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em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
I sistemi fiscali contemporanei applicano l’imposizione diretta a persone fisiche e persone giuridiche. In ciascuno Stato tuttavia una varietà di figure intermedie, definibili non- corporate-entities, sono dotate di gradi diversi di soggettività di diritto. Fra queste rientrano le partnership. Con l’obiettivo di ricondurre la fiscalità delle partnership all’interno del regime domestico generale previsto per persone fisiche o giuridiche, ogni Stato impiega proprie regole di caratterizzazione fiscale delle partnership. Di conseguenza, ciascuno Stato può considerare le partnership fiscalmente opache o trasparenti. Ciò vale sia per le partnership domestiche che per quelle estere. Quando l’attività di una partnership domestica presenta elementi di internazionalità, gli approcci domestici di caratterizzazione fiscale interferiscono spesso con quelli adottati da altri Stati. Tali inevitabili conflitti producono un alto rischio di doppia imposizione o doppia non imposizione dei redditi internazionali. La soluzione di tale genere di problemi non trova sistematica considerazione né nei Trattati fiscali, né nei Trattati UE così come interpretati dalla CGUE. Essa resta affidata all’autonoma iniziativa di ciascuno Stato. Questo studio esamina l’imposizione diretta delle partnerships internazionali che presentino un qualche collegamento con il sistema fiscale italiano. Esso inoltre propone una comparazione con altri sistemi fiscali selezionati sulla base di alcuni criteri. La comparazione mira alla individuazione dei problemi scaturenti dalla simultanea applicazione della tassazione italiana ed estera, considerando il ruolo spesso modesto dei Trattati fiscali. Ove un Trattato includa clausole specifiche per le partnership, ne viene esaminato l’effetto. Se i Paesi considerati sono Stati membri UE, i risultati dell’analisi sono esaminati rispetto alla normativa europea, con particolare riguardo ai profili di compatibilità con le libertà del Trattato UE e con i relativi orientamenti della CGUE.
Resumo:
Big data and AI are paving the way to promising scenarios in clinical practice and research. However, the use of such technologies might clash with GDPR requirements. Today, two forces are driving the EU policies in this domain. The first is the necessity to protect individuals’ safety and fundamental rights. The second is to incentivize the deployment of innovative technologies. The first objective is pursued by legislative acts such as the GDPR or the AIA, the second is supported by the new data strategy recently launched by the European Commission. Against this background, the thesis analyses the issue of GDPR compliance when big data and AI systems are implemented in the health domain. The thesis focuses on the use of co-regulatory tools for compliance with the GDPR. This work argues that there are two level of co-regulation in the EU legal system. The first, more general, is the approach pursued by the EU legislator when shaping legislative measures that deal with fast-evolving technologies. The GDPR can be deemed a co-regulatory solution since it mainly introduces general requirements, which implementation shall then be interpretated by the addressee of the law following a risk-based approach. This approach, although useful is costly and sometimes burdensome for organisations. The second co-regulatory level is represented by specific co-regulatory tools, such as code of conduct and certification mechanisms. These tools are meant to guide and support the interpretation effort of the addressee of the law. The thesis argues that the lack of co-regulatory tools which are supposed to implement data protection law in specific situations could be an obstacle to the deployment of innovative solutions in complex scenario such as the health ecosystem. The thesis advances hypothesis on theoretical level about the reasons of such a lack of co-regulatory solutions.