307 resultados para Incertezza misura sperimentale errore parametri geometrici


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La ricerca indaga le dinamiche socio - economiche in atto in rapporto con le trasformazioni territoriali e valuta in quale misura la pianificazione territoriale ed urbanistica sia in grado di soddisfare le attuali esigenze nella gestione del territorio, urbanizzato e non. La riflessione parte dalla necessità di capire come un territorio possa conservare vitalità nel momento in cui si ritrova all’interno di un sistema di dinamiche che non si rivolge più ad ambiti di riferimento vicini (fino ad una decina d’anni fa la competitività veniva misurata, generalmente, tra regioni contermini, al massimo con riferimento ai trend nazionali), ma che necessita di confrontarsi per lo meno con le realtà regionali europee, se non, per certi versi, con la scala mondiale, globale appunto. La generalità della tematica ha imposto, di conseguenza, l’individuazione di un case book al quale riferirsi così da approfondirla attraverso una conoscenza diretta di un preciso ambito territoriale. È stato scelto, quale esemplificazione, il territorio della regione Veneto, con particolare riferimento all’area centrale. La ragione di tale scelta è da individuarsi, oltre che in motivi meramente strumentali, nel fatto che il Veneto, tra le regioni italiane, tuttora si configura come un territorio soggetto a forti trasformazioni indotte dalle dinamiche socio - economiche. Infatti da un primo periodo veneto, legato alla costruzione dell’armatura territoriale articolata su una molteplicità di poli diffusi sul territorio, si è passati al Secondo Veneto, quello della diffusione produttiva, dei capannoni, della marmellata urbanistica, del consumo del suolo. L’epoca attuale risponde poi ad un Terzo Veneto, un periodo forse di transizione verso un nuovo assetto. Il punto di partenza è stato dunque quello della delimitazione dell’area di riferimento, attraverso il riconoscimento di quei caratteri territoriali che la contraddistinguono da altre aree all’interno della regione stessa e su scala europea. Dopo una prima descrizione in chiave descrittiva e storico - evolutiva rivolta alla comprensione dei fenomeni in atto (diffuso e frammentazione insediativa tra i principali) si è passati ad una lettura quantitativa che consentisse, da un lato, di comprendere meglio alcuni caratteri della Regione e, dall’altro, di confrontarla con la scala globale, che si è scelto essere per la realtà considerata quella dell’Unione Europea. Le problematiche, i punti di forza e di debolezza emersi hanno consentito di formulare alcune ipotesi volte al miglioramento del territorio dell’area centrale veneta attraverso un processo che individuasse, non solo gli attori interessati alla trasformazione, ma anche gli strumenti maggiormente idonei per la realizzazione degli stessi. Sono emerse così le caratteristiche che potrebbe assumere il Quarto Veneto, il Veneto che verrà. I temi trattati spaziano dall’individuazione dei metodi di governance che, tramite il processo di visioning, siano in grado di individuare le priorità, di definire l’intensità d’uso, la vocazione dei luoghi e chi siano gli operatori interessati, all’integrazione tra i valori della storia e della cultura territoriale con i nuovi modi del fare (nuove tecnologie), fino all’individuazione di strumenti di coesione economica, sociale e territoriale per scongiurare quei rischi di disgregazione insiti nella globalizzazione. La ricerca si è dunque concretizzata attraverso un approccio euristico alla problematica delle trasformazioni territoriali, in cui il tema della scala di riferimento (locale - globale), ha consentito di valutare esperienze, tecniche e progetti volti al raggiungimento di livelli di sviluppo territoriale ed urbano sostenibili.

