8 resultados para Archaeological excavations

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


Relevância:

60.00% 60.00%

Publicador:

Resumo:

Lo scopo di questa ricerca è la ricostruzione dei Lungarni di Pisa nel Tardo Medioevo (XIV-XV secolo); lo studio intende sottolineare le trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto di Pisa nel corso del tempo e ricordare che l’area fluviale ebbe un ruolo di primo piano come baricentro commerciale ed economico della città, vocazione che si è in gran parte persa con l’età moderna e contemporanea. La metodologia seguita, affinata e perfezionata durante la partecipazione al progetto Nu.M.E. (Nuovo Museo Elettronico della Città di Bologna), si basa sull’analisi e il confronto di fonti eterogenee ma complementari, che includono precedenti studi di storia dell’urbanistica, un corpus di documentazione di epoca medievale (provvedimenti amministrativi come gli Statuti del Comune di Pisa, ma anche descrizioni di cronisti e viaggiatori), fonti iconografiche, tra cui vedute e mappe cinquecentesche o successive, e fonti materiali, come le persistenze medievali ancora osservabili all’interno degli edifici ed i reperti rinvenuti durante alcune campagne di scavo archeologiche. Il modello 3D non è concepito come statico e “chiuso”, ma è liberamente esplorabile all’interno di un engine tridimensionale; tale prodotto può essere destinato a livelli di utenza diversi, che includono sia studiosi e specialisti interessati a conoscere un maggior numero di informazioni e ad approfondire la ricerca, sia semplici cittadini appassionati di storia o utenti più giovani, come studenti di scuole medie superiori e inferiori.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

The aim of this project was to achieve a deep understanding of the mechanisms by which Baltic amber degrades, in order to develop techniques for preventive conservation of archaeological amber objects belonging to the National Museum of Denmark’s collections. To examine deterioration of Baltic amber, a starting point was to identify and monitor surface and bulk properties which are affected during degradation. The way to operate consisted of the use of accelerated ageing to initiate degradation of raw Baltic amber samples in different conditions of relative humidity, oxygen exposure or pH and, successively, of the use of non/micro-destructive techniques to identify and quantify changes in visual, chemical and structural properties. A large piece of raw Baltic amber was used to prepare several test samples for two different kinds of accelerated ageing: thermal-ageing and photo-ageing. During the ageing, amber samples were regularly examined through several analytical techniques related to different information: appearance/colour change by visual examination, photography and colorimetry; chemical change by infrared spectroscopy, Raman spectroscopy and elemental analysis; rate of oxidation by oxygen measurement; qualitative analysis of released volatiles by gas chromatography – mass spectrometry. The obtained results were analysed through both critical evaluation and statistical study. After the interpretation of the achieved data, the main relations between amber and environmental factors during the degradation process became clearer and it was possible to identify the major pathways by which amber degrades, such as hydrolysis of esters into alcohols and carboxylic acids, thermal-oxidation and photo-oxidation of terpenoid components, depolymerisation and decomposition of the chemical structure. At the end it was possible to suggest a preventive conservation strategy based on the control of climatic, atmospheric and lighting parameters in the environment where Baltic amber objects are stored and displayed.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Ancient pavements are composed of a variety of preparatory or foundation layers constituting the substrate, and of a layer of tesserae, pebbles or marble slabs forming the surface of the floor. In other cases, the surface consists of a mortar layer beaten and polished. The term mosaic is associated with the presence of tesserae or pebbles, while the more general term pavement is used in all the cases. As past and modern excavations of ancient pavements demonstrated, all pavements do not necessarily display the stratigraphy of the substrate described in the ancient literary sources. In fact, the number and thickness of the preparatory layers, as well as the nature and the properties of their constituent materials, are often varying in pavements which are placed either in different sites or in different buildings within a same site or even in a same building. For such a reason, an investigation that takes account of the whole structure of the pavement is important when studying the archaeological context of the site where it is placed, when designing materials to be used for its maintenance and restoration, when documenting it and when presenting it to public. Five case studies represented by archaeological sites containing floor mosaics and other kind of pavements, dated to the Hellenistic and the Roman period, have been investigated by means of in situ and laboratory analyses. The results indicated that the characteristics of the studied pavements, namely the number and the thickness of the preparatory layers, and the properties of the mortars constituting them, vary according to the ancient use of the room where the pavements are placed and to the type of surface upon which they were built. The study contributed to the understanding of the function and the technology of the pavements’ substrate and to the characterization of its constituent materials. Furthermore, the research underlined the importance of the investigation of the whole structure of the pavement, included the foundation surface, in the interpretation of the archaeological context where it is located. A series of practical applications of the results of the research, in the designing of repair mortars for pavements, in the documentation of ancient pavements in the conservation practice, and in the presentation to public in situ and in museums of ancient pavements, have been suggested.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Il presente lavoro è incentrato sulla raccolta e l’analisi dell’instrumentum fittile inscriptum – in particolare laterizi, dolia, lucerne, ceramica fine da mensa, anfore e tappi d’anfora - rinvenuto a Modena e nel suo territorio. L’attenzione è stata concentrata sul materiale bollato e, per quanto riguarda le anfore, anche sullo studio degli esemplari recanti tituli picti. Si è proceduto ad una raccolta di tutto il materiale edito, a cui si è aggiunto lo studio di un’ingente quantità di reperti provenienti da due recenti scavi suburbani: quello presso il Parco Novi Sad, che si segnala soprattutto per la ricchezza del materiale anforico, e quello di Viale Reiter, ove sono venuti alla luce numerosi scarti di cottura di lucerne a canale recanti le firme di alcuni dei più noti produttori di tali oggetti nel mondo romano. A ciascuna categoria di instrumentum è stato dedicato un capitolo, corredato di tabelle in cui è stato raccolto tutto il materiale considerato; inoltre, per i reperti del Parco Novi Sad e di Viale Reiter, è stato realizzato un catalogo corredato di riproduzioni grafiche e fotografiche. Per quanto concerne le iscrizioni dipinte, un capitolo è stato dedicato a quelle presenti sulle anforette adriatiche da pesce; quanto ai tituli picti su anfore di morfologia betica per il trasporto di salse di pesce è stato effettuato un confronto con esemplari rinvenuti in due scavi inediti a Parma, che presentano significative analogie col materiale modenese. Dall’analisi dell’instrumentum inscriptum di Mutina, pur consapevoli dei limiti insiti in una ricerca incentrata unicamente su tale tipo di materiale, è emersa un’immagine della colonia, tra la tarda età repubblicana ed il I sec. d.C., congruente con quella delineata dalle fonti letterarie, dall’epigrafia lapidaria e dai rinvenimenti archeologici, ossia di una città di notevole importanza e ricchezza.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Questa tesi comprende la ricerca sui materiali provenienti dagli scavi britannici, avvenuti fra il 1911 e il 1920, del sito di Karkemish (Gaziantep - Turchia). Vengono qui studiati gli oggetti (a eccezione delle sculture) databili all’Età del Bronzo e del Ferro, che sono nella quasi totalità inediti. Si sono prese in considerazione i reperti attualmente conservati al British Museum di Londra, nei Musei Archeologici di Istanbul e al Museo delle Civiltà Anatoliche di Ankara.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

