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em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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L’argomento scelto riguarda l’adozione di standard privati da parte di imprese agro-alimentari e le loro conseguenze sulla gestione globale dell’azienda. In particolare, lo scopo di questo lavoro è quello di valutare le implicazioni dovute all’adozione del BRC Global Standard for Food Safety da parte delle imprese agro-alimentari italiane. La valutazione di tale impatto è basata sulle percezioni dei responsabili aziendali in merito ad aspetti economici, gestionali, commerciali, qualitativi, organizzativi. La ricerca ha seguito due passaggi fondamentali: innanzitutto sono state condotte 7 interviste in profondità con i Responsabili Qualità (RQ) di aziende agro-alimentari italiane certificate BRC Food. Le variabili estrapolate dall’analisi qualitativa del contenuto delle interviste sono state inserite, insieme a quelle rilevate in letteratura, nel questionario creato per la successiva survey. Il questionario è stato inviato tramite e-mail e con supporto telefonico ad un campione di aziende selezionato tramite campionamento random. Dopo un periodo di rilevazione prestabilito, sono stati compilati 192 questionari. L’analisi descrittiva dei dati mostra che i RQ sono in buona parte d’accordo con le affermazioni riguardanti gli elementi d’impatto. Le affermazioni maggiormente condivise riguardano: efficienza del sistema HACCP, efficienza del sistema di rintracciabilità, procedure di controllo, formazione del personale, miglior gestione delle urgenze e non conformità, miglior implementazione e comprensione di altri sistemi di gestione certificati. Attraverso l’analisi ANOVA fra variabili qualitative e quantitative e relativo test F emerge che alcune caratteristiche delle aziende, come l’area geografica, la dimensione aziendale, la categoria di appartenenza e il tipo di situazione nei confronti della ISO 9001 possono influenzare differentemente le opinioni degli intervistati. Successivamente attraverso un’analisi fattoriale sono stati estratti 8 fattori partendo da un numero iniziale di 28 variabili. Sulla base dei fattori è stata applicata la cluster analysis di tipo gerarchico che ha portato alla segmentazione del campione in 5 gruppi diversi. Ogni gruppo è stato interpretato sulla base di un profilo determinato dal posizionamento nei confronti dei vari fattori. I risultati oltre ad essere stati validati attraverso focus group effettuati con ricercatori ed operatori del settore, sono stati supportati anche da una successiva indagine qualitativa condotta presso 4 grandi retailer inglesi. Lo scopo di questa successiva indagine è stato quello di valutare l’esistenza di opinioni divergenti nei confronti dei fornitori che andasse quindi a sostenere l’ipotesi di un problema di asimmetria informativa che nonostante la presenza di standard privati ancora sussiste nelle principali relazioni contrattuali. Ulteriori percorsi di ricerca potrebbero stimare se la valutazione dell’impatto del BRC può aiutare le aziende di trasformazione nell’implementazione di altri standard di qualità e valutare quali variabili possono influenzare invece le percezioni in termini di costi dell’adozione dello standard.

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Aims of the study: To assess the prevalence of Antiepileptic Drug (AED) exposure in pregnant women with or without epilepsy and the comparative risk of terminations of pregnancy (TOPs), spontaneous abortions, stillbirth, major congenital malformations (MCMs) and foetal growth retardation (FGR) following intrauterine AED exposure in the Emilia Romagna region (RER), Northern Italy (4 million inhabitants). Methods: Data were obtained from official regional registries: Certificate of Delivery Assistance, Hospital Discharge Card, reimbursed prescription databases and Registry of Congenital Malformations. We identified all the deliveries, hospitalized abortions and MCMs occurred between January 2009 and December 2011. Results: We identified 145,243 pregnancies: 111,284 deliveries (112,845 live births and 279 stillbirths), 16408 spontaneous abortions and 17551 TOPs. Six hundred and eleven pregnancies (0.42% 95% Cl: 0.39-0.46) were exposed to AEDs. Twenty-one per cent of pregnancies ended in TOP in the AED group vs 12% in the non-exposed (OR:2.24; CI 1.41-3.56). The rate of spontaneous abortions and stillbirth was comparable in the two groups. Three hundred fifty-three babies (0.31%, 95% CI: 0.28-0.35) were exposed to AEDs during the first trimester. The rate of MCMs was 2.3% in the AED group (2.2% in babies exposed to monotherapy and 3.1% in babies exposed to polytherapy) vs 2.0% in the non-exposed. The risk of FGR was 12.7 % in the exposed group compared to 10% in the non-exposed. Discussion and Conclusion: The prevalence of AED exposure in pregnancy in the RER was 0.42%. The rate of MCMs in children exposed to AEDs in utero was almost superimposable to the one of the non-exposed, however polytherapy carried a slightly increased risk . The rate of TOPs was significantly higher in the exposed women. Further studies are needed to clarify whether this high rate reflects a higher rate of MCMs detected prenatally or other more elusive reasons.