76 resultados para Ballerina,Cloud Native,API,Linguaggio di Programmazione


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La prima parte dello studio riguarda la descrizione dell’origine e delle caratteristiche che differenziano la periodizzazione tradizionale e quella a blocchi per l’allenamento della forza. L’obiettivo della seconda parte del lavoro è stato quello di confrontare gli adattamento ormonali e prestativi ad un programma di allenamento della forza periodizzato secondo il modello tradizionale o secondo quello a blocchi in un campione di atleti di forza. Venticinque atleti maschi sono stati assegnati con procedura randomizzata al gruppo con programmazione tradizionale (TP) o a quello a blocchi (BP). Prelievi di saliva sono stati effettuati prima e dopo 6 diverse sedute di allenamento durante il programma al fine di rilevare i livelli di testosterone (T) e cortisolo (C). Le valutazioni dei parametri antropometrici e prestativi sono state effettuate prima e dopo le 15 settimane di allenamento previste. In nessuno dei due gruppi vi sono state variazioni significative nei livelli ormonali. I risultati indicano che il gruppo BP ha ottenuto incrementi superiori a quello TP riguardo alla forza massima (p = 0,040) ed alla potenza (p = 0,035) espressa alla panca piana. Nella terza parte dello studio, la periodizzazione tradizionale e quella a blocchi sono state confrontate riguardo agli effetti sulla forza massima e sull’ipertrofia in donne allenate di livello amatoriale. Diciassette donne hanno partecipato all’esperimento allenandosi 3 volte a settimana per 10 settimane. I risultati dimostrano che entrambe le periodizzazioni hanno portato a miglioramenti significativi di forza e potenza; il gruppo TP ha tuttavia ottenuto incrementi superiori di forza massima (p = 0,039) e ipertrofia degli arti inferiori (p = 0,004). La periodizzazione tradizionale quindi si è dimostrata più efficace per aumentare la forza massima e la sezione muscolare della coscia in partecipanti di genere femminile. I risultati contrastanti nei due generi potrebbero essere legati a rapporti diversi fra processi anabolici e catabolici.

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Negli ultimi anni lo spreco alimentare ha assunto un’importanza crescente nel dibattito internazionale, politico ed accademico, nel contesto delle tematiche sulla sostenibilità dei modelli di produzione e consumo, sull’uso efficiente delle risorse e la gestione dei rifiuti. Nei prossimi anni gli Stati Membri dell’Unione Europea saranno chiamati ad adottare specifiche strategie di prevenzione degli sprechi alimentari all’interno di una cornice di riferimento comune. Tale cornice è quella che si va delineando nel corso del progetto Europeo di ricerca “FUSIONS” (7FP) che, nel 2014, ha elaborato un framework di riferimento per la definizione di “food waste” allo scopo di armonizzare le diverse metodologie di quantificazione adottate dai paesi membri. In questo scenario, ai fini della predisposizione di un Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari per l’Italia, il presente lavoro applica per la prima volta il “definitional framework” FUSIONS per l’analisi dei dati e l’identificazione dei principali flussi nei diversi anelli della filiera e svolge un estesa consultazione degli stakeholder (e della letteratura) per identificare le possibili misure di prevenzione e le priorità di azione. I risultati ottenuti evedenziano (tra le altre cose) la necessità di predisporre e promuovere a livello nazionale l’adozione di misure uniformi di quantificazione e reporting; l’importanza del coinvolgimento degli stakeholder nel contesto di una campagna nazionale di prevenzione degli sprechi alimentari; l’esigenza di garantire una adeguata copertura economica per le attività di pianificazione e implementazione delle misure di prevenzione da parte degli enti locali e di un coordinamento a livello nazionale della programmazione regionale; la necessità di una armonizzazione/semplificazione del quadro di riferimento normativo (fiscale, igienico-sanitario, procedurale) che disciplina la donazione delle eccedenze alimentari; l’urgenza di approfondire il fenomeno degli sprechi alimentari attraverso la realizzazione di studi di settore negli stadi a valle della filiera.

