9 resultados para Bull and bear markets

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Sperm cells need hexoses as a substrate for their function, for both the maintenance of membrane homeostasis and the movement of the tail. These cells have a peculiar metabolism that has not yet been fully understood, but it is clear that they obtain energy from hexoses through glycolisis and/or oxidative phosphorylation. Spermatozoa are in contact with different external environments, beginning from the testicular and epididymal fluid, passing to the seminal plasma and finally to the female genital tract fluids; in addition, with the spread of reproductive biotechnologies, sperm cells are diluted and stored in various media, containing different energetic substrates. To utilize these energetic sources, sperm cells, as other eukaryotic cells, have a well-constructed protein system, that is mainly represented by the GLUT family proteins. These transporters have a membrane-spanning α-helix structure and work as an enzymatic pump that permit a fast gradient dependent passage of sugar molecules through the lipidic bilayer of sperm membrane. Many GLUTs have been studied in man, bull and rat spermatozoa; the presence of some GLUTs has been also demonstrated in boar and dog spermatozoa. The aims of the present study were - to determine the presence of GLUTs 1, 2, 3, 4 and 5 in boar, horse, dog and donkey spermatozoa and to describe their localization; - to study eventual changes in GLUTs location after capacitation and acrosome reaction in boar, stallion and dog spermatozoa; - to determine possible changes in GLUTs localization after capacitation induced by insulin and IGF stimulation in boar spermatozoa; - to evaluate changes in GLUTs localization after flow-cytometric sex sorting in boar sperm cells. GLUTs 1, 2, 3 and 5 presence and localization have been demonstrated in boar, stallion, dog and donkey spermatozoa by western blotting and immunofluorescence analysis; a relocation in GLUTs after capacitation has been observed only in dog sperm cells, while no changes have been observed in the other species examined. As for boar, the stimulation of the capacitation with insulin and IGF didn’t cause any change in GLUTs localization, as well as for the flow cytometric sorting procedure. In conclusion, this study confirms the presence of GLUTs 1, 2 ,3 and 5 in boar, dog, stallion and donkey spermatozoa, while GLUT 4 seems to be absent, as a confirmation of other studies. Only in dog sperm cells capacitating conditions induce a change in GLUTs distribution, even if the physiological role of these changes should be deepened.

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The importance of the banks and financial markets relies on the fact that they promote economic efficiency by allocating savings efficiently to profitable investment opportunities.An efficient banking system is a key determinant for the financial stability.The theory of market failure forms the basis for understanding financial regulation.Following the detrimental economic and financial consequences in theaftermath of the crisis, academics and policymakers started to focus their attention on the construction of an appropriate regulatory and supervisory framework of the banking sector. This dissertation aims at understanding the impact of regulations and supervision on banks’ performance focusing on two emerging market economies, Turkey and Russia. It aims at examining the way in which regulations matter for financial stability and banking performance from a law & economics perspective. A review of the theory of banking regulation, particularly as applied to emerging economies, shows that the efficiency of certain solutions regarding banking regulation is open to debate. Therefore, in the context of emerging countries, whether a certain approach is efficient or not will be presented as an empirical question to which this dissertation will try to find an answer.