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L’attenta analisi della letteratura scientifica su argomenti riguardanti i contaminanti ambientali oggetto di studio (i policlorodifenili) ha permesso di raccogliere dati utili riguardanti le proprietà di queste molecole, la loro diffusione e la loro pericolosità. Oggetto della ricerca è stato lo studio in vitro del potenziale citotossico e trasformante dei PCB, utilizzando come riferimento una miscela commerciale di PCB, l’Aroclor 1260, e di un MIX di 18 congeneri ricostituito in laboratorio. Il lavoro è proseguito con la valutazione degli effetti di queste miscele e di due congeneri singoli (PCB 118 e PCB 153) su linee cellulari diverse in test di vitalità a breve termine. L’utilizzo di test specifici ha poi permesso la valutazione di un possibile potenziale estrogenico. Una volta ottenuto un quadro generale sui possibili effetti delle miscele grazie ai risultati dei test funzionali, è stata valutata la modulazione, da parte delle molecole e/o di miscele delle stesse, dell’espressione di geni coinvolti nella risposta ad estrogeni o a composti diossino simili, andando ad effettuare un’analisi di tipo molecolare con Real-Time PCR (RT-PCR) e analizzando nello specifico marcatori di pathway dell’Aryl Hydrocarbon Receptor (AhR) o dell’Estrogen Receptor (ER). In ultima analisi al fine di verificare l’applicabilità di biomarkers di espressione a situazioni di contaminazioni reali, ci si è focalizzati su campioni estratti da matrici ambientali, ed in particolare linee cellulari di interesse sono state esposte a estratti di sedimenti provenienti da siti inquinati. L’approccio scelto è stato di tipo molecolare, con lo scopo di individuare pathway da valutare in un secondo momento in test funzionali specifici. L’attività di ricerca si è avvalsa della tecnica del DNA-microarray per valutare la modulazione dell’espressione genica in risposta all’esposizione a contaminanti ambientali. In questo modo è possibile definire i profili di espressione genica che sottendono a risposte biologiche complesse nell’intento di individuare biomarcatori in grado di predire il rischio per l’uomo, e di consentire la stima di una relazione diretta tra esposizione ed effetti possibili.

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The experiments described in the thesis for my PhD were addressed to the study of the anticancer activity of a conjugate of doxorubicin (DOXO) with lactosaminated human albumin (L-HSA) on hepatocellular carcinomas (HCCs) induced in rats by diethylnitrosamine. L-HSA is a neoglycoprotein exposing galactosyl residues. The conjugate was prepared to improve the chemo therapeutic index of DOXO in the treatment of the well differentiated (WD) HCCs whose cells mantain the receptor for galactosyl terminating glycoproteins and consequently can actively internalize L-HSA. In my first experiments I found that L-HSA coupled DOXO produced concentrations of DOXO higher than those raised by an equal dose of free drug, not only in WD HCCs, but also in the poorly differentiated forms (PD) of these tumors which do no express the receptor for galactosyl terminating glycoproteins. Subsequently I provided evidence that penetration of L-HSA-DOXO in PD HCCs was due to a non-specific adsorption mediated by the DOXO residues of the conjugate which interact with the cell surface mainly because at physiological pH they are positively charged and bind to anionic phospholipids of the cell membrane. In subsequent experiments, by ultrasound technique, I studied the action of free and L-HSA coupled DOXO on the growth of rat HCCs. I found that L-HSA coupled DOXO hindered the development of new neoplastic nodules and inhibited the growth of the established tumors. In contrast, the free drug neither inhibited the development of HCCs nor prevented the growth of the established tumors. Moreover, the free drug produced a severe loss of weight of rats, a sign of severe toxicity, which was not caused by the conjugate. In conclusion assuming that the results obtained in rats can be applied to patients, the results of my thesis suggest that the conjugate by increasing the efficacy and tolerability of DOXO could improve the value of this drug in the treatment of human HCCs.