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In this work, in-situ measurements of aerosol chemical composition, particle number size distribution, cloud-relevant properties and ground-based cloud observations were combined with high-resolution satellite sea surface chlorophyll-a concentration and air mass back-trajectory data to investigate the impact of the marine biota on aerosol physico-chemical and cloud properties. Studies were performed over the North-Eastern Atlantic Ocean, the central Mediterranean Sea, and the Arctic Ocean, by deploying both multi-year datasets and short-time scale observations. All the data were chosen to be representative of the marine atmosphere, reducing to a minimum any anthropogenic input. A relationship between the patterns of marine biological activity and the time evolution of marine aerosol properties was observed, under a variety of aspects, from chemical composition to number concentration and size distribution, up to the most cloud‐relevant properties. At short-time scales (1-2 months), the aerosol properties tend to respond to biological activity variations with a delay of about one to three weeks. This delay should be considered in model applications that make use of Chlorophyll-a to predict marine aerosol properties at high temporal resolution. The impact of oceanic biological activity on the microphysical properties of marine stratiform clouds is also evidenced by our analysis, over the Eastern North Atlantic Ocean. Such clouds tend to have a higher number of smaller cloud droplets in periods of high biological activity with respect to quiescent periods. This confirms the possibility of feedback interactions within the biota-aerosol-cloud climate system. Achieving a better characterization of the time and space relationships linking oceanic biological activity to marine aerosol composition and properties may significantly impact our future capability of predicting the chemical composition of the marine atmosphere, potentially contributing to reducing the uncertainty of future climate predictions, through a better understanding of the natural climate system.

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La ricerca si focalizza sul rapporto tra tecnologie abilitanti e corpo umano. La miniaturizzazione delle tecnologie, unita alla loro maggiore diffusione negli ambienti, porta ad interrogarsi sull’efficacia dell’integrazione di esse con corpo e attività ad esso connesse. Il contesto problematico della ricerca riguarda i dispositivi indossabili e il progetto di soluzioni destinate a risolvere inediti bisogni o potenziare i sensi umani. La letteratura scientifica e i casi studio circoscrivono il piede come efficace piattaforma per la sperimentazione di interfacce aptiche di comunicazione uomo/macchina, atte a connettere il corpo con informazioni referenziate all’ambiente. Il piede, elemento motorio duplice e simmetrico, ha un’elevata qualità percettiva ed è morfologicamente adeguato all’applicazione di tecnologie emergenti. La posizione di soglia, tra spazio e corpo, consente la raccolta di stimoli da entrambe le aree. La bibliografia evidenzia quanto la pressione, rispetto alla vibrazione, sia preferibile nella comunicazione aptica in quanto componente naturale dei linguaggi relazionali del corpo. Dall’analisi multidisciplinare emerge infine l’opportunità di sviluppo del ritmo come componente strutturale dei messaggi. I legami relazionali tra ritmo, corpo e comportamenti umani sono evidenti in molteplici meccanismi: trascinamento ritmico, mimesi ritmica, sincronia. La messa in relazione di piede, pressione e ritmo diventa affordance dello spazio, capace di suggerire, enfatizzare o attivare determinati comportamenti. L’unione di questi elementi è qui definita ritmica podotattile ed esplicitata nella tesi della descrizione delle sue caratteristiche, dalla circoscrizione di campi e azioni applicative e dalla raccolta dati sui test effettuati con i prototipi costruiti. Le analisi quantitative e qualitative dei dati di lettura del movimento e delle emozioni dimostrano quanto l’utilizzo di un linguaggio ritmico aptico nel piede esprima elevate potenzialità di integrazione con il corpo nel rispetto del comfort e dell’equilibrio attentivo nei flussi di azione preesistenti. I risultati aprono riflessioni su nuove applicazioni progettuali nel campo museale, lavorativo e urbano.

