245 resultados para Gauls in Italy.
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Attraverso l’analisi di riviste femminili, d’attualità e di intrattenimento, fonti raccolte in archivi d’impresa (Eni e Fiat) e fonti legate al mondo pubblicitario, questa tesi vuole indagare il rapporto tra politica e consumo in Italia durante gli anni Settanta. L’analisi è partita dallo studio della crisi petrolifera del 1973, le politiche di austerità e le loro conseguenze sui costumi e i consumi, per poi estendere lo sguardo fino agli anni Ottanta, il decennio definito della “svolta edonistica”. L’analisi delle fonti ha fatto emergere come la sfera del consumo fosse un campo di confronto politico per diverse componenti della società italiana, che appoggiarono o misero in discussione, con modalità e gradi di radicalità differenti, le valutazioni sull’accesso ai consumi proprie della classe politica. I casi studio hanno fatto emergere come sui temi dell’educazione al consumo e l’accesso all’informazione ci sia stato un confronto risultato in una formalizzazione istituzionale, diventata dominante, dell’azione e dei diritti di consumatori e consumatrici. Analizzare questi meccanismi ci permette di complicare la lettura evitando una polarizzazione che veda il consumatore o come totalmente passivo e senza autonomia di pensiero o come investito di un’eccessiva possibilità di azione e di una idealizzata carica progressista. Nel corso degli anni Settanta, infatti, le visioni e prospettive sulla sfera del consumo erano molteplici e complesse e si intrecciavano con l’attualità politica, sia per quel che riguardava gli scandali e le polemiche legate alla élite politica ed economica, sia per quel che concerneva dibattiti come quello sul ruolo della donna nella società e sulla questione ambientale. L’analisi di alcune di queste narrazioni sia problematizza il rapporto tra democrazia e benessere, sia mostra alcune tappe del percorso che ha portato alle definizioni odierne di consumo e consumatore, che sono ancora oggi centrali nel rapporto tra sfera politica e sfera del consumo.
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La presente ricerca affronta il tema delle esportazioni illecite e delle spoliazioni di opere d’arte attuate dai nazisti in Italia negli anni precedenti e durante la Seconda guerra mondiale. In particolare, all’interno di tale vasta questione, si è voluto far emergere il ruolo di Giorgio Castelfranco nella salvaguardia e tutela del patrimonio artistico italiano. Giorgio Castelfranco, funzionario di soprintendenza storico dell’arte, ha apportato il proprio contributo nella tutela del patrimonio grazie a diverse azioni da lui compiute durante la propria carriera. Contributo che si può far iniziare con i primi interventi di tutela, diremmo oggi, preventiva, come la compilazione del catalogo degli oggetti d’arte e degli elenchi dei monumenti, ma anche la salvaguardia delle bellezze naturali, compiuti negli anni Venti e Trenta del Novecento, presso le Soprintendenze della Puglia, dell’Umbria e della Toscana. Con l’emergenza della Guerra poi Castelfranco fu impegnato in una vera e propria opera di recupero e ricostruzione. Quest'ultima intesa non del solo patrimonio storico-artistico e monumentale, ma anche dell’amministrazione delle Belle Arti, a cui Castelfranco ha attivamente contribuito durante la reggenza della Direzione Generale sotto il Governo Badoglio. Inoltre, in occasione dei sopralluoghi ai depositi di opere d’arte toscani e durante la Missione per il recupero delle opere d’arte in Germania del 1946-1947, Castelfranco, grazie alle proprie competenze e all’esperienza maturata in decenni di attività professionale, ebbe l’occasione di dare il proprio fondamentale contributo all’individuazione e al recupero delle opere d’arte esportate illecitamente e trafugate dai nazisti.
