81 resultados para Ylitalo, Essi


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La ricerca di tesi qui presentata nasce con lo scopo di sondare la natura degli oggetti affettivi attraverso l’analisi dei lavori di campo da me svolti tra il 2016 e il 2019: il lavoro di campo all’interno dei Musei degli oggetti ordinari di Marseille e Parma (ricerca in ambiente museale) ed il lavoro di campo condotto all’interno di 28 abitazioni dell’Emilia Romagna (ricerca in ambiente domestico) comprendente un confronto generazionale tra sessantenni e trentenni. In particolare, con il lavoro qui presentato ho voluto cercare di comprendere, per mezzo di un’attenta analisi del legame uomo / cosa, la natura del rapporto che gl’individui tessono con le diverse dimensioni temporali della loro vita: passato, presente, futuro. La mia ricerca di tesi nasce difatti dal presupposto che gli oggetti affettivi (qui definiti “oggetti della nostalgia”) si inscrivono nella storia dei loro proprietari, essi evocano memorie, ricordi, ma anche valori e modi di vivere / di essere. Gli oggetti affettivi essendo in grado di preservare nel tempo una loro “funzionalità”, finiscono per preservare nella loro valenza simbolica ed affettiva frammenti di memorie in grado di orientare i loro proprietari nell’elaborazione del passato, ma anche di aiutarli nella creazione di un tempo presente e futuro sempre più felice e consapevole. Essi, in virtù del legame che li unisce intimamente ai loro proprietari, mantengono in vita ciò che apparentemente non esiste più, preservano l’assente nella loro presenza coniugando l’invisibile al visibile, l’immaterialità alla materia.

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En el presente trabajo de investigación se aborda la cuestión del origen de los Misterios de Samotracia. Se hace desde una perspectiva novedosa y multidisciplinar; pues, además de las informaciones y opiniones foráneas de los autores de la Antigüedad, se tienen por primera vez en cuenta los testimonios arqueológicos, epigráficos, numismáticos e iconográficos procedentes de la propia isla. Se examinan su territorio (la isla y su entorno, los mitos y leyendas, la toponimia), su culto (las teorías sobre su fundación, el santuario, los dioses) y su historia (desde el Neolítico hasta la Edad del Hierro), para averiguar qué poblaciones habitaron en Samotracia antes de que ésta fuera colonizada por los griegos; con el fin de descubrir la cultura con que éstos habrían tropezado y de la cual habrían heredado su culto. Se llega a la conclusión de que dicha cultura habría sido la tracia; y de que, en origen, en el culto mistérico samotracio habrían sido venerados la “Madre de los Dioses” tracia y Sabacio.

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La presente trattazione concerne gli European long-term investment fund, disciplinati dal regolamento UE 2015/760 del 29 aprile 2015, meglio noti come ELTIF, di cui si è inteso indagare i molteplici aspetti che attengono all’operatività degli stessi, dalla genesi sino alla fase della liquidazione. Trattandosi di uno dei più recenti tasselli della composita disciplina europea del risparmio gestito, si è ritenuto opportuno anzitutto prendere le mosse dall’evoluzione della regolamentazione, domestica e comunitaria, della gestione collettiva del risparmio, la quale rappresenta la “cornice” normativa di riferimento entro cui si colloca il veicolo in discorso. Definito il percorso evolutivo della disciplina de qua, si è posta quindi l’attenzione sulla regolamentazione degli ELTIF che, pur migliorabile sotto diversi profili, rappresenta un significativo passo in avanti nel senso della costruzione dell’Unione dei mercati di capitali e del rilancio dell’economia europea. In particolare, l’indagine ha riguardato anzitutto i connotati della nuova fattispecie (carattere europeo, orizzonte temporale di lungo periodo, illiquidità). L’analisi dei tratti fisiognomici è stata funzionale non solo a verificare se essi, nella loro peculiarità, siano o meno idonei a definire un tipo a sé stante di prodotto, ma altresì a valutare in che termini essi producano un effetto conformativo sulla disciplina del prodotto stesso, specie con riferimento alla fase dell’investimento e del disinvestimento. Con l’intento di vagliare l’opportunità di interventi sul dato normativo che mirino ad accrescere l’attrattività degli ELTIF, si è volta quindi l’attenzione alla fase finale della vita del fondo, in quanto l’esiguità della disciplina dettata con riferimento alla liquidazione si espone ad applicazioni dubbie che, in larga parte, lasciano spazio all’autonomia regolamentare del prodotto e, dunque, all’applicazione di discipline nazionali disomogenee; e ciò specie con riferimento a una peculiare ipotesi di liquidazione promossa dagli investitori in conseguenza del mancato soddisfacimento della richiesta di rimborso avanzata.

