2 resultados para Egypt--Economic policy--19th century

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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La ricerca è stata incentrata su di una fonte di grande importanza per una più puntuale comprensione della vita del regno di Federico II: il Quaternus excadenciarum Capitinate. Essa ha tenuto presenti le altre fonti coeve: Liber Augustalis, Registro della Cancelleria di Federico II degli anni 1239-1240, fonti cronachistiche. Il Quaternus è un inventario di talune particolari categorie di beni demaniali, le excadencie, la cui concessione è scaduta e pertanto ritornano al fisco. Tali beni sono situati in 33 località del Giustizierato di Capitanata. Senza data, è stato redatto tra il 1249 e il 1250 (risultano inseriti i beni confiscati a Pier della Vigna, bollato di tradimento nel febbraio 1249). Obiettivo della ricerca è stato duplice: 1) analizzare e approfondire le questioni di natura giuridico-istituzionale ed economica implicate nel documento e tentare di ricostruire uno spaccato della Capitanata del XIII sec.; 2) offrire una nuova e più corretta edizione del testo. La prima parte dello studio ha inteso inquadrare il documento nel contesto delle esigenze proprie delle monarchie del tempo di tenere sotto controllo i beni immobili di ciascun regno ed analizzare la politica economica fridericiana (capp. I, II). La seconda parte è stata dedicata agli approfondimenti innanzi ricordati. Essa è struttura in sette capitoli (I. Il Quaternus excadenciarum Capitinate; II. Beni e diritti costituenti le excadencie Capitinate; III. Il Quaternus come specchio di una politica dispotica; IV. La gestione delle excadencie; V. Pesi e misure; VI. Monete e valori; VII. Il Quaternus come documento sullo stato della Capitanata nel XIII secolo). In appendice: tabelle che offrono per ciascuna delle 33 località considerate, puntuali indicazioni dei beni e diritti censiti, dei nomi dei titolari delle concessioni (spesso personaggi di rango) e delle relative rendite.

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During recent decades, the health of ocean ecosystems and fish populations has been threatened by overexploitation, pollution, and anthropogenic-driven climate change. Due to a lack of long-term data, we have a poor understanding of when intensive exploitation began and what impact anthropogenic activities have had on the ecology and evolution of fishes. Such information is crucial to recover degraded and depleted marine ecosystems and fish populations, maximise their productivity in-line with historical levels, and predict their future dynamics. In this thesis, I evaluate anthropogenic impacts on the iconic Atlantic bluefin tuna (Thunnus thynnus; BFT), one of the longest and recently most intensely exploited marine fishes, with a tremendous cultural and economic importance. Using a long-time series of archaeological and archived faunal remains (bones) dating back to approximately two millennia ago, I apply morphological, isotopic, and genomic techniques to perform the first studies on long-term BFT size and growth, diet and habitat use, and demography and adaptation, and produce the first genome-wide data on this species. My findings suggest that exploitation had impacted BFT foraging behaviour by the ~16th century when coastal ecosystem degradation induced a pelagic shift in diet and habitat use. I reveal that BFT biomass began to decline much earlier than hitherto documented, by the 19th century, consistent with intensive tuna trap catches during this period and catch-at-size increasing. I find that BFT juvenile growth had increased by the early 1900s (and more dramatically by the 21st century) which may reflect an evolutionary response to size selective harvest–which I find putative genomic signatures of. Further, I observed that BFT foraging behaviours have been modified following overexploitation during the 20th century, which previously included a isotopically distinct, Black Sea niche. Finally, I show that despite biomass declining from centuries ago, BFT has retained genomic diversity.