3 resultados para Ancient Political Philosophy
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Il presente lavoro di ricerca si propone di discutere il contributo che l’analisi dell’evoluzione storica del pensiero politico occidentale e non occidentale riveste nel percorso intellettuale compiuto dai fondatori della teoria contemporanea dell’approccio delle capacità, fondata e sistematizzata nei suoi contorni speculativi a partire dagli anni Ottanta dal lavoro congiunto dell’economista indiano Amartya Sen e della filosofa dell’Università di Chicago Martha Nussbaum. Ci si ripropone di dare conto del radicamento filosofico-politico del lavoro intellettuale di Amartya Sen, le cui concezioni economico-politiche non hanno mai rinunciato ad una profonda sensibilità di carattere etico, così come dei principali filoni intorno ai quali si è imbastita la versione nussbaumiana dell’approccio delle capacità a partire dalla sua ascendenza filosofica classica in cui assume una particolare primazia il sistema etico-politico di Aristotele. Il pensiero politico moderno, osservato sotto il prisma della riflessione sulla filosofia della formazione che per Sen e Nussbaum rappresenta la “chiave di volta” per la fioritura delle altre capacità individuali, si organizzerà intorno a tre principali indirizzi teorici: l’emergenza dei diritti positivi e sociali, il dibattito sulla natura della consociazione nell’ambito della dottrina contrattualista e la stessa discussione sui caratteri delle politiche formative. La sensibilità che Sen e Nussbaum mostrano nei confronti dell’evoluzione del pensiero razionalista nel subcontinente che passa attraverso teorici antichi (Kautylia e Ashoka) e moderni (Gandhi e Tagore) segna il tentativo operato dai teorici dell’approccio delle capacità di contrastare concezioni politiche contemporanee fondate sul culturalismo e l’essenzialismo nell’interpretare lo sviluppo delle tradizioni culturali umane (tra esse il multiculturalismo, il comunitarismo, il neorealismo politico e la teoria dei c.d. “valori asiatici”) attraverso la presa di coscienza di un corredo valoriale incentrato intorno al ragionamento rintracciabile (ancorché in maniera sporadica e “parallela”) altresì nelle tradizioni culturali e politiche non occidentali.
Resumo:
The present study investigates the principles that effect the relationship between voice and movement in performance. The topic stresses a contemporary tendency, which emerges from the work of numerous artits and looks into a research field that has not yet been well explored. The research arises from what I observed and experienced during my performance practical work and what I deepened after theorical studies: expression through movement and voice reflects constant principles. The first two chapters of the former study analyze the compared lines of the inquiry, from a theoretical point of view (interior and exterior voice-movement spatial patterns, and temporal patterns) and a practical point of view referring to body, action and relation. The third one is a survey on 'vocal gesture' as devised by Francesca della Monica, a topic that finds here the first academic investigation, built after nine years sudies with the artist on the oral sources of her teaching. The research is based on practical and theorical sources (especially philosophical studies of Giovanni Piana, Carlo Serra, Merleau-Ponty; performing studies of Grotowski, Laban, Dalcroze, Tomatis; ancient greek philosophy and literature; bodywork tecqniques as Kineseology, Body-mind centering, Alexander, Feldenkrais). The purpose of the study is to theorize, sistematyze and expose clear lines of compared investigation awakening the performer's interest on a central issue of his work and drawing the researcher's attention to make further focusing on the matter. Abstract (Italian) La ricerca va incontro a una tendenza che la contemporaneità pone in risalto con l'opera di numerosi artisti, investigando un campo ancora poco visitato a livello critico. Essa teorizza, sistematizza ed espone le costanti riscontrate nella relazione tra voce e movimento. L'indagine deriva dal presupposto, a me suggerito dalla pratica e dallo scambio con maestri e performer, e qui approfondito e restituito a livello teorico, che nella danza e nel canto, nell'espressione attraverso il movimento o attraverso la voce, si riflettono gli stessi principi. La tesi è articolata in tre capitoli: i primi due sviluppano le linee di indagine