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È la nostra intenzione, per mezzo di questa ricerca, effettuare uno studio metodico del procedure tributaria con gli actas con acuerdo, che costituisce una riflessione fedele delle tecniche convenzionali usate allo scopo di dare più sicurezza giurídica al contribuente ed evitare la formazione delle controversie inutili quando stabilisce la possibilità di raggiungere un accordo con la Amministrazione Finanziaria, per la indeterminatezza e la difficoltà che esistono nel sistema fiscale che ordina, per quanto l’interpretazione e l’applicazione della norma si riferisce. Per la realizzaione di questa ricerca ha usato i materiali possiedono del ambito giuridico, questo è, dottrina, giurisprudenza e il Diritto positive, tanto nazionale (spagnolo) quanto straniero, perché l’analisi interrotta di queste fonti, mette di rilievo adi atti relativi a lei actas con acuerdo, di cui la risposta non ha essere pacifica né l’uno né l’altro unanime, poichè abbiamo occasione da analizzare in questo lavoro che prova a contribuire nel minim misurato allo studio su questo tipo specifico di actas e, allo stesso tempo, per effettuare le considerazioni de lege ferenda sul relativo regime legale. Giustificato l’interesse dell’oggetto di studio e dei mezzi tematichi usare, risulta opportuno esporre dopo, il soddisfare di base che è stato seguito per l’elaborazione del lavoro, che consiste di quattro capitoli, a quale va fare il riferimento. Abbiamo considerato indovinato per cominciare, dedicare il capitolo I, titolato “Natura legale degli actas con acuerdo” all’analisi della domanda circa l’inserzione negli accordi nelle procedure fiscali, prendente como l’ipotesi di partenza la scrittura dall’articolo 88 dalla Legge dal Regime Giuridico delle Amministrazioni Pubbliche e la Procedura Amministrativa Comune, dall’applicazione ausiliaria alle procedure fiscale e da quale la possibilità è introdotta di fare gli accordi, i patti o i contratti fra l’Ammistrazione e gli amministrate che possono avere la considerazione dei rimorchi delle procedure amministrative o, a tali introduce dentro con il carattere precedente al relativo completamento, incomparabile con esso unilateralità caratteristico delle prestazioni amministrative. Anche se, dato che relativo adattato messo in funzione all’interno nell sistema fiscale, l’approvazione di una norma specifica, sarebbe consigliabile, che regola l’accordo corrispondente o l’accordo, perché solamente finora, le valutazioni specifiche sono state regolate soltanto como quale sono oggetto di analisi. Quando abbiamo fato l’esame delle caratteristiche che sono conformi la compilazione convenzizonale della procedura ed all’interno di questo primo capitolo, là sono imbarcati in il dibattito doctrinal discutibile su uno alle funzioni decisive degli actas con acuerdo, poichè è quello della sua natura legale, con l’obiettivo per incorniciarlo nella categoria di tecnica di patticio o di atto amministrativo, poiché del telaio in uno o l’altro, saranno fatti derivi il regime legale e le relative conseguenze; e così, dopo l’esame specifico di ogni delle teorie formulate, rendere specificamente la natura legale che abbiamo considerato più misura a la realtà di questa figura. D’altra parte, il secondo dei capitoli accende “La prospettiva dogmatica e costituzionale degli actas con acuerdo”, in cui ci siamo avvicinati alla compatibilità di questa figura con i principii principali del Finanziario che la costituzione spagnola allo scopo di ottenere un Sistema Finanziario del justo; e reso specifico nel principio di capacità contributiva, nel principio di uguaglianza, nel principio di legalità, nel principio di tutela giurisdizionale effetiva, nel principio di certezza e nel indisponibilità del credito tributario. L’analisi nel Diritto comparato è di base nello studio su tutta l’istituzione legale, non solo per affrontante le possibili carenze del nostro sistema fiscale, ma anche per capire la stessa realtà legale, per quel motivo, noi ha dedicato il terzo dei capitoli, “Risoluzione convenzionale delle polemiche del Finanziario nel quadro del Diritto comparato”, fare una descrizione separata del regime legale di ogni delle figure attuali dei differenti sisteme studiati; ma concentrandosi il nostro studio nella modalitá del accertamento con adesione di sistema italiano, perché gli actas con acuerdo sono basati, in grande misura, in questo modello, ragione per la quale il relativo esame concederà rilevare i problemi ed i successi principali, tanto teorico quanto pratico, che la relativa applizcazione ha causato in Italia e trasferirla all’ordenamento spagnolo. Il capitolo IV, “Regime legale degli actas con acuerdo”, costituisce il nucleo della nostra ricerca quando si avvicina l’esame della relativa portata dell’applicazione, obiettivo come tanto soggettivo, di questa categoria specifica delle Ufficio dell’Entrate, i preventivi che il legislatore depositato giù in moda da potere invitare l’attuario di controllo al contribuente per regolarizzare la sua situazione finanziaria prima dell’esistenza dei concetti legali indetermine, concretion della norma legale o della realizzazione delle misure, delle valutazioni o delle valutazioni per la determinazione dell’obbligo finanziario; così como la procedura che deve essere seguita, i requisiti richiesti per i relativo abbonamento, si sono riferiti all’autorizzazione dall’organo competente per liquidare i debiti, la costituzione della garanzia dovuta per assicurare i tutela dell credito tributario egli effetti legali derivato dalla relativa formalizzazione. Per concludere la nostra ricerca, poichè è tradizionale in questi casi, un’ultima sezione è dedicata per riunire le conclusioni principali che derivano dallo studio si sono presentate nelle pagine precedere, provante a fornire una visione globale delle domande imbarcate nel lavoro, così como dei problemi provocati e, nel relativo caso, delle soluzioni possibili.