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The chapters of the thesis focus on a limited variety of selected themes in EU privacy and data protection law. Chapter 1 sets out the general introduction on the research topic. Chapter 2 touches upon the methodology used in the research. Chapter 3 conceptualises the basic notions from a legal standpoint. Chapter 4 examines the current regulatory regime applicable to digital health technologies, healthcare emergencies, privacy, and data protection. Chapter 5 provides case studies on the application deployed in the Covid-19 scenario, from the perspective of privacy and data protection. Chapter 6 addresses the post-Covid European regulatory initiatives on the subject matter, and its potential effects on privacy and data protection. Chapter 7 is the outcome of a six-month internship with a company in Italy and focuses on the protection of fundamental rights through common standardisation and certification, demonstrating that such standards can serve as supporting tools to guarantee the right to privacy and data protection in digital health technologies. The thesis concludes with the observation that finding and transposing European privacy and data protection standards into scenarios, such as public healthcare emergencies where digital health technologies are deployed, requires rapid coordination between the European Data Protection Authorities and the Member States guarantee that individual privacy and data protection rights are ensured.
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Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022 sono state testate differenti matrici biologiche di carnivori domestici e selvatici provenienti dall’Italia e da altri Paesi europei (Norvegia, Romania). Diversi saggi molecolari, tra cui real-time PCR, end-point PCR, semi-nested PCR, retrotrascrizione e rolling circle amplification, sono stati utilizzati per ricercare il DNA o l’RNA genomico di virus e batteri. Il sequenziamento dell’intero genoma o di geni informativi dei patogeni identificati ne ha inoltre consentito la caratterizzazione genetica e l’analisi filogenetica. Gli studi, svolti presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna, erano focalizzati nei confronti di alcuni virus a DNA, come Carnivore protoparvovirus 1 in lupi dall’appennino italiano e cani dalla Romania, adenovirus canino di tipo 1 e 2 in cani e lupi provenienti dal territorio nazionale, circovirus canino in cani e lupi italiani e volpi rosse e artiche della Norvegia; virus a RNA, come il canine distemper virus in faine recuperate nel territorio italiano e il calicivirus felino in gatti con diagnosi di poliartrite; e batteri appartenenti alla specie Anaplasma phagocytophilum in gatti deceduti e sottoposti a necroscopia in Italia. Dai risultati ottenuti è emerso che gli agenti infettivi indagati circolano nelle popolazioni di carnivori domestici e selvatici in forma asintomatica o determinando talvolta sintomatologia clinica. In alcuni animali testati è stata rilevata la coinfezione con diversi agenti patogeni, condizione che può predisporre ad un aggravamento della sintomatologia clinica. Dall’analisi filogenetica sono emerse relazioni tra gli agenti infettivi rilevati nelle differenti specie animali suggerendone la trasmissione tra ospiti domestici e selvatici e confermando il ruolo epidemiologico svolto dei carnivori selvatici nel mantenimento dei patogeni nel territorio. Alla luce dei dati ottenuti, è importante sottolineare l’importanza delle misure di profilassi, in particolare la vaccinazione degli animali da compagnia, per ridurre la trasmissione e la diffusione degli agenti infettivi.
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In the first chapter, “Political power and the influence of minorities: theory and evidence from Italy, I analyze the relationship between minority and majority in politics, and how it can influence policy outcomes. I first present a theoretical model describing the possible consequences of an increase in a minority’s political power and show how it can increase difficulties in reaching a compromise on policy outcomes between parties. Furthermore, I empirically test these implications by exploiting the introduction in 2012 of a gender quota in Italian local elections: the increase in female politicians had heterogeneous effects on the level of funding for daycare, based on its differential effects on the share of women councillors. The second chapter, “Marriage patterns and the gender gap in labor force participation: evidence from Italy, presents evidence highlighting a new possible determinant of the large gender gap in the Italian labor force: endogamy intensity. I argue that endogamy helps preserve social norms stigmatizing working women and reduces the probability of divorce, which disincentivizes women’s participation in the labor force. Endogamy is proxied by the degree of concentration of its surnames’ distribution, and I provide evidence that a more intense custom of endogamy contributed to enlarging gender participation gaps across Italian municipalities in 2001. The third chapter, “Information and quality of politicians: is transparency helping voters?”, studies how voting choices are affected by giving voters more personal information on candidates. I exploit the introduction of the “Spazzacorrotti” law in Italy in 2019, which imposed candidates at local elections to publish their CVs and criminal records before elections. I find no effects on elected candidates’ age, gender, educational level, or ideology. Moreover, I present anecdotal evidence that candidates with a criminal record received fewer votes on average, but only in the case of local media exposing it.
