63 resultados para ingressione marina scenari di inondazione erosione costiera modellazione matematica
Resumo:
In order to protect river water quality, highly affected in urban areas by continuos as intermittent immissions, it is necessary to adopt measures to intercept and treat these polluted flows. In particular during rain events, river water quality is affected by CSOs activation. Built in order to protect the sewer system and the WWTP by increased flows due to heavy rains, CSOs divert excess flows to the receiving water body. On the basis of several scientific papers, and of direct evidences as well, that demonstrate the detrimental effect of CSOs discharges, also the legislative framework moved towards a stream standard point of view. The WFD (EU/69/2000) sets new goals for receiving water quality, and groundwater as well, through an integrated immission/emissions phylosophy, in which emission limits are associated with effluent standards, based on the receiving water characteristics and their specific use. For surface waters the objective is that of a good ecological and chemical quality status. A surface water is defined as of good ecological quality if there is only slight departure from the biological community that would be expected in conditions of minimal anthropogenic impact. Each Member State authority is responsible for preparing and implementing a River Basin Management Plan to achieve the good ecological quality, and comply with WFD requirements. In order to cope with WFD targets, and thus to improve urban receiving water quality, a CSOs control strategy need to be implemented. Temporarily storing the overflow (or at least part of it) into tanks and treating it in the WWTP, after the end of the storm, showed good results in reducing total pollutant mass spilled into the receiving river. Italian State Authority, in order to comply with WFD statements, sets general framework, and each Region has to adopt a Water Remediation Plan (PTA, Piano Tutela Acque), setting goals, methods, and terms, to improve river water quality. Emilia Romagna PTA sets 25% reduction up to 2008, and 50% reduction up to 2015 fo total pollutants masses delivered by CSOs spills. In order to plan remediation actions, a deep insight into spills dynamics is thus of great importance. The present thesis tries to understand spills dynamics through a numerical and an experimental approach. A four months monitoring and sampling campaign was set on the Bologna sewer network, and on the Navile Channel, that is the WWTP receiving water , and that receives flows from up to 28 CSOs during rain events. On the other hand, the full model of the sewer network, was build with the commercial software InfoWorks CS. The model was either calibrated with the data from the monitoring and sampling campaign. Through further model simulations interdependencies among masses spilled, rain characteristics and basin characteristics are looked for. The thesis can be seen as a basis for further insighs and for planning remediation actions.
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Il presente lavoro di tesi ha riguardato una riformulazione teorica, una modellazione numerica e una serie di applicazioni della Generalized Beam Theory per lo studio dei profili in parete sottile con particolare riguardo ai profili in acciaio formati a freddo. In particolare, in questo lavoro proposta una riscrittura della cinematica GBT che introduce in una forma originale la deformabilit a taglio della sezione. Tale formulazione consente di conservare il formato della GBT classica e introducendo uno spostamento di warping variabile lungo lo spessore della generica parete della sezione trasversale, garantisce perfetta coerenza tra la componente flessionale e tagliante della trave. E' mostrato, come tale riscrittura consente in maniera agevole di ricondursi alle teorie classiche di trave, anche deformabili a taglio. Inoltre, in tale contesto, stata messa a punto una procedura di ricostruzione dello sforzo tridimensionale in grado ricostruire la parte reattiva delle componenti di tensioni dovuta al vincolamento interno proprio di un modello a cinematica ridotta. Sulla base di tali strumenti, stato quindi proposto un approccio progettuale dedicato ai profili in classe 4, definito ESA (Embedded Stability Analysis), in grado di svolgere le verifiche coerentemente con quanto prescritto dalle normative vigenti. Viene infine presentata una procedura numerica per la progettazione di sistemi di copertura formati a freddo. Tale procedura permette di effettuare in pochi semplici passi il progetto dell'arcareccio e dei dettagli costruttivi relativi alla copertura.