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Background. One of the phenomena observed in human aging is the progressive increase of a systemic inflammatory state, a condition referred to as “inflammaging”, negatively correlated with longevity. A prominent mediator of inflammation is the transcription factor NF-kB, that acts as key transcriptional regulator of many genes coding for pro-inflammatory cytokines. Many different signaling pathways activated by very diverse stimuli converge on NF-kB, resulting in a regulatory network characterized by high complexity. NF-kB signaling has been proposed to be responsible of inflammaging. Scope of this analysis is to provide a wider, systemic picture of such intricate signaling and interaction network: the NF-kB pathway interactome. Methods. The study has been carried out following a workflow for gathering information from literature as well as from several pathway and protein interactions databases, and for integrating and analyzing existing data and the relative reconstructed representations by using the available computational tools. Strong manual intervention has been necessarily used to integrate data from multiple sources into mathematically analyzable networks. The reconstruction of the NF-kB interactome pursued with this approach provides a starting point for a general view of the architecture and for a deeper analysis and understanding of this complex regulatory system. Results. A “core” and a “wider” NF-kB pathway interactome, consisting of 140 and 3146 proteins respectively, were reconstructed and analyzed through a mathematical, graph-theoretical approach. Among other interesting features, the topological characterization of the interactomes shows that a relevant number of interacting proteins are in turn products of genes that are controlled and regulated in their expression exactly by NF-kB transcription factors. These “feedback loops”, not always well-known, deserve deeper investigation since they may have a role in tuning the response and the output consequent to NF-kB pathway initiation, in regulating the intensity of the response, or its homeostasis and balance in order to make the functioning of such critical system more robust and reliable. This integrated view allows to shed light on the functional structure and on some of the crucial nodes of thet NF-kB transcription factors interactome. Conclusion. Framing structure and dynamics of the NF-kB interactome into a wider, systemic picture would be a significant step toward a better understanding of how NF-kB globally regulates diverse gene programs and phenotypes. This study represents a step towards a more complete and integrated view of the NF-kB signaling system.

