5 resultados para Economic Development: General
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
This PhD thesis tries to show the impact of transport infrastructure in economic development in least developed countries and in particular in the case of Afghanistan. Some least developed countries during 1990 to 1999 experienced lack of investment in transportation. Lack of investment further increased the economic development gap between developed and least developed countries. Moreover, lack of literature and research in poor countries such as Afghanistan encouraged me to do my research in this country in order to unveil the problems, facing poor people who are living in inaccessible places and suffer from lack of economic opportunities and long term unemployment. This thesis shows the effect of inaccessibility and immobility in economic opportunities and basic social services in Afghanistan. This thesis is important because it covers the role of transport infrastructures at the moment that international community promised to rebuild the infrastructures of post conflict Afghanistan.
Resumo:
This thesis contributes to the current debate in literature about local economic development by considering two different topics: quality of institutions, and the role of clusters in innovation and productivity growth. The research is built upon three papers. The first paper deals with the analysis of the effect of administrative continuity on administrative efficiency. The analysis underlines the importance of different typologies of social capital. Findings reveal a positive impact on administrative efficiency (AE) by administrative continuity (AC) when it is coupled by bridging and linking social capital. On the contrary, bonding social capital influences negatively the effect by AC on AE. The second paper investigates the spatial interaction in levels of quality of government (QoG) among European regions. Notwithstanding the largely recognised role by institutions in the design of regional policies, no study has been conducted about the mechanisms of interaction and diffusion of QoG at regional level. This research wants to overcome this knowledge gap in literature. Findings reveal a heterogeneity in spatial interaction among groups of regions, i.e. ‘leader regions’ (Northern regions) and ‘lagging regions’ (Southern regions), when considering different mechanisms of interaction (learning / imitating competition and pure competition). Moreover, the effect of wealth on the levels of QoG is nonlinear. Finally, the third paper analyses the relation among specialization and productivity within the agricultural sector. In literature, the study of clusters dynamics has long neglected agriculture. The analysis describes the changes in sectorial specialization for eight main crop groups in Italian regions (NUTS 3), assessing the existence of spatial autocorrelations by using an exploratory data analysis. Furthermore, the effect of specialization on productivity is analysed within the main crop groups using a spatial panel data model. Findings reveal a marked tendency to specialization in the Italian agriculture, and a heterogeneous effect by specialization on productivity.
Resumo:
In Sub-Saharan Africa, non-democratic events, like civil wars and coup d'etat, destroy economic development. This study investigates both domestic and spatial effects on the likelihood of civil wars and coup d'etat. To civil wars, an increase of income growth is one of common research conclusions to stop wars. This study adds a concern on ethnic fractionalization. IV-2SLS is applied to overcome causality problem. The findings document that income growth is significant to reduce number and degree of violence in high ethnic fractionalized countries, otherwise they are trade-off. Income growth reduces amount of wars, but increases its violent level, in the countries with few large ethnic groups. Promoting growth should consider ethnic composition. This study also investigates the clustering and contagion of civil wars using spatial panel data models. Onset, incidence and end of civil conflicts spread across the network of neighboring countries while peace, the end of conflicts, diffuse only with the nearest neighbor. There is an evidence of indirect links from neighboring income growth, without too much inequality, to reduce the likelihood of civil wars. To coup d'etat, this study revisits its diffusion for both all types of coups and only successful ones. The results find an existence of both domestic and spatial determinants in different periods. Domestic income growth plays major role to reduce the likelihood of coup before cold war ends, while spatial effects do negative afterward. Results on probability to succeed coup are similar. After cold war ends, international organisations seriously promote democracy with pressure against coup d'etat, and it seems to be effective. In sum, this study indicates the role of domestic ethnic fractionalization and the spread of neighboring effects to the likelihood of non-democratic events in a country. Policy implementation should concern these factors.