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In questa tesi viene presentata una ricerca di campo che si configura come esempio di unantropologia applicata alle dinamiche lavorative allinterno di unazienda ICT italiana. Fulcro della trattazione la riflessione sui diversi aspetti di unanalisi antropologica del clima aziendale, condotta sulla base di una rilevazione dei processi lavorativi presso una societ italiana specializzata in progetti di digital marketing. Il lavoro associato alle tecnologie di ultima generazione non impersonale o dettato soltanto da regole esterne, ma piuttosto un lavoro dal forte carattere rituale, sociale, morale e performativo, dove soggetti, ruoli, idee, scelte e problematiche si intrecciano secondo modalit uniche ed irripetibili, rintracciabili anche attraverso letnografia. E dunque necessario dare visibilit al ruolo attivo dei lavoratori nel loro essere contemporaneamente individui e soggetti che lavorano. Partendo da una riflessione su lavoro e tecnologia allinterno di un quadro interdisciplinare che vede coinvolte - insieme allantropologia - la sociologia, leconomia e la storia, ci si sofferma sulle potenzialit dellantropologia del lavoro. Dopo aver ripercorso tutti i passi della ricerca di campo presso lazienda, viene condivisa una pi ampia considerazione sul ruolo dellantropologia applicata al lavoro in contesti aziendali. Infine lesperienza di antropologa in azienda viene posta a confronto con unaltra attivit svolta dalla stessa autrice in ambito accademico nel campo dellantropologia delleducazione. Gli studi presi in considerazione e le esperienze concrete offrono la possibilit di affrontare il tema dellantropologia del lavoro allinterno di una pi vasta riflessione sulla necessit di sviluppare unantropologia applicata in Italia. Essa non occupa ancora un posto rilevante nello scenario della vita pubblica, ma molti sono gli sforzi che si stanno compiendo in questa direzione. Uno sguardo positivo verso il futuro e la consapevolezza di unantropologia che insieme azione, impegno, partecipazione e sperimentazione etnografica concludono la tesi.
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Il modello afflussi-deflussi e di erosione Kineros2, fisicamente basato, distribuito e a scala di evento, stato applicato a due bacini idrografici montani della provincia di Bologna (Italia) al fine di testare e valutare il suo funzionamento in ambiente appenninico. Dopo la parametrizzazione dei due bacini, Kineros2 stato calibrato e validato utilizzando dati sperimentali di portata e di concentrazione dei solidi sospesi, collezionati alla chiusura dei bacini grazie alla presenza di due stazioni di monitoraggio idrotorbidimetrico. La modellazione ha consentito di valutare la capacit del modello di riprodurre correttamente le dinamiche idrologiche osservate, nonch di trarre conclusioni sulle sue potenzialit e limitazioni.
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Il lavoro incentrato sullapplicazione ed integrazione di differenti tecniche di indagine geofisica in campo ambientale e ingegneristico/archeologico. Alcuni esempi sono stati descritti al fine di dimostrare lutilit delle metodologie geofisiche nella risoluzione di svariate problematiche. Nello specifico lattenzione stata rivolta allutilizzo delle tecniche del Ground Penetrating Radar e del Time Domain Reflectometry in misure condotte su un corpo sabbioso simulante una Zona Insatura. Lesperimento stato realizzato allinterno di unarea test costruita presso lazienda agricola dellUniversit La Tuscia di Viterbo. Hanno partecipato al progetto le Universit di Roma Tre, Roma La Sapienza, La Tuscia, con il supporto tecnico della Sensore&Software. Nello studio stato condotto un approccio definito idrogeofisico al fine di ottenere informazioni da misure dei parametri fisici relativi alla Zona Insatura simulata nellarea test. Il confronto e lintegrazione delle due differenti tecniche di indagine ha offerto la possibilit di estendere la profondit di indagine allinterno del corpo sabbioso e di verificare lutilit della tecnica GPR nello studio degli effetti legati alle variazioni del contenuto dacqua nel suolo, oltre a determinare la posizione della superficie piezometrica per i differenti scenari di saturazione. Uno specifico studio stato realizzato sul segnale radar al fine di stabilire i fattori di influenza sulla sua propagazione allinterno del suolo. Il comportamento dei parametri dielettrici nelle condizioni di drenaggio e di imbibizione del corpo sabbioso stato riprodotto attraverso una modellizzazione delle propriet dielettriche ed idrologiche sulla base della dimensione, forma e distribuzione dei granuli di roccia e pori, nonch sulla base della storia relativa alla distribuzione dei fluidi di saturazione allinterno del mezzo. La modellizzazione stata operata sulle basi concettuali del Differential Effective Medium Approximation.
