7 resultados para Burden of proof
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
“Difetto di Informazione e danno da prodotto” è un tema di grande interesse ed attualità, in un momento storico in cui si è riacceso il dibattito sulla disciplina della responsabilità per danni da prodotto difettoso. Complice è “il difetto di informazione”, da sempre rimasto ai margini della casistica giurisprudenziale, ma che improvvisamente “ruba la scena” imponendosi all'attenzione della Cassazione (nn. 6007/2007 e 20985/2007) e rivelando nodi interpretativi di forte impatto pratico nelle cause di responsabilità del produttore. Di qui l’esigenza di approfondire la complessa tematica degli information defects, sotto il profilo della nozione di “difetto” e della sua prova, nonché dell’incidenza di eventuali carenze informative sulla responsabilità del produttore. Muovendo dall’analisi della Direttiva e della sua attuazione italiana, il lavoro individua i punti nodali di tale disciplina ed i vari limiti posti – sia a livello interpretativo che applicativo - alla tutela del danneggiato, suscettibili di renderla meno “appetibile” di quanto potrebbe sembrare. Affronta, quindi, criticamente le questioni trattate nelle due sentenze di legittimità del 2007 in ordine sia alla distribuzione tra le parti dell'onere probatorio, sia alla rilevanza delle informazioni fornite dal produttore. Peculiare interrogativo cui si cerca di dare risposta è se, ed in che misura, l’“informazione” consenta al produttore di andare esente da responsabilità. Il lavoro passa ad esplorare i nuovi scenari offerti dalla interazione tra la disciplina della responsabilità del produttore e quella sulla sicurezza generale dei prodotti, la cui coesistenza all’interno del medesimo corpo di norme pone nuovi interrogativi, quali la sussistenza della responsabilità del produttore di un bene “conforme” ed il ruolo dell’informazione nell’ipotesi di prodotti non difettosi e/o “conformi”. La ricerca affronta tali interrogativi con sguardo critico e provocatorio sollevando il dubbio se la “conformità alle norme armonizzate” non rischi di diventare una “nuova” clausola di esonero della responsabilità del produttore.
Resumo:
Oggetto della ricerca è la rilevanza nell’ambito del diritto penale del principio di precauzione. Quest’ultimo deve la sua diffusione e popolarità al fatto di presentarsi come criterio guida al problema del rischio e dell’incertezza. L’esigenza di adottare scelte normative in condizioni di incertezza scientifica è infatti oggi ineludibile. Si cercherà in primo luogo di circoscrivere l’oggetto dell’indagine analizzando il rilievo che il principio di precauzione ha a livello legislativo e giurisprudenziale. Quindi si analizzeranno le problematiche che il ricorso allo stesso suscita con riferimento alla struttura classica del reato e legate al contesto di incertezza nel quale viene invocato. Tali problematiche si riferiscono alla possibilità o meno di dare rilevanza al modello del reato di pericolo, alla ricostruzione del nesso causale e all’influenza che il principio di precauzione può determinare nell’accertamento dell’elemento soggettivo delle colpa. Si concluderà l’analisi analizzando le diverse posizioni assunte dalla dottrina italiana circa l’opportunità o meno dell’intervento penale in contesti di incertezza scientifica, individuando, in caso di risposta affermativa, le modalità di intervento.
Resumo:
L'interesse per il tema dell'onere della prova nell'inadempimento contrattuale è giustificato dalla circostanza che il noto intervento delle Sezioni Unite in materia, al quale originariamente si è pensato di attribuire una portata indifferenziata e assoluta, non ha avuto l'effetto di porre fine ai numerosi contrasti interpretativi. Al contrario, lo stesso ha determinato il sorgere di nuove incertezze e profili problematici, subendo, peraltro, continue smentite in diversi settori della responsabilità civile. Lo scopo della presente indagine è stato quello di verificare in quali contesti la regola fissata dalla Cassazione venisse applicata e in quali disattesa, procedendo, quindi, ad accertare la modulazione dell'onere della prova in alcuni settori considerati emblematici. Si è, così, tentato di individuare le ragioni della limitazione dell'indirizzo in parola, nonché i criteri in base ai quali determinare l'allocazione dell'onere della prova.
Resumo:
Il danno da perdita di chance rappresenta la categoria giuridica di cui la giurisprudenza si serve per ampliare i confini della tutela risarcitoria, in diversi casi in cui, alla stregua dell’impostazione dogmatica tradizionale, non potrebbe dirsi configurabile un danno-conseguenza (né sotto forma di danno emergente, né sotto forma di lucro cessante). Lo studio, una volta delimitato il campo dell’indagine e dato conto delle opinioni dottrinali sulla ricostruzione della figura, ha preso le mosse dall’illustrazione degli orientamenti della giurisprudenza, la quale, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, è andata via via applicando l’istituto nei settori del diritto del lavoro, della responsabilità professionale (in particolare dell’avvocato), e del danno alla persona (nel quale ultimo si è messo in luce come il danno da perdita di chance possa rivestire funzione unicamente descrittiva di tipologie di pregiudizio riconducibili alle “tradizionali” voci di danno). Nel secondo capitolo si è analiticamente esaminata la fattispecie del danno da perdita di chance, alla luce delle categorie e dei principi generali della responsabilità civile, vagliando i margini di “armonizzabilità” dell’istituto rispetto alle classificazioni in termini di danno emergente/lucro cessante, danno presente/futuro, danno-evento/danno-conseguenza, nonché rispetto alle regole sulla causalità, al requisito dell’ingiustizia del danno, e alle tecniche di liquidazione del danno. Nell’ultimo capitolo, si è proceduto, poi, a “calare” l’istituto del danno da perdita di chance nel “sottosettore” della responsabilità sanitaria, sottoponendo a verifica la “tenuta teorica” della sua “variante” non patrimoniale al cospetto della recente novella legislativa rappresentata dalla l. n. 24/17, nonché degli orientamenti giurisprudenziali che, negli ultimi due anni, hanno interessato i temi dell’onere della prova del nesso causale e dello stesso danno da perdita di chance non patrimoniale. A conclusione dello studio, si sono svolte, infine, alcune considerazioni sulle criticità che precludono un’armonica “riconduzione a sistema” dell’istituto, consigliandone il definitivo abbandono.
