10 resultados para Danza

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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The thesis focuses on the ecological thought of Gregory Bateson and the contributions that such epistemology can offer nowadays to the educational scene, connecting in particular to the problematicistic perspective of Giovanni Maria Bertin with the aim of rethinking and updating it. The writing explicates the meaning of education to an ecological knowledge, that privileges connections, creativity and solidarity with the living world. The work analyzes, moreover, the cultural and epistemological value of relations focusing on ethic commitment as an instrument of promotion of the right to difference. A final part of the work is dedicated to some ecological aspects such as environmental safeguard and development, fundamental topics especially for the educational context.

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La presente tesi parte dalla poetica e dalla metodologia di costruzione dellessere scenico proposta dai fondatori della danza But Tatsumi Hijikata e Kazuo no cercando di individuarne alcuni dei principali elementi filosofici e tecnici, che potrebbero offrirsi come tessuto epistemologico nella proposta di una pedagogia critica del corpo. In questa direzione, rintraccia alcune caratteristiche di ambito storico, sociologico, tecnico e filosofico che sostengono il progetto politico-artistico dinsurrezione fisica messo in scena dalla danza But. Le sue proposte di reificazione delle memorie del corpo, dinstaurazione di processi metamorfici e di dissoluzione delle energie espressive di un self razionale, sono alcuni esempi di modalit di promulgazione di politiche del corpo che concedono una dimensione critica al gesto e, al contempo, una qualit sovversiva alla materialit della carne. La ribellione del corpo cui attinge la danza But, dunque, potrebbe servire come riferimento per la costruzione di anticorpi, ovvero di differenti concezioni del corpo che si contrappongano, come antitesi, al corpo sfidante e dominatore della contemporaneit e, al tempo stesso, possano servire come microrganismi di combattimento a favore della guarigione della societ malata costruita dallOccidente.

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Basata sul reperimento di unampia mole di testi giornalistici (come cronache, interviste, elzeviri e articoli di Terza) dedicati alle pratiche coreiche e pubblicati in Italia nel corso del ventennio fascista, la tesi ricostruisce i lineamenti di quello che, seppure ancora embrionale e certo non specialistico, si pu comunque ritenere una sorta di pensiero italiano sulla danza del Primo Novecento. A partire dalla ricognizione sistematica di numerose testate quotidiane e periodiche e, pertanto, dalla costruzione di un nutrito corpus di fonti primarie, si proceduto allanalisi dei testi reperiti attraverso un approccio metodologico che, fondamentalmente storiografico, accoglie tuttavia alcuni rudimenti interpretativi elaborati in ambito semiotico (con particolare riferimento alle teorizzazioni di Jurij Lotman e Umberto Eco), il tutto al fine di cogliere, pur nellestrema variet formale e contenutistica offerta dal materiale documentario, alcune dinamiche culturali di fondo attraverso le quali disegnare, da un lato, il panorama delle tipologie di danza effettivamente praticate sulle scene italiane del Ventennio,e, dallaltro, quello dellinsieme di pensieri, opinioni e gusti orbitanti attorno ad esse Ne scaturita una trattazione fondamentalmente tripartita in cui, dopo la messa in campo delle questioni metodologiche, si passa dapprima attraverso lindagine dei tre principali generi di danza che, nella stampa del periodo fascista, si ritenevano caratteristici della scena coreica internazionale qui definiti nei termini di ballo teatrale, ballo russo e danze libere e, successivamente, si presenta un approfondimento su tre singolari figure di intellettuali che, ognuno con unattitudine estremamente personale, hanno dedicato alla danza unattenzione speciale: Anton Giulio Bragaglia, Paolo Fabbri e Marco Ramperti. Unampia antologia critica completa il lavoro ripercorrendone gli snodi principali.