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Animal models have been relevant to study the molecular mechanisms of cancer and to develop new antitumor agents. Anyway, the huge divergence in mouse and human evolution made difficult the translation of the gained achievements in preclinical mouse based studies. The generation of clinically relevant murine models requires their humanization both concerning the creation of transgenic models and the generation of humanized mice in which to engraft a functional human immune system, and reproduce the physiological effects and molecular mechanisms of growth and metastasization of human tumors. In particular, the availability of genotypically stable immunodepressed mice able to accept tumor injection and allow human tumor growth and metastasization would be important to develop anti-tumor and anti-metastatic strategies. Recently, Rag2-/-;gammac-/- mice, double knockout for genes involved in lymphocyte differentiation, had been developed (CIEA, Central Institute for Experimental Animals, Kawasaki, Japan). Studies of human sarcoma metastasization in Rag2-/-; gammac-/- mice (lacking B, T and NK functionality) revealed their high metastatic efficiency and allowed the expression of human metastatic phenotypes not detectable in the conventionally used nude murine model. In vitro analysis to investigate the molecular mechanisms involved in the specific pattern of human sarcomas metastasization revealed the importance of liver-produced growth and motility factors, in particular the insulin-like growth factors (IGFs). The involvement of this growth factor was then demonstrated in vivo through inhibition of IGF signalling pathway. Due to the high growth and metastatic propensity of tumor cells, Rag2-/-;gammac-/- mice were used as model to investigate the metastatic behavior of rhabdomyosarcoma cells engineered to improve the differentiation. It has been recently shown that this immunodeficient model can be reconstituted with a human immune system through the injection of human cord blood progenitor cells. The work illustrated in this thesis revealed that the injection of different human progenitor cells (CD34+ or CD133+) showed peculiar engraftment and differentiation abilities. Experiments of cell vaccination were performed to investigate the functionality of the engrafted human immune system and the induction of specific human immune responses. Results from such experiments will allow to collect informations about human immune responses activated during cell vaccination and to define the best reconstitution and experimental conditions to create a humanized model in which to study, in a preclinical setting, immunological antitumor strategies.

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The project was developed into three parts: the analysis of p63 isoform in breast tumours; the study of intra-tumour eterogeneicity in metaplastic breast carcinoma; the analysis of oncocytic breast carcinoma. p63 is a sequence-specific DNA-binding factor, homologue of the tumour suppressor and transcription factor p53. The human p63 gene is composed of 15 exons and transcription can occur from two distinct promoters: the transactivating isoforms (TAp63) are generated by a promoter upstream of exon 1, while the alternative promoter located in intron 3 leads to the expression of N-terminal truncated isoforms (ΔNp63). It has been demonstrated that anti-p63 antibodies decorate the majority of squamous cell carcinomas of different organs; moreover tumours with myoepithelial differentiation of the breast show nuclear p63 expression. Two new isoforms have been described with the same sequence as TAp63 and ΔNp63 but lacking exon 4: d4TAp63 and ΔNp73L, respectively. Purpose of the study was to investigate the molecular expression of N-terminal p63 isoforms in benign and malignant breast tissues. In the present study 40 specimens from normal breast, benign lesions, DIN/DCIS, and invasive carcinomas were analyzed by immunohistochemistry and RT-PCR (Reverse Transcriptase-PCR) in order to disclose the patterns of p63 expression. We have observed that the full-length isoforms can be detected in non neoplastic and neoplastic lesions, while the short isoforms are only present in the neoplastic cells of invasive carcinomas. Metaplastic carcinomas of the breast are a heterogeneous group of neoplasms which exhibit varied patterns of metaplasia and differentiation. The existence of such non-modal populations harbouring distinct genetic aberrations may explain the phenotypic diversity observed within a given tumour. Intra-tumour morphological heterogeneity is not uncommon in breast cancer and it can often be appreciated in metaplastic breast carcinomas. Aim of this study was to determine the existence of intra-tumour genetic heterogeneity in metaplastic breast cancers and whether areas with distinct morphological features in a given tumour might be underpinned by distinct patterns of genetic aberrations. 47 cases of metaplastic breast carcinomas were retrieved. Out of the 47 cases, 9 had areas that were of sufficient dimensions to be independently microdissected. Our results indicate that at least some breast cancers are composed of multiple non-modal populations of clonally related cells and provide direct evidence that at least some types of metaplastic breast cancers are composed of multiple non-modal clones harbouring distinct genetic aberrations. Oncocytic tumours represent a distinctive set of lesions with typical granular cytoplasmatic eosinophilia of the neoplastic cells. Only rare example of breast oncocytic carcinomas have been reported in literature and the incidence is probably underestimated. In this study we have analysed 33 cases of oncocytic invasive breast carcinoma of the breast, selected according to morphological and immunohistochemical criteria. These tumours were morphologically classified and studied by immunohistochemistry and aCGH. We have concluded that oncocytic breast carcinoma is a morphologic entity with distinctive ultrastructural and histological features; immunohistochemically is characterized by a luminal profile, it has a frequency of 19.8%, has not distinctive clinical features and, at molecular level, shows a specific constellation of genetic aberration.

