172 resultados para Pozzuoli (Italy) Tempio di Serapide.
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Il tema affrontato nella presente ricerca sono le trasformazioni intercorse nella vita quotidiana tra il III e il I secolo a.C. in due colonie latine, Ariminum e Bononia, attraverso le evidenze archeologiche. Vengono indagate su scala locale le conseguenze di un fenomeno di grande portata, la colonizzazione romano-latina, mettendo a fuoco le forme dell’abitare, le tradizioni artigianali e le pratiche alimentari. La principale base documentaria sono le testimonianze archeologiche di edilizia domestica e le ceramiche, rinvenute nelle aree di abitato di Rimini e Bologna e nei territori limitrofi. Per cogliere a pieno le trasformazioni intercorse, vengono passate in rassegna le principali caratteristiche del popolamento, dell'architettura domestica e delle ceramiche precedenti la colonizzazione romano-latina. Le due colonie, le abitazioni e le ceramiche sono considerate, inoltre, nel contesto territoriale più ampio, volgendo lo sguardo anche all'area medio-adriatica e alla Cispadana. Allo stesso tempo, sono continui i riferimenti all'Italia medio-tirrenica, poiché permettono di comprendere molte delle evidenze archeologiche e dei processi storici in esame. Il primo capitolo tratta della colonizzazione romano-latina, calata nelle realtà di Rimini e Bologna. La domanda a cui si vuole rispondere è: chi erano gli abitanti delle due colonie? A questo proposito, si affronta anche la questione degli insediamenti precoloniali. Nel secondo capitolo si analizzano le abitazioni urbane. Quali furono le principali innovazioni nell'architettura domestica introdotte dalla colonizzazione? Come cambiarono le forme dell’abitare ad Ariminum e Bononia in età repubblicana? Il terzo capitolo si concentra sulla ceramica per la preparazione e il consumo del cibo nei contesti di abitato. Come cambiarono nelle due città le pratiche alimentari e le tradizioni artigianali utilizzate nella produzione di ceramiche? L'ultimo capitolo discute alcuni quadri teorici applicati ai fenomeni descritti nei capitoli precedenti (romanizzazione, acculturazione, identità, globalizzazione). L'ultimo paragrafo entra nel merito delle trasformazioni avvenute nella vita quotidiana di Ariminum e Bononia.
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Sulla spinta dell’approvazione della legge italiana 47/2017 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, questo lavoro è teso ad affrontare le complesse aspettative genitoriali e parentali sviluppatesi intorno al processo di categorizzazione MSNA di cui questa legge è diventata approdo giuridico. Le controverse aspettative di accompagnamento legatesi alla denominazione di “non accompagnato”, prese come aspetto scontato e assiomatico in molta parte della letteratura scientifica che utilizza l’acronimo, sono state qui intese come un nodo ambiguo e questionabile. Attraverso una ricerca e una metodologia antropologico-etnografica queste rappresentazioni contradditorie sono esplorate a partire da un “crocevia di campi” da queste interessati in un territorio amministrativo dell’Italia Settentrionale variamente frequentato tra 2018 e 2021. Insieme ad ambienti, metodi e sfide della ricerca locale, una prima sezione situa storicamente e contestualmente la categoria MSNA come fenomeno in sé piuttosto che come efficace espressione descrittiva di soggetti. Le due sezioni successive, dedicate rispettivamente alla neo-realtà di tutela volontaria e a quella di una comunità socio-educativa/di tipo familiare rivolta a persone di minore età, interrogano invece questi ambienti come spazi e tempi di elaborazione prima e negoziazione poi di rappresentazioni e pratiche relazionali e parentali molteplici.
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L’obiettivo di questa analisi è di coniugare la ricostruzione dei processi di assoggettamento che producono i copioni entro cui prende forma la soggettività dei profughi siriani, con la ricostruzione delle problematizzazioni alla base dei sistemi di controllo e gestione della circolazione regolare. Secondo l’UNHCR, tra il 2012 e il 2016 quasi un milione e mezzo di profughi siriani si è stabilita in Libano nel tentativo di sottrarsi all’intensificarsi del conflitto tra il regime di Assad e il fronte variegato di milizie ribelli. Questa popolazione in esilio si è confrontata con le politiche di amministrazione e controllo della loro presenza dispiegate dall’assemblaggio tra istituzioni locali e internazionali: in particolare, i governi libanesi che si sono avvicendati dal 2013 hanno progressivamente implementato interventi di inclusione differenziale della popolazione di profughi, relegandone la maggioranza in uno stato di marginalità e precarietà esistenziale. Di conseguenza, per molti di loro provare ad accedere a forme di mobilità regolare si impone come uno dei pochi percorsi possibili per ottenere il riconoscimento di un livello minimo di esistenza legittima. L’analisi sviluppata in questo elaborato si basa su una ricerca etnografica condotta in Libano nella regione dell’Akkar tra il 2019 e il 2020, a cui è stata associato uno studio dell’infrastruttura tecnico-politica dei Corridoi Umanitari, un programma per la mobilità dei profughi avviato nel biennio 2016-2017, grazie alla collaborazione tra autorità italiane e una serie di associazioni religiose attive in Italia.
