267 resultados para Tesi, Gestione Aziendale, Strategia
Resumo:
La ricerca è mirata a valutare come l’attuazione delle politiche ambientali di Sviluppo Rurale possa contribuire al miglioramento del paesaggio, analizzando i suoi effetti territoriali. Nell’ambito del caso di studio della Regione Emilia-Romagna vengono analizzate le misure agro-ambientali e di forestazione agricola dal 1994 al 2011, comprendendo gli interventi realizzati con i Regolamenti (CEE) 2078/1992, 2080/1992 e dai Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) 2000-2006 e 2007-2013. In particolare, sono approfonditi i fattori che determinano la partecipazione territoriale delle misure agro-ambientali, individuate a livello aziendale le motivazioni alla partecipazione per le azioni con effetto diretto sul paesaggio, valutati i conseguenti effetti tecnico-economici e analizzati gli impatti degli interventi sul paesaggio a livello territoriale, in funzione del contesto ambientale. I risultati hanno consentito di approfondire quanto già riportato nelle valutazioni istituzionali dei PSR e in letteratura scientifica, individuando i fattori determinanti della partecipazione a livello regionale. A questo scopo sono state utilizzate analisi di econometria spaziale che hanno permesso di evidenziare effetti di concentrazione territoriale delle superfici sotto impegno, in funzione delle priorità della misura e degli ordinamenti produttivi dei beneficiari. Sono stati inoltre analizzati gli impatti paesaggistici in un’area di studio ristretta a livello territoriale e aziendale: gli interventi specifici, in alcuni contesti territoriali dove è stata raggiunta una certa concentrazione delle superfici sotto impegno, hanno modificato il paesaggio rurale, differenziandolo rispetto alla matrice agricola intensiva in cui sono stati inseriti. A livello aziendale sono stati rilevati effetti significativi sull’economia dei beneficiari che scelgono di aderire a tali misure, con un diffuso effetto di riduzione della redditività. I contributi compensano in maniera differenziata i costi legati all’implementazione degli interventi in funzione della tipologia di intervento e delle scelte tecniche aziendali adottate per la loro gestione.
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The objective of the research is to analyze the functioning of the fruit and vegetables cooperatives at regional level (Emilia Romagna), with particular reference to the mutuality purpose that distinguishes them, the institutional structure and the management. On the one hand the research intends to provide a definition and an explanation of the real operation/functioning of the mechanism of the mutualism and governance and on the other hand, to study the internal managerial mechanisms and the levels of functioning of the fruit and vegetable cooperatives with the purpose to provide significant indications on their real economic performance. Following a brief analysis of the market context in which the agricultural cooperatives operate, the works will proceed with a deep analysis of a sample of cooperatives regarding the structure and the forms of organization of the members and those aspects can be connected to the following dynamics: - valorisation of the social contribution (effective levels of internal mutuality); - economic efficiency (and consequent economic-financial trends); - levels of internal efficiency and productivity. The applied methodology is based in a first phase on the reclassification, elaboration and analysis of the balance of the sample enterprises. In this phase the research will give a first insight into the economic-financial and capital investment situation of the fruit and vegetable cooperatives trying to concentrate on the implemented and on the possible financing mechanisms and on the levels of efficiency and effectiveness of the productivity achieved. Subsequently the works will proceed with the realization of a direct survey in form of questionnaires to submit to the responsible persons of the sample cooperatives, in order to highlight/emphasize the critical points in respect to the three main arguments of research: mutuality, governance, management.
