility analysis; in some cases, eye movement recording and analysis are indispensable for diagnosis. However, interpretation of eye movement recordings still lacks of complete reliability; hence new analysis techniques and precise identification of concise parameters directly related to visual acuity are necessary to further support physicians’ decisions. To this aim, an index computed from eye movement recordings and related to the visual acuity of a subject is proposed in this thesis. This estimator is based on two parameters: the time spent by a subject effectively viewing a target (foveation time - Tf) and the standard deviation of eye position (SDp). Moreover, since previous studies have shown that visual acuity largely depends on SDp, a data collection pilot study was also conducted with the purpose of specifically identifying eventual slow rhythmic component in the eye position and to characterise in more detail the SDp. The results are presented in this thesis. In addition, some oculomotor system models are reviewed and a new approach to those models, i.e. the recovery of periodic orbits of the oculomotor system in patients with CN, is tested on real patients data. In conclusion, the results obtained within this research consent to completely and reliably characterise the slow rhythmic component sometimes present in eye position recordings of CN subjects and to better classify the different kinds of CN waveforms. Those findings can successfully support the clinicians in therapy planning and treatment outcome evaluation.