2 resultados para 804.0:37.02[82]

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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In Medicina Veterinaria l'avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti è conosciuto e studiato ormai da anni, essendo una delle intossicazioni più comunemente riscontrate nelle specie non target. In letteratura si rinvengono numerose pubblicazioni ma alcuni aspetti sono rimasti ancora inesplorati.Questo studio si propone di valutare il processo infiammatorio, mediante le proteine di fase acuta (APPs), in corso di fenomeni emorragici, prendendo come modello reale un gruppo di soggetti accidentalmente avvelenati da rodenticidi anticoagulanti. I 102 soggetti avvelenati presentano un valore più elevato di proteina C reattiva (CRP)con una mediana di 4.77 mg/dl statisticamente significativo rispetto alla mediana delle due popolazioni di controllo di pari entità numerica create con cross match di sesso, razza ed età; rispettivamente 0.02 mg/dl dei soggetti sani e 0.37 mg/dl dei soggetti malati di altre patologie. Inoltre all'interno del gruppo dei soggetti avvelenati un valore di CRP elevato all'ammissione può predisporre al decesso. La proteina C reattiva assume quindi un ruolo diagnostico e prognostico in questo avvelenamento. Un'altra finalità, di non inferiore importanza, è quella di definire una linea guida terapeutica con l'ausilio di biomarker coagulativi e di valutare la sicurezza della vitamina K per via endovenosa: in 73 cani, non in terapia con vitamina k, intossicati da rodenticidi anticoagulanti, i tempi della coagulazione (PT ed aPTT) ritornano nel range di normalità dopo 4 ore dalla prima somministrazione di 5 mg/kg di vitamina k per via endovenosa e nessun soggetto durante e dopo il trattamento ha manifestato reazioni anafilattiche, nessuno dei pazienti ha necessitato trasfusione ematica e tutti sono sopravvissuti. Infine si è valutata l'epidemiologia dell'ingestione dei prodotti rodenticidi nella specie oggetto di studio e la determinazione dei principi attivi mediante cromatografia liquida abbinata a spettrofotometria di massa (UPLC-MS/MS).

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Background There is a wide variation of recurrence risk of Non-small-cell lung cancer (NSCLC) within the same Tumor Node Metastasis (TNM) stage, suggesting that other parameters are involved in determining this probability. Radiomics allows extraction of quantitative information from images that can be used for clinical purposes. The primary objective of this study is to develop a radiomic prognostic model that predicts a 3 year disease free-survival (DFS) of resected Early Stage (ES) NSCLC patients. Material and Methods 56 pre-surgery non contrast Computed Tomography (CT) scans were retrieved from the PACS of our institution and anonymized. Then they were automatically segmented with an open access deep learning pipeline and reviewed by an experienced radiologist to obtain 3D masks of the NSCLC. Images and masks underwent to resampling normalization and discretization. From the masks hundreds Radiomic Features (RF) were extracted using Py-Radiomics. Hence, RF were reduced to select the most representative features. The remaining RF were used in combination with Clinical parameters to build a DFS prediction model using Leave-one-out cross-validation (LOOCV) with Random Forest. Results and Conclusion A poor agreement between the radiologist and the automatic segmentation algorithm (DICE score of 0.37) was found. Therefore, another experienced radiologist manually segmented the lesions and only stable and reproducible RF were kept. 50 RF demonstrated a high correlation with the DFS but only one was confirmed when clinicopathological covariates were added: Busyness a Neighbouring Gray Tone Difference Matrix (HR 9.610). 16 clinical variables (which comprised TNM) were used to build the LOOCV model demonstrating a higher Area Under the Curve (AUC) when RF were included in the analysis (0.67 vs 0.60) but the difference was not statistically significant (p=0,5147).