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Il dibattito sullo sviluppo delle culture dell’età del Bronzo nel territorio dell’Emilia-Romagna sta portando una rinnovata attenzione sull’area romagnola. Le indagini si sono concentrate sull’area compresa tra il fiume Panaro e il Mare Adriatico, riconoscibile nell’odierna Romagna ed in parte della bassa pianura emiliana. Si trattava un territorio strategico, un vero e proprio crocevia socio-economico fra la cultura terramaricola e quelle centro italiche di Grotta Nuova. La presente ricerca di dottorato ha portato alla ricostruzione dei sistemi di gestione e di sfruttamento delle risorse animali in Emilia-Romagna durante l’Età del Bronzo, con particolare attenzione alla definizione della capacità portante ambientale dei diversi territori indagati e delle loro modalità di sfruttamento in relazione alla razionalizzazione della pratiche di allevamento. Sono state studiate in dettaglio le filiere di trasformazione dei prodotti animali primari e secondari definendo, quindi, i caratteri delle paleoeconomie locali nel processo di evoluzione della Romagna durante l’età del Bronzo. La ricerca si è basata sullo studio archeozoologico completo su 13 siti recentemente indagati, distribuiti nelle provincie di: Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì/Cesena e Rimini, e su una revisione completa delle evidenze archeozoologiche prodotte da studi pregressi. Le analisi non si sono limitate al riconoscimento delle specie, ma hanno teso all’individuazione ed alla valutazione di parametri complessi per ricostruire le strategie di abbattimento e le tecniche di sfruttamento e macellazione dei diversi gruppi animali. E’ stato possibile, quindi, valutare il peso ecologico di mandrie e greggi sul territorio e l’impatto economico ed ecologico di un allevamento sempre più sistematico e razionale, sia dal punto di vista dell’organizzazione territoriale degli insediamenti, sia per quanto riguarda le ripercussioni sulla gestione delle risorse agricole ed ambientali in generale.
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L'obiettivo della ricerca è di compiere un'analisi dell'impatto della cosiddetta cultura "open" alla luce dell'attuale condizione del World Wide Web. Si prenderà in considerazione, in particolare, la genesi del movimento a partire dalle basi di cultura hacker e la relativa evoluzione nella filosofia del software libero, con il fine ultimo di identificare il ruolo attuale del modello open source nello scenario esistente. L'introduzione al concetto di Open Access completerà la ricerca anche considerando la recente riaffermazione della conoscenza come bene comune all'interno della Società dell'Informazione
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Nel Comune di Ravenna, oltre 6.800 ettari di terreni agricoli sono a rischio salinizzazione, a causa dell’alta salinità delle acque sotterranee presenti all’interno dell’acquifero freatico costiero. L'area è interessata da subsidenza naturale, per compattazione dei sedimenti alluvionali e antropica, causata dall’estrazione di gas e dall’eccessivo sfruttamento delle acque sotterranee. Ne deriva che la maggior parte di questo territorio è sotto il livello medio del mare e l'agricoltura, così come ogni altra attività umana, è possibile grazie ad una fitta rete di canali di drenaggio che garantiscono il franco di coltivazione. L’agricoltura è una risorsa importante per la zona, ma a causa della scarsa disponibilità di acque dolci e per l’aumento dei processi di salinizzazione dei suoli, necessita di un cambiamento. Servono pratiche agricole sostenibili, con idonei requisiti irrigui, di drenaggio del suolo, di resistenza alla salinizzazione e di controllo del suolo. Dopo un’analisi generale sulle condizioni dell’acquifero, è stato monitorato un transetto di 10km rappresentativo della parte costiera di Ravenna. Infine, con l'obiettivo di comprendere l'interazione tra un canale d'irrigazione e le acque sotterranee, una piccola area agricola (12 ettari), è stata monitorata nel corso del 2011 utilizzando metodi idrologici, geochimici e geofisici. I risultati di questo lavoro mostrano una diffusa salinizzazione della falda freatica, ma anche la presenza di una lente d'acqua dolce spessa 5m, a 400m dalla linea di riva, con caratteristiche chimiche (hydrofacies) tipici di acque continentali e con dimensioni variabili stagionalmente. Questa bolla di acqua dolce si è originata esclusivamente dalle infiltrazioni dal canale d’irrigazione presente, in quanto, il contributo dell’irrigazione superficiale è stato nullo. Sfruttando la rete di canali di drenaggio già presente sarebbe possibile estendere questo processo d’infiltrazione da canale in altre porzioni dell’acquifero allo scopo di ricaricare l’acquifero stesso e limitare la salinizzazione dei suoli.