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I dati delle indagini sugli apprendimenti degli studenti in Italia rivelano l’esistenza di fragilità nell’acquisizione di competenze essenziali e di differenze tra i risultati conseguiti. Per innovare la didattica al fine di adeguarla ai bisogni degli studenti, gli esperti di Docimologia caldeggiano l’uso di pratiche di valutazione formativa, o formative assessment (FA). In ambito internazionale diversi studi hanno mostrato l'efficacia di tali prassi, mentre in Italia non esistono ricerche sperimentali finalizzate a studiarne l’impatto sugli apprendimenti. Il progetto è entrato all’interno di quest’ambito di studi per controllare l’efficacia di un insieme di pratiche di FA sull'incremento delle abilità di comprensione dei testi degli studenti. Lo scopo è stato perseguito realizzando una sperimentazione in una scuola secondaria di primo grado che ha coinvolto gli studenti di due classi prime, i quali sono stati suddivisi a metà attraverso tecniche di randomizzazione per formare i due gruppi, sperimentale e di controllo. Dopo aver effettuato una rilevazione iniziale delle abilità di comprensione dei testi degli studenti (pre-test), è stato realizzato con quelli del gruppo sperimentale un intervento composto da 15 incontri di FA della durata di due ore ciascuno. Alla fine, sono state effettuate due rilevazioni finali (post-test) utilizzando sia la stessa prova utilizzata come pre-test sia una prova parallela. È stata calcolata la differenza post-test-pre-test per ogni gruppo ed è stato verificato quanto avesse influito la partecipazione all’intervento sperimentale su tale differenza tramite test non parametrici. I risultati hanno mostrato un incremento di abilità lievemente maggiore nel gruppo sperimentale, se confrontato con quello del gruppo di controllo, anche se questa differenza tra i due gruppi non è statisticamente significativa. Sebbene le analisi non abbiano consentito di rifiutare l’ipotesi nulla, la rilevanza di tale progetto risiede nel tentativo di aprire il dibattito sull’efficacia di prassi di FA sugli apprendimenti degli studenti in Italia.
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La presente tesi di dottorato propone uno studio sulla casa editrice “Dalla parte delle bambine” di Adela Turin. Attiva dal 1975 al 1982 a Milano, si tratta della prima impresa editoriale femminista per l’infanzia in Italia. Nonostante l’originalità e il successo internazionale dei suoi libri, è stata riscontrata una sorprendente scarsità di studi sull’argomento. Questa ricerca interdisciplinare si propone quindi di colmare questa lacuna, inserendosi nel vivace ambito dello studio della letteratura per l’infanzia in prospettiva di genere. La dissertazione è divisa in cinque capitoli, a cui si aggiunge un’appendice iconografica che raccoglie le copertine dell’intero catalogo di DPDB. Nel primo capitolo viene introdotto il quadro teorico della ricerca, dalla complessità della letteratura per il giovane pubblico all’indagine in ottica di genere. Il secondo capitolo si concentra sulle pubblicazioni per bambine e bambini negli anni Settanta, passando in rassegna innovative esperienze editoriali nonché l’opera di scrittori e scrittrici sensibili alle questioni di genere. La terza sezione si occupa di ricostruire il profilo biografico di Turin e il suo decennale impegno contro il sessismo veicolato dai libri per l’infanzia, per poi concentrarsi sulla storia, il catalogo, la diffusione e la ricezione di DPDB. Il quarto capitolo propone un’analisi qualitativa e quantitativa di un corpus di 20 albi illustrati scritti da Turin, oltre a un confronto fra questi libri e diverse ricerche sulla rappresentazione di genere, allo scopo di evidenziare la peculiarità delle proposte di DPDB. La quinta sezione, infine, si occupa del rapporto con la contemporaneità. Dopo aver tracciato un quadro della complessa situazione dell’educazione di genere in Italia e aver proposto una panoramica di esperienze editoriali per il giovane pubblico attente alle questioni di genere, quest’ultima parte indagherà i contesti in cui gli albi di Turin vengono oggi letti e consigliati, offrendosi come narrazione alternativa e tutt’ora attuale.