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Questa tesi di dottorato “Ad summum bonum iter. Revisione testuale e commento di Seneca, Epistulae morales ad Lucilium XLVIII, CXI” (relatore Prof. F. Citti), si propone di fornire un commento scientifico al testo latino di alcune Epistulae morales ad Lucilium (48 e 111), corredato da traduzione, note esegetiche di carattere lessicale, stilistico-retorico e storico-letterario e discussione delle principali problematiche testuali (testo di riferimento l'edizione critica di Reynolds, Oxonii 1965). Scopo della ricerca è approfondire e completare lo studio delle lettere 48 e 111 del carteggio, esaminato solo episodicamente e non sistematicamente, soffermandosi sugli aspetti filosofici salienti e sui motivi conduttori più significativi, come la critica senecana alla nimia subtilitas (tema presente soprattutto nelle cosiddette epistole dialettiche, connesse alle diverse forme di sillogismi e alle modalità di contestazione degli stessi), con particolare riferimento alle ambiguità derivanti dall'uso di termini in senso proprio e metalinguistico riflessivo e non riflessivo; la ricerca si sofferma inoltre sul linguaggio colloquiale, vicino a quello della commedia e della satira, utilizzato da Seneca per ridicolizzare i sillogismi stoici; sul tema dell'amicizia; sull'uso di citazioni e/o allusioni poetiche (virgiliana e non virgiliana), decontestualizzate e risemantizzate in funzione educativa e psicagogica, piegate ad esprimere il personale messaggio etico; sull'uso del lessico specialistico, proveniente da diversi ambiti semantici (giuridico, economico, militare, medico), applicato da Seneca alla parenesi filosofica e, soprattutto, sul rapporto tra lessico filosofico latino e modelli greci. Infine, oltre ad approfondire il motivo delle egestas temporis e i riferimenti diatribici contenuti nelle epistole, sono stati individuati e approfonditi alcuni topoi presenti.

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In the last few years, mobile wireless technology has gone through a revolutionary change. Web-enabled devices have evolved into essential tools for communication, information, and entertainment. The fifth generation (5G) of mobile communication networks is envisioned to be a key enabler of the next upcoming wireless revolution. Millimeter wave (mmWave) spectrum and the evolution of Cloud Radio Access Networks (C-RANs) are two of the main technological innovations of 5G wireless systems and beyond. Because of the current spectrum-shortage condition, mmWaves have been proposed for the next generation systems, providing larger bandwidths and higher data rates. Consequently, new radio channel models are being developed. Recently, deterministic ray-based models such as Ray-Tracing (RT) are getting more attractive thanks to their frequency-agility and reliable predictions. A modern RT software has been calibrated and used to analyze the mmWave channel. Knowledge of the electromagnetic properties of materials is therefore essential. Hence, an item-level electromagnetic characterization of common construction materials has been successfully achieved to obtain information about their complex relative permittivity. A complete tuning of the RT tool has been performed against indoor and outdoor measurement campaigns at 27 and 38 GHz, setting the basis for the future development of advanced beamforming techniques which rely on deterministic propagation models (as RT). C-RAN is a novel mobile network architecture which can address a number of challenges that network operators are facing in order to meet the continuous customers’ demands. C-RANs have already been adopted in advanced 4G deployments; however, there are still some issues to deal with, especially considering the bandwidth requirements set by the forthcoming 5G systems. Open RAN specifications have been proposed to overcome the new 5G challenges set on C-RAN architectures, including synchronization aspects. In this work it is described an FPGA implementation of the Synchronization Plane for an O-RAN-compliant radio system.

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Il Museo Monumento al Deportato politico e razziale nel Castello dei Pio a Carpi (MO), a pochi passi dal Campo nazionale della deportazione razziale e politica di Fossoli, è il risultato di un concorso pubblico nazionale bandito nel 1963, frutto dell’impegno civile tra istituzioni, associazioni e intellettuali. Tra questi il gruppo BBPR il quale, in collaborazione con l’artista Renato Guttuso, si aggiudicheranno la vittoria del concorso. Il progetto vincitore, pur apportando alcune modifiche in fase di realizzazione, manterrà la sua impostazione antiretorica, utilizzando un linguaggio rigoroso e astratto. Partendo dalle caratteristiche che rendono quest’opera una struttura unica nel suo genere, obiettivo principale di questa ricerca di Dottorato è quello di restituire una genealogia del Museo Monumento al Deportato politico e razziale dei BBPR, ricostruendo il quadro culturale e politico italiano nel lasso di tempo che intercorre dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945) e l’anno della sua inaugurazione (1973). Tale approccio metodologico scelto costituisce l’aspetto di novità della ricerca: un punto di vista ancora inedito con cui guardare il Museo-Monumento, differenziandosi, così, dalle più recenti pubblicazioni sullo stesso, le quali si concentrano soprattutto sulle logiche progettuali del Museo. In conclusione, lo scopo di questa tesi è quella di dare una nuova chiave interpretativa al Museo, che sia non solo un arricchimento alla sua conoscenza ma che, altresì, attesti l’esistenza di un’identità, altrettanto unica e irripetibile, della memoria della deportazione nella cultura architettonica italiana presa in esame, frutto di una “cultura condivisa” tra architetti, artisti, scrittori, politici e intellettuali, accumunati dalle tragiche vicende che in quest’opera si vogliono narrare.