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Conformemente ai trattati, l'UE sviluppa una politica comune in materia di asilo, immigrazione e controllo delle frontiere esterne, fondata sulla solidarietà e sul rispetto dei diritti fondamentali e, a tal fine, avvia relazioni strategiche con i Paesi terzi e le Organizzazioni internazionali. Un fenomeno “senza frontiere”, quale quello migratorio, esige del resto un'azione coerente e coordinata sia sul piano interno sia su quello esterno. La messa in atto di quest'ultima, tuttavia, si scontra con difficoltà di rilievo. Innanzitutto, l'UE e i suoi Stati membri devono creare i presupposti per l'avvio della collaborazione internazionale, vale a dire stimolare la fiducia reciproca con i Paesi terzi, rafforzando la propria credibilità internazionale. A tal fine, le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'UE e gli Stati membri devono impegnarsi a fornire un modello coerente di promozione dei valori fondanti, quali la solidarietà e il rispetto dei diritti fondamentali, nonché a coordinare le proprie iniziative, per individuare, insieme ai Paesi terzi e alle Organizzazioni internazionali, una strategia d'azione comune. In secondo luogo, l'UE e gli Stati membri devono adottare soluzioni volte a promuovere l'efficacia della collaborazione internazionale e, più precisamente, assicurare che la competenza esterna sia esercitata dal livello di governo in grado di apportare il valore aggiunto e utilizzare la forma collaborativa di volta in volta più adeguata alla realizzazione degli obiettivi previsti. In definitiva, l'azione esterna dell'UE in materia di politica migratoria necessita di una strategia coerente e flessibile. Se oggi la coerenza è garantita dalla giustiziabilità dei principi di solidarietà, di rispetto dei diritti fondamentali e, giustappunto, di coerenza, la flessibilità si traduce nel criterio del valore aggiunto che, letto in combinato disposto con il principio di leale cooperazione, si pone al centro del nuovo modello partenariale proposto dall'approccio globale, potenzialmente idoneo a garantire la gestione efficace del fenomeno migratorio.
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Dopo gli indubbi sviluppi politici e legali tendenti all’uniformazione è inevitabile non sostenere che anche il mercato della gestione delle infrastrutture e del trasporto aereo a terra costituisce un fattore determinante del trasporto aereo con una più stretta necessità di uniformazione del quadro regolamentare. La gestione aeroportuale e i servizi connessi è collocata all’interno del diritto aereo. Perché si configuri il “trasporto aereo” (nozione dinamica base che caratterizza il diritto del trasporto aereo) si ha la necessità di un accordo tra due paesi – un permesso di volo designato – una finestra di orario di decollo e atterraggio e la regolamentazione delle relative attività connesse, affinché si svolgano in situazione di safety, quale conditio sine qua non di tutte le attività di aviazione. Tuttavia, la migliore dottrina sente il bisogno di una trattazione separata della materia diritto aereo in senso stretto e quella della disciplina aeroportuale, benché i due ambiti sono tra di loro contigui. Questo è legittimato da esigenze contrapposte fra gli operatori dei due settori. In ultima considerazione possiamo sostenere che gli sviluppi legislativi, sia nel diritto aeronautico e in quello marittimo, portano all’abbraccio della impostazione di un diritto dei trasporti inclusivo di ogni forma dell’attuazione del fenomeno trasporto, scollegandosi al solo fenomeno dell’esercizio nautico quale elemento caratterizzante della disciplina. Quale futuro legislativo si prospetta per la gestione del bene aeroporto? Quale sarà la sua dimensione legale su questioni importanti sulle quali esiste una normazione europea come l’allocazione delle bande orarie, tasse aeroportuali e assistenza a terra oppure su quelle che hanno un carattere prevalentemente nazionale? E infine, quale sarebbe la strada da seguire per regolare il nuovo mercato aeroportuale che è passato dalla idea della competizione per il mercato esplorando anche la competizione nel mercato, con aeroporti che si comportano come operatori in concorrenza tra loro?
