20 resultados para Environmental impact analysis--Ontario--Lake Gibson.
Resumo:
Il recupero dei materiali di scarto è un aspetto di grande attualità in campo stradale, così come negli altri ambiti dell’ingegneria civile. L’attenzione della ricerca e degli esperti del settore è rivolta all’affinamento di tecniche di riciclaggio che riducano l’impatto ambientale senza compromettere le prestazioni meccaniche finali. Tali indagini cercano di far corrispondere le necessità di smaltimento dei rifiuti con quelle dell’industria infrastrutturale, legate al reperimento di materiali da costruzione tecnicamente idonei ed economicamente vantaggiosi. Attualmente sono già diversi i tipi di prodotti rigenerati e riutilizzati nella realizzazione delle pavimentazioni stradali e numerosi sono anche quelli di nuova introduzione in fase di sperimentazione. In particolare, accanto ai materiali derivanti dalle operazioni di recupero della rete viaria, è opportuno considerare anche quelli provenienti dall’esercizio delle attività di trasporto, il quale comporta ogni anno il raggiungimento della fine della vita utile per centinaia di migliaia di tonnellate di pneumatici di gomma. L’obiettivo della presente analisi sperimentale è quello di fornire indicazioni e informazioni in merito alla tecnica di riciclaggio a freddo con emulsione bituminosa e cemento, valutando la possibilità di applicazione di tale metodologia in combinazione con il polverino di gomma, ottenuto dal recupero degli pneumatici fuori uso (PFU). La ricerca si distingue per una duplice valenza: la prima è quella di promuovere ulteriormente la tecnica di riciclaggio a freddo, che si sta imponendo per i suoi numerosi vantaggi economici ed ambientali, legati soprattutto alla temperatura d’esercizio; la seconda è quella di sperimentare l’utilizzo del polverino di gomma, nelle due forme di granulazione tradizionale e criogenica, additivato a miscele costituite interamente da materiale proveniente da scarifica di pavimentazioni esistenti e stabilizzate con diverse percentuali di emulsione di bitume e di legante cementizio.
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L’elaborato finale presentato per la tesi di Dottorato analizza e riconduce a unitarietà, per quanto possibile, alcune delle attività di ricerca da me svolte durante questi tre anni, il cui filo conduttore è l'impatto ambientale delle attività umane e la promozione dello sviluppo sostenibile. Il mio filone di ricerca è stato improntato, dal punto di vista di politica economica, sull'analisi storica dello sviluppo del settore agricolo dall'Unità d'Italia ai giorni nostri e dei cambiamenti avvenuti in contemporanea nel contesto socio-economico e territoriale nazionale, facendo particolare riferimento alle tematiche legate ai consumi e alla dipendenza energetica ed all'impatto ambientale. Parte della mia ricerca è stata, infatti, incentrata sull'analisi dello sviluppo della Green Economy, in particolare per quanto riguarda il settore agroalimentare e la produzione di fonti di energia rinnovabile. Enfasi viene posta sia sulle politiche implementate a livello comunitario e nazionale, sia sul cambiamento dei consumi, in particolare per quanto riguarda gli acquisti di prodotti biologici. La Green Economy è vista come fattore di sviluppo e opportunità per uscire dall'attuale contesto di crisi economico-finanziaria. Crisi, che è strutturale e di carattere duraturo, affiancata da una crescente problematica ambientale dovuta all'attuale modello produttivo, fortemente dipendente dai combustibili fossili. Difatti la necessità di cambiare paradigma produttivo promuovendo la sostenibilità è visto anche in ottica di mitigazione del cambiamento climatico e dei suoi impatti socio-economici particolare dal punto di vista dei disastri ambientali. Questo punto è analizzato anche in termini di sicurezza internazionale e di emergenza umanitaria, con riferimento al possibile utilizzo da parte delle organizzazioni di intervento nei contesti di emergenza di tecnologie alimentate da energia rinnovabile. Dando così una risposta Green ad una problematica esacerbata dall'impatto dello sviluppo delle attività umane.