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La ricerca si propone di definire le linee guida per la stesura di un Piano che si occupi di qualità della vita e di benessere. Il richiamo alla qualità e al benessere è positivamente innovativo, in quanto impone agli organi decisionali di sintonizzarsi con la soggettività attiva dei cittadini e, contemporaneamente, rende evidente la necessità di un approccio più ampio e trasversale al tema della città e di una più stretta relazione dei tecnici/esperti con i responsabili degli organismi politicoamministrativi. La ricerca vuole indagare i limiti dell’urbanistica moderna di fronte alla complessità di bisogni e di nuove necessità espresse dalle popolazioni urbane contemporanee. La domanda dei servizi è notevolmente cambiata rispetto a quella degli anni Sessanta, oltre che sul piano quantitativo anche e soprattutto sul piano qualitativo, a causa degli intervenuti cambiamenti sociali che hanno trasformato la città moderna non solo dal punto di vista strutturale ma anche dal punto di vista culturale: l’intermittenza della cittadinanza, per cui le città sono sempre più vissute e godute da cittadini del mondo (turisti e/o visitatori, temporaneamente presenti) e da cittadini diffusi (suburbani, provinciali, metropolitani); la radicale trasformazione della struttura familiare, per cui la famiglia-tipo costituita da una coppia con figli, solido riferimento per l’economia e la politica, è oggi minoritaria; l’irregolarità e flessibilità dei calendari, delle agende e dei ritmi di vita della popolazione attiva; la mobilità sociale, per cui gli individui hanno traiettorie di vita e pratiche quotidiane meno determinate dalle loro origini sociali di quanto avveniva nel passato; l’elevazione del livello di istruzione e quindi l’incremento della domanda di cultura; la crescita della popolazione anziana e la forte individualizzazione sociale hanno generato una domanda di città espressa dalla gente estremamente variegata ed eterogenea, frammentata e volatile, e per alcuni aspetti assolutamente nuova. Accanto a vecchie e consolidate richieste – la città efficiente, funzionale, produttiva, accessibile a tutti – sorgono nuove domande, ideali e bisogni che hanno come oggetto la bellezza, la varietà, la fruibilità, la sicurezza, la capacità di stupire e divertire, la sostenibilità, la ricerca di nuove identità, domande che esprimono il desiderio di vivere e di godere la città, di stare bene in città, domande che non possono essere più soddisfatte attraverso un’idea di welfare semplicemente basata sull’istruzione, la sanità, il sistema pensionistico e l’assistenza sociale. La città moderna ovvero l’idea moderna della città, organizzata solo sui concetti di ordine, regolarità, pulizia, uguaglianza e buon governo, è stata consegnata alla storia passata trasformandosi ora in qualcosa di assai diverso che facciamo fatica a rappresentare, a descrivere, a raccontare. La città contemporanea può essere rappresentata in molteplici modi, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista sociale: nella letteratura recente è evidente la difficoltà di definire e di racchiudere entro limiti certi l’oggetto “città” e la mancanza di un convincimento forte nell’interpretazione delle trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno investito la società e il mondo nel secolo scorso. La città contemporanea, al di là degli ambiti amministrativi, delle espansioni territoriali e degli assetti urbanistici, delle infrastrutture, della tecnologia, del funzionalismo e dei mercati globali, è anche luogo delle relazioni umane, rappresentazione dei rapporti tra gli individui e dello spazio urbano in cui queste relazioni si muovono. La città è sia concentrazione fisica di persone e di edifici, ma anche varietà di usi e di gruppi, densità di rapporti sociali; è il luogo in cui avvengono i processi di coesione o di esclusione sociale, luogo delle norme culturali che regolano i comportamenti, dell’identità che si esprime materialmente e simbolicamente nello spazio pubblico della vita cittadina. Per studiare la città contemporanea è necessario utilizzare un approccio nuovo, fatto di contaminazioni e saperi trasversali forniti da altre discipline, come la sociologia e le scienze umane, che pure contribuiscono a costruire l’immagine comunemente percepita della città e del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. La rappresentazione del sociale urbano varia in base all’idea di cosa è, in un dato momento storico e in un dato contesto, una situazione di benessere delle persone. L’urbanistica moderna mirava al massimo benessere del singolo e della collettività e a modellarsi sulle “effettive necessità delle persone”: nei vecchi manuali di urbanistica compare come appendice al piano regolatore il “Piano dei servizi”, che comprende i servizi distribuiti sul territorio circostante, una sorta di “piano regolatore sociale”, per evitare quartieri separati per fasce di popolazione o per classi. Nella città contemporanea la globalizzazione, le nuove forme di marginalizzazione e di esclusione, l’avvento della cosiddetta “new economy”, la ridefinizione della base produttiva e del mercato del lavoro urbani sono espressione di una complessità sociale che può essere definita sulla base delle transazioni e gli scambi simbolici piuttosto che sui processi di industrializzazione e di modernizzazione verso cui era orientata la città storica, definita moderna. Tutto ciò costituisce quel complesso di questioni che attualmente viene definito “nuovo welfare”, in contrapposizione a quello essenzialmente basato sull’istruzione, sulla sanità, sul sistema pensionistico e sull’assistenza sociale. La ricerca ha quindi analizzato gli strumenti tradizionali della pianificazione e programmazione territoriale, nella loro dimensione operativa e istituzionale: la destinazione principale di tali strumenti consiste nella classificazione e nella sistemazione dei servizi e dei contenitori urbanistici. E’ chiaro, tuttavia, che per poter rispondere alla molteplice complessità di domande, bisogni e desideri espressi dalla società contemporanea le dotazioni effettive per “fare città” devono necessariamente superare i concetti di “standard” e di “zonizzazione”, che risultano essere troppo rigidi e quindi incapaci di adattarsi all’evoluzione di una domanda crescente di qualità e di servizi e allo stesso tempo inadeguati nella gestione del rapporto tra lo spazio domestico e lo spazio collettivo. In questo senso è rilevante il rapporto tra le tipologie abitative e la morfologia urbana e quindi anche l’ambiente intorno alla casa, che stabilisce il rapporto “dalla casa alla città”, perché è in questa dualità che si definisce il rapporto tra spazi privati e spazi pubblici e si contestualizzano i temi della strada, dei negozi, dei luoghi di incontro, degli accessi. Dopo la convergenza dalla scala urbana alla scala edilizia si passa quindi dalla scala edilizia a quella urbana, dal momento che il criterio del benessere attraversa le diverse scale dello spazio abitabile. Non solo, nei sistemi territoriali in cui si è raggiunto un benessere diffuso ed un alto livello di sviluppo economico è emersa la consapevolezza che il concetto stesso di benessere sia non più legato esclusivamente alla capacità di reddito collettiva e/o individuale: oggi la qualità della vita si misura in termini di qualità ambientale e sociale. Ecco dunque la necessità di uno strumento di conoscenza della città contemporanea, da allegare al Piano, in cui vengano definiti i criteri da osservare nella progettazione dello spazio urbano al fine di determinare la qualità e il benessere dell’ambiente costruito, inteso come benessere generalizzato, nel suo significato di “qualità dello star bene”. E’ evidente che per raggiungere tale livello di qualità e benessere è necessario provvedere al soddisfacimento da una parte degli aspetti macroscopici del funzionamento sociale e del tenore di vita attraverso gli indicatori di reddito, occupazione, povertà, criminalità, abitazione, istruzione, etc.; dall’altra dei bisogni primari, elementari e di base, e di quelli secondari, culturali e quindi mutevoli, trapassando dal welfare state allo star bene o well being personale, alla wellness in senso olistico, tutte espressioni di un desiderio di bellezza mentale e fisica e di un nuovo rapporto del corpo con l’ambiente, quindi manifestazione concreta di un’esigenza di ben-essere individuale e collettivo. Ed è questa esigenza, nuova e difficile, che crea la diffusa sensazione dell’inizio di una nuova stagione urbana, molto più di quanto facciano pensare le stesse modifiche fisiche della città.