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This dissertation project aims at shedding light on the micro-foundations of international entrepreneurship, focusing on the pre-internationalization phase and taking an individual-level perspective. Three research questions are investigated building on a cognitive model of internationalization intentions. First, what are the antecedents to internationalization intentions, i.e. desirability and feasibility, and how they interact with psychological distance towards internationalization options. Second, what is the role of previous entrepreneurs’ experience on such antecedents, in particular for immigrant vs. non-immigrant entrepreneurs. Third, how are these antecedent elements influenced by entrepreneurs’ individual-level motivations and goals. Using a new data set from 140 independent, non-internationalized, high-tech SMEs and their 169 owners, a variety of analytical techniques are used to investigate the research questions, such as structural equation modeling, hierarchical regression and a "laddering" technique. This project advances our theoretical understanding of internationalization and international entrepreneurship and has relevant implications for entrepreneurs and policy-makers.
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The aim of the present work is to contribute to a better understanding of the relation between organization theory and management practice. It is organized as a collection of two papers, a theoretical and conceptual contribution and an ethnographic study. The first paper is concerned with systematizing different literatures inside and outside the field of organization studies that deal with the theory-practice relation. After identifying a series of positions to the theory-practice debate and unfolding some of their implicit assumptions and limitations, a new position called entwinement is developed in order to overcome status quo through reconciliation and integration. Accordingly, the paper proposes to reconceptualize theory and practice as a circular iterative process of action and cognition, science and common-sense enacted in the real world both by organization scholars and practitioners according to purposes at hand. The second paper is the ethnographic study of an encounter between two groups of expert academics and practitioners occasioned by a one-year executive business master in an international business school. The research articulates a process view of the knowledge exchange between management academics and practitioners in particular and between individuals belonging to different communities of practice, in general, and emphasizes its dynamic, relational and transformative mechanisms. Findings show that when they are given the chance to interact, academics and practitioners set up local provisional relations that enable them to act as change intermediaries vis-a-vis each other’s worlds, without tying themselves irremediably to each other and to the scenarios they conjointly projected during the master’s experience. Finally, the study shows that provisional relations were accompanied by a recursive shift in knowledge modes. While interacting, academics passed from theory to practical theorizing, practitioners passed from an involved practical mode to a reflexive and quasi-theoretical one, and then, as exchanges proceeded, the other way around.
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The purpose of this research is to provide empirical evidence on determinants of the economic use of patented inventions in order to contribute to the literature on technology and innovation management. The current work consists of three main parts, each of which constitutes a self-consistent research paper. The first paper uses a meta-analytic approach to review and synthesize the existing body of empirical research on the determinants of technology licensing. The second paper investigates the factors affecting the choice between the following alternative economic uses of patented inventions: pure internal use, pure licensing, and mixed use. Finally, the third paper explores the least studied option of the economic use of patented inventions, namely, the sale of patent rights. The data to empirically test the hypotheses come from a large-scale survey of European Patent inventors resident in 21 European countries, Japan, and US. The findings provided in this dissertation contribute to a better understanding of the economic use of patented inventions by expanding the limits of previous research in several different dimensions.
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One important metaphor, referred to biological theories, used to investigate on organizational and business strategy issues is the metaphor about heredity; an area requiring further investigation is the extent to which the characteristics of blueprints inherited from the parent, helps in explaining subsequent development of the spawned ventures. In order to shed a light on the tension between inherited patterns and the new trajectory that may characterize spawned ventures’ development we propose a model aimed at investigating which blueprints elements might exert an effect on business model design choices and to which extent their persistence (or abandonment) determines subsequent business model innovation. Under the assumption that academic and corporate institutions transmit different genes to their spin-offs, we hence expect to have heterogeneity in elements that affect business model design choices and its subsequent evolution. This is the reason why we carry on a twofold analysis in the biotech (meta)industry: under a multiple-case research design, business model and especially its fundamental design elements and themes scholars individuated to decompose the construct, have been thoroughly analysed. Our purpose is to isolate the dimensions of business model that may have been the object of legacy and the ones along which an experimentation and learning process is more likely to happen, bearing in mind that differences between academic and corporate might not be that evident as expected, especially considering that business model innovation may occur.