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Nonostante le importanti ricadute che gli impianti protesici di caviglia hanno nella qualità della vita dei pazienti che si sottopongono ad intervento di sostituzione articolare, le reali proprietà biomeccaniche e cinematiche in-vivo e sotto carico degli impianti protesici sono state scarsamente studiate e descritte in letteratura. Lo scopo di questa trattazione è quella di valutare la cinematica protesica complessiva, in vivo, attraverso l’utilizzo dell’Analisi Radiostereometrica model-based (MB-RSA) e di ulteriori metodiche clinico-strumentali. La valutazione cinematica è stata permessa dall’analisi della posizione degli impianti attraverso la MB-RSA. Tra gli obiettivi secondari, i pazienti sono stati valutati clinicamente mediante AOFAS Ankle-Hindfoot score e SF-36, mediante full-body gait analysis con sensori inerziali e valutazione posturale-stabilometrica mediante Y Balance Test e workstation dedicata Delos DPPS. I pazienti sottoposti ad iter completo con valutazione clinica e strumentale a fine follow-up sono risultati 18 (2 drop-out). Il ROM complessivo a catena cinetica chiusa ha evidenziato una dorsi-plantarflessione complessiva media di 19.84°. Gli score clinici hanno mostrato tutti un netto miglioramento nel post-operatorio. La gait analysis ha evidenziato uno schema del passo composto dai tre principali spike e compatibile con schemi fisiologici. Dal punto di vista cinematico, i risultati angolari MB-RSA ricavati durante questo lavoro di tesi evidenziano tutti e 6 i gradi di libertà, dato coerente con la mobilità di una caviglia nativa. Valori di articolarità differenti sono stati registrati mediante sensori inerziali. Infine, in una valutazione cinematica complessiva, le possibili implicazioni sul bilanciamento posturale e propriocettivo presente nelle caviglie artrosiche e successivamente sottoposte a sostituzione protesica totale sono ampiamente descritte e discusse. I dati raccolti in questo lavoro di tesi rappresentano il risultato di una valutazione cinematica complessiva, e potranno aiutare a definire una tipologia di soggetto artrosico in cui i risultati siano verosimilmente migliori ed eventualmente a migliorare design e strumentari futuri.

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The deployment of ultra-dense networks is one of the most promising solutions to manage the phenomenon of co-channel interference that affects the latest wireless communication systems, especially in hotspots. To meet the requirements of the use-cases and the immense amount of traffic generated in these scenarios, 5G ultra-dense networks are being deployed using various technologies, such as distributed antenna system (DAS) and cloud-radio access network (C-RAN). Through these centralized densification schemes, virtualized baseband processing units coordinate the distributed access points and manage the available network resources. In particular, link adaptation techniques are shown to be fundamental to overall system operation and performance enhancement. The core of this dissertation is the result of an analysis and a comparison of dynamic and adaptive methods for modulation and coding scheme (MCS) selection applied to the latest mobile telecommunications standards. A novel algorithm based on the proportional-integral-derivative (PID) controller principles and block error rate (BLER) target has been proposed. Tests were conducted in a 4G and 5G system level laboratory and, by means of a channel emulator, the performance was evaluated for different channel models and target BLERs. Furthermore, due to the intrinsic sectorization of the end-users distribution in the investigated scenario, a preliminary analysis on the joint application of users grouping algorithms with multi-antenna and multi-user techniques has been performed. In conclusion, the importance and impact of other fundamental physical layer operations, such as channel estimation and power control, on the overall end-to-end system behavior and performance were highlighted.