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La ricerca è volta a presentare un nuovo approccio integrato, a supporto di operatori e progettisti, per la gestione dell’intero processo progettuale di interventi di riqualificazione energetica e architettonica del patrimonio edilizio recente, mediante l’impiego di soluzioni tecnologiche innovative di involucro edilizio. Lo studio richiede necessariamente l’acquisizione di un repertorio selezionato di sistemi costruttivi di involucro, come base di partenza per l’elaborazione di soluzioni progettuali di recupero delle scuole appartenenti al secondo dopoguerra, in conglomerato cementizio armato, prevalentemente prefabbricate. Il progetto individua procedimenti costruttivi ecocompatibili per la progettazione di componenti prefabbricati di involucro “attivo”, adattabile ed efficiente, da assemblare a secco, nel rispetto dei requisiti prestazionali richiesti dalle attuali normative. La ricerca è finalizzata alla gestione dell’intero processo, supportato da sistemi di rilevazione geometrica, collegati a software di programmazione parametrica per la modellazione di superfici adattabili alla morfologia dei fabbricati oggetto di intervento. Tali strumenti informatizzati CAD-CAM sono connessi a macchine a controllo numerico CNC per la produzione industrializzata degli elementi costruttivi “su misura”. A titolo esemplificativo dell’approccio innovativo proposto, si formulano due possibili soluzioni di involucro in linea con i paradigmi della ricerca, nel rispetto dei principi di sostenibilità, intesa come modularità, rapidità di posa, reversibilità, recupero e riciclo di materiali. In particolare, le soluzioni innovative sono accomunate dall’applicazione di una tecnica basata sull’assemblaggio di elementi prefabbricati, dall’adozione di una trama esagonale per la tassellazione della nuova superficie di facciata, e dall’utilizzo del medesimo materiale termico isolante, plastico e inorganico, riciclato ed ecosostenibile, a basso impatto ambientale (AAM - Alkali Activated Materials). Le soluzioni progettuali proposte, sviluppate presso le due sedi coinvolte nella cotutela (Università di Bologna, Université Paris-Est) sono affrontate secondo un protocollo scientifico che prevede: progettazione del sistema costruttivo, analisi meccanica e termica, sperimentazione costruttiva, verifica delle tecniche di messa in opera e dei requisiti prestazionali.
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During the PhD program in chemistry at the University of Bologna, the environmental sustainability of some industrial processes was studied through the application of the LCA methodology. The efforts were focused on the study of processes under development, in order to assess their environmental impacts to guide their transfer on an industrial scale. Processes that could meet the principles of Green Chemistry have been selected and their environmental benefits have been evaluated through a holistic approach. The use of renewable sources was assessed through the study of terephthalic acid production from biomass (which showed that only the use of waste can provide an environmental benefit) and a new process for biogas upgrading (whose potential is to act as a carbon capture technology). Furthermore, the basis for the development of a new methodology for the prediction of the environmental impact of ionic liquids has been laid. It has already shown good qualities in identifying impact trends, but further research on it is needed to obtain a more reliable and usable model. In the context of sustainable development that will not only be sector-specific, the environmental performance of some processes linked to the primary production sector has also been evaluated. The impacts of some organic farming practices in the wine production were analysed, the use of the Cereal Unit parameter was proposed as a functional unit for the comparison of different crop rotations, and the carbon footprint of school canteen meals was calculated. The results of the analyses confirm that sustainability in the industrial production sector should be assessed from a life cycle perspective, in order to consider all the flows involved during the different phases. In particular, it is necessary that environmental assessments adopt a cradle-to-gate approach, to avoid shifting the environmental burden from one phase to another.
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The concepts of circular economy and sustainability are the basis of the present experimental research that seeks to reduce the environmental impact of traditional road construction materials. This study mainly focuses on the development and the chemo-mechanical characterization of bitumen extenders containing rubber (R) from end-of-life tyres (ELTs) and re-refined engine oil bottoms (REOBs) for the production of innovative and eco-friendly extended bitumens (i.e. bituminous binders containing 25%wt. of recycled products) and asphalt mixtures. In order to create more sustainable asphalt mixes, also recycled aggregates are used for partial replacement of virgin natural aggregates in the aggregate skeleton. The experimental program encompassed five successive steps: (i) the evaluation of physicochemical properties of R and REOB, (ii) the definition of the optimal extenders by the development of a new protocol and their characterizations, (iii) the realization and investigation of the chemo-rheological responses of the extended bitumens at different boundary conditions, (iv) the assessment of the effectiveness of analytical method to predict the rheological parameters of extended bitumens and, finally, (v) the analysis of the mechanical performances of the corresponding asphalt mixtures. A standard 50/70 penetration grade bitumen was chosen as a reference material and the main constituent of the innovative bituminous products. The results of this study underlined the importance of material characterization. The incorporation of R-REOB extenders strongly affects the chemo-rheological responses of the resulting extended bitumens and asphalt mixtures overall the boundary conditions. While the presence of R and the consequent formation of a polymer network improves the elasticity of the final products, especially at high test temperatures; the addition of REOB, softens the bituminous binders and asphalt mixes increasing their response at low test temperatures. Nonetheless, the use of recycled products increased the susceptibility of bituminous material under damaging conditions, which would need further investigations.