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Fenomeni di trasporto ed elettrostatici in membrane da Nanofiltrazione La capacit di predire le prestazioni delle membrane da nanofiltrazione molto importante per il progetto e la gestione di processi di separazione a membrana. Tali prestazioni sono strettamente legate ai fenomeni di trasporto che regolano il moto dei soluti allinterno della matrice della membrana. Risulta, quindi, di rilevante importanza la conoscenza e lo studio di questi fenomeni; lobiettivo finale quello di mettere a punto modelli di trasporto appropriati che meglio descrivano il flusso dei soluti allinterno della membrana. A fianco dei modelli di trasporto ricopre, quindi, una importanza non secondaria la caratterizzazione dei parametri aggiustabili propri della membrana sulla quale si opera. La procedura di caratterizzazione di membrane deve chiarire le modalit di svolgimento delle prove sperimentali e le finalit che esse dovrebbero conseguire. Tuttavia, nonostante i miglioramenti concernenti la modellazione del trasporto di ioni in membrana ottenuti dalla ricerca negli ultimi anni, si ancora lontani dallavere a disposizione un modello univoco in grado di descrivere i fenomeni coinvolti in maniera chiara. Oltretutto, la palese incapacit del modello di non riuscire a prevedere gli andamenti sperimentali di reiezione nella gran parte dei casi relativi a miscele multicomponenti e le difficolt legate alla convergenza numerica degli algoritmi risolutivi hanno fortemente limitato gli sviluppi del processo anche e soprattutto in termini applicativi. Non da ultimo, si avverte la necessit di poter prevedere ed interpretare landamento della carica di membrana al variare delle condizioni operative attraverso lo sviluppo di un modello matematico in grado di descrivere correttamente il meccanismo di formazione della carica. Nel caso di soluzioni elettrolitiche, infatti, stato riconosciuto che la formazione della carica superficiale tra i fattori che maggiormente caratterizzano le propriet di separazione delle membrane. Essa gioca un ruolo importante nei processi di trasporto ed influenza la sua selettivit nella separazione di molecole caricate; infatti la carica di membrana interagisce elettrostaticamente con gli ioni ed influenza lefficienza di separazione degli stessi attraverso la partizione degli elettroliti dalla soluzione esterna allinterno dei pori del materiale. In sostanza, la carica delle membrane da NF indotta dalle caratteristiche acide delle soluzioni elettrolitiche poste in contatto con la membrana stessa, nonch dal tipo e dalla concentrazione delle specie ioniche. Nello svolgimento di questo lavoro sono stati analizzati i principali fenomeni di trasporto ed elettrostatici coinvolti nel processo di nanofiltrazione, in particolare si focalizzata lattenzione sugli aspetti relativi alla loro modellazione matematica. La prima parte della tesi dedicata con la presentazione del problema generale del trasporto di soluti allinterno di membrane da nanofiltrazione con riferimento alle equazioni alla base del modello DSP&DE, che rappresenta una razionalizzazione dei modelli esistenti sviluppati a partire dal modello DSPM, nel quale sono stati integrarti i fenomeni di esclusione dielettrica, per quanto riguarda la separazione di elettroliti nella filtrazione di soluzioni acquose in processi di Nanofiltrazione. Il modello DSP&DE, una volta definita la tipologia di elettroliti presenti nella soluzione alimentata e la loro concentrazione, viene completamente definito da tre parametri aggiustabili, strettamente riconducibili alle propriet della singola membrana: il raggio medio dei pori allinterno della matrice, lo spessore effettivo e la densit di carica di membrana; in pi pu essere considerato un ulteriore parametro aggiustabile del modello il valore che la costante dielettrica del solvente assume quando confinato in pori di ridotte dimensioni. Limpostazione generale del modello DSP&DE, prevede la presentazione dei fenomeni di trasporto allinterno della membrana, descritti attraverso lequazione di Nerst-Planck, e lo studio della