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Cresciuto in una delle botteghe artistiche più prolifiche e illustri della Bologna di metà Seicento, Benedetto Gennari riuscì a distinguersi più degli altri collaboratori del Guercino per una brillante carriera all’estero internazionale che lo portò prima in Francia e poi in Inghilterra, dove seppe ritagliarsi uno spazio di rilievo tra i ranghi della corte, ottenendo finanche la nomina di primo pittore di Giacomo II Stuart. Partendo dall’analisi dei suoi Memoriali, dalla loro natura e dalle ragioni della loro compilazione, il presente studio intende indagare e restituire il profilo dell’artista. Attraverso l’analisi critica della documentazione autografa, di testimonianze edite e inedite e di informazione sui suoi guadagni e sul metodo di lavoro, il lavoro traccia le tappe della lunga attività del pittore, contraddistinta da commissioni di rilievo per importanti mecenati e collezionisti italiani e stranieri. Ben lontano dall’essere un semplice imitatore di provincia, Benedetto divenne un artista di corte, maturando un linguaggio raffinato e a tratti irriverente, che si configura come una personale variante del classicismo bolognese. Su questi aspetti fa luce l’apparato catalografico in cui trovano posto anche opere inedite, riletture iconografiche di quadri noti e indagini tecnico-diagnostiche effettuate, su due dipinti significativi, dal Laboratorio Diagnostico per i Beni Culturali del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna al fine di documentare la tecnica pittorica dell’artista dopo il suo trasferimento all’estero.

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The application of modern ICT technologies is radically changing many fields pushing toward more open and dynamic value chains fostering the cooperation and integration of many connected partners, sensors, and devices. As a valuable example, the emerging Smart Tourism field derived from the application of ICT to Tourism so to create richer and more integrated experiences, making them more accessible and sustainable. From a technological viewpoint, a recurring challenge in these decentralized environments is the integration of heterogeneous services and data spanning multiple administrative domains, each possibly applying different security/privacy policies, device and process control mechanisms, service access, and provisioning schemes, etc. The distribution and heterogeneity of those sources exacerbate the complexity in the development of integrating solutions with consequent high effort and costs for partners seeking them. Taking a step towards addressing these issues, we propose APERTO, a decentralized and distributed architecture that aims at facilitating the blending of data and services. At its core, APERTO relies on APERTO FaaS, a Serverless platform allowing fast prototyping of the business logic, lowering the barrier of entry and development costs to newcomers, (zero) fine-grained scaling of resources servicing end-users, and reduced management overhead. APERTO FaaS infrastructure is based on asynchronous and transparent communications between the components of the architecture, allowing the development of optimized solutions that exploit the peculiarities of distributed and heterogeneous environments. In particular, APERTO addresses the provisioning of scalable and cost-efficient mechanisms targeting: i) function composition allowing the definition of complex workloads from simple, ready-to-use functions, enabling smarter management of complex tasks and improved multiplexing capabilities; ii) the creation of end-to-end differentiated QoS slices minimizing interfaces among application/service running on a shared infrastructure; i) an abstraction providing uniform and optimized access to heterogeneous data sources, iv) a decentralized approach for the verification of access rights to resources.

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In this study, the production of bioactive secondary metabolites called "allelochemicals" by algae has been investigated, specifically focusing on polyunsaturated aldehydes (PUAs). PUAs are known to have adverse effects on planktonic grazers and on phytoplankton; however, their effect on benthic communities has been poorly studied. Macroalgae are ecosystem engineers that play an important role in the structure of the habitat and associated communities, presenting a great variability in their morphology and structural complexity, which is a primary factor in the structuring of associated communities. In recent decades, it has been seen how the introduction of invasive species can modify the benthic habitat structure, causing cascading effects on the trophic chain. The thesis includes several field and laboratory studies. Field studies examined aldehyde production by native and invasive macroalgal species (Sargassum muticum, in the Adriatic Sea, and Rugulopterix okamurae in the Strait of Gibraltar), their structural complexity, together with their associated phyto and meiobenthos. Two laboratory studies were conducted. The first one, based on microcosms experiments, evaluated the effect of PUA (produced by the diatom Skeletonema marinoi, or as decadienal analytical standard) on meiofauna. The second one evaluated the inhibitory effect of dilkamural, an allelopathic compound isolated from R. okamurae, on unicellular phototrophs. Our results showed that PUAs produced by macroalgae were species-specific and had a significant impact on the benthic community. The morphology of macroalgae was an important factor in shaping associated communities, particularly for microphytobenthos. Invasive species, such as S. muticum and R. okamurae, could reduce the biodiversity of native benthic communities and simplify the habitat. Dilkamural was hypothesized to be an allelochemical defense, and laboratory toxicity tests confirmed this hypothesis. Overall, this thesis sheds light on the importance of allelochemicals and macroalgal structural complexity in the benthic environment and highlights the potential impact of invasive species.

