2 resultados para Beck

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Il presente contributo prende le mosse dalla consapevolezza che i modelli lineari tradizionali sulle carriere (Super, 1980) hanno lasciato il passo a concettualizzazioni più complesse e non lineari (Cohen, Duberley & Mallon, 2004; Pryor & Bright, 2007; Richardson, 2002), argomento tra l’altro approfondito operando una disanima delle principali transizioni di carriera e dei fenomeni psicosociali ad esse correlate (Schlossberg, Waters & Goodman, 1995). Vengono affrontati temi attuali quali quelli della Globalizzazione riflessiva (Beck, 1999), della complessità e delle Flessibilità (Sennett, 1998) e se ne mette in luce le interrelazioni con il fenomeno delle carriere, ed in particolare delle dinamiche che ne hanno modificato progressivamente e radicalmente la natura nel corso degli ultimi trent’anni (Hall, 1976, 1996). È stato approfondito il tema dei nuovi percorsi di carriera, con particolare attenzione ai costrutti teorici della Protean Career (Carriera Versatile) e della Boundaryless Career (Carriera senza confini). Sono stati condotti due studi, mediante il metodo dell’inchiesta, proponendo dei questionari autosomministrabili a due gruppi di lavoratori dipendenti. La selezione degli strumenti da inserire nel protocollo, e quindi delle ipotesi da verificare è stata operata in funzione delle caratteristiche intrinseche dei due gruppi coinvolti, cercando comunque di valorizzare sempre il ruolo dei nuovi orientamenti di carriera all’interno del disegno di ricerca. Lo studio 1 è stato condotto su un gruppo di 540 lavoratori dipendenti provenienti da Sardegna e Sicilia. Facendo riferimento agli studi tradizionali sull’insicurezza lavorativa (Sverke & Hellgren, 2002), si è cercato di valutare l’eventuale effetto moderante dei nuovi orientamenti di carriera (Briscoe, Hall & Frautschy De Muth, 2006) circa gli effetti dell’insicurezza su benessere psicofisico (Goldberg, 1972) e coinvolgimento lavorativo (Schaufeli, Bakker & Salanova, 2006; Scaufeli, Salanova, Gonzalez-Romá & Bakker, 2002). I risultati hanno mostrato alcuni effetti parziali, ma d’altro canto è emerso che i medesimi orientamenti di carriera risultano significativamente e direttamente associati a variabili quali l’Autoefficacia, la Proattività, il benessere e il Coinvolgimento. Lo studio 2, riguardante un gruppo di 79 neolaureati di Palermo e provincia al primo inserimento lavorativo, è stato condotto nell’arco di 8 mesi con tre rilevazioni dati. In questo caso si è cercato di evidenziare eventuali effetti causali longitudinali degli orientamenti di carriera sulle variabili dipendenti già incluse nello studio 2. Le ipotesi espresse hanno trovato soltanto parziale conferma nei risultati.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The body is represented in the brain at levels that incorporate multisensory information. This thesis focused on interactions between vision and cutaneous sensations (i.e., touch and pain). Experiment 1 revealed that there are partially dissociable pathways for visual enhancement of touch (VET) depending upon whether one sees one’s own body or the body of another person. This indicates that VET, a seeming low-level effect on spatial tactile acuity, is actually sensitive to body identity. Experiments 2-4 explored the effect of viewing one’s own body on pain perception. They demonstrated that viewing the body biases pain intensity judgments irrespective of actual stimulus intensity, and, more importantly, reduces the discriminative capacities of the nociceptive pathway encoding noxious stimulus intensity. The latter effect only occurs if the pain-inducing event itself is not visible, suggesting that viewing the body alone and viewing a stimulus event on the body have distinct effects on cutaneous sensations. Experiment 5 replicated an enhancement of visual remapping of touch (VRT) when viewing fearful human faces being touched, and further demonstrated that VRT does not occur for observed touch on non-human faces, even fearful ones. This suggests that the facial expressions of non-human animals may not be simulated within the somatosensory system of the human observer in the same way that the facial expressions of other humans are. Finally, Experiment 6 examined the enfacement illusion, in which synchronous visuo-tactile inputs cause another’s face to be assimilated into the mental self-face representation. The strength of enfacement was not affected by the other’s facial expression, supporting an asymmetric relationship between processing of facial identity and facial expressions. Together, these studies indicate that multisensory representations of the body in the brain link low-level perceptual processes with the perception of emotional cues and body/face identity, and interact in complex ways depending upon contextual factors.