ripartizione a ridosso dellinterfaccia membrana/soluzione esterna, che tiene in conto di diversi contributi: limpedimento sterico, la non idealit della soluzione, leffetto Donnan e lesclusione dielettrica. Il capitolo si chiude con la presentazione di una procedura consigliata per la determinazione dei parametri aggiustabili del modello di trasporto. Il lavoro prosegue con una serie di applicazioni del modello a dati sperimentali ottenuti dalla caratterizzazione di membrane organiche CSM NE70 nel caso di soluzioni contenenti elettroliti. In particolare il modello viene applicato quale strumento atto ad ottenere informazioni utili per lo studio dei fenomeni coinvolti nel meccanismo di formazione della carica; dallelaborazione dei dati sperimentali di reiezione in funzione del flusso possibile ottenere dei valori di carica di membrana, assunta quale parametro aggiustabile del modello. che permettono di analizzare con affidabilit gli andamenti qualitativi ottenuti per la carica volumetrica di membrana al variare della concentrazione di sale nella corrente in alimentazione, del tipo di elettrolita studiato e del pH della soluzione. La seconda parte della tesi relativa allo studio ed alla modellazione del meccanismo di formazione della carica. Il punto di partenza di questo studio rappresentato dai valori di carica ottenuti dallelaborazione dei dati sperimentali di reiezione con il modello di trasporto, e tali valori verranno considerati quali valori sperimentali di riferimento con i quali confrontare i risultati ottenuti. Nella sezione di riferimento contenuta la presentazione del modello teorico adsorption-amphoteric sviluppato al fine di descrivere ed interpretare i diversi comportamenti sperimentali ottenuti per la carica di membrana al variare delle condizioni operative. Nel modello la membrana schematizzata come un insieme di siti attivi di due specie: il gruppo di siti idrofobici e quello de siti idrofilici, in grado di supportare le cariche derivanti da differenti meccanismi chimici e fisici. I principali fenomeni presi in considerazione nel determinare la carica volumetrica di membrana sono: i) la dissociazione acido/base dei siti idrofilici; ii) il site-binding dei contro-ioni sui siti idrofilici dissociati; iii) ladsorbimento competitivo degli ioni in soluzione sui gruppi funzionali idrofobici. La struttura del modello del tutto generale ed in grado di mettere in evidenza quali sono i fenomeni rilevanti che intervengono nel determinare la carica di membrana; per questo motivo il modello permette di indagare il contributo di ciascun meccanismo considerato, in funzione delle condizioni operative. Lapplicazione ai valori di carica disponibili per membrane Desal 5-DK nel caso di soluzioni contenenti singoli elettroliti, in particolare NaCl e CaCl2 permette di mettere in evidenza due aspetti fondamentali del modello: in primis la sua capacit di descrivere andamenti molto diversi tra loro per la carica di membrana facendo riferimento agli stessi tre semplici meccanismi, dallaltra parte permette di studiare leffetto di ciascun meccanismo sullandamento della carica totale di membrana e il suo peso relativo. Infine vengono verificate le previsioni ottenute con il modello dal suddetto studio attraverso il confronto con dati sperimentali di carica ottenuti dallelaborazione dei dati sperimentali di reiezione disponibili per il caso di membrane CSM NE70. Tale confronto ha messo in evidenza le buone capacit previsionali del modello soprattutto nel caso di elettroliti non simmetrici quali CaCl2 e Na2SO4. In particolare nel caso un cui lo ione divalente rappresenta il contro-ione rispetto alla carica propria di membrana, la carica di membrana caratterizzata da un andamento unimodale (contraddistinto da un estremante) con la concentrazione di sale in alimentazione. Il lavoro viene concluso con lestensione del modello ADS-AMF al caso di soluzioni multicomponenti: presentata una regola di mescolamento che permette di ottenere la carica per le soluzioni elettrolitiche multicomponenti a partire dai valori disponibili per i singoli ioni componenti la miscela.