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La ricerca indaga il rapporto tra Design e Innovazione Responsabile calandolo all’interno della relazione tra territorio e pratiche collaborative guidate dal design, ma anche legate al patrimonio culturale immateriale e a un sistema di conoscenza a quintupla elica. La necessità emergente di cura del futuro porta a rivedere il contesto del territorio come campo strumentale per la trasformazione degli individui e della comunità e a domandarsi in che modo il design possa supportare questo cambiamento, abilitando la produzione di conoscenza collaborativa. La ricerca parte dal dimostrare come il modello di innovazione recentemente proposto dalla Comunità Europea attraverso il concetto di Responsible Research Innovation (RRI), poi ripreso nella nozione di Responsible Innovation (RI), sia un campo aperto e responsivo: se integrato con altre discipline, in particolare con il design, può supportare lo sviluppo di processi, politiche, prodotti, servizi e comportamenti che rispettino la relazione tra società, ambiente, identità individuale e collettiva e i ritmi ad essi connessi. Partendo dal contesto sopra descritto, ci si chiede come il design e il designer possano integrare le dimensioni RI nei processi di progettazione, per innovare in modo collaborativo i territori. Si individua quindi nell’Advanced Design la metodologia che, grazie alla sua natura anticipatrice, collaborativa, trasformativa, riesce a coniugarsi virtuosamente con l’approccio RI e supportare il cambiamento in atto. L’intersezione di questi elementi porta alla creazione del Modello Advanced Design per/con l’Innovazione Responsabile (ADIR): un sistema multidimensionale per gruppi di innovazione (quintupla elica) che hanno l’obiettivo di rigenerare in modo collaborativo e inclusivo i territori. L’esperienza sul campo ha confermato come la struttura del modello, formata da un corpus di semi-lavorati, permetta di creare un proprio ritmo, una compenetrazione tra azioni e forme progettuali volti a mantenere il senso di comunità e il coinvolgimento degli attori, a creare relazioni, a sviluppare una trasformazione continua.

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Gli investimenti alle infrastrutture di trasporto sono stati per lungo tempo considerati misure di politica generale di competenza esclusiva degli Stati membri, nonostante il generale divieto di misure di sostegno pubblico a favore delle imprese ai sensi dell’art. 107 TFUE. Le sentenze rese dalle corti eurounitarie in relazione agli aeroporti di Parigi e di Lipsia Halle hanno dato avvio ad un vero e proprio revirement giurisprudenziale, in considerazione delle trasformazioni economiche internazionali, rimettendo in discussione il concetto di impresa, nonché la ferma interpretazione secondo cui il finanziamento alle infrastrutture – in quanto beni pubblici intesi a soddisfare i bisogni di mobilità dei cittadini – sfuggirebbe all’applicazione della disciplina degli aiuti di Stato. Nonostante le esigenze di costante ammodernamento e sviluppo delle infrastrutture, il nuovo quadro regolatorio adottato dall’Unione europea a seguire ha condotto inevitabilmente gli Stati membri a dover sottoporre al vaglio preventivo della Commissione ogni nuovo investimento infrastrutturale. La presente trattazione, muovendo dall’analisi della disciplina degli aiuti di Stato di cui agli artt. 107 e ss. TFUE, analizza i principi di creazione giurisprudenziale e dottrinale che derivano dall’interpretazione delle fonti primarie, mettendo in evidenza le principali problematiche giuridiche sottese, anche in considerazione delle peculiarità delle infrastrutture in questione, dei modelli proprietari e di governance, delle competenze e dei poteri decisionali in merito a nuovi progetti di investimento. Infine, la trattazione si concentra sui grandi progetti infrastrutturali a livello europeo e internazionale che interessano le reti di trasporto, analizzando le nuove sfide, pur considerando la necessità di assicurare, anche rispetto ad essi, la salvaguardia del cd. level playing field e l’osservanza sostanziale delle norme sugli aiuti di Stato.

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Frame. Assessing the difficulty of source texts and parts thereof is important in CTIS, whether for research comparability, for didactic purposes or setting price differences in the market. In order to empirically measure it, Campbell & Hale (1999) and Campbell (2000) developed the Choice Network Analysis (CNA) framework. Basically, the CNA’s main hypothesis is that the more translation options (a group of) translators have to render a given source text stretch, the higher the difficulty of that text stretch will be. We will call this the CNA hypothesis. In a nutshell, this research project puts the CNA hypothesis to the test and studies whether it does actually measure difficulty. Data collection. Two groups of participants (n=29) of different profiles and from two universities in different countries had three translation tasks keylogged with Inputlog, and filled pre- and post-translation questionnaires. Participants translated from English (L2) into their L1s (Spanish or Italian), and worked—first in class and then at home—using their own computers, on texts ca. 800–1000 words long. Each text was translated in approximately equal halves in two 1-hour sessions, in three consecutive weeks. Only the parts translated at home were considered in the study. Results. A very different picture emerged from data than that which the CNA hypothesis might predict: there was no prevalence of disfluent task segments when there were many translation options, nor was a prevalence of fluent task segments associated to fewer translation options. Indeed, there was no correlation between the number of translation options (many and few) and behavioral fluency. Additionally, there was no correlation between pauses and both behavioral fluency and typing speed. The discussed theoretical flaws and the empirical evidence lead to the conclusion that the CNA framework does not and cannot measure text and translation difficulty.