Resumo:
La ricerca si propone di definire le linee guida per la stesura di un Piano che si occupi di qualità della vita e di benessere. Il richiamo alla qualità e al benessere è positivamente innovativo, in quanto impone agli organi decisionali di sintonizzarsi con la soggettività attiva dei cittadini e, contemporaneamente, rende evidente la necessità di un approccio più ampio e trasversale al tema della città e di una più stretta relazione dei tecnici/esperti con i responsabili degli organismi politicoamministrativi. La ricerca vuole indagare i limiti dell’urbanistica moderna di fronte alla complessità di bisogni e di nuove necessità espresse dalle popolazioni urbane contemporanee. La domanda dei servizi è notevolmente cambiata rispetto a quella degli anni Sessanta, oltre che sul piano quantitativo anche e soprattutto sul piano qualitativo, a causa degli intervenuti cambiamenti sociali che hanno trasformato la città moderna non solo dal punto di vista strutturale ma anche dal punto di vista culturale: l’intermittenza della cittadinanza, per cui le città sono sempre più vissute e godute da cittadini del mondo (turisti e/o visitatori, temporaneamente presenti) e da cittadini diffusi (suburbani, provinciali, metropolitani); la radicale trasformazione della struttura familiare, per cui la famiglia-tipo costituita da una coppia con figli, solido riferimento per l’economia e la politica, è oggi minoritaria; l’irregolarità e flessibilità dei calendari, delle agende e dei ritmi di vita della popolazione attiva; la mobilità sociale, per cui gli individui hanno traiettorie di vita e pratiche quotidiane meno determinate dalle loro origini sociali di quanto avveniva nel passato; l’elevazione del livello di istruzione e quindi l’incremento della domanda di cultura; la crescita della popolazione anziana e la forte individualizzazione sociale hanno generato una domanda di città espressa dalla gente estremamente variegata ed eterogenea, frammentata e volatile, e per alcuni aspetti assolutamente nuova. Accanto a vecchie e consolidate richieste – la città efficiente, funzionale, produttiva, accessibile a tutti – sorgono nuove domande, ideali e bisogni che hanno come oggetto la bellezza, la varietà, la fruibilità, la sicurezza, la capacità di stupire e divertire, la sostenibilità, la ricerca di nuove identità, domande che esprimono il desiderio di vivere e di godere la città, di stare bene in città, domande che non possono essere più soddisfatte attraverso un’idea di welfare semplicemente basata sull’istruzione, la sanità, il sistema pensionistico e l’assistenza sociale. La città moderna ovvero l’idea moderna della città, organizzata solo sui concetti di ordine, regolarità, pulizia, uguaglianza e buon governo, è stata consegnata alla storia passata trasformandosi ora in qualcosa di assai diverso che facciamo fatica a rappresentare, a descrivere, a raccontare. La città contemporanea può essere rappresentata in molteplici modi, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista sociale: nella letteratura recente è evidente la difficoltà di definire e di racchiudere entro limiti certi l’oggetto “città” e la mancanza di un convincimento forte nell’interpretazione delle trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno investito la società e il mondo nel secolo scorso. La città contemporanea, al di là degli ambiti amministrativi, delle espansioni territoriali e degli assetti urbanistici, delle infrastrutture, della tecnologia, del funzionalismo e dei mercati globali, è anche luogo delle relazioni umane, rappresentazione dei rapporti tra gli individui e dello spazio urbano in cui queste relazioni si muovono. La città è sia concentrazione fisica di persone e di edifici, ma anche varietà di usi e di gruppi, densità di rapporti sociali; è il luogo in cui avvengono i processi di coesione o di esclusione sociale, luogo delle norme culturali che regolano i comportamenti, dell’identità che si esprime materialmente e simbolicamente nello spazio pubblico della vita cittadina. Per studiare la città contemporanea è necessario utilizzare un approccio nuovo, fatto di contaminazioni e saperi trasversali forniti da altre discipline, come la sociologia e le scienze umane, che pure contribuiscono a costruire l’immagine comunemente percepita della città e