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La ricerca, di carattere esplorativo, prende spunto dal dibattito internazionale, sviluppatosi sul finire dello scorso secolo, sulla necessità di innovare il sistema educativo, in ottica di lifelong-learning, e favorire l’acquisizione delle competenze richieste nel XXI secolo. Le diverse indicazioni sollecitano una scuola intesa come Civic-center in grado di riconoscere gli apprendimenti extra-scolastici, con spazi di apprendimento innovativi funzionali a didattiche learner-centred. A circa trent’anni dalla Dichiarazione di Salamanca riteniamo necessario interrogarsi se queste innovazioni garantiscano l’inclusione e il successo formativo di tutti. La ricerca si articola in quattro studi di caso relativi a due scuole secondarie di secondo grado innovative italiane e due finlandesi. Si propone di comprendere sulla base delle percezioni di studenti, insegnanti, dirigenti se tale modello di scuola favorisca anche l’inclusione e il benessere di tutti gli studenti. Dall’analisi dei risultati sembra che, secondo le percezioni di coloro che hanno partecipato alla ricerca, le scuole siano riuscite a far coesistere innovazione e inclusione. In particolare, l’utilizzo di spazi di apprendimento innovativi e didattiche learner-centred all’interno di una scuola aperta al territorio in grado di riconoscere le competenze extra-scolastiche, sembrano favorire effettivamente l’inclusione di tutti gli studenti. Nonostante gli aspetti innovativi, restano tuttavia presenti all’interno delle scuole analizzate ancora diverse criticità che non consentono una piena inclusione for all
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The artisanal food chain is enriched by a wide diversity of local food productions with delightful organoleptic characteristics and valuable nutritional properties. Despite their increasing worldwide popularity and appeal, several food safety challenges are addressed in artisanal facilities context suffering from less standardized processing conditions. In such scenario, recent advances in molecular typing and genomic surveillance (e.g., Whole Genome Sequencing [WGS]) represent an unprecedent solution capable of inferring sources of contamination as well as contributing to food safety along the artisanal food continuum. The overall objective of this PhD thesis was to explore potential microbial hazards among different artisanal food productions of animal origins (dairy and meat-derived) typical of the food culture and heritage landscape belonging to Mediterranean countries. Three different studies were then carried out, specifically focussing on: 1) compare the seasonal variability of microbiological quality and potential occurrence of microbial hazards in two batches of Italian artisanal fermented dairy and meat productions; 2) Investigate genetic relationships as well as virulome and resistome of foodborne pathogens isolated within dairy and meat-derived productions located in Italy, Spain, Portugal and Morocco; 3) investigate the population structure, virulome, resistome and mobilome of Klebsiella spp. isolates collected from study 1, including an extended range of public sequences.
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In Italia, l’archeologia pubblica ha subìto negli ultimi anni un accelerazione, grazie ad una maggiore consapevolezza da parte degli archeologi sulla necessità di un dialogo con il pubblico. Sempre più progetti di ricerca archeologica investono risorse nell’organizzazione di iniziative volte a coinvolgere la comunità, sia onsite che online. Ma per valutare effettivamente l’impatto di queste iniziative c’è bisogno di delineare una metodologia condivisa, assente attualmente in Italia: manca una progettualità, una pianificazione, una riflessione critica sull’argomento. Il mio lavoro, inserito all’interno del progetto di “Archeologia dei paesaggi di Ravenna” dell’Università di Bologna, ha l’obiettivo di individuare le strategie comunicative migliori per coinvolgere il pubblico verso tematiche storico-archeologiche, ricorrendo in particolare all’utilizzo dei social media, e di individuare una metodologia efficace per la realizzazione e valutazione delle iniziative di archeologia pubblica nell’ambito della ricerca universitaria. Essendoci la necessità di una pianificazione, ho deciso di considerare il mio progetto come se fosse un’azienda con un prodotto o servizio da portare sul mercato. In tal caso, l’azienda deve ricorrere alla stesura di un piano marketing, un documento che formalizza le analisi e le conseguenti decisioni di marketing per un determinato prodotto/mercato, in un determinato arco temporale/spaziale al fine di conseguire gli obiettivi prefissati.