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La presente ricerca affronta il tema delle esportazioni illecite e delle spoliazioni di opere d’arte attuate dai nazisti in Italia negli anni precedenti e durante la Seconda guerra mondiale. In particolare, all’interno di tale vasta questione, si è voluto far emergere il ruolo di Giorgio Castelfranco nella salvaguardia e tutela del patrimonio artistico italiano. Giorgio Castelfranco, funzionario di soprintendenza storico dell’arte, ha apportato il proprio contributo nella tutela del patrimonio grazie a diverse azioni da lui compiute durante la propria carriera. Contributo che si può far iniziare con i primi interventi di tutela, diremmo oggi, preventiva, come la compilazione del catalogo degli oggetti d’arte e degli elenchi dei monumenti, ma anche la salvaguardia delle bellezze naturali, compiuti negli anni Venti e Trenta del Novecento, presso le Soprintendenze della Puglia, dell’Umbria e della Toscana. Con l’emergenza della Guerra poi Castelfranco fu impegnato in una vera e propria opera di recupero e ricostruzione. Quest'ultima intesa non del solo patrimonio storico-artistico e monumentale, ma anche dell’amministrazione delle Belle Arti, a cui Castelfranco ha attivamente contribuito durante la reggenza della Direzione Generale sotto il Governo Badoglio. Inoltre, in occasione dei sopralluoghi ai depositi di opere d’arte toscani e durante la Missione per il recupero delle opere d’arte in Germania del 1946-1947, Castelfranco, grazie alle proprie competenze e all’esperienza maturata in decenni di attività professionale, ebbe l’occasione di dare il proprio fondamentale contributo all’individuazione e al recupero delle opere d’arte esportate illecitamente e trafugate dai nazisti.
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La ricerca intende indagare i rapporti tra le acquisizioni della ricerca scientifica nel campo della storia, con particolare riferimento al tema della formazione degli stati regionali italiani, e il suo insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado. Nella parte dedicata al quadro teorico si sottolinea la sempre più stringente necessità di un insegnamento e apprendimento della storia di qualità nella società attuale, basati sul senso della partecipazione democratica attiva e allo sviluppo del pensiero critico, nonostante i documenti ufficiali ministeriali non sempre dedichino al tema la giusta importanza e i recenti risultati ottenuti grazie a un questionario somministrato a studenti universitari sembrino confermare una didattica ancora legata alla pratica tradizionale. A questo proposito, quindi, occorre rifondare e ricentrare l’importanza della storia grazie all’approfondimento del lessico specifico e delle premesse epistemologiche basilari della disciplina. A partire da queste premesse, nell’inquadramento empirico si analizza lo stato di avanzamento della ricerca scientifico-accademica recente nei confronti della formazione degli stati regionali italiani bassomedievali, si confronta il tema nei principali manuali scolatici adottati nell’area metropolitana di Bologna; e sono infine analizzate le concezioni circa la storia, la storia medievale e l’utilizzo del libro di testo degli insegnanti di storia di scuola secondaria di secondo grado grazie alle risposte derivate dalla somministrazione di un questionario sulla pratica docente. I risultati ottenuti permetteranno di cogliere eventuali scollature tra la ricerca accademica e l’insegnamento nella scuola secondaria della storia, della storia medievale e della formazione degli stati regionali, sottolineando, talvolta, la necessità sempre più urgente di una integrata formazione continua degli insegnanti.