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Da 25 anni la letteratura scientifica internazionale riporta studi su varie specie di microcrostacei copepodi ciclopoidi dei generi Macrocyclops, Megacyclops e Mesocyclops predatori di larve di 1a e 2a et di culicidi. Si tratta di prove di predazione in laboratorio e in pieno campo, in diverse aree del pianeta nessuna delle quali riguarda lItalia o il resto dEuropa, contro principalmente Aedes aegypti (L.), Ae. albopictus (Skuse) e altre specie del genere Anopheles e Culex. Lallevamento massale di copepodi ciclopoidi appare praticabile e questo, assieme alle buone prestazioni predatorie, rende tali ausiliari candidati assai interessanti contro le due principali specie di zanzare, Culex pipiens L. e Ae. albpopictus, che nelle aree urbane e periurbane italiane riescono a sfruttare raccolte dacqua artificiali di volume variabile e a regime idrico periodico o permanente. Pertanto lo scopo dello studio stato quello di arrivare a selezionare una o pi specie di copepodi candidati per la lotta biologica e valutarne la possibilit applicativa nellambito dei programmi di controllo delle zanzare nocive dellambiente urbano. Largomento del tutto nuovo per il nostro paese, stato sviluppato attraverso varie fasi ciascuna delle quali propedeutica a quella successiva. Indagine faunistica nellarea di pianura e costiera sulle specie di ciclopoidi associate a varie tipologie di raccolte dacqua naturali e artificiali (fossi, scoline, canali, risaie e pozze temporanee). I campionamenti sono stati condotti con lobiettivo di ottenere le specie di maggiori dimensioni (1 mm) in ristagni con diverse caratteristiche in termini di qualit dellacqua e complessit biocenotica. Prove preliminari di predazione in laboratorio con alcune specie rinvenute negli ambienti campionati, nei confronti delle larve di Ae. albopictus e Cx. pipiens. Le prestazioni di predazione sono state testate sottoponendo ai copepodi larve giovani di zanzare provenienti da allevamento e calcolato il numero giornaliero di larve attaccate. Implementazione di un allevamento pilota della specie valutata pi interessante, Macrocyclops albidus (Jurine) (Cyclopoida, Cyclopidae, Eucyclopinae), per i risultati ottenuti in laboratorio in termini di numero di larve predate/giorno e per le caratteristiche biologiche confacenti agli ambienti potenzialmente adatti ai lanci. Questa parte della ricerca stata guidata dalla finalit di mettere a punto una tecnica di allevamento in scala in modo da disporre di stock di copepodi dalla primavera, nonch da criteri di economicit nellimpianto e nella sua gestione. Prove di efficacia in condizioni di semicampo e di campo in raccolte dacqua normalmente colonizzate dai culicidi in ambito urbano: bidoni per lo stoccaggio di acqua per lirrigazione degli orti e tombini stradali. In questo caso lobiettivo principale stato quello di ottenere dati sullefficienza del controllo di M. albidus nei confronti della popolazione culicidica selvatica e sulla capacit del copepode di colonizzare stabilmente tali tipologie di focolai larvali. Risultati e conclusioni Indagine faunistica e prove di predazione in laboratorio Lindagine faunistica condotta nellarea costiera ferrarese, in quella ravennate e della pianura bolognese ha portato al rinvenimento di varie specie di ciclopoidi mantenuti in laboratorio per la conduzione delle prove di predazione. Le specie testate sono state: Acanthocyclops robustus (G. O. Sars), Macrocyclops albidus (Jurine), Thermocyclops crassus (Fischer), Megacyclops gigas (Claus). La scelta delle specie da testare stata basata sulla loro abbondanza e frequenza di ritrovamento nei campionamenti nonch sulle loro dimensioni. Ciascuna prova stata condotta