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In 1995, the European Union (EU) Member States and 12 Mediterranean countries launched in Barcelona a liberalization process that aims at establishing a free trade area (to be realized by 2010) and at promoting a sustainable and balanced economic development by the adoption of a new generation of Agreements: the Euro-Mediterranean Agreements (EMA). For the Mediterranean partner countries, the main concern is a better access for their fruit and vegetable exports to the European market. These products represent the main exports of these countries, and the EU is their first trading partner. On the other side, for the EU the main issue is not only the promotion of its products, but also the protection of its fruit and vegetables producers. Moreover, the trade with third countries is the key element of the Common Market Organization of the sector. Fruit and vegetables represent a very sensitive sector since their high seasonality, high perishability, and especially since the production of the Mediterranean countries is often similar to the European Mediterranean’s countries one. In fact, the agreements define preferences at the entrance of the EU market providing limited concessions for each partner, for specific products, limited quantities and calendars. This research tries to analyze the bilateral trade volume for fresh fruit and vegetables in the European and Italian markets in order to assess the effects of Mediterranean liberalization on this sector. Free trade of agricultural products represents a very actual topic in international trade and the Mediterranean countries, recognised as big producers of fruit and vegetables, as big exporters of their crops and actually significantly present on the European market, could be high competitors with the inward production because the outlet could be the same. The goal of this study is to provide some considerations about the competitiveness of mediterranean fruit and vegetables productions after Barcelona Process, in a first step for the European market and then also for the Italian one. The aim is to discuss the influence of the euro-mediterranean agreements on the fruit and vegetables trade between 10 foreign Mediterranean countries (Algeria, Egypt, Israel, Jordan, Libya, Lebanon, Morocco, Tunisia, Syria, and Turkey) and 15 EU countries in the period 1995-2007, by means of a gravity model, which is a widespread methodology in international trade analysis. The basic idea of gravity models is that bilateral trade from one country to another (as the dependent variable) can be explained by a set of factors: - factors that capture the potential of a country to export goods and services; - factors that capture the propensity of a country to imports goods and services; - any other forces that either attract or inhibit bilateral trade. This analysis compares only imports’ flows by Europe and by Italy (in volumes) from Mediterranean countries, since the exports’ flows toward those foreign countries are not significant, especially for Italy. The market of fruit and vegetables appears as a high heterogeneous group so it is very difficult to show a synthesis of the analysis performed and the related results. In fact, this sector includes the so called “poor products” (such as potatoes and legumes), and the “rich product”, such as nuts or exotic fruit, and there are a lot of different goods that arouse a dissimilar consumer demand which directly influence the import requirements. Fruit and vegetables sector includes products with extremely different biological cycles, leading to a very unlike seasonality. Moreover, the Mediterranean area appears as a highly heterogeneous bloc, including countries which differ from the others for economic size, production potential, capability to export and for the relationships with the EU. The econometric estimation includes 68 analyses, 34 of which considering the European import and 34 the Italian import and the products are examined in their aggregated form and in their disaggregated level. The analysis obtains a very high R2 coefficient, which means that the methodology is able to assess the import effects on fruit and vegetables associated to the Association Agreements, preferential tariffs, regional integration, and others information involved in the equation. The empirical analysis suggests that fruits and vegetables trade flows are well explained by some parameters: size of the involved countries (especially GDP and population of the Mediterranean countries); distances; prices of imported products; local production for the aggregated products; preferential expressed tariffs like duty free; sub-regional agreements that enforce the export capability. The euro-mediterranean agreements are significant in some of the performed analysis, confirming the slow and gradual evolution of euro- Mediterranean liberalization. The euro-mediterranean liberalization provides opportunities from one side, and imposes a new important challenge from the other side. For the EU the chance is that fruit and vegetables imported from the mediterranean area represent a support for local supply and a possibility to increase the range of products existing on the market. The challenge regards the competition of foreign products with the local ones since the types of productions are similar and markets coincide, especially in the Italian issue. We need to apply a strategy based not on a trade antagonism, but on the realization of a common plane market with the Mediterranean countries. This goal could be achieved enhancing the industrial cooperation in addition to commercial relationships, and increasing investments’ flows in the Mediterranean countries aiming at transforming those countries from potential competitors to trade partners and creating new commercial policies to export towards extra European countries.