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International labour migration processes of the last decades saw increasing numbers of solo female migrants employed in the developed countries. Many of these women were mothers who left their children in the sending countries and thus gave rise to a controversial phenomenon of transnational motherhood. The present thesis is based on the first empirical study of intergenerational narratives of mothers, Georgian labour migrants to Italy, and their children, left behind in Georgia. Mothers’ international labour migration is a challenge to the traditional ideology of motherhood. Although unconsciously migrant mothers often adhere to “alternative”, “rational”, future-oriented model(s) of parenting, they continue to live their experiences in the framework of traditional understandings of motherhood, which appears to be unequipped to “frame” transnational motherhood as, from its point of view, mothers’ choice to leave their children is reprehensible, yet transnational mothers’ physical absence is not an equivalent of “leaving” their children. Informants’ narratives strongly suggest that long periods of physical separation did not jeopardize bonds between mothers and children in transnational families. While informants’ selection bias is probable, the mother-child bond was not “broken” and the very essence of motherhood remained intact. Many forms of mothers’ and children’s online co-presence were documented during the interviews. Interviews also prove that the Internet cannot be considered a solution to the problem of family separation, experienced painfully by both mothers and children: it may reduce the pain caused by separation, but cannot be a substitute for mothers’ physical absence from their families. Despite the pain caused by separation, mothers’ emigration appeared to be the right decision made for the good of the family. Interviewed mothers almost univocally reported readiness to “keep going on”, and continue working in emigration to help their children until physically able to do so, because, as they put it, “motherhood never ends”.
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Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022 sono state testate differenti matrici biologiche di carnivori domestici e selvatici provenienti dall’Italia e da altri Paesi europei (Norvegia, Romania). Diversi saggi molecolari, tra cui real-time PCR, end-point PCR, semi-nested PCR, retrotrascrizione e rolling circle amplification, sono stati utilizzati per ricercare il DNA o l’RNA genomico di virus e batteri. Il sequenziamento dell’intero genoma o di geni informativi dei patogeni identificati ne ha inoltre consentito la caratterizzazione genetica e l’analisi filogenetica. Gli studi, svolti presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna, erano focalizzati nei confronti di alcuni virus a DNA, come Carnivore protoparvovirus 1 in lupi dall’appennino italiano e cani dalla Romania, adenovirus canino di tipo 1 e 2 in cani e lupi provenienti dal territorio nazionale, circovirus canino in cani e lupi italiani e volpi rosse e artiche della Norvegia; virus a RNA, come il canine distemper virus in faine recuperate nel territorio italiano e il calicivirus felino in gatti con diagnosi di poliartrite; e batteri appartenenti alla specie Anaplasma phagocytophilum in gatti deceduti e sottoposti a necroscopia in Italia. Dai risultati ottenuti è emerso che gli agenti infettivi indagati circolano nelle popolazioni di carnivori domestici e selvatici in forma asintomatica o determinando talvolta sintomatologia clinica. In alcuni animali testati è stata rilevata la coinfezione con diversi agenti patogeni, condizione che può predisporre ad un aggravamento della sintomatologia clinica. Dall’analisi filogenetica sono emerse relazioni tra gli agenti infettivi rilevati nelle differenti specie animali suggerendone la trasmissione tra ospiti domestici e selvatici e confermando il ruolo epidemiologico svolto dei carnivori selvatici nel mantenimento dei patogeni nel territorio. Alla luce dei dati ottenuti, è importante sottolineare l’importanza delle misure di profilassi, in particolare la vaccinazione degli animali da compagnia, per ridurre la trasmissione e la diffusione degli agenti infettivi.
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Leishmaniasis is a complex parasitic disease caused by intracellular protozoans of the genus Leishmania mainly transmitted by the bite of sand flies. In Italy, leishmaniasis is caused by Leishmania infantum, responsible for the human visceral and canine leishmaniases (HVL and CanL, respectively). Within Emilia-Romagna region, Italy, recent molecular studies indicated that L. infantum strains circulating in dogs and humans are different. This suggests that an animal reservoir other than dog should be evaluated in the epidemiology of HVL in Emilia-Romagna. Therefore, the main aim of this PhD project was to investigate the role of wild and peridomestic mammals as potential animal reservoirs of L. infantum in the regional zones where HVL foci are still active, also evaluating the possible role of arthropod vectors other than phlebotomine sandflies as vectors of Leishmania spp. in the sylvatic cycle of the protozoa. Overall, 206 specimens of different animal species (roe deer, rats, mice, badgers, hares, polecats, foxes, beech martens, bank voles, hedgehogs, and shrews), collected in Emilia-Romagna were screened for Leishmania with a real-time PCR, revealing a prevalence of 33% for roe deer (first report in this species). Positivity was also found in brown rats (10.6%), black rats (13.1%), mice (10%), badgers (25%), hedgehogs (80%) and bank voles (11%). To distinguish the two strains of L. infantum circulating in Emilia-Romagna, a nested PCR protocol optimized for animal tissues was developed, demonstrating that over 90% of L. infantum infections in roe deer were due to the strain isolated from humans and suggesting their possible role as reservoirs in the study area. Furthermore, the presence of Leishmania kDNA was detected in unfed larvae, nymphs and males of questing Ixodes ricinus ticks collected in regional parks of Emilia-Romagna suggesting their possible role in the transmission of L. infantum in a sylvatic or rural cycle.
