2 resultados para Coastline

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La Piana di foce del Garigliano (al confine tra Lazio e Campania) è caratterizzata, fino ad epoche recenti, dalla presenza di aree palustri e umide. Lo studio in corso cerca di ricostruire l’evoluzione dell’ambiente costiero mettendolo in relazione alla presenza dell’uomo, alla gestione del territorio, alle vicende storiche e alle variazioni climatiche utilizzando molteplici metodologie tipiche della geoarcheologia. Si tratta di un approccio multidisciplinare che cerca di mettere insieme analisi tipiche dell’archeologia, della topografia antica, della geomorfologia, della geologia e della paleobotanica. Fino all’età del Ferro l’unica traccia di popolamento viene da Monte d’Argento, uno sperone roccioso isolato lungo la costa, posto al limite occidentale di un ambiente sottostante che sembra una palude chiusa e isolata da apporti sedimentari esterni. Con il passaggio all’età del ferro si verifica un mutamento ambientale con la fine della grande palude e la formazione di una piccola laguna parzialmente comunicante con il mare. L’arrivo dei romani alla fine del III secolo a.C. segna la scomparsa dei grandi centri degli Aurunci e la deduzione di tre colonie (Sessa Aurunca, Sinuessa, Minturno). Le attività di sistemazione territoriale non riguardarono però le aree umide costiere, che non vennero bonificate o utilizzate per scopi agricoli, ma mantennero la loro natura di piccoli laghi costieri. Quest’epoca è dunque caratterizzata da una diffusione capillare di insediamenti, basati su piccole fattorie o installazioni legate allo sfruttamento agricolo. Poche sono le aree archeologiche che hanno restituito materiali successivi al II-III secolo d.C. La città resta comunque abitata fino al VI-VII secolo, quando l’instabilità politica e l’impaludamento dovettero rendere la zona non troppo sicura favorendo uno spostamento verso le zone collinari. Un insediamento medievale è attestato solo a Monte d’Argento e una frequentazione saracena dell’inizio del IX secolo è riportata dalle fonti letterarie, ma non vi è ancora nessuna documentazione archeologica.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The earliest scholars were not concerned about preparing extensive investigations linking the Persian-period building remains excavated in the entire Levant together. Moreover, the research interests of scholars caused some impediments to the study of this period viz in the last decades; the Achaemenid period has been neglected by the scholars who -in turn- focused on the earlier and later periods for religious reasons. Too, while some regions have been studied abundantly, but it was not the case in other areas, which makes our knowledge is incomplete. From the explanation side, some scholars try to interpret the architectural remains from an ethnic perspective or unsubstantiated personal fancies, so their arguments were utterly lacking any objectivity. This thesis explores what are the Persian architectural and ornamental impacts on the Levantine architecture and the relations between Persian-period sites in Syria-Palestine region. Too, the architectural remains and their contents benefited us to clarify the settlement patterns in the regions being discussed. The author analyzed the ground plans of the buildings and their architectural features and ornamental motifs by conducting a descriptive, analytical, and interpretative study. He also conducted comparisons with similar buildings outside the Levant, especially in Fars to obtain a more comprehensive and systematic study, and then extracting any direct or indirect Persian influences. This has given us a better understanding of the nature of the social, political, and religious life in the entire Levant and the knowledge gap has been bridged to a satisfying extent. This study has demonstrated a few of the Achaemenid impacts, especially on the northern coastline of the Levant.