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This research assessed the value chain of gum and resins, which are available in four woreda in the southern lowlands of Ethiopia. They are Moyale Somali, Moyale Oromia, Dhas and Dire woreda. The output of this research is the elaboration of three value chains. The first is a general one for all the woreda, while the other two concern the Moyale and Dubluk markets. The assessed products are the gum arabic from Acacia trees and the resin exuded by the dunkhal tree - Boswellia family. The aim of this study was not only to understand the way in which resins and gum gain value through the chain and the profit each stakeholder gains, but more importantly how pastoralists use resin and gum collection to diversify their income. The first chapter analyses what it means to be a pastoralist in the Moyale area and its challenges. The second chapter describes how the policies of the central state influenced the pastoral access to rangelands and water and the way in which this contributed to the increase of conflict among the different groups. A particular focus is on the settlement. The third chapter describes the different ethnic groups living in the studied area and their management system to preserve resources and cope with the dry season. This chapter considers the dynamic evolution of the relations among the various groups in terms of negotiating access to resources while facing political and climatic challenges. The fourth chapter illustrates the physical context and the environment, and the way in which it has been managed in order to preserve the pastoral lifestyle. The fifth chapter describes the characteristics of gum and resins in the studied area. Finally, the sixth chapter describes how the value chain methodology was applied in this specific study and its outputs.

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Le scelte di asset allocation costituiscono un problema ricorrente per ogni investitore. Quest’ultimo è continuamente impegnato a combinare diverse asset class per giungere ad un investimento coerente con le proprie preferenze. L’esigenza di supportare gli asset manager nello svolgimento delle proprie mansioni ha alimentato nel tempo una vasta letteratura che ha proposto numerose strategie e modelli di portfolio construction. Questa tesi tenta di fornire una rassegna di alcuni modelli innovativi di previsione e di alcune strategie nell’ambito dell’asset allocation tattica, per poi valutarne i risvolti pratici. In primis verificheremo la sussistenza di eventuali relazioni tra la dinamica di alcune variabili macroeconomiche ed i mercati finanziari. Lo scopo è quello di individuare un modello econometrico capace di orientare le strategie dei gestori nella costruzione dei propri portafogli di investimento. L’analisi prende in considerazione il mercato americano, durante un periodo caratterizzato da rapide trasformazioni economiche e da un’elevata volatilità dei prezzi azionari. In secondo luogo verrà esaminata la validità delle strategie di trading momentum e contrarian nei mercati futures, in particolare quelli dell’Eurozona, che ben si prestano all’implementazione delle stesse, grazie all’assenza di vincoli sulle operazioni di shorting ed ai ridotti costi di transazione. Dall’indagine emerge che entrambe le anomalie si presentano con carattere di stabilità. I rendimenti anomali permangono anche qualora vengano utilizzati i tradizionali modelli di asset pricing, quali il CAPM, il modello di Fama e French e quello di Carhart. Infine, utilizzando l’approccio EGARCH-M, verranno formulate previsioni sulla volatilità dei rendimenti dei titoli appartenenti al Dow Jones. Quest’ultime saranno poi utilizzate come input per determinare le views da inserire nel modello di Black e Litterman. I risultati ottenuti, evidenziano, per diversi valori dello scalare tau, extra rendimenti medi del new combined vector superiori al vettore degli extra rendimenti di equilibrio di mercato, seppur con livelli più elevati di rischio.