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La riflessione sulle competenze democratiche è viva negli ultimi anni (Consiglio d’Europa, 2018; Legge 92/2019; Unesco, 2015) e il ruolo dell’educazione nel promuoverle è considerato cruciale. Lo studio qui presentato si è proposto di indagare empiricamente se e come una specifica competenza democratica – quella empatica – possa essere promossa nei contesti educativi formali grazie a esperienze di lettura di narrativa letteraria. A partire dalla lettura in chiave fenomenologica del concetto di empatia (Boella, 2006, 2018; Stein 1917/2014; Zahavi, 2011, 2014) e dalle evidenze della ricerca – che mettono in evidenza alcuni elementi della lettura di narrativa letteraria in grado di sostenere il processo empatico (Cohen, 2001; Hakemulder, 2000, 2004; Keen, 2006; Kidd & Castano, 2013, 2017) – è stato elaborato un disegno di ricerca empirica avente l’obiettivo di comprendere se le esperienze di lettura in ambito scolastico possano configurarsi come “palestre di empatia” e se vi siano fattori in grado di facilitare (oppure ostacolare) tale processo. È stato utilizzato un approccio qualitativo fenomenologico. Sono stati analizzati (con l’ausilio di un code-book) i testi scritti di studenti (N=356), raccolti in 3 scuole (secondarie di I e II grado) del Nord/Centro Italia, durante gli anni scolastici 20-21 e 21-22. I testi riguardano la relazione instaurata con i personaggi narrativi. I dati mostrano che le esperienze di lettura di narrativa letteraria possono essere occasioni di allenamento delle competenze empatiche, ma sottolineano anche come ciò non sia scontato, lineare o automatico. Il manifestarsi dell’empatia narrativa richiede impegno, tempo, testi capaci di far incontrare la ricchezza e la complessità dell’esperienza umana e spazi di confronto (intimo e con gli altri) critico e riflessivo. La mediazione dell’insegnante è chiamata in causa a più riprese ed emerge l’importanza di specifiche competenze disciplinari, pedagogiche e riflessive, da sviluppare e coltivare incessantemente.
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The was conducted with objectives focusing on the EU farm animal directive and applicability in Africa focusing in Ethiopia, the welfare assessment and the effect of different bovine respiratory disease (BRD) treatment protocols in beef cattle fattening unit and the calves navel healing and fitness for transport. Different methodology was applied: relevant literates, international organization, regional organization, countries legislations, standards were assessed and reviewed, for assessing beef welfare and biosecurity a modified version of the Italian protocol for assessing beef cattle was adopted which is part of the ClassyFarm monitoring scheme, 264 Limousine bulls with an average age of 11 months at the entrance to fattening unit were considered. Mycoplasma bovis was tested using RT-PCR at arrival and with culture at after 15 days of arrival to the fattening unit. For studying the navel healing and effect on transport the navels of 299 dairy calves (55 males, 244 females) aged 0–90 days were examined. As a conclusion, the European Union (EU) farm directive, could not be completely implement in African countries like Ethiopia, but it could serve as a good starting point, so as after successful identification of the farm animal welfare critical points may help as a starting point with modification to the local situation in the ground. In beef welfare assessment, integration of different assessment parameters could be of useful, when assessing beef welfare, and further continues detail physiological parameters of welfare assessment for integration with other assessment protocols should be studied, our finding indicate that also BRD was a major welfare and health concern in the studied population and evidence the difficulties of antimicrobial treatment of M. bovis associated BRD. In transporting calves with a completely healed navel should be considered best practice because it ensures that calves that are too young are not transported.
