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em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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The aim of my dissertation is to study the gender wage gap with a specific focus on developing and transition countries. In the first chapter I present the main existing theories proposed to analyse the gender wage gap and I review the empirical literature on the gender wage gap in developing and transition countries and its main findings. Then, I discuss the overall empirical issues related to the estimation of the gender wage gap and the issues specific to developing and transition countries. The second chapter is an empirical analysis of the gender wage gap in a developing countries, the Union of Comoros, using data from the multidimensional household budget survey “Enquete integrale auprès des ménages” (EIM) run in 2004. The interest of my work is to provide a benchmark analysis for further studies on the situation of women in the Comorian labour market and to contribute to the literature on gender wage gap in Africa by making available more information on the dynamics and mechanism of the gender wage gap, given the limited interest on the topic in this area of the world. The third chapter is an applied analysis of the gender wage gap in a transition country, Poland, using data from the Labour Force Survey (LSF) collected for the years 1994 and 2004. I provide a detailed examination of how gender earning differentials have changed over the period starting from 1994 to a more advanced transition phase in 2004, when market elements have become much more important in the functioning of the Polish economy than in the earlier phase. The main contribution of my dissertation is the application of the econometrical methodology that I describe in the beginning of the second chapter. First, I run a preliminary OLS and quantile regression analysis to estimate and describe the raw and conditional wage gaps along the distribution. Second, I estimate quantile regressions separately for males and females, in order to allow for different rewards to characteristics. Third, I proceed to decompose the raw wage gap estimated at the mean through the Oaxaca-Blinder (1973) procedure. In the second chapter I run a two-steps Heckman procedure by estimating a model of participation in the labour market which shows a significant selection bias for females. Forth, I apply the Machado-Mata (2005) techniques to extend the decomposition analysis at all points of the distribution. In Poland I can also implement the Juhn, Murphy and Pierce (1991) decomposition over the period 1994-2004, to account for effects to the pay gap due to changes in overall wage dispersion beyond Oaxaca’s standard decomposition.

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Il presente studio ha come obbiettivo lo sviluppo di composti di origine naturale come potenziali farmaci antitumorali, attraverso la definizione dei loro specifici target cellulari e molecolari su diversi modelli cellulari ad alta predittività. Gli isotiocianati, contenuti nei vegetali appartenenti alla famiglia delle Crucifereae, sono dotati di una comprovata capacità di inibire la formazione di tumori in modelli animali preventivamente trattati con cancerogeni. Questa attività è riconducibile principalmente alla modulazione degli enzimi coinvolti nell’attivazione/detossificazione di xenobiotici e ad effetti citostatici e citossici, osservati su numerose linee cellulari. Un isotiocianato particolarmente promettente è il sulforafane (SFN). La ricerca condotta durante il periodo di dottorato si è, quindi, focalizzata sull’isotiocianato SFN e in particolare sulla sua capacità di modulare specifici eventi cellulari e molecolari coinvolti nel processo di leucemogenesi. Inizialmente è stato indagato il potenziale citostatico e citotossico del SFN su una linea cellulare T linfoblastoide (cellule Jurkat), con particolare attenzione agli effetti sulla proliferazione cellulare, all’induzione di apoptosi/necrosi e all’analisi di alcuni dei meccanismi molecolari coinvolti negli effetti citostatici e citotossici dell’isotiocianato ( livelli proteici di p53, bax e bcl-2). Successivamente, poiché requisiti fondamentali di un antitumorale sono selettività d’azione e scarsa tossicità, è stato indagato il potenziale citostatico e citotossico dell’isotiocianato SFN sulla controparte non trasformata delle cellule leucemiche T linfoblastoidi, analizzando gli stessi eventi studiati su cellule tumorali e alcuni dei meccanismi molecolari coinvolti (livelli proteici di ciclina D2, ciclina D3, chinasi ciclina dipendente (CDK) 4 e CDK6 ). Il SFN si è dimostrato in grado di indurre apoptosi sulle cellule Jurkat e di inibirne la proliferazione, mediante un blocco in fase G2/M del ciclo cellulare e un incremento dei livelli di p53 e bax. Il SFN è in grado di indurre effetti citostatici e citotossici anche su linfociti T non trasformati. Tuttavia, le dosi necessarie per esibire tali effetti sono ben più elevate di quelle attive su cellule leucemiche. Una tappa importante nello sviluppo di un farmaco antitumorale è, la definizione, dove possibile, dei suoi effetti in un modello ex vivo, altamente predittivo di quella che sarà la risposta farmacologica in vivo. Sono stati quindi valutati gli effetti del SFN su colture primarie di blasti provenienti da pazienti affetti da diversi tipi di leucemia , sia mieloide che linfoblastica. Il SFN non sembra possedere alcuna attività su campioni da pazienti affetti da LLC, mentre un importante attività proapoptotica si registra nei campioni da pazienti affetti da LMA, dove l’effetto del SFN è sorprendentemente marcato anche su campioni da pazienti multiresistenti. L’attività dell’isotiocianato sui campioni da pazienti affetti da LLA è decisamente più marcata sul campione da paziente affetto da LLA a cellule B, mentre sul campione di Leucemia Acuta Bifenotipica l’effetto proapoptotico del SFN si registra dopo tempi di trattamento brevi piuttosto che dopo tempi di trattamento più lunghi. In conclusione, i risultati ottenuti evidenziano che il SFN possiede un’interessante attività antileucemica in vitro e, dato di particolare rilevanza, anche ex vivo.