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Cosa e stato fatto e il fine della ricerca in questi tre anni si esaminato il materiale edito sui sarcofagi del periodo in esame, sui culti funerari, i problemi religiosi ed artistici. Per trovare confronti validi si sono resi necessari alcuni viaggi sia in Italia che allestero. Lo scopo della ricerca stato quello di leggere i messaggi insiti nelle figurazioni delle casse dei sarcofagi, per comprendere meglio la scelta dei committenti verso determinati temi e la ricezione di questi ultimi da parte del pubblico. La tomba, infatti, lultima traccia che luomo lascia di s ed quindi importante cercare di determinare limpatto psicologico del monumento funerario sul proprietario, che spesso lo acquistava quando ancora era in vita, e sui familiari in visita alla tomba durante la celebrazione dei riti per i defunti. Nellultimo anno, infine, si provveduto a scrivere la tesi suddivindendo i capitoli e i pezzi in base allargomento delle figurazioni (mitologici, di virt, etc.). I capitoli introduttivi Nel primo capitolo di introduzione si cercato di dare un affresco per sommi capi del periodo storico in esame da Caracalla a Teodosio e della Chiesa di III e IV secolo, mettendo in luce la profonda crisi che gravava sullImpero e le varie correnti che frammentavano il cristianesimo. In particolare alcune dispute, come quella riguardante i lapsi, sar alla base di ipotesi interpretative riguardanti la raffigurazione del rifiuto dei tre giovani Ebrei davanti a Nabuchodonosor. Nel capitolo seguente vengono esaminati i riti funerari e il ruolo dei sarcofagi in tali contesti, evidenziando le diverse situazioni emotive degli osservatori dei pezzi e, quindi, limportanza dei temi trattati nelle casse. I capitolo Questo capitolo tratta dei sarcofagi mitologici. Dopo una breve introduzione, dove viene spiegata lentrata in uso dei pezzi in questione, si passa alla discussione dei temi, suddivisi in paragrafi. La prima classe di materiali qualla con la caduta di Fetonte la cui interpretazione sembra chiara: una tragedia familiare. Il compianto sul corpo di un ragazzo morto anzi tempo, al quale partecipa tutto il cosmo. Lafflizione dei familiari immane e sembra priva di una possibile consolazione. Lunico richiamo a riprendere a vivere solo quello del dovere (Mercurio che richiama Helios ai propri impegni). La seconda classe data dalle scene di rapimento divino visto come consolazione e speranza in un aldil felice, come quelle di Proserpina e Ila. Nella trasposizione della storia di Ila interessante anche notare il fatto che le ninfe rapitrici del giovane defunto abbiano le sembianze delle parenti gi morte e di un fanciullo, probabilmente la madre, la nonna e un fratello deceduto anzi tempo. La terza classe presenta il tema del distacco e dellesaltazione delle virt del defunto nelle vesti dei cacciatori mitici Mealeagro, Ippolito e Adone tutti giovani, forti e coraggiosi. In questi sarcofagi ancor pi che negli altri il motivo della giovinezza negata a causa della morte fondamentale per sottolineare ancora di pi la disperazione e il dolore dei genitori rimasti in vita. Nella seguente categoria le virt del defunto sono ancora il tema dominante, ma in chiave diversa: in questo caso leroe Ercole, intento ad affrontare le sue fatiche. Linterpretazione la virt del defunto che lo ha portato a vincere tutte le difficolt incontrate durante la propria vita, come dimostrerebbe anche limmagine del semidio rappresentato in et diverse da unimpresa allaltra. Vi poi la categoria del sonno e della morte, con i miti di Endimione, Arianna e Rea Silvia, analizzato anche sotto un punto di vista psicologico di aiuto per il superamento del dolore per la perdita di un figlio, un marito, o, ancora, della sposa. Accanto ai sarcofagi con immagini di carattere narrativo, vi sono numerosi rilievi con personaggi mitici, che non raccontano una storia, ma si limitano a descrivere situazioni e stati danimo di felicit. Tali figurazioni si possono dividere in due grandi gruppi: quelle con cortei marini e quelle con il tiaso dionisiaco, facendo dellamore il tema specifico dei rilievi. Il fatto che quello del tiaso marino abbia avuto cos tanta fortuna, forse, per la numerosa letteratura che metteva in relazione lAldil con lacqua: lIsola dei Beati oltre lOceano, viaggi per mare verso il mondo dei morti. Certo in questo tipo di