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I dati delle indagini sugli apprendimenti degli studenti in Italia rivelano l’esistenza di fragilità nell’acquisizione di competenze essenziali e di differenze tra i risultati conseguiti. Per innovare la didattica al fine di adeguarla ai bisogni degli studenti, gli esperti di Docimologia caldeggiano l’uso di pratiche di valutazione formativa, o formative assessment (FA). In ambito internazionale diversi studi hanno mostrato l'efficacia di tali prassi, mentre in Italia non esistono ricerche sperimentali finalizzate a studiarne l’impatto sugli apprendimenti. Il progetto è entrato all’interno di quest’ambito di studi per controllare l’efficacia di un insieme di pratiche di FA sull'incremento delle abilità di comprensione dei testi degli studenti. Lo scopo è stato perseguito realizzando una sperimentazione in una scuola secondaria di primo grado che ha coinvolto gli studenti di due classi prime, i quali sono stati suddivisi a metà attraverso tecniche di randomizzazione per formare i due gruppi, sperimentale e di controllo. Dopo aver effettuato una rilevazione iniziale delle abilità di comprensione dei testi degli studenti (pre-test), è stato realizzato con quelli del gruppo sperimentale un intervento composto da 15 incontri di FA della durata di due ore ciascuno. Alla fine, sono state effettuate due rilevazioni finali (post-test) utilizzando sia la stessa prova utilizzata come pre-test sia una prova parallela. È stata calcolata la differenza post-test-pre-test per ogni gruppo ed è stato verificato quanto avesse influito la partecipazione all’intervento sperimentale su tale differenza tramite test non parametrici. I risultati hanno mostrato un incremento di abilità lievemente maggiore nel gruppo sperimentale, se confrontato con quello del gruppo di controllo, anche se questa differenza tra i due gruppi non è statisticamente significativa. Sebbene le analisi non abbiano consentito di rifiutare l’ipotesi nulla, la rilevanza di tale progetto risiede nel tentativo di aprire il dibattito sull’efficacia di prassi di FA sugli apprendimenti degli studenti in Italia.
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La presente tesi di dottorato propone uno studio sulla casa editrice “Dalla parte delle bambine” di Adela Turin. Attiva dal 1975 al 1982 a Milano, si tratta della prima impresa editoriale femminista per l’infanzia in Italia. Nonostante l’originalità e il successo internazionale dei suoi libri, è stata riscontrata una sorprendente scarsità di studi sull’argomento. Questa ricerca interdisciplinare si propone quindi di colmare questa lacuna, inserendosi nel vivace ambito dello studio della letteratura per l’infanzia in prospettiva di genere. La dissertazione è divisa in cinque capitoli, a cui si aggiunge un’appendice iconografica che raccoglie le copertine dell’intero catalogo di DPDB. Nel primo capitolo viene introdotto il quadro teorico della ricerca, dalla complessità della letteratura per il giovane pubblico all’indagine in ottica di genere. Il secondo capitolo si concentra sulle pubblicazioni per bambine e bambini negli anni Settanta, passando in rassegna innovative esperienze editoriali nonché l’opera di scrittori e scrittrici sensibili alle questioni di genere. La terza sezione si occupa di ricostruire il profilo biografico di Turin e il suo decennale impegno contro il sessismo veicolato dai libri per l’infanzia, per poi concentrarsi sulla storia, il catalogo, la diffusione e la ricezione di DPDB. Il quarto capitolo propone un’analisi qualitativa e quantitativa di un corpus di 20 albi illustrati scritti da Turin, oltre a un confronto fra questi libri e diverse ricerche sulla rappresentazione di genere, allo scopo di evidenziare la peculiarità delle proposte di DPDB. La quinta sezione, infine, si occupa del rapporto con la contemporaneità. Dopo aver tracciato un quadro della complessa situazione dell’educazione di genere in Italia e aver proposto una panoramica di esperienze editoriali per il giovane pubblico attente alle questioni di genere, quest’ultima parte indagherà i contesti in cui gli albi di Turin vengono oggi letti e consigliati, offrendosi come narrazione alternativa e tutt’ora attuale.