del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. La rappresentazione del sociale urbano varia in base all’idea di cosa è, in un dato momento storico e in un dato contesto, una situazione di benessere delle persone. L’urbanistica moderna mirava al massimo benessere del singolo e della collettività e a modellarsi sulle “effettive necessità delle persone”: nei vecchi manuali di urbanistica compare come appendice al piano regolatore il “Piano dei servizi”, che comprende i servizi distribuiti sul territorio circostante, una sorta di “piano regolatore sociale”, per evitare quartieri separati per fasce di popolazione o per classi. Nella città contemporanea la globalizzazione, le nuove forme di marginalizzazione e di esclusione, l’avvento della cosiddetta “new economy”, la ridefinizione della base produttiva e del mercato del lavoro urbani sono espressione di una complessità sociale che può essere definita sulla base delle transazioni e gli scambi simbolici piuttosto che sui processi di industrializzazione e di modernizzazione verso cui era orientata la città storica, definita moderna. Tutto ciò costituisce quel complesso di questioni che attualmente viene definito “nuovo welfare”, in contrapposizione a quello essenzialmente basato sull’istruzione, sulla sanità, sul sistema pensionistico e sull’assistenza sociale. La ricerca ha quindi analizzato gli strumenti tradizionali della pianificazione e programmazione territoriale, nella loro dimensione operativa e istituzionale: la destinazione principale di tali strumenti consiste nella classificazione e nella sistemazione dei servizi e dei contenitori urbanistici. E’ chiaro, tuttavia, che per poter rispondere alla molteplice complessità di domande, bisogni e desideri espressi dalla società contemporanea le dotazioni effettive per “fare città” devono necessariamente superare i concetti di “standard” e di “zonizzazione”, che risultano essere troppo rigidi e quindi incapaci di adattarsi all’evoluzione di una domanda crescente di qualità e di servizi e allo stesso tempo inadeguati nella gestione del rapporto tra lo spazio domestico e lo spazio collettivo. In questo senso è rilevante il rapporto tra le tipologie abitative e la morfologia urbana e quindi anche l’ambiente intorno alla casa, che stabilisce il rapporto “dalla casa alla città”, perché è in questa dualità che si definisce il rapporto tra spazi privati e spazi pubblici e si contestualizzano i temi della strada, dei negozi, dei luoghi di incontro, degli accessi. Dopo la convergenza dalla scala urbana alla scala edilizia si passa quindi dalla scala edilizia a quella urbana, dal momento che il criterio del benessere attraversa le diverse scale dello spazio abitabile. Non solo, nei sistemi territoriali in cui si è raggiunto un benessere diffuso ed un alto livello di sviluppo economico è emersa la consapevolezza che il concetto stesso di benessere sia non più legato esclusivamente alla capacità di reddito collettiva e/o individuale: oggi la qualità della vita si misura in termini di qualità ambientale e sociale. Ecco dunque la necessità di uno strumento di conoscenza della città contemporanea, da allegare al Piano, in cui vengano definiti i criteri da osservare nella progettazione dello spazio urbano al fine di determinare la qualità e il benessere dell’ambiente costruito, inteso come benessere generalizzato, nel suo significato di “qualità dello star bene”. E’ evidente che per raggiungere tale livello di qualità e benessere è necessario provvedere al soddisfacimento da una parte degli aspetti macroscopici del funzionamento sociale e del tenore di vita attraverso gli indicatori di reddito, occupazione, povertà, criminalità, abitazione, istruzione, etc.; dall’altra dei bisogni primari, elementari e di base, e di quelli secondari, culturali e quindi mutevoli, trapassando dal welfare state allo star bene o well being personale, alla wellness in senso olistico, tutte espressioni di un desiderio di bellezza mentale e fisica e di un nuovo rapporto del corpo con l’ambiente, quindi manifestazione concreta di un’esigenza di ben-essere individuale e collettivo. Ed è questa esigenza, nuova e difficile, che crea la diffusa sensazione dell’inizio di una nuova stagione urbana, molto più di quanto facciano pensare le stesse modifiche fisiche della città.
