22 resultados para commemoration and memory
Resumo:
La tesi indaga l’esperienza del teatro comunitario, una delle espressioni artistiche più originali e pressoché sconosciute nel panorama teatrale novecentesco, che ha avuto in Argentina un punto di riferimento fondamentale. Questo fenomeno, che oggi conta cinquanta compagnie dal nord al sud del paese latinoamericano, e qualcuna in Europa, affonda le sue radici nella Buenos Aires della post-dittatura, in una società che continua a risentire degli esiti del terrore di Stato. Il teatro comunitario nasce dalla necessità di un gruppo di persone di un determinato quartiere di riunirsi in comunità e comunicare attraverso il teatro, con l'obiettivo di costruire un significato sociale e politico. La prima questione messa a fuoco riguarda la definizione della categoria di studio: quali sono i criteri che consentono di identificare, all’interno della molteplicità di pratiche teatrali collettive, qualcosa di sicuramente riconducibile a questo fenomeno. Nel corso dell’indagine si è rivelata fondamentale la comprensione dei conflitti dell’esperienza reale e l’individuazione dei caratteri comuni, al fine di procedere a un esercizio di generalizzazione. La ricerca ha imposto la necessità di comprendere i meccanismi mnemonici e identitari che hanno determinato e, a loro volta, sono stati riattivati dalla nascita di questa esperienza. L’analisi, supportata da studi filosofici e antropologici, è volta a comprendere come sia cambiata la percezione della corporeità in un contesto di sparizione dei corpi, dove il lavoro sulla memoria riguarda in particolare i corpi assenti (desaparecidos). L’originalità del tema ha imposto la riflessione su un approccio metodologico in grado di esercitare una adeguata funzione euristica, e di fungere da modello per studi futuri. Sono stati pertanto scavalcati i confini degli studi teatrologici, con particolare attenzione alle svolte culturali e storiche che hanno preceduto e affiancato l’evoluzione del fenomeno.
Resumo:
A composite is a material made out of two or more constituents (phases) combined together in order to achieve desirable mechanical or thermal properties. Such innovative materials have been widely used in a large variety of engineering fields in the past decades. The design of a composite structure requires the resolution of a multiscale problem that involves a macroscale (i.e. the structural scale) and a microscale. The latter plays a crucial role in the determination of the material behavior at the macroscale, especially when dealing with constituents characterized by nonlinearities. For this reason, numerical tools are required in order to design composite structures by taking into account of their microstructure. These tools need to provide an accurate yet efficient solution in terms of time and memory requirements, due to the large number of internal variables of the problem. This issue is addressed by different methods that overcome this problem by reducing the number of internal variables. Within this framework, this thesis focuses on the development of a new homogenization technique named Mixed TFA (MxTFA) in order to solve the homogenization problem for nonlinear composites. This technique is based on a mixed-stress variational approach involving self-equilibrated stresses and plastic multiplier as independent variables on the Reference Volume Element (RVE). The MxTFA is developed for the case of elastoplasticity and viscoplasticity, and it is implemented into a multiscale analysis for nonlinear composites. Numerical results show the efficiency of the presented techniques, both at microscale and at macroscale level.
Resumo:
Axial spondyloarthritis (AxSpA) is an inflammatory disease affecting the axial skeleton. The infiltrate of T-cells in the structural lesions has been found to contribute to bone remodeling, but consensus relating the functional contribution of different T-cell subsets to pathogenesis has not been reached yet. Aim of the project was to characterize circulating T-cells and their homing markers from axSpA patients in order to identify cellular populations that could migrate to inflamed tissues and be implicated in axSpA. We found an altered proportion of circulating naïve and memory T-cells in axSpA patients, and a skew in favor of CD8+ T-cells expressing the chemokine receptor CCR4. Since CCL17 and CCL22, the two ligands for CCR4, are found to be elevated in the sera of axSpA patients, we investigated in details the role of CD8+CCR4+ T cells in axSpA. Our data showed that circulating CD8+CCR4+ T-cells display an effector memory phenotype and express homing markers for tissues that are target of the disease. Noteworthy, CD8+CCR4+ T cells from axSpA patients were activated, expressed markers of proliferation and acquired a cytotoxic phenotype, as demonstrated by the increased production of granzyme and perforin. CD8+CCR4+ T cells from axSpA patients upregulate the transcription of genes involved in bone mineralization and downregulate genes involved in osteoclast differentiation, indicating their possible involvement in bone remodeling. Furthermore, CD8+CCR4+ T cells stimulated with PMA and ionomycin were able to produce and release TNF and IL-8, two cytokines involved in osteoclastogenesis, indicating that CD8+CCR4+ T-cells after stimulation would be able to promote osteoclasts differentiation and neutrophils recruitment. Taken together our data suggest that CD8+CCR4+ T cells might exert a pathogenic role in axSpA, by releasing mediators of tissue damage, bone remodeling and recruitment of other pro inflammatory cells.
Resumo:
La tesi si propone di analizzare i procedimenti giudiziari avviati dalla magistratura francese nel dopoguerra - dal 1945 alla metà degli anni Cinquanta – a carico di ex partigiani per crimini commessi tra il 1944 e il 1° giugno 1946, data legale della cessazione delle ostilità. La tesi è strutturata in quattro capitoli tematici principali. Andando oltre la cesura rappresentata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la tesi esamina un aspetto poco conosciuto di quanto accaduto dopo la fine della guerra di liberazione, coinvolgendo alcuni dei suoi protagonisti. Fin dall'inizio, la Resistenza ha rappresentato una complessa "questione memoriale"; questo studio mostra come i processi ai partigiani si inseriscano nel quadro più ampio della difficile costruzione della memoria degli anni della guerra. In effetti, i processi ai partigiani hanno costituito un terreno di confronto politico e sono stati strumentalizzati. Inoltre, la tesi si inserisce nel dibattito storiografico intorno alla categoria della giustizia di transizione, completando un quadro che si limitava allo studio dell’epurazione. È un nuovo sguardo sul periodo di transizione che ci permette di osservare, in modo completo e complesso, il passaggio attraverso diverse forme di giustizia con continuità e rotture. In questo senso, lo studio dei processi porta alla luce una serie di dinamiche legate non solo agli attori direttamente coinvolti, ma anche alla società in generale.