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The candidate tackled an important issue in contemporary management: the role of CSR and Sustainability. The research proposal focused on a longitudinal and inductive research, directed to specify the evolution of CSR and contribute to the new institutional theory, in particular institutional work framework, and to the relation between institutions and discourse analysis. The documental analysis covers all the evolution of CSR, focusing also on a number of important networks and associations. Some of the methodologies employed in the thesis have been employed as a consequence of data analysis, in a truly inductive research process. The thesis is composed by two section. The first section mainly describes the research process and the analyses results. The candidates employed several research methods: a longitudinal content analysis of documents, a vocabulary research with statistical metrics as cluster analysis and factor analysis, a rhetorical analysis of justifications. The second section puts in relation the analysis results with theoretical frameworks and contributions. The candidate confronted with several frameworks: Actor-Network-Theory, Institutional work and Boundary Work, Institutional Logic. Chapters are focused on different issues: a historical reconstruction of CSR; a reflection about symbolic adoption of recurrent labels; two case studies of Italian networks, in order to confront institutional and boundary works; a theoretical model of institutional change based on contradiction and institutional complexity; the application of the model to CSR and Sustainability, proposing Sustainability as a possible institutional logic.
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Startups’ contributions on economic growth have been widely realized. However, the funding gap is often a problem limiting startups’ development. To some extent, VC can be a means to solve this problem. VC is one of the optimal financial intermediaries for startups. Two streams of VC studies are focused in this dissertation: the criteria used by venture capitalists to evaluate startups and the effect of VC on innovation. First, although many criteria have been analyzed, the empirical assessment of the effect of startup reputation on VC funding has not been investigated. However, reputation is usually positively related with firm performance, which may affect VC funding. By analyzing reputation from the generalized visibility dimension and the generalized favorability dimension using a sample of 200 startups founded from 1995 operating in the UK MNT sector, we show that both the two dimensions of reputation have positive influence on the likelihood of receiving VC funding. We also find that management team heterogeneity positively influence the likelihood of receiving VC funding. Second, studies investigating the effect of venture capital on innovation have frequently resorted to patent data. However, innovation is a process leading from invention to successful commercialization, and while patents capture the upstream side of innovative performance, they poorly describe its downstream one. By reflecting the introduction of new products or services trademarks can complete the picture, but empirical studies on trademarking in startups are rare. Analyzing a sample of 192 startups founded from 1996 operating in the UK MNT sector, we find that VC funding has positive effect on the propensity to register trademarks, as well as on the number and breadth of trademarks.
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This Doctoral Thesis unfolds into a collection of three distinct papers that share an interest in institutional theory and technology transfer. Taking into account that organizations are increasingly exposed to a multiplicity of demands and pressures, we aim to analyze what renders this situation of institutional complexity more or less difficult to manage for organizations, and what makes organizations more or less successful in responding to it. The three studies offer a novel contribution both theoretically and empirically. In particular, the first paper “The dimensions of organizational fields for understanding institutional complexity: A theoretical framework” is a theoretical contribution that tries to better understand the relationship between institutional complexity and fields by providing a framework. The second article “Beyond institutional complexity: The case of different organizational successes in confronting multiple institutional logics” is an empirical study which aims to explore the strategies that allow organizations facing multiple logics to respond more successfully to them. The third work “ How external support may mitigate the barriers to university-industry collaboration” is oriented towards practitioners and presents a case study about technology transfer in Italy.
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Dopo aver analizzato il conflitto, le sue funzioni e le modalità di gestione, l'autore si sofferma dapprima sulle varie tipologie di mediazione per poi focalizzare l'attenzione sulla mediazione civile e commerciale evidenziando i dati disponibili dall'entrata in vigore del tentativo obbligatorio come condizione di procedibilità della domanda giudiziale per le materie civili, alla fine del 2013.