Resumo:
THE TITLE OF MY THESIS IS THE ROLE OF THE IDEAS AND THEIR CHANGE IN HIGHER EDUCATION POLICY-MAKING PROCESSES FROM THE EIGHTIES TO PRESENT-DAY: THE CASES OF ENGLAND AND NEW ZEALAND IN COMPARATIVE PERSPECTIVE UNDER A THEORETICAL POINT OF VIEW, THE AIM OF MY WORK IS TO CARRY OUT A RESEARCH MODELLED ON THE CONSTRUCTIVIST THEORY. IT FOCUSES ON THE ANALYSIS OF THE IMPACT OF IDEAS ON THE PROCESSES OF POLICY MAKING BY MEANS OF EPISTEMIC COMMUNITIES, THINK TANKS AND VARIOUS SOCIOECONOMIC CONTEXTS THAT MAY HAVE PLAYED A KEY ROLE IN THE CONSTRUCTION OF THE DIFFERENT PATHS. FROM MY POINT OF VIEW IDEAS CONSTITUTE A PRIORITY RESEARCH FIELD WHICH IS WORTH ANALYSING SINCE THEIR ROLE IN POLICY MAKING PROCESSES HAS BEEN TRADITIONALLY RATHER UNEXPLORED. IN THIS CONTEXT AND WITH THE AIM OF DEVELOPING A RESEARCH STRAND BASED ON THE ROLE OF IDEAS, I INTEND TO CARRY ON MY STUDY UNDER THE PERSPECTIVE OF CHANGE. DEPENDING ON THE DATA AND INFORMATION THAT I COLLECTED I EVALUATED THE WEIGHT OF EACH OF THESE VARIABLES AND MAYBE OTHERS SUCH AS THE INSTITUTIONS AND THE INDIVIDUAL INTERESTS, WHICH MAY HAVE INFLUENCED THE FORMATION OF THE POLICY MAKING PROCESSES. UNDER THIS LIGHT, I PLANNED TO ADOPT THE QUALITATIVE METHODOLOGY OF RESEARCH WHICH I BELIEVE TO BE VERY EFFECTIVE AGAINST THE MORE DIFFICULT AND POSSIBLY REDUCTIVE APPLICATION OF QUANTITIVE DATA SETS. I RECKON THEREFORE THAT THE MOST APPROPRIATE TOOLS FOR INFORMATION PROCESSING INCLUDE CONTENT ANALYSIS, AND IN-DEPTH INTERVIEWS TO PERSONALITIES OF THE POLITICAL PANORAMA (ÉLITE OR NOT) WHO HAVE PARTICIPATED IN THE PROCESS OF HIGHER EDUCATION REFORM FROM THE EIGHTIES TO PRESENT-DAY. THE TWO CASES TAKEN INTO CONSIDERATION SURELY SET AN EXAMPLE OF RADICAL REFORM PROCESSES WHICH HAVE OCCURRED IN QUITE DIFFERENT CONTEXTS DETERMINED BY THE SOCIOECONOMIC CHARACTERISTICS AND THE TRAITS OF THE ÉLITE. IN NEW ZEALAND THE DESCRIBED PROCESS HAS TAKEN PLACE WITH A STEADY PACE AND A GOOD GRADE OF CONSEQUANTIALITY, IN LINE WTH THE REFORMS IN OTHER STATE DIVISIONS DRIVEN BY THE IDEAS OF THE NEW PUBLIC MANAGEMENT. CONTRARILY IN ENGLAND THE REFORMATIVE ACTION OF MARGARET THATCHER HAS ACQUIRED A VERY RADICAL CONNOTATION AS IT HAS BROUGHT INTO THE AMBIT OF HIGHER EDUCATION POLICY CONCEPTS LIKE EFFICIENCY, EXCELLENCE, RATIONALIZATION THAT WOULD CONTRAST WITH THE GENERALISTIC AND MASS-ORIENTED IDEAS THAT WERE FASHIONABLE DURING THE SEVENTIES. THE MISSION I INTEND TO ACCOMPLISH THORUGHOUT MY RESEARCH IS TO INVESTIGATE AND ANALYSE INTO MORE DEPTH THE DIFFERENCES THAT SEEM TO EMERGE FROM TWO CONTEXTS WHICH MOST OF THE LITERATURE REGARDS AS A SINGLE MODEL: THE ANGLO-SAXON MODEL. UNDER THIS LIGHT, THE DENSE ANALYSIS OF POLICY PROCESSES ALLOWED TO BRING OUT BOTH THE CONTROVERSIAL AND CONTRASTING ASPECTS OF THE TWO REALITIES COMPARED, AND THE ROLE AND WEIGHT OF VARIABLES SUCH AS IDEAS (MAIN VARIABLE), INSTITUTIONAL SETTINGS AND INDIVIDUAL INTERESTS