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Autism Spectrum Disorder (ASD) is a heterogeneous and highly heritable neurodevelopmental disorder with a complex genetic architecture, consisting of a combination of common low-risk and more penetrant rare variants. This PhD project aimed to explore the contribution of rare variants in ASD susceptibility through NGS approaches in a cohort of 106 ASD families including 125 ASD individuals. Firstly, I explored the contribution of inherited rare variants towards the ASD phenotype in a girl with a maternally inherited pathogenic NRXN1 deletion. Whole exome sequencing of the trio family identified an increased burden of deleterious variants in the proband that could modulate the CNV penetrance and determine the disease development. In the second part of the project, I investigated the role of rare variants emerging from whole genome sequencing in ASD aetiology. To properly manage and analyse sequencing data, a robust and efficient variant filtering and prioritization pipeline was developed, and by its application a stringent set of rare recessive-acting and ultra-rare variants was obtained. As a first follow-up, I performed a preliminary analysis on de novo variants, identifying the most likely deleterious variants and highlighting candidate genes for further analyses. In the third part of the project, considering the well-established involvement of calcium signalling in the molecular bases of ASD, I investigated the role of rare variants in voltage-gated calcium channels genes, that mainly regulate intracellular calcium concentration, and whose alterations have been correlated with enhanced ASD risk. Specifically, I functionally tested the effect of rare damaging variants identified in CACNA1H, showing that CACNA1H variation may be involved in ASD development by additively combining with other high risk variants. This project highlights the challenges in the analysis and interpretation of variants from NGS analysis in ASD, and underlines the importance of a comprehensive assessment of the genomic landscape of ASD individuals.
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Total hip and knee replacements (THR/TKR) are considered the gold standard surgical treatments for end-stage osteoarthritis (OA), effectively alleviating pain, enhancing joint mobility and quality of life (QoL). Maintaining an active lifestyle and regular physical activity (PA) is crucial for these patients, as it can increase bone density and stability of joint prosthesis. This thesis aims to: (1) systematically review recommendations from healthcare professionals; (2) explore interventions promoting an active lifestyle post-THR and TKR; (3) investigate the primary causes of stiffness post-TKR; (4) design an exercise protocol to enhance QoL post-THR and TKR; (5) evaluate orthopedic surgeons' attitudes toward PA for patients post-THR/TKR; and (6) assess changes in QoL after a specifically designed PA intervention. The initial review revealed consensus on permissible sports activities post-surgery, but few studies addressed interventions targeting PA behaviors. Subsequently, findings highlighted key factors contributing to post-TKR stiffness, including mispositioned components, psychological distress, and obesity. Building on these insights, a PA intervention was implemented, followed by a survey investigating orthopedic surgeons' attitudes towards PA, which demonstrated a general positive attitude. Lastly, a pilot randomized controlled trial demonstrated significant enhancements in QoL, physical function, and clinical outcomes following a three-month adapted PA intervention. Future research should focus on raising awareness among individuals and healthcare professionals, fostering engagement in PA programs, and promoting active lifestyles. PA represents a valuable strategy for mitigating the burden of chronic diseases on society.
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Objectives: To investigate the use of intravascular optical coherence tomography (IVOCT) for carotid artery stenting (CAS) procedures in patients with atherosclerotic stenosis. Examine possible markers that might identify the onset of new cerebral ischemic lesions on MRI. Specifically, attention was drawn to the morphological features of the used dual layer stent, which could be underestimated during traditional CAS procedures. Secondary goals are to compare the safety and efficacy of different CAS techniques and the accuracy of the vessel analysis software’s on pre-operative CTA examination used to quantify ICA stenosis with the gold standard IVOCT. Material and Methods: Ten patients underwent CAS procedure with flow-arrest technique and IVOCT evaluations prior to and following stent deployment, while five matched patients underwent CAS procedure with distal embolic protection device (EPD) technique. All patients underwent 24-hours 3T MRI examination to check for ischemic lesions; all patients were treated with the same dual-layer stent. Results: Patients with new ischemic lesions demonstrated peculiar stent configuration in the distal end, and a strong Spearman’s rank order correlation was found among the volume of new DWI lesions and the stent configuration in its distal end (Rs: 0.81; p <0.001). No statistically significant differences were observed in the total burden of new ischemic lesions for each technique. The vessel analysis software's on CTA comparison demonstrated a higher diagnostic accuracy in the degree of ICA stenosis compared to the gold standard of IVOCT of the specialized software (ROC curve = 0.63; p = 0.06) compared to the general software (ROC curve = 0.57, p = 0.31). Conclusions: Study’s results support the use of IVOCT to allow recognition of potential features that can predict the onset of new cerebral ischemic lesions. Additionally, IVOCT made it possible to evaluate specialized software's increased accuracy in the pre-operative evaluation of ICA atherosclerotic stenosis.