comparata, prima da un punto di vista filosofico e poi da un punto di vista pratico, il terzo porta alla luce il concetto di gesto-vocale come inteso da Francesca della Monica, di cui questo studio rappresenta il primo contributo scientifico, aprendo una ricerca nuova agli studi di settore. Il primo capitolo, 'Risonanze', sviluppa le premesse filosofiche della questione, introduce il corpo come veicolo di voce e movimento, affronta il tema del movimento della voce nello spazio interno del corpo e nello spazio di relazione. Legge poi il movimento in termini temporali, secondo i concetti di istante, ritmo, forma e flusso. Il secondo capitolo, 'Costanti', espone le costanti concrete della relazione voce-movimento in riferimento allo spazio interno del corpo, all'azione, allo spazio esterno di relazione. Il terzo capitolo, 'Confini', analizza il gesto vocale, come inteso da Francesca della Monica, concetto sintesi dell'intera ricerca poiché integra, nella sua essenza, il movimento fisico e vocale, restituendo e approfondendo lo spettro di riflessioni emerse nei primi due capitoli. Il gesto vocale, nella sua accezione espressiva, così come il lavoro di Francesca della Monica, è ancora estraneo agli studi di settore e trova in questo studio un primo contributo accademico. Le fonti sono quelle dell'insegnamento orale di Francesca della Monica, che ho seguito per nove anni, fino a desumerne una mia personale sistematizzazione, integrata con altri punti di vista critici. Analizzo i diversi livelli di profondità del gesto vocale scandendo il tema secondo la categoria della relazione: relazioni motorie, relazioni materiche, relazioni spaziali, temporali, compositive e sinestesiche. Le fonti della ricerca sono scaturite da due sorgenti, quella sul campo, e quella della teoria, confluite qui in un unico flusso. Le fonti 'in presa diretta' sono state avvalorate e confrontate con le fonti relative agli studi di settore (in particolare per la filosofia Giovanni Piana, Carlo Serra, Merleau-Ponty, per il teatro, il canto e la danza Grotowski, Laban, Dalcroze, Tomatis) e le bodywork techniques (Kinesiologia, Body-mind centering, metodo Alexander, metodo Feldenkrais). Ampio spazio viene dato alla grecità antica, che propone sull'espressione di voce e movimento un pensiero integrato carico di speculazioni che racchiudono in nuce i principi sviluppati. Lo studio tenta di offrire un livello di lettura idoneo a suscitare l'interesse del performer, e a valere come momento di indagine per lo studioso, che possa da queste basi operare approfondimenti sulle connessioni proposte. L'obiettivo è restituire la conoscenza, intuita in virtù della pratica, elaborata ed arricchita grazie alla teoria, su un nodo fondamentale per gli studi teatrali e recente oggetto di attenzione da parte di critici e artisti.
Resumo:
Degli anni Settanta si parla, ormai quasi canonicamente, come gli anni della crisi, una crisi che compare quasi simultaneamente fuori e dentro i confini nazionali, e si configura come vera e propria crisi di sistema. Considerando il turning point rappresentato dai Seventies, è diffusa l'interpretazione nel contesto italiano del paradigma politologico secondo il quale è nella mancanza e nelle assenze del sistema politico-istituzionale alle domande di modernizzazione democratica provenienti dalle soggettività che emergono in quella che è stata definita la “stagione dei movimenti” che andrebbero individuate le radici prima della scelta della violenza come strumento di lotta politica e poi del cosiddetto “riflusso”. Questo studio cerca di analizzare le dinamiche e gli sviluppi nella relazione tra movimento femminista e violenza politica in Italia tra anni settanta e anni ottanta. Per comprendere ed analizzare le dinamiche di tale sviluppo è stato necessario prima ricostruire la genealogia del concetto di violenza politica elaborato dalla filosofia politica nel XX secolo e poi confrontarlo con il concetto di violenza proposto dal pensiero femminista nello stesso arco temporale. Allo stesso tempo si è considerato il fenomeno della violenza politicamente motivata agita nel decennio settanta, analizzando le specificità del femminismo stesso, ma anche, la possibilità di individuare lo scarto – politico, ideologico e esistenziale – tra le definizioni date dalla pratica femminista alla categoria di violenza e le peculiarità degli altri movimenti che si muovevano nella scena politica e sociale tra anni settanta e anni ottanta