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Questa ricerca ha l’obiettivo di confrontare le politiche linguistiche in Italia e in Cina, due Paesi multilingue, con particolare attenzione alla legislazione riguardante le lingue comuni. Nella prima parte della tesi viene descritta e confrontata la situazione sociolinguista dei due Paesi, dal punto di vista sia diacronico sia sincronico, permettendo così di tracciare un quadro generale della panoramica sociolinguistica, la quale costituisce il fondamento per analizzare le politiche linguistiche adottate. La seconda parte della tesi descrive e analizza rispettivamente la legislazione linguistica sulla lingua comune dei due Paesi, mostrando la diversità e le caratteristiche delle pratiche legislative di Cina e Italia su questo tema. L’ultima parte della tesi presenta un confronto tra le legislazioni linguistiche sulle lingue comuni da diverse prospettive, individuando e discutendo differenze e punti in comune. La tesi si conclude con un’analisi delle motivazioni che spingono la Cina e l’Italia ad adottare scelte differenti, mettendo in luce la diversità delle politiche linguistiche e la complessità dei fattori che le determinano.
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The objective of the present Ph.D. thesis was to investigate with a One Health approach the epidemiological patterns of T. gondii infection in Italy, to better understand the transmission dynamics of the parasite, following different research lines. The results of a retrospective analysis in animals and human showed the widespread distribution of T. gondii in the study area, with specific antibodies found in various animal species and human populations, indicating its constant presence across diverse environments. The environment plays a significant role in T. gondii's epidemiology. Migratory aquatic birds, rodents, wolves, and wild boars were investigated as sentinels of their spread, highlighting the potential transmission across geographic areas and infection risks for wildlife in natural settings. The study also provided insights into seroprevalence in wolves. Dogs, subjected to serological investigations exhibited risk factors for T. gondii infection, such as cohabitation with cats, coprophagy behaviours, and continuous outdoor. Correlation between serological evidence of exposure to T. gondii and pathological anxiety in large-size dogs was observed, and the consumption of raw meat was associated with a higher risk of infection in these animals. Results of the investigations conducted in this thesis, demonstrate the dynamic nature of T. gondii infection in cattle, characterized by new infections and declining antibody levels over the production cycle. The study also describes a co-infection between T. gondii and Sarcocystis hominis in bovine eosinophilic myositis. In the final part of the Thesis, a comprehensive genotyping of T. gondii in Italy reveals the predominance of Type II strains, particularly in cases of ovine abortion and fatal toxoplasmosis among captive Lemur catta. This approach enhances our understanding of the parasite's genetic diversity and transmission patterns, vital for effective management of its impact on human and animal health in Italy.
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- Aims: Hereditary Transthyretin Amyloidosis (ATTRv) is one of the leading etiologies of systemic amyloidosis with more than 135 mutations described and a broad spectrum of clinical manifestations. We aimed to provide a systematic description of a population of individuals carrying pathogenic mutations of transthyretin (TTR) gene and to investigate the major clinical events during follow up. - Methods: Observational, retrospective, cohort study including consecutive patients with mutations of TTR gene, admitted to a tertiary referral center in Bologna, Italy, between 1984 and 2022. - Results: Three hundred twenty-five patients were included: 106 asymptomatic carriers, 49 cardiac phenotype, 49 neurological phenotype and 121 mixed phenotype. Twenty-three different mutations were found, with Ile68Leu (41.8%), Val30Met (19%), and Glu89Gln (10%) being the most common. After a median follow-up of 51 months data from 290 subjects were analyzed; among them 111 (38.3%) died and 123 (42.4%) had a major clinical event (death or hospitalization for heart failure). Nine (11.5%) of the 78 asymptomatic carriers showed signs and symptoms of the disease. Carriers had a prognosis comparable to healthy population, while no significant differences were seen among the three phenotypes adjusted by age. Age at diagnosis, NYHA functional class, left ventricular ejection fraction, mPND score and disease-modifying therapy were independently associated with survival. - Conclusions: This study offers a wide and comprehensive overview of ATTRv from the point of view of a tertiary referral center in Italy. Three main phenotypes can be identified (cardiac, neurological and mixed) with specific clinical and instrumental features. Family screening programs are essential to identify paucisymptomatic affected patients or unaffected carriers of the mutation, to be followed through the years. Lastly, disease-modifying therapy represents an evolving cornerstone of the management of ATTRv, with a great impact on mortality.