sarcofagi non vi sono esplicitate queste credenze, ma sembrano pi che altro esaltare le gioie della vita. Forse il tutto pu essere spiegato con la coesistenza, nei familiari del defunto, della memoria retrospettiva e della proiezione fiduciosa nel futuro. Sostanzialmente era un modo per evocare situazioni gioiose e di godimento sensibile, riferendole ai morti in chiave beneaugurale. Per quanto rigurda il tiaso di Bacco, la sua fortuna stata dettata dal fatto che il suo culto sempre stato molto attivo. Bacco era dio della festa, dellestasi, del vino, era il grande liberatore, partecipe della crescita e della fioritura, il grande forestiero , che faceva saltare gli ordinamenti prestabiliti, i confini della citt con la campagna e le convenzioni sociali. Era il dio della follia, al quale le menadi si abbandonavano nella danza rituale, che aggrediva le belve, amante della natura, ma che penetra nella citt, sconvolgendola. Del suo seguito facevano parte esseri ibridi, a met tra lordine e la bestialit e animali feroci ammansiti dal vino. I suoi nemici hanno avuto destini orribili di indicibile crudelt, ma chi si affidato anima e corpo a lui ha avuto gioia, volutt, allegria e pienezza di vita. Pur essendo un valente combattente, ha caratteri languidi e a tratti femminei, con forme floride e capelli lunghi, ebbro e inebriante. Col passare del tempo la conquista indiana di alessandro si intrecci al mito bacchico e, a lungo andare, tutti i caratteri oscuri e minacciosi della divinit scomparirono del tutto. Un esame sistematico dei temi iconografici riconducibili al mito di Bacco non per nulla facile, in quanto loggetto principale delle raffigurazioni per lo pi il tiaso o come corteo festoso, o come gruppi di figure danzanti e musicanti, o, ancora, intento nella vendemmia. Ci che interessava agli scultori era latmosfera gioiosa del tiaso, al punto che anche un episodio importante, come abbiamo visto, del ritrovamento di Arianna si perde completamente dentro al corteo, affollatissimo di personaggi. Questo perch, come si detto anche al riguardo dei corte marini, per creare immagini il pi possibile fitte e gravide di possibilit associative. Altro contesto iconografico dionisiaco quello degli amori con Arianna. Sui sarcofagi lamore della coppia divina raffigurato come una forma di stupore e rapimento alla vista dellaltro, un amore fatto di sguardi, come quello del marito sulla tomba della consorte. Un altro tema , che esalta lamore, senza ombra di dubbio quello di Achille e Pentesilea, allegoria dellamore coniugale. Altra classe qualla con il mito di Enomao, che celebra il coraggio virile e lattitudine alla vittoria del defunto e, se presente la scena di matrimonio con Ippodamia, lamore verso la sposa. Infine vi sono i sarcofagi delle Muse: esaltazione della cultura e della saggezza del morto. II capitolo Accanto ad i grandi ambiti mitologici dei due tiasi del capitolo precedente era la natura a lanciare un messaggio di vita prospera e pacifica. Gli aspetti iconografici diq uesto tema sono due: le stagioni e la vita in un ambiente bucolico. Nonostante la variet iconografica del soggetto, lidea di fondo rimane invariata: le stagioni portano ai morti i loro doni affinch possano goderne tutto lanno per leternit. Per quanto riguarda le immagini bucoliche sono ispirate alla vita dei pastori di ovini, ma ovviamente non a quella reale: i committenti di tali sarcofagi non avevano mai vissuto con i pastori, n pensavano di farlo i loro parenti. Le immagini realistiche di contadini, pastori, pescatori, tutte figure di infimo livello sociale, avevano assunto tratti idilliaci sotto linflusso della poesia ellenistica. Tutte queste visioni di felicit mancano di riferimenti concreti sia temporali che geografici. Qui non vi sono protagonisti e situazioni dialogiche con losservatore esterno, attraverso la ritrattistica. I defunti se appaiono sono allinterno di un tondo al centro della cassa. Nei contesti bucolici, che andranno via, via, prendendo sempre pi piede nel III secolo, come in quelli filosofici, spariscono del tutto le scene di lutto e di cordoglio. Le immagini dovevano essere un invito a godersi la vita, ma dovevano anche dire qualcosa del defunto. In una visione retrospettiva, forse, si potrebbero intendere come una dichiarazione che il morto, in vita, non si era fatto mancare nulla. Nel caso opposto, poteve invece essere un augurio ad