4 resultados para Art 116 Decreto 019 de 2012
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Charmless charged two-body B decays are sensitive probes of the CKM matrix, that parameterize CP violation in the Standard Model (SM), and have the potential to reveal the presence of New Physics. The framework of CP violation within the SM, the role of the CKM matrix, with its basic formalism, and the current experimental status are presented. The theoretical tools commonly used to deal with hadronic B decays and an overview of the phenomenology of charmless two-body B decays are outlined. LHCb is one of the four main experiments operating at the Large Hadron Collider (LHC), devoted to the measurement of CP violation and rare decays of charm and beauty hadrons. The LHCb detector is described, focusing on the technologies adopted for each sub-detector and summarizing their performances. The status-of-the-art of the LHCb measurements with charmless two-body B decays is then presented. Using the 37/pb of integrated luminosity collected at sqrt(s) = 7 TeV by LHCb during 2010, the direct CP asymmetries ACP(B0 -> Kpi) = −0.074 +/- 0.033 +/- 0.008 and ACP(Bs -> piK) = 0.15 +/- 0.19 +/- 0.02 are measured. Using 320/pb of integrated luminosity collected during 2011 these measurements are updated to ACP(B0 -> Kpi) = −0.088 +/- 0.011 +/- 0.008 and ACP(Bs -> piK) = 0.27 +/- 0.08 +/- 0.02. In addition, the branching ratios BR(B0 -> K+K-) = (0.13+0.06-0.05 +/- 0.07) x 10^-6 and BR(Bs -> pi+pi-) = (0.98+0.23-0.19 +/- 0.11) x 10^-6 are measured. Finally, using a sample of 370/pb of integrated luminosity collected during 2011, the relative branching ratios BR(B0 -> pi+pi-)/BR(B0 -> Kpi) = 0.262 +/- 0.009 +/- 0.017, (fs/fd)BR(Bs -> K+K-)/BR(B0 -> Kpi)=0.316 +/- 0.009 +/- 0.019, (fs/fd)BR(Bs -> piK)/BR(B0 -> Kpi) = 0.074 +/- 0.006 +/- 0.006 and BR(Lambda_b -> ppi)/BR(Lambda_b -> pK)=0.86 +/- 0.08 +/- 0.05 are determined.
Resumo:
In the present work we perform an econometric analysis of the Tribal art market. To this aim, we use a unique and original database that includes information on Tribal art market auctions worldwide from 1998 to 2011. In Literature, art prices are modelled through the hedonic regression model, a classic fixed-effect model. The main drawback of the hedonic approach is the large number of parameters, since, in general, art data include many categorical variables. In this work, we propose a multilevel model for the analysis of Tribal art prices that takes into account the influence of time on artwork prices. In fact, it is natural to assume that time exerts an influence over the price dynamics in various ways. Nevertheless, since the set of objects change at every auction date, we do not have repeated measurements of the same items over time. Hence, the dataset does not constitute a proper panel; rather, it has a two-level structure in that items, level-1 units, are grouped in time points, level-2 units. The main theoretical contribution is the extension of classical multilevel models to cope with the case described above. In particular, we introduce a model with time dependent random effects at the second level. We propose a novel specification of the model, derive the maximum likelihood estimators and implement them through the E-M algorithm. We test the finite sample properties of the estimators and the validity of the own-written R-code by means of a simulation study. Finally, we show that the new model improves considerably the fit of the Tribal art data with respect to both the hedonic regression model and the classic multilevel model.
Resumo:
Il fulcro tematico e concettuale della tesi consiste nel rapporto complesso, paradossale e spesso anche controverso esistente fra il teatro e la performance (art) – e cioè il rapporto fra i concetti di “teatralità” e di “performatività”. L’attenzione è posta su quelle correnti nelle arti performative contemporanee che tendono allo scioglimento delle nozioni di genere, disciplina, tecnica e autorialità e che mettono in questione lo status stesso dell’opera performativa (lo spettacolo) in quanto prodotto esclusivamente estetico, cioè spettacolare. Vengono esaminate – prelevando rispettivamente dal campo del teatro, della danza e della performance art – le pratiche di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, Jérôme Bel e Marina Abramović. Quello che accomuna queste pratiche ben diverse tra loro non è soltanto la problematica del rapporto fra teatralità e performatività ma soprattutto l’aspetto particolarmente radicale e assiduo (e anche paradossale) del loro doppio sforzo, che consiste nello spingere la propria disciplina oltre ogni confine prestabilito e nello stesso tempo nel cercare di ri-definire i suoi codici fondanti e lo statuto ontologico che la distinguerebbero dalle altre discipline performative. Sono esaminate anche diverse teorizzazioni della performance con particolare attenzione a quei contributi che mettono in luce (e in questione) il delicato rapporto fra il teatro e la performance (art) attraverso una (ri)concettualizzazione e comparazione dei termini di teatralità e di performatività. La tesi esamina l’evoluzione della comprensione di quel rapporto all’interno del campo teorico-storico e artistico che inizialmente riflette la tendenza a percepire il rapporto in termini di opposizione e addirittura esclusione per approdare col tempo a una visione più riconciliante e complementare. Le radicali pratiche contemporanee fra il teatro e la performance rappresentano forse una nuova forma-processo performativa specifica e autonoma – che potrebbe essere definita tout court “performance” – e con cui viene definitivamente superato il progetto teatrale modernista?
Resumo:
Scopo della presente trattazione è quello di andare ad osservare in che modo il legislatore della riforma abbia cercato di offrire una disciplina ad un fenomeno sempre più in espansione nell’economia italiana: i gruppi di impresa. In particolare, l’elaborato è composto da 3 nuclei. Il primo analizza la disciplina, introdotta nel 2003, relativa all’attività di direzione e coordinamento (art. 2497 c.c. e ss) rintracciandone le regole generali e il rapporto con le norme del codice civile. Una seconda parte approfondisce gli elementi costitutivi dell'attivita' di direzione e coordinamento, i presupposti affinche' si possa configurare una responsabilita' da parte della societa' capogruppo e i soggetti conivolti all'interno di un gruppo. La terza parte e' invece dedicata allo studio delle problematiche legate all’azione risarcitoria introdotta con la disposizione di cui all’art. 2497 c.c., soprattutto confrontando la posizione dei soci di minoranza con quella dei creditori sociali. In particolare, vengono descritte le modalità con le quali i soci e i creditori sociali possono esercitare l’azione a tutela dei propri interessi e dunque tentare di trovare pieno ristoro ai danni sofferti; danni che in qualche modo risultano legati alle scelte operate dal gruppo di comando e, più tecnicamente, dalla società che esercita l’attività di direzione e coordinamento, la c.d. capogruppo.