2 resultados para Bottom current

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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The coastal area along the Emilia-Romagna (ER), in the Italian side of the northern Adriatic Sea, is considered to implement an unstructured numerical ocean model with the aim to develop innovative tools for the coastal management and a forecasting system for the storm surge risk reduction. The Adriatic Sea has been the focus of several studies because of its peculiar dynamics driven by many forcings acting at basin and local scales. The ER coast is particularly exposed to storm surge events. In particular conditions, winds, tides and seicehs may combine and contribute to the flooding of the coastal area. The global sea level rise expected in the next decades will increase even more the hazard along the ER and Adriatic coast. Reliable Adriatic and Mediterranean scale numerical ocean models are now available to allow the dynamical downscaling of very high-resolution models in limited coastal areas. In this work the numerical ocean model SHYFEM is implemented in the Goro lagoon (named GOLFEM) and along the ER coast (ShyfER) to test innovative solutions against sea related coastal hazards. GOLFEM was succesfully applied to analyze the Goro lagoon dynamics and to assess the dynamical effects of human interventions through the analysis of what-if scenarios. The assessment of storm surge hazard in the Goro lagoon was carried out through the development of an ensemble storm surge forecasting system with GOLFEM using forcing from different operational meteorological and ocean models showing the fundamental importance of the boundary conditions. The ShyfER domain is used to investigate innovative solutions against storm surge related hazard along the ER coast. The seagrass is assessed as a nature-based solution (NBS) for coastal protection under present and future climate conditions. The results show negligible effects on sea level but sensible effects in reducing bottom current velocity.

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Oggetto di indagine del lavoro è il movimento ambientalista e culturale delle Città in Transizione che rappresentano esperimenti di ri-localizzazione delle risorse volte a preparare le comunità (paesi, città, quartieri) ad affrontare la duplice sfida del cambiamento climatico e del picco del petrolio. A partire dal Regno Unito, la rete delle Transition Towns si è in pochi anni estesa significativamente e conta oggi più di mille iniziative. L’indagine di tale movimento ha richiesto in prima battuta di focalizzare l’attenzione sul campo disciplinare della sociologia dell’ambiente. L’attenzione si è concentrata sul percorso di riconoscimento che ha reso la sociologia dell’ambiente una branca autonoma e sul percorso teorico-concettuale che ha caratterizzato la profonda spaccatura paradigmatica proposta da Catton e Dunlap, che hanno introdotto nel dibattito sociologico il Nuovo Paradigma Ecologico, prendendo le distanze dalla tradizionale visione antropocentrica della sociologia classica. Vengono poi presentate due delle più influenti prospettive teoriche della disciplina, quella del Treadmill of Production e la più attuale teoria della modernizzazione ecologica. La visione che viene adottata nel lavoro di tesi è quella proposta da Spaargaren, fautore della teoria della modernizzazione ecologica, secondo il quale la sociologia dell’ambiente può essere collocata in uno spazio intermedio che sta tra le scienze ambientali e la sociologia generale, evidenziando una vocazione interdisciplinare richiamata anche dal dibattito odierno sulla sostenibilità. Ma le evidenze empiriche progressivamente scaturite dallo studio di questo movimento che si autodefinisce culturale ed ambientalista hanno richiesto una cornice teorica più ampia, quella della modernità riflessiva e della società del rischio, in grado di fornire categorie concettuali spendibili nella descrizione dei problemi ambientali e nell’indagine del mutamento socio-culturale e dei suoi attori. I riferimenti empirici dello studio sono tre specifiche realtà locali in Transizione: York in Transition per il Regno Unito, Monteveglio (Bo) e Scandiano (Re) in Transizione per l’Italia.