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Recently, a rising interest in political and economic integration/disintegration issues has been developed in the political economy field. This growing strand of literature partly draws on traditional issues of fiscal federalism and optimum public good provision and focuses on a trade-off between the benefits of centralization, arising from economies of scale or externalities, and the costs of harmonizing policies as a consequence of the increased heterogeneity of individual preferences in an international union or in a country composed of at least two regions. This thesis stems from this strand of literature and aims to shed some light on two highly relevant aspects of the political economy of European integration. The first concerns the role of public opinion in the integration process; more precisely, how economic benefits and costs of integration shape citizens' support for European Union (EU) membership. The second is the allocation of policy competences among different levels of government: European, national and regional. Chapter 1 introduces the topics developed in this thesis by reviewing the main recent theoretical developments in the political economy analysis of integration processes. It is structured as follows. First, it briefly surveys a few relevant articles on economic theories of integration and disintegration processes (Alesina and Spolaore 1997, Bolton and Roland 1997, Alesina et al. 2000, Casella and Feinstein 2002) and discusses their relevance for the study of the impact of economic benefits and costs on public opinion attitude towards the EU. Subsequently, it explores the links existing between such political economy literature and theories of fiscal federalism, especially with regard to normative considerations concerning the optimal allocation of competences in a union. Chapter 2 firstly proposes a model of citizens’ support for membership of international unions, with explicit reference to the EU; subsequently it tests the model on a panel of EU countries. What are the factors that influence public opinion support for the European Union (EU)? In international relations theory, the idea that citizens' support for the EU depends on material benefits deriving from integration, i.e. whether European integration makes individuals economically better off (utilitarian support), has been common since the 1970s, but has never been the subject of a formal treatment (Hix 2005). A small number of studies in the 1990s have investigated econometrically the link between national economic performance and mass support for European integration (Eichenberg and Dalton 1993; Anderson and Kalthenthaler 1996), but only making informal assumptions. The main aim of Chapter 2 is thus to propose and test our model with a view to providing a more complete and theoretically grounded picture of public support for the EU. Following theories of utilitarian support, we assume that citizens are in favour of membership if they receive economic benefits from it. To develop this idea, we propose a simple political economic model drawing on the recent economic literature on integration and disintegration processes. The basic element is the existence of a trade-off between the benefits of centralisation and the costs of harmonising policies in presence of heterogeneous preferences among countries. The approach we follow is that of the recent literature on the political economy of international unions and the unification or break-up of nations (Bolton and Roland 1997, Alesina and Wacziarg 1999, Alesina et al. 2001, 2005a, to mention only the relevant). The general perspective is that unification provides returns to scale in the provision of public goods, but reduces each member state’s ability to determine its most favoured bundle of public goods. In the simple model presented in Chapter 2, support for membership of the union is increasing in the union’s average income and in the loss of efficiency stemming from being outside the union, and decreasing in a country’s average income, while increasing heterogeneity of preferences among countries points to a reduced scope of the union. Afterwards we empirically test the model with data on the EU; more precisely, we perform an econometric analysis employing a panel of member countries over time. The second part of Chapter 2 thus tries to answer the following question: does public opinion support for the EU really depend on economic factors? The findings are broadly consistent with our theoretical expectations: the conditions of the national economy, differences in income among member states and heterogeneity of preferences shape citizens’ attitude towards their country’s membership of the EU. Consequently, this analysis offers some interesting policy implications for the present debate about ratification of the European Constitution and, more generally, about how the EU could act in order to gain more support from the European public. Citizens in many member states are called to express their opinion in national referenda, which may well end up in rejection of the Constitution, as recently happened in France and the Netherlands, triggering a European-wide political crisis. These events show that nowadays understanding public attitude towards the EU is not only of academic interest, but has a strong relevance for policy-making too. Chapter 3 empirically