ACTING IN EACH CONTEXT. THE CASES I MEAN TO ATTEND PRESENT PECULIAR ASPECTS WORTH DEVELOPING AN IN-DEPTH ANALYSIS, AN OUTLINE OF WHICH WILL BE PROVIDED IN THIS ABSTRACT. ENGLAND THE CONSERVATIVE GOVERNMENT, SINCE 1981, INTRODUCED RADICAL CHANGES IN THE SECTOR OF HIGHER EDUCATION: FIRST CUTTING DOWN ON STATE FUNDINGS AND THEN WITH THE CREATION OF AN INSTITUTION FOR THE PLANNING AND LEADERSHIP OF THE POLYTECHNICS (NON-UNIVERSITY SECTOR). AFTERWARDS THE SCHOOL REFORM BY MARGARET THATCHER IN 1988 RAISED TO A GREAT STIR ALL OVER EUROPE DUE TO BOTH ITS CONSIDERABLE INNOVATIVE IMPRINT AND THE STRONG ATTACK AGAINST THE PEDAGOGY OF THE ‘ACTIVE’ SCHOOLING AND PROGRESSIVE EDUCATION, UNTIL THEN RECOGNIZED AS A MERIT OF THE BRITISH PUBLIC SCHOOL. IN THE AMBIT OF UNIVERSITY EDUCATION THIS REFORM, TOGETHER WITH SIMILAR MEASURES BROUGHT IN DURING 1992, PUT INTO PRACTICE THE CONSERVATIVE PRINCIPLES THROUGH A SERIES OF ACTIONS THAT INCLUDED: THE SUPPRESSION OF THE IRREMOVABILITY PRINCIPLE FOR UNIVERSITY TEACHERS; THE INTRODUCTION OF STUDENT LOANS FOR LOW-INCOME STUDENTS AND THE CANCELLATION OF THE CLEAR DISTINCTION BETWEEN UNIVERSITIES AND POLYTECHNICS. THE POLICIES OF THE LABOUR MAJORITY OF MR BLAIR DID NOT QUITE DIVERGE FROM THE CONSERVATIVES’ POSITION. IN 2003 BLAIR’S CABINET RISKED TO BECOME A MINORITY RIGHT ON THE OCCASION OF AN IMPORTANT UNIVERSITY REFORM PROPOSAL. THIS PROPOSAL WOULD FORESEE THE AUTONOMY FOR THE UNIVERSITIES TO RAISE UP TO 3.000 POUNDS THE ENROLMENT FEES FOR STUDENTS (WHILE FORMERLY THE CEILING WAS 1.125 POUNDS). BLAIR HAD TO FACE INTERNAL OPPOSITION WITHIN HIS OWN PARTY IN RELATION TO A MEASURE THAT, ACCORDING TO THE 150 MPS PROMOTERS OF AN ADVERSE MOTION, HAD NOT BEEN INCLUDED IN THE ELECTORAL PROGRAMME AND WOULD RISK CREATING INCOME-BASED DISCRIMINATION AMONG STUDENTS. AS A MATTER OF FACT THE BILL FOCUSED ON THE INTRODUCTION OF VERY LOW-INTEREST STUDENT LOANS TO BE SETTLED ONLY WHEN THE STUDENT WOULD HAVE FOUND A REMUNERATED OCCUPATION (A SYSTEM ALREADY PROVIDED FOR BY THE AUSTRALIAN LEGISLATION). NEW ZEALAND CONTRARILY TO MANY OTHER COUNTRIES, NEW ZEALAND HAS ADOPTED A VERY WIDE VISION OF THE TERTIARY EDUCATION. IT INCLUDES IN FACT THE FULL EDUCATIONAL PROGRAMME THAT IS INTERNATIONALLY RECOGNIZED AS THE POST-SECONDARY EDUCATION. SHOULD WE SPOTLIGHT A PECULIARITY OF THE NEW ZEALAND TERTIARY EDUCATION POLICY THEN IT WOULD BE ‘CHANGE’. LOOKING AT THE REFORM HISTORY RELATED TO THE TERTIARY EDUCATION SYSTEM, WE CAN CLEARLY IDENTIFY FOUR ‘SUB-PERIODS’ FROM THE EIGHTIES TO PRESENT-DAY: 1. BEFORE THE 80S’: AN ELITARIAN SYSTEM CHARACTERIZED BY LOW PARTICIPATION RATES. 2. BETWEEN MID AND LATE 80S’: A TREND TOWARDS THE ENLARGEMENT OF PARTICIPATION ASSOCIATED TO A GREATER COMPETITION. 3. 1990-1999: A FUTHER STEP TOWARDS A COMPETITIVE MODEL BASED ON THE MARKET-ORIENTED SYSTEM. 