L’obiettivo del lavoro di ricerca consiste nell’analisi dei dati archeologici della sinagoga di Bova marina (RC). Dopo una veloce descrizione della presenza ebraica in Italia, attraverso i reperti archeologici, si è passati ad analizzare i dati degli scavi degli anni ’80 del Novecento e successivamente si è proceduto a delle nuove analisi stratigrafiche per definire la cronologia della sinagoga e dell’intero sito di S. Pasquale. Nella tesi sono riportati i nuovi dati inerenti il rilievo della sinagoga, le nuove ipotesi interpretative delle due aree sepolcrali e la lettura di un nuovo edificio collegabile alla stessa fase di vita della sinagoga.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Il seguente lavoro analizza lo sviluppo dell’occupazione territoriale dell’area collinare e montana del bolognese e della Romagna nell’età del Bronzo. Si sono censite le attestazioni archeologiche relative all’età del Bronzo nell’area di studio, per analizzare le tendenze insediative e le loro eventuali modificazioni nel corso del tempo, onde individuare le strategie alla base del scelta del luogo da insediare e le eventuali vie di percorrenza. Attraverso l’analisi tipologica del materiale rinvenuto nei vari contesti si è cercato di determinare le influenze culturali provenienti dal centro Italia o dalla zona terramaricola. Per raggiungere questo obbiettivo si sono analizzati i dati di archivio della Soprintendenza ai beni archeologici dell’Emilia Romagna e l’Archivio Renato Scarani, protagonista delle ricerche archeologiche in Emilia Romagna per il periodo degli anni ’50-’70 del XX secolo, recentemente acquisito dall’Università di Bologna. Ai dati desunti dagli archivi, che in molti casi hanno chiarito le vicende concernenti le indagini ed i posizionamenti di molti dei siti segnalati ed esplorati tra la seconda metà del XIX e gli anni ’70 del XX secolo, che costituiscono la maggioranza del campione analizzato, si sono aggiunti i dati recentemente acquisiti a seguito degli scavi a Monterenzio Località Chiesa Vecchia (Bo), uno dei siti più importanti (per stratigrafia conservata e per contesto territoriale) dell'Appennino Bolognese.