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La storia naturale dell’epatopatia HCV-relata passa dall’epatite cronica alla cirrosi ed eventualmente all’epatocarcinoma fino ad arrivare alla possibile necessità del trapianto di fegato. HCV non esercita citolisi diretta, pertanto i fattori immunologici giocano il duplice ruolo di determinare l’evoluzione dell’infezione e il danno epatico. All’interno del sistema immunitario esistono linfociti in grado di inibire l’attivazione delle cellule effettrici modulando la risposta immunitaria; la popolazione regolatoria meglio conosciuta è costituita dai cosiddetti T-reg caratterizzati dal fenotipo CD4+CD35hiFoxp3+. Scopo di questo studio è stato determinare fenotipo e funzione dei T-reg, valutandone le correlazioni con caratteristiche cliniche e parametri biochimici e virologici, nelle diverse fasi della malattia epatica da HCV, a partire dall’epatite cronica, passando per la cirrosi, l’epatocarcinoma e terminando con il follow-up post-trapianto di fegato. Sono stati reclutati 80 pazienti con infezione cronica da HCV non in trattamento antivirale, di cui 52 con epatite cronica, 12 con cirrosi e 16 con epatocarcinoma. Di questi, 11 sono andati incontro a trapianto di fegato e sono stati poi seguiti fino a 36 mesi di follow up. Ventinove soggetti avevano transaminasi persistentemente nella norma e 28 mostravano ALT costantemente oltre 2.5x i valori normali. Quaranta donatori di sangue sono stati utilizzati come controlli sani. Marcatori di superficie (CD4, CD25) ed intracellulari (Foxp3) sono stati valutati in citofluorimetria su sangue intero periferico per tutti i soggetti al basale ed ogni 2-4 settimane dopo trapianto. In una quota di pazienti i T-reg sono stati estratti dai linfociti del sangue periferico con metodi immunomagnetici e la loro funzione valutata come percentuale di inibizione di proliferazione e produzione di IFN-γ da parte delle cellule bersaglio CD4+CD25- in esperimenti di co-coltura effettuati al basale e dopo 24-36 settimane dal trapianto. La percentuale di T-reg e l’espressione del Foxp3 sono risultate aumentate nei soggetti con HCV rispetto ai controlli sani, in particolare in coloro con cirrosi, HCC e nei pazienti con transaminasi normali indipendentemente dallo stadio di malattia, correlando inversamente con i livelli di transaminasi e direttamente con il punteggio MELD. La produzione di IFN-γ è incrementata in tutti i pazienti HCV ma efficacemente controllata solamente dai T-reg dei pazienti con transaminasi normali. Dopo il trapianto di fegato, si verifica una precoce e reversibile riduzione delle T-reg circolanti. Alla 24ma e 36ma settimana dal trapianto la percentuale dei T-reg circolanti è sovrapponibile al basale e i loro effetti, sia in termini di proliferazione che di produzione di IFN-γ, sulle cellule bersaglio, già dotate di una ridotta attività intrinseca, appaiono particolarmente incisivi. In conclusione, l’epatopatia cronica da HCV è caratterizzata da una popolazione di T-reg espansa che però, con l’eccezione dei soggetti con transaminasi normali, non appare in grado di limitare il danno epatico immuno-mediato e potrebbe favorire lo sviluppo e la crescita di lesioni tumorali nei pazienti con malattia avanzata. Il trapianto di fegato, probabilmente a causa della terapia immunosoppressiva, si associa ad un marcato e transitorio declino dei T-reg le cui numerosità e funzione vengono completamente recuperate a sei mesi dall’intervento. La migliore conoscenza dei meccanismi alla base delle cinetica e della funzione delle cellule regolatorie potrà fornire utili strumenti per il loro utilizzo come adiuvanti nella terapia dell’epatopatia cronica HCV relata.