unesistenza felice nellaldil. III capitolo Qui vengono trattati i sarcofagi con lesaltazione e lautorappresentazione del defunto e delle sue virt in contesti demitizzati. Tra i valori ricorrenti, esaltati nei sarcofagi vi lamore coniugale espresso dal tema della dextrarum iunctio, simbolo del matrimonio, la cultura, il potere, la saggezza, il coraggio, esplicitato dalle cacce ad animali feroci, il valore guerriero e la giustizia, dati soprattutto dalle scene di battaglia e di giudizio sui vinti. IV capitolo In questo capitolo si provato a dare una nuova chiave di lettura ai sarcofagi imperiali di S. Elena e di Costantina. Nel primo caso si tratterebbe della vittoria eterna sul male, mentre nel secondo era un augurio di vita felice nellaldil in comunione con Dio e la resurrezione nel giorno del giudizio. V capitolo Il capitolo tratta le mediae voces, quei pezzi che non trovano una facile collocazione in ambito religioso poich presentano temi neutri o ambivalenti, come quelli del buon pastore, di Prometeo, dellorante. VI capitolo Qui trovano spazio i sarcofagi cristiani, dove sono scolpite varie scene tratte dalle Sacre Scritture. Anche in questo caso si andati al di l della semplice analisi stilistica per cercare di leggere il messaggio contenuto dalle sculture. Si sono scoperte preghiere, speranze e polemiche con le correnti cristiane considerate eretiche o traditrici della vera fede, contro la tradizionale interpretazione che voleva le figurazioni essenzialmente didascaliche. VII capitolo Qui vengono esposte le conclusioni da un punto di vista sociologico e psicologico.

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The present study investigates the principles that effect the relationship between voice and movement in performance. The topic stresses a contemporary tendency, which emerges from the work of numerous artits and looks into a research field that has not yet been well explored. The research arises from what I observed and experienced during my performance practical work and what I deepened after theorical studies: expression through movement and voice reflects constant principles. The first two chapters of the former study analyze the compared lines of the inquiry, from a theoretical point of view (interior and exterior voice-movement spatial patterns, and temporal patterns) and a practical point of view referring to body, action and relation. The third one is a survey on 'vocal gesture' as devised by Francesca della Monica, a topic that finds here the first academic investigation, built after nine years sudies with the artist on the oral sources of her teaching. The research is based on practical and theorical sources (especially philosophical studies of Giovanni Piana, Carlo Serra, Merleau-Ponty; performing studies of Grotowski, Laban, Dalcroze, Tomatis; ancient greek philosophy and literature; bodywork tecqniques as Kineseology, Body-mind centering, Alexander, Feldenkrais). The purpose of the study is to theorize, sistematyze and expose clear lines of compared investigation awakening the performer's interest on a central issue of his work and drawing the researcher's attention to make further focusing on the matter. Abstract (Italian) La ricerca va incontro a una tendenza che la contemporaneit pone in risalto con l'opera di numerosi artisti, investigando un campo ancora poco visitato a livello critico. Essa teorizza, sistematizza ed espone le costanti riscontrate nella relazione tra voce e movimento. L'indagine deriva dal presupposto, a me suggerito dalla pratica e dallo scambio con maestri e performer, e qui approfondito e restituito a livello teorico, che nella danza e nel canto, nell'espressione attraverso il movimento o attraverso la voce, si riflettono gli stessi principi. La tesi articolata in tre capitoli: i primi due sviluppano le linee di indagine comparata, prima da un punto di vista filosofico e poi da un punto di vista pratico, il terzo porta alla luce il concetto di gesto-vocale come inteso da Francesca della Monica, di cui questo studio rappresenta il primo contributo scientifico, aprendo una ricerca nuova agli studi di settore. Il primo capitolo, 'Risonanze', sviluppa le premesse filosofiche della questione, introduce il corpo come veicolo di voce e movimento, affronta il tema del movimento della voce nello spazio interno del corpo e nello spazio di relazione. Legge poi il movimento