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Le radici del monoteismo israelitico come riflesso dell'idea di regalita divina in epoca pre-esilica
Resumo:
Questa tesi è un contributo al dibattito meta-terminologico sull'uso scientifico del termine "monoteismo" in relazione alla religione dell'Israele antico. L'attenzione è rivolta principalmente a un tema specifico: l'esplorazione della nozione teistica di "esistenza" divina (implicita nell'uso di "monoteismo" come lente di osservazione) e il problema della sua applicazione alle concettualizzazioni della divinità che emergono nella Bibbia ebraica. In primo luogo, il "monoteismo" come termine e concetto viene ricondotto alle sue origini storiche nell'ambiente intellettuale del platonismo di Cambridge nell'Inghilterra del XVII secolo. Poi, si affronta il dibattito contemporaneo sull'uso del termine "monoteismo" in relazione alla religione dell'Israele antico e si evidenzia il ruolo dell'"esistenza" teistica come lente distorcente nella lettura dei testi biblici. La maggior parte della tesi sostiene questo assunto con una lettura esegetica dettagliata di tre passi biblici scelti come casi di studio: Sal 82; 1Re 18,20-40* e Zc 14,9. Queste analisi mostrano come la nozione teistica di un'esistenza divina astratta non sia in grado di spiegare la rappresentazione del divino che emerge da questi testi. Allo stesso tempo, il potere divino come categoria euristica viene proposto come un'alternativa più adatta a spiegare queste concettualizzazioni della divinità. L'ultima sezione elabora ulteriormente questi risultati. Qui la regalità di YHWH, come immagine metaforica del suo potere, viene utilizzata per descrivere i cambiamenti nella concettualizzazione di questa divinità. L'argomentazione finale è che in nessuna parte del materiale biblico affrontato in questa tesi si trova una nozione simile a quella di esistenza divina astratta. Poiché tale nozione è implicita nell'uso del termine "monoteismo", questi risultati richiedono una considerazione ancora più attenta del suo uso nel dibattito scientifico.
Resumo:
Questa tesi mira a presentare una panoramica, anche sperimentale con dati editi ed inediti, della ricostruzione delle life histories umane mediante metodi istologici e biogeochimici applicati allo smalto dentale delle dentizioni decidue. La tesi si concentra sulle metodologie biogeochimiche ad alta risoluzione spaziale che consentono di ottenere livelli temporali di dettaglio senza precedenti (da stagionali fino a sub-settimanali), quando combinate con l'analisi istomorfometrica dei tessuti dentali mineralizzati. La presente ricerca si concentra sulla creazione di modelli consistenti di variazione delle concentrazioni di elementi in traccia (con particolare riferimento a stronzio e bario) lungo la giunzione smalto dentinale, ottenuti tramite LA-ICPMS (Laser Ablation Inductively Coupled Mass Spectrometry), in funzione dei cambiamenti nella dieta (allattamento, svezzamento) nel primo anno di età di individui a storia nutrizionale nota (utilizzando denti decidui naturalmente esfoliati). In una prospettiva bioarcheologica, i risultati delle indagini sulla dieta altamente risolte nel tempo e interpretate con modelli come quelli proposti si correlano direttamente alle life histories individuali e consentono una analisi più sfumata e completa del comportamento umano nel passato, fornendo informazioni essenziali per la comprensione degli adattamenti bioculturali e aprendo finestre conoscitive su aspetti quali il rapporto madre-progenie, la gravidanza, l’allattamento, lo stress infantile, la dieta sia della progenie che della madre, la mobilità ad alta risoluzione e molti altri aspetti della vita delle popolazioni del passato che lo studio del DNA antico e della morfologia scheletrica non possono fornire. Dove il DNA antico tace, lo studio avanzato delle life histories parla.
Resumo:
Introduzione: La presentazione podalica complica il 3-4% delle gravidanze singole a termine. Sebbene il parto vaginale sia possibile, gli studi in letteratura hanno riportato un aumento del rischio di mortalità e morbilità fetale. Di conseguenza nel mondo il numero di tagli cesarei eseguiti per presentazione podalica è alto. Il rivolgimento per manovre esterne (RME) è una procedura ostetrica sicura che permette il passaggio del feto dalla presentazione podalica a quella cefalica, riducendo il numero dei tagli cesarei. L’angolo di progressione della parte presentata (AoP) è un parametro ecografico descritto in letteratura per la valutazione della progressione della parte presentata attraverso il canale del parto ed è stato recentemente studiato nelle gravidanze con presentazione podalica del feto. Obiettivi: L’obiettivo primario è valutare la correlazione tra l’AoP e il successo del RME. L’obiettivo secondario è verificare se esiste correlazione tra parametri anamnestici ed ecografici e la riuscita del RME. Materiali e metodi: È stato condotto uno studio osservazione prospettico monocentrico, sono state reclutate previo consenso informato 54 pazienti afferenti presso l’Ospedale Maggiore di Bologna con gravidanza singola dopo le 36 settimane e feto in presentazione podalica tra gennaio 2020 e giugno 2023. Risultati: La percentuale di RME riusciti è stata del 48,2%, il 53,7% delle donne ha partorito mediante taglio cesareo. Non abbiamo trovato una correlazione tra AoP e successo del rivolgimento. Tra le altre variabili analizzate l’unica correlata al successo del RME è la quantità di liquido amniotico Conclusioni: Non abbiamo trovato una correlazione tra AOP e successo del RME. Come descritto in letteratura l’unico parametro ecografico che è risultato associato al successo del RME è la quantità di liquido amniotico. Dato il disegno dello studio e la scarsa numerosità del campione sono necessari ulteriori studi per confermare i risultati.