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The recent trend of moving Cloud Computing capabilities to the Edge of the network is reshaping how applications and their middleware supports are designed, deployed, and operated. This new model envisions a continuum of virtual resources between the traditional cloud and the network edge, which is potentially more suitable to meet the heterogeneous Quality of Service (QoS) requirements of diverse application domains and next-generation applications. Several classes of advanced Internet of Things (IoT) applications, e.g., in the industrial manufacturing domain, are expected to serve a wide range of applications with heterogeneous QoS requirements and call for QoS management systems to guarantee/control performance indicators, even in the presence of real-world factors such as limited bandwidth and concurrent virtual resource utilization. The present dissertation proposes a comprehensive QoS-aware architecture that addresses the challenges of integrating cloud infrastructure with edge nodes in IoT applications. The architecture provides end-to-end QoS support by incorporating several components for managing physical and virtual resources. The proposed architecture features: i) a multilevel middleware for resolving the convergence between Operational Technology (OT) and Information Technology (IT), ii) an end-to-end QoS management approach compliant with the Time-Sensitive Networking (TSN) standard, iii) new approaches for virtualized network environments, such as running TSN-based applications under Ultra-low Latency (ULL) constraints in virtual and 5G environments, and iv) an accelerated and deterministic container overlay network architecture. Additionally, the QoS-aware architecture includes two novel middlewares: i) a middleware that transparently integrates multiple acceleration technologies in heterogeneous Edge contexts and ii) a QoS-aware middleware for Serverless platforms that leverages coordination of various QoS mechanisms and virtualized Function-as-a-Service (FaaS) invocation stack to manage end-to-end QoS metrics. Finally, all architecture components were tested and evaluated by leveraging realistic testbeds, demonstrating the efficacy of the proposed solutions.

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La tesi si concentra sull'analisi del linguaggio economico, prestando particolare attenzione alla sua terminologia. L'importanza della terminologia economica risiede nella sua capacità di facilitare una comunicazione efficace nel campo dell'economia e di permettere una comprensione più ampia dei fenomeni economici da parte del pubblico. Tuttavia, a causa della sua complessità e specificità, essa può risultare difficile da comprendere per il pubblico laico. La ricerca affronta tre questioni chiave: definire la natura della terminologia economica e l'approccio più adatto per descriverla, determinare il livello di comprensione della terminologia economica e le variabili sociali ad essa correlate, e individuare le strategie migliori per diffondere la terminologia economica nella società. Per rispondere a queste domande, l'indagine si avvale di un approccio multidisciplinare che fonde linguistica, sociolinguistica e terminologia. Il risultato è un'analisi profonda del lessico economico e delle sue collocazioni, della comprensione della terminologia da parte del pubblico e delle strategie per migliorare tale comprensione e la sua diffusione.

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The pervasive availability of connected devices in any industrial and societal sector is pushing for an evolution of the well-established cloud computing model. The emerging paradigm of the cloud continuum embraces this decentralization trend and envisions virtualized computing resources physically located between traditional datacenters and data sources. By totally or partially executing closer to the network edge, applications can have quicker reactions to events, thus enabling advanced forms of automation and intelligence. However, these applications also induce new data-intensive workloads with low-latency constraints that require the adoption of specialized resources, such as high-performance communication options (e.g., RDMA, DPDK, XDP, etc.). Unfortunately, cloud providers still struggle to integrate these options into their infrastructures. That risks undermining the principle of generality that underlies the cloud computing scale economy by forcing developers to tailor their code to low-level APIs, non-standard programming models, and static execution environments. This thesis proposes a novel system architecture to empower cloud platforms across the whole cloud continuum with Network Acceleration as a Service (NAaaS). To provide commodity yet efficient access to acceleration, this architecture defines a layer of agnostic high-performance I/O APIs, exposed to applications and clearly separated from the heterogeneous protocols, interfaces, and hardware devices that implement it. A novel system component embodies this decoupling by offering a set of agnostic OS features to applications: memory management for zero-copy transfers, asynchronous I/O processing, and efficient packet scheduling. This thesis also explores the design space of the possible implementations of this architecture by proposing two reference middleware systems and by adopting them to support interactive use cases in the cloud continuum: a serverless platform and an Industry 4.0 scenario. A detailed discussion and a thorough performance evaluation demonstrate that the proposed architecture is suitable to enable the easy-to-use, flexible integration of modern network acceleration into next-generation cloud platforms.