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Small-scale dynamic stochastic general equilibrium have been treated as the benchmark of much of the monetary policy literature, given their ability to explain the impact of monetary policy on output, inflation and financial markets. One cause of the empirical failure of New Keynesian models is partially due to the Rational Expectations (RE) paradigm, which entails a tight structure on the dynamics of the system. Under this hypothesis, the agents are assumed to know the data genereting process. In this paper, we propose the econometric analysis of New Keynesian DSGE models under an alternative expectations generating paradigm, which can be regarded as an intermediate position between rational expectations and learning, nameley an adapted version of the "Quasi-Rational" Expectatations (QRE) hypothesis. Given the agents' statistical model, we build a pseudo-structural form from the baseline system of Euler equations, imposing that the length of the reduced form is the same as in the `best' statistical model.

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Market manipulation is an illegal practice that enables a person can profit from practices that artificially raise or lower the prices of an instrument in the financial markets. Its prohibition is based on the 2003 Market Abuse Directive in the EU. The current market manipulation regime was broadly considered as a big success except for enforcement and supervisory inconsistencies in the Member States at the initial. A review of the market manipulation regime began at the end of 2007, which became quickly incorporated into the wider EU crisis-era reform program. A number of weaknesses of current regime have been identified, which include regulatory gaps caused by the development of trading venues and financial products, regulatory gaps concerning cross-border and cross-markets manipulation (particular commodity markets), legal uncertainty as a result of various implementation, and inefficient supervision and enforcement. On 12 June 2014, a new regulatory package of market abuse, Market Abuse Regulation and Directive on criminal sanctions for market abuse, has been adopted. And several changes will be made concerning the EU market manipulation regime. A wider scope of the regime and a new prohibition of attempted market manipulation will ensure the prevention of market manipulation at large. The AMPs will be subject to strict scrutiny of ESMA to reduce divergences in implementation. In order to enhance efficiency of supervision and enforcement, powers of national competent authorities will be strengthened, ESMA is imposed more power to settle disagreement between national regulators, and the administrative and criminal sanctioning regimes are both further harmonized. In addition, the protection of fundamental rights is stressed by the new market manipulation regime, and some measures are provided to guarantee its realization. Further, the success EU market manipulation regime could be of significant reference to China, helping China to refine its immature regime.

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Il presente lavoro si compone di tre capitoli, tra loro autonomi e allo stesso tempo intrinsecamente collegati. Nel primo capitolo si è voluto offrire una panoramica dello scenario agroalimentare italiano e della sua rilevanza nel sistema economico nazionale. Per fare ciò si è partiti da una disamina del contesto economico mondiale per poi centrare il discorso sull’andamento congiunturale dell’agroalimentare nazionale, analizzato secondo i principali indicatori macroeconomici. Successivamente vengono presentati gli attori del sistema agroalimentare, rilevando per ciascuno di essi le proprie specificità e tendenze. L’ultima parte del primo capitolo è un focus specifico sul ruolo giocato dall’agroalimentare italiano nel commercio e nei mercati internazionali. Nel secondo capitolo si è approntata una mappatura territoriale e per comparti delle principali specializzazioni commerciali del settore agroalimentare delle regioni italiane. Tramite l'utilizzo di appositi indici di specializzazione si è analizzata la realtà agroalimentare delle regioni italiane, mettendone in evidenza la struttura competitiva e approssimandola tramite l’analisi dei vantaggi comparati di cui gode. Infine, nel terzo capitolo, si è ampliato il campo d'analisi tentando di misurare il livello di internazionalizzazione delle regioni italiane, non solo in ambito agroalimentare, ma considerando l'intero sistema territoriale regionale. Si è tentato di fare ciò tramite tre strumenti: l’analisi delle componenti principali (PCA o ACP), il Mazziotta-Pareto Index e il Wroclaw taxonomic method. I risultati ottenuti tramite le tre modalità di elaborazione hanno permesso di approfondire la conoscenza del livello di internazionalizzazione registrato dalle regioni italiane, mettendo in luce ulteriori filoni di ricerca della tematica osservata.