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La presente tesi si concentra sulla tendenza, riscontrata nel panorama editoriale italiano, al repêchage e ritraduzione di letteratura fantastica angloamericana femminile. Il corpus di case studies individuati a tale scopo è costituito da una selezione di testi delle autrici Daphne du Maurier, Shirley Jackson e Angela Carter. Di ogni autrice si sono analizzati il romanzo e il racconto con più pubblicazioni editoriali fra lingua inglese e italiana. Di questi testi si sono esaminate le ritraduzioni italiane, che vanno dal 1958 al 2017, con particolare attenzione alle ritraduzioni degli anni Novanta e Duemila pubblicate dagli editori di cultura. Lo studio prende avvio da un apparato teorico sul problema della ritraduzione e sulle teorie formulate in merito alla letteratura fantastica femminile, coadiuvato da una ricerca all’interno dei cataloghi delle case editrici di cultura che hanno pubblicato le ritraduzioni in esame, confrontati con quelli di tre case editrici di riferimento per quanto riguarda il settore fantastico-gotico. Una seconda parte della ricerca è inoltre dedicata agli studi sulla ricezione e sul paratesto, come ulteriore strumento d’analisi del processo di repêchage editoriale quando coadiuvato dalla pratica ritraduttiva. L’apparato teorico è supportato da una ricerca qualitativa in merito all’evoluzione paratestuale dei testi selezionati e della ricezione degli stessi nel loro contesto originario e d’arrivo. La terza e ultima sezione della ricerca è dedicata all’analisi letteraria dei testi in esame. In questo contesto ha infine un suo spazio lo studio traduttologico contrastivo di una casistica di esempi linguistici tratti dai testi. A partire dall’osservazione delle parabole editoriali delle tre autrici, la presente ricerca si propone dunque di fornire uno sguardo d’insieme sul recente fenomeno del repêchage letterario di opere fantastiche femminili nel panorama editoriale italiano, e di investigare il ruolo e la portata socioculturale che la ritraduzione occupa all’interno di questo processo.
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L'obesità infantile può essere considerata una delle maggiori sfide sanitarie del XXI secolo. In Italia, la fascia d'età più colpita è quella tra i 6 e gli 11 anni. L'infanzia e l'adolescenza non solo influenzano lo sviluppo fisico, cognitivo e sociale dell'adulto, ma anche l'aspettativa di vita. Inoltre, l'interruzione dell'insegnamento in classe e le misure di contenimento di Covid-19 hanno aumentato il comfort food, la sedentarietà e la vulnerabilità socio-economica delle famiglie. Lo scopo del lavoro di ricerca è stato quello di studiare i fattori sociali che hanno influenzato le abitudini alimentari e gli stili di vita delle famiglie con bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, all'interno dell'ambiente di socializzazione primario (famiglia) e secondario (scuola e altre istituzioni) anche durante la pandemia di COVID-19. La ricerca è stata condotta in Emilia-Romagna nella città di Rimini e poi estesa al contesto europeo contemporaneo. Per indagare questo punto, è stata utilizzata una metodologia in parte qualitativa e in parte quantitativa. L'approccio mosaico composto da 15 interviste semi-strutturate; 8 focus group e 5 etnografie ha permesso di costruire un questionario, online e cartaceo, somministrato a 361 genitori. I principali risultati rivelano che (1) i bambini sono ingrassati durante il periodo di Covid; (2) esiste una correlazione tra il peso della madre e il peso del bambino; (3) le madri sottovalutano l'obesità dei figli.
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La ricerca, di carattere esplorativo, prende spunto dal dibattito internazionale, sviluppatosi sul finire dello scorso secolo, sulla necessità di innovare il sistema educativo, in ottica di lifelong-learning, e favorire l’acquisizione delle competenze richieste nel XXI secolo. Le diverse indicazioni sollecitano una scuola intesa come Civic-center in grado di riconoscere gli apprendimenti extra-scolastici, con spazi di apprendimento innovativi funzionali a didattiche learner-centred. A circa trent’anni dalla Dichiarazione di Salamanca riteniamo necessario interrogarsi se queste innovazioni garantiscano l’inclusione e il successo formativo di tutti. La ricerca si articola in quattro studi di caso relativi a due scuole secondarie di secondo grado innovative italiane e due finlandesi. Si propone di comprendere sulla base delle percezioni di studenti, insegnanti, dirigenti se tale modello di scuola favorisca anche l’inclusione e il benessere di tutti gli studenti. Dall’analisi dei risultati sembra che, secondo le percezioni di coloro che hanno partecipato alla ricerca, le scuole siano riuscite a far coesistere innovazione e inclusione. In particolare, l’utilizzo di spazi di apprendimento innovativi e didattiche learner-centred all’interno di una scuola aperta al territorio in grado di riconoscere le competenze extra-scolastiche, sembrano favorire effettivamente l’inclusione di tutti gli studenti. Nonostante gli aspetti innovativi, restano tuttavia presenti all’interno delle scuole analizzate ancora diverse criticità che non consentono una piena inclusione for all