4. FROM 2000 TO TODAY: A CONTINUOUS EVOLUTION TOWARDS A MORE COMPETITIVE MODEL BASED ON THE MARKET-ORIENTED SYSTEM TOGETHER WITH A GROWING ATTENTION TO STATE CONTROL FOR SOCIAL AND ECONOMIC DEVELOPMENT OF THE NATION. AT PRESENT THE GOVERNMENT OF NEW ZEALAND OPERATES TO STRENGHTHEN THIS PROCESS, PRIMARILY IN RELATION TO THE ROLE OF TERTIARY EDUCATION AS A STEADY FACTOR OF NATIONAL WALFARE, WHERE PROFESSIONAL DEVELOPMENT CONTRIBUTES ACTIVELY TO THE GROWTH OF THE NATIONAL ECONOMIC SYSTEM5. THE CASES OF ENGLAND AND NEW ZEALAND ARE THE FOCUS OF AN IN-DEPTH INVESTIGATION THAT STARTS FROM AN ANALYSIS OF THE POLICIES OF EACH NATION AND DEVELOP INTO A COMPARATIVE STUDY. AT THIS POINT I ATTEMPT TO DRAW SOME PRELIMINARY IMPRESSIONS ON THE FACTS ESSENTIALLY DECRIBED ABOVE. THE UNIVERSITY POLICIES IN ENGLAND AND NEW ZEALAND HAVE BOTH UNDERGONE A SIGNIFICANT REFORMATORY PROCESS SINCE THE EARLY EIGHTIES; IN BOTH CONTEXTS THE IMPORTANCE OF IDEAS THAT CONSTITUTED THE BASE OF POLITICS UNTIL 1980 WAS QUITE RELEVANT. GENERALLY SPEAKING, IN BOTH CASES THE PRE-REFORM POLICIES WERE INSPIRED BY EGALITARIANISM AND EXPANSION OF THE STUDENT POPULATION WHILE THOSE BROUGHT IN BY THE REFORM WOULD PURSUE EFFICIENCY, QUALITY AND COMPETITIVENESS. UNDOUBTEDLY, IN LINE WITH THIS GENERAL TENDENCY THAT REFLECTS THE HYPOTHESIS PROPOSED, THE TWO UNIVERSITY SYSTEMS PRESENT SEVERAL DIFFERENCES. THE UNIVERSITY SYSTEM IN NEW ZEALAND PROCEEDED STEADILY TOWARDS THE IMPLEMENTATION OF A MANAGERIAL CONCEPTION OF TERTIARY EDUCATION, ESPECIALLY FROM 1996 ONWARDS, IN ACCORDANCE WITH THE REFORMATORY PROCESS OF THE WHOLE PUBLIC SECTOR. IN THE UNITED KINGDOM, AS IN THE REST OF EUROPE, THE NEW APPROACH TO UNIVERSITY POLICY-MAKING HAD TO CONFRONT A DEEP-ROOTED TRADITION OF PROGRESSIVE EDUCATION AND THE IDEA OF EDUCATION EXPANSION THAT IN FACT DOMINATED UNTIL THE EIGHTIES. FROM THIS VIEW POINT THE GOVERNING ACTION OF MARGARET THATCHER GAVE RISE TO A RADICAL CHANGE THAT REVOLUTIONIZED THE OBJECTIVES AND KEY VALUES OF THE WHOLE EDUCATIONAL SYSTEM, IN PARTICULAR IN THE HIGHER EDUCATION SECTOR. IDEAS AS EFFICIENCY, EXCELLENCE AND CONTROL OF THE PERFORMANCE BECAME DECISIVE. THE LABOUR CABINETS OF BLAIR DEVELOPED IN THE WAKE OF CONSERVATIVE REFORMS. THIS APPEARS TO BE A FOCAL POINT OF THIS STUDY THAT OBSERVES HOW ALSO IN NEW ZEALAND THE REFORMING PROCESS OCCURRED TRANSVERSELY DURING PROGRESSIVE AND CONSERVATIVE ADMINISTRATIONS. THE PRELIMINARY IMPRESSION IS THEREFORE THAT IDEAS DEEPLY MARK THE REFORMATIVE PROCESSES: THE AIM OF MY RESEARCH IS TO VERIFY TO WHICH EXTENT THIS STATEMENT IS TRUE. IN ORDER TO BUILD A COMPREHENSIVE ANALYLIS, FURTHER SIGNIFICANT FACTORS WILL HAVE TO BE INVESTIGATED: THE WAY IDEAS ARE PERCEIVED AND IMPLEMENTED BY THE DIFFERENT POLITICAL ELITES; HOW THE VARIOUS SOCIOECONOMIC CONTEXTS INFLUENCE THE REFORMATIVE PROCESS; HOW THE INSTITUTIONAL STRUCTURES CONDITION THE POLICY-MAKING PROCESSES; WHETHER INDIVIDUAL INTERESTS PLAY A ROLE AND, IF YES, TO WHICH EXTENT.