in termini temporali, secondo i concetti di istante, ritmo, forma e flusso. Il secondo capitolo, 'Costanti', espone le costanti concrete della relazione voce-movimento in riferimento allo spazio interno del corpo, all'azione, allo spazio esterno di relazione. Il terzo capitolo, 'Confini', analizza il gesto vocale, come inteso da Francesca della Monica, concetto sintesi dell'intera ricerca poich integra, nella sua essenza, il movimento fisico e vocale, restituendo e approfondendo lo spettro di riflessioni emerse nei primi due capitoli. Il gesto vocale, nella sua accezione espressiva, cos come il lavoro di Francesca della Monica, ancora estraneo agli studi di settore e trova in questo studio un primo contributo accademico. Le fonti sono quelle dell'insegnamento orale di Francesca della Monica, che ho seguito per nove anni, fino a desumerne una mia personale sistematizzazione, integrata con altri punti di vista critici. Analizzo i diversi livelli di profondit del gesto vocale scandendo il tema secondo la categoria della relazione: relazioni motorie, relazioni materiche, relazioni spaziali, temporali, compositive e sinestesiche. Le fonti della ricerca sono scaturite da due sorgenti, quella sul campo, e quella della teoria, confluite qui in un unico flusso. Le fonti 'in presa diretta' sono state avvalorate e confrontate con le fonti relative agli studi di settore (in particolare per la filosofia Giovanni Piana, Carlo Serra, Merleau-Ponty, per il teatro, il canto e la danza Grotowski, Laban, Dalcroze, Tomatis) e le bodywork techniques (Kinesiologia, Body-mind centering, metodo Alexander, metodo Feldenkrais). Ampio spazio viene dato alla grecit antica, che propone sull'espressione di voce e movimento un pensiero integrato carico di speculazioni che racchiudono in nuce i principi sviluppati. Lo studio tenta di offrire un livello di lettura idoneo a suscitare l'interesse del performer, e a valere come momento di indagine per lo studioso, che possa da queste basi operare approfondimenti sulle connessioni proposte. L'obiettivo restituire la conoscenza, intuita in virt della pratica, elaborata ed arricchita grazie alla teoria, su un nodo fondamentale per gli studi teatrali e recente oggetto di attenzione da parte di critici e artisti.

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Il fulcro tematico e concettuale della tesi consiste nel rapporto complesso, paradossale e spesso anche controverso esistente fra il teatro e la performance (art) e cio il rapporto fra i concetti di teatralit e di performativit. Lattenzione posta su quelle correnti nelle arti performative contemporanee che tendono allo scioglimento delle nozioni di genere, disciplina, tecnica e autorialit e che mettono in questione lo status stesso dellopera performativa (lo spettacolo) in quanto prodotto esclusivamente estetico, cio spettacolare. Vengono esaminate prelevando rispettivamente dal campo del teatro, della danza e della performance art le pratiche di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, Jrme Bel e Marina Abramovi. Quello che accomuna queste pratiche ben diverse tra loro non soltanto la problematica del rapporto fra teatralit e performativit ma soprattutto laspetto particolarmente radicale e assiduo (e anche paradossale) del loro doppio sforzo, che consiste nello spingere la propria disciplina oltre ogni confine prestabilito e nello stesso tempo nel cercare di ri-definire i suoi codici fondanti e lo statuto ontologico che la distinguerebbero dalle altre discipline performative. Sono esaminate anche diverse teorizzazioni della performance con particolare attenzione a quei contributi che mettono in luce (e in questione) il delicato rapporto fra il teatro e la performance (art) attraverso una (ri)concettualizzazione e comparazione dei termini di teatralit e di performativit. La tesi esamina levoluzione della comprensione di quel rapporto allinterno del campo teorico-storico e artistico che inizialmente riflette la tendenza a percepire il rapporto in termini di opposizione e addirittura esclusione per approdare col tempo a una visione pi riconciliante e complementare. Le radicali pratiche contemporanee fra il teatro e la performance rappresentano forse una nuova forma-processo performativa specifica e autonoma che potrebbe essere definita tout court performance e con cui viene definitivamente superato il progetto teatrale modernista?