investigates the link between European integration and regional autonomy in Italy. Over the last few decades, the double tendency towards supranationalism and regional autonomy, which has characterised some European States, has taken a very interesting form in this country, because Italy, besides being one of the founding members of the EU, also implemented a process of decentralisation during the 1970s, further strengthened by a constitutional reform in 2001. Moreover, the issue of the allocation of competences among the EU, the Member States and the regions is now especially topical. The process leading to the drafting of European Constitution (even if then it has not come into force) has attracted much attention from a constitutional political economy perspective both on a normative and positive point of view (Breuss and Eller 2004, Mueller 2005). The Italian parliament has recently passed a new thorough constitutional reform, still to be approved by citizens in a referendum, which includes, among other things, the so called “devolution”, i.e. granting the regions exclusive competence in public health care, education and local police. Following and extending the methodology proposed in a recent influential article by Alesina et al. (2005b), which only concentrated on the EU activity (treaties, legislation, and European Court of Justice’s rulings), we develop a set of quantitative indicators measuring the intensity of the legislative activity of the Italian State, the EU and the Italian regions from 1973 to 2005 in a large number of policy categories. By doing so, we seek to answer the following broad questions. Are European and regional legislations substitutes for state laws? To what extent are the competences attributed by the European treaties or the Italian Constitution actually exerted in the various policy areas? Is their exertion consistent with the normative recommendations from the economic literature about their optimum allocation among different levels of government? The main results show that, first, there seems to be a certain substitutability between EU and national legislations (even if not a very strong one), but not between regional and national ones. Second, the EU concentrates its legislative activity mainly in international trade and agriculture, whilst social policy is where the regions and the State (which is also the main actor in foreign policy) are more active. Third, at least two levels of government (in some cases all of them) are significantly involved in the legislative activity in many sectors, even where the rationale for that is, at best, very questionable, indicating that they actually share a larger number of policy tasks than that suggested by the economic theory. It appears therefore that an excessive number of competences are actually shared among different levels of government. From an economic perspective, it may well be recommended that some competences be shared, but only when the balance between scale or spillover effects and heterogeneity of preferences suggests so. When, on the contrary, too many levels of government are involved in a certain policy area, the distinction between their different responsibilities easily becomes unnecessarily blurred. This may not only leads to a slower and inefficient policy-making process, but also risks to make it too complicate to understand for citizens, who, on the contrary, should be able to know who is really responsible for a certain policy when they vote in national,local or European elections or in referenda on national or European constitutional issues.
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The aim of our work was to study the molecular mechanisms involved in symptoms appearance of plants inoculated either with a virus or with a virus-satellite complex. In the first case, we tried to set up a reliable method for an early identification of PVYNTN strains present in Italy and causing potato tuber necrosis. This, to prevent their spread in the field and to avoid severe yield losses, especially in seed potato production. We tried to localize the particular genomic region responsible for tuber necrosis. To this purpose, we carried out RT-PCR experiments using various primer combinations, covering PVY genomic regions larger than those previously used by other authors. As the previous researchers, though, we were not able to differentiate all NTN from others PVY strains. This probably because of the frequent virus variability, due to both genomic mutations and possible recombination events among different strains. In the second case, we studied the influence of Y-sat (CaRNA5 satellite) on symptoms of CMV (Cucumber mosaic virus) in Nicotiana benthamiana plants: strong yellowing appearance instead of simple mosaic. Wang et al (2004), inoculating the same infectious complex on tobacco plants transformed with a viral suppressor of plant silencing (HC-PRO), did not experience the occurrence of yellowing anymore and, therefore, hypotesized that changes in symptoms were due to plant post transcriptional gene silencing (PTGS) mechanism. In our case, inoculation of N. benthamiana plants transformed with another PTGS viral suppressor (p19), and other plants defective for RNA polymerase 6 (involved in systemic silencing), still resulted in yellowing appearance. This, to our opinion, suggests that in our system another possible mechanism is involved.