Resumo:
This project discusses the relation between memory and graphic novels, mainly focusing on the ongoing narration of the Vietnam War. It adopts a diachronic and philological approach to reconstruct the history of the medium and its entanglement with war, be it as instrument of propaganda or as a memory project. It follows the development of the medium in Hearst and Pulitzer newspapers, analyzing how mass culture helped consolidating a persuasive ‘war mentality’. It reflects on the role that comics played in the creation of the myth of the ‘good war’. It also shows how the ‘god war’ pattern became increasingly contested during the Vietnam War, following the questioning of the traditional “American values” promoted by the counterculture of the time. Finally, it explores how the narration (and memory) of the Vietnam War has changed after September 11, 2001, and it describes the emergence of graphic narratives written by diasporic Vietnamese graphic artists.
Resumo:
Attraverso questa tesi, si intente centrare l'attenzione del mondo accademico e di quello teatrale sugli apporti delle pratiche performative al posizionamento sociale e la qualità della vita delle persone cieche e ipovedenti. Questa tesi tenta di fornire strumenti che avvicinino le persone con disabilità visive alla pratica delle attività teatrali basate su teorie scientifiche. Innanzitutto, a questo fine, ho reperito, sintetizzato e messo in reciproca relazione contributi di taglio psicologico, fisiologico e sociologico. Da questo lavoro esplorativo è risultato un quadro compressivo delle condizioni psicofisiche delle persone con disabilità visive. I loro aspetti psicologici presentano disturbi depressivi, ansie, problematiche circa la concezione di sé e l’autostima, rischi di suicidio, mentre quelli fisici includono stabilità posturale, coordinamento bilaterale e diverse forme di attività. A questi elementi vanno inoltre associati controllo dell'espressione, socialità e memoria. Combinando questi insiemi di caratteristiche alle possibilità e alle dinamiche del laboratorio teatrale, si sono quindi elaborate, progettate e sperimentate diverse serie di esercizi teatrali per non vedenti e ipovedenti. Tuttavia, a causa degli impedimenti oggettivi causati dalla pandemia del Covid, questa parte sperimentale della ricerca è in gran parte restata allo stato embrionale. Infine, sono stati documentati con descrizioni e interviste due laboratori teatrali per non vedenti rappresentativi della realtà italiana. A questi ho aggiunto riferimenti su iniziative e istituzioni di carattere teatrale: New Life, Teatro Ciego, XINMU Laboratorio teatrale, EXTANT, Theater Breaking, CRE Outreach. Si spera che, attraverso questo ricerca, non solo le persone con disabilità visive si famigliarizzino con le risorse offerte dalle pratiche formative, ma anche gli studiosi interessati possano sinteticamente accedere ad una complessiva e preliminare delle attività teatrali per i non vedenti, contribuendo, così, allo sviluppo sistematico della ricerca in questo campo.
Resumo:
Questa tesi propone un indagine sulla memoria del retorno a partire da una prospettiva critica che assume il “sud globale di lingua portoghese” come spazio storico e concettuale di riferimento. Si riflette sull'idea di specificità attribuita alla colonizzazione promossa dal Portogallo in Africa tenendo conto delle contraddizioni associate al movimento migratorio innescato dal processo violento di decolonizzazione dell’Africa portoghese. Le memorie trauamatiche sul retorno espongono la violenza come componente costitutiva della realtà coloniale ma ripropongono anche dinamiche che permettono l’occultamento del razzismo. L'esplorazione della “soffitta”, assunta come metafora della memoria familiare custodita nello spazio domestico, accompagna quella dell’archivio pubblico. L’analisi dell’archivio ufficiale e della memoria familiare riflette il tentativo di stabilire un dialogo tra storia e memoria superando la logica di antitesi che tradizionalmente le contrappone. Utilizzando il concetto criticamente problematico di “postmemoria” si riflette sulla riconfigurazione del rapporto con il passato in funzione di un’idea di “eredità come compito” assunto nel presente). La possibilità di “salvare” il passato dalla progressiva scomparsa dei testimoni comporta un pericolo di abuso ideologico connaturato al processo di trasmissione. La traduzione delle memorie coloniali sul retorno dallo spazio intimo allo spazio del dibattito pubblico mostra la relazione tra la costruzione della mitologia familiare e l’adozione del discorso lusotropicale. Il tentativo di definire la natura indecifrabile del retornado comporta la possibilità di sanzionare la violenza coloniale negando una responsabilità collettiva riferita al colonialismo. Si presenta il tentativo di configurare i termini di una questione post-coloniale portoghese dai contorni opachi. Questa tesi approda ad una conclusione aperta, articolata sul rischio sempre presente di appropriazione delle categorie critiche post-coloniali da parte dell’ideologia egemonica. Attraverso le (post)memorie (post)coloniali la denuncia del razzismo in quanto eredità permanente e la riconfigurazione dell’archivio coloniale costituiscono operazioni possibili, necessarie, ma non per questo scontate o prive di rischi.