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La dissertazione suddivisa in due capitoli pi tre appendici. Nel I capitolo, Musica e dolore, si indagano i casi di metamusicalit in riferimento al dolore, che si intensificano in Euripide: si nota lo sviluppo di una riflessione sul ruolo della mousike rispetto al dolore, espressa attraverso un lessico medico e musicale. Si dimostra che in Euripide si pone il problema di quale scopo abbia la musica, se sia utile, e in quale forma lo sia. Nella prima produzione si teorizza una mousa del lamento come dolce o terapeutica per chi soffre. Molti personaggi, per, mostrano sfiducia nel potere curativo del lamento. Nellultima produzione si intensificano gli interrogativi sulla performance del canto, che si connotano come casi metamusicali e metateatrali. NellElena, nellIpsipile e nelle Baccanti, E. sembra proporre una terapia omeopatica del dolore attraverso la musica orgiastico-dionisiaca. Nel II capitolo, Natura e musica, si sceglie lIfigenia Taurica come esempio di mimetismo orchestico-musicale fondato oltre che su casi di autoreferenzialit su un immaginario naturale che, facendo musica, contribuisce allespressivit della choreia e della musica in scena. Si ipotizza inoltre un accompagnamento musicale mimetico rispetto ai suoni della natura e movimenti di danza lineari accanto a formazioni circolari, che sembrano richiamare la doppia natura del ditirambo. LAppendice I, Gli aggettivi poetici e : il loro significato e la loro potenzialit allusiva, affronta un caso particolare e problematico di mimetismo lessicale, innescato dal termine e dal composto euripideo . Si dimostra che laggettivo indica originariamente un movimento vibratorio, ma sviluppa anche un senso sonoro, ed quindi un termine evocativo rispetto alla performance. NellAppendice II, Il lessico musicale in Euripide, raccolto il lessico euripideo coreutico-musicale. NellAppendice III, La mousike nei drammi euripidei, sono raccolti i riferimenti alla mousike in ogni dramma.

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La dissertazione si articola attorno allidea di tradizione e alla concettualizzazione di genere nella musica di villaggio dei Banyoro e dei Batooro dellUganda occidentale. Il lavoro si sviluppa nel complesso in tre parti principali. Nella prima si presentano le trasformazioni storiche intervenute nelle relazioni di genere dal periodo precoloniale al presente e si introduce la musica di villaggio delle popolazioni considerate, ponendola a confronto con la musica di corte e con quella religiosa. La seconda sezione dedicata allo studio dei repertori vocali e di danza di villaggio, a partire dalla documentazione realizzata con informatori anziani: di queste musiche sono considerate le caratteristiche stilistiche ed condotta unanalisi che mira a mettere in luce le idee di genere trasmesse attraverso questi repertori. Lultima parte del lavoro prende in considerazione le trasformazioni intervenute nel panorama musicale ugandese nellultimo secolo, a partire dallinfluenza di musiche esterne, dallinsegnamento della musica tradizionale nelle scuole e dallistituzione di festival scolastici e di gruppi folklorici: diverse performance attuali di canti e di danza sotto sottoposte a studio analitico. Nel complesso, si rileva una generale rifunzionalizzazione di musiche e idee di genere che si rifanno al passato, ma hanno valore soprattutto per il recupero della cultura locale nel presente,connotato dal contesto multiculturale dellUganda contemporanea e dalle politiche, promosse dal Governo, che favoriscono lemancipazione femminile.