sottoponendo a un singolo copepode, oppure a gruppi di 3 e di 5 esemplari, 50 larve di 1a et allinterno di contenitori cilindrici in plastica con 40 ml di acqua di acquedotto declorata e una piccola quantit di cibo per le larve di zanzara. Ciascuna combinazione copepode/i + larve di Ae. albopictus, stata replicata 3-4 volte, e confrontata con un testimone (50 larve di Ae. albopictus senza copepodi). A 24 e 48 ore sono state registrate le larve sopravvissute. Soltanto per M. albidus il test di predazione stato condotto anche verso Cx. pipiens. Messa a punto della tecnica di allevamento La ricerca proseguita concentrando linteresse su M. albidus, che oltre ad aver mostrato la capacit di predare a 24 ore quasi 30 larve di Ae. albopictus e di Cx. pipiens, dalla bibliografia risulta tollerare ampi valori di temperatura, di pH e alte concentrazioni di vari inquinanti. Dalla ricerca bibliografica risultato che i ciclopoidi sono facilmente allevabili in contenitori di varia dimensione e foggia somministrando agli stadi di preadulto alghe unicellulari (Chlorella, Chilomonas), protozoi ciliati (Paramecium, Euplotes), rotiferi e cladoceri. Ci presuppone colture e allevamenti in purezza di tali microrganismi mantenuti in parallelo, da utilizzare come inoculo e da aggiungere periodicamente nellacqua di allevamento dei ciclopoidi. Nel caso di utilizzo di protozoi ciliati, occorre garantirne lo sviluppo che avviene a carico di flora batterica spontanea a sua volta cresciuta su di un substrato organico quale latte, cariossidi bollite di grano o soia, foglie di lattuga, paglia di riso bollita con cibo secco per pesci, lievito di birra. Per evitare il notevole impegno organizzativo e di manodopera nonch il rischio continuo di perdere la purezza della colonia degli organismi da utilizzare come cibo, le prove comparative di allevamento hanno portato ad un protocollo semplice ed sufficientemente efficiente in termini di copepodi ottenibili. Il sistema messo a punto si basa sullutilizzo di una popolazione mista di ciliati e rotiferi, mantenuti nell'acqua di allevamento dei copepodi mediante la somministrazione periodica di cibo standard e pronto alluso costituito da cibo secco per gatti. Prova di efficacia in bidoni da 220 l di capacit La predazione stata studiata nel biennio 2007-2008 in bidoni da 220 l di capacit inoculati una sola volta in aprile 2007 con 100 e 500 esemplari di M. albidus/bidone e disposti allaperto per la libera ovideposizione della popolazione culicidica selvatica. Linfestazione preimmaginale culicidica veniva campionata ogni due settimane fino ad ottobre, mediante un retino immanicato a maglia fitta e confrontata con quella dei bidoni testimone (senza copepodi). Nel 2007 il tasso di riduzione medio delle infestazioni di Ae. albopictus nei bidoni con copepodi, rispetto al testimone, del 99,90% e del 100,00% rispettivamente alle dosi iniziali di inoculo di 100 e 500 copepodi/bidone; per Cx. pipiens L. tale percentuale media risultata di 88,69% e di 84,65%. Similmente, nel 2008 si osservato ad entrambe le dosi iniziali di inoculo una riduzione di Ae. albopictus del 100,00% e di Cx. pipiens del 73,3%. La dose di inoculo di 100 copepodi per contenitore risultata sufficiente a garantire un rapido incremento numerico della popolazione che ha raggiunto la massima densit in agosto-settembre e un eccellente controllo delle popolazioni di Ae. albopictus. Prova di efficacia in campo in serbatoi per lacqua irrigua degli orti La prova stata condotta a partire dalla met di agosto 2008 interessando 15 serbatoi di varia foggia e capacit, variabile tra 200 e 600 l, utilizzati per stoccare acqua orti famigliari nel comune di Crevalcore (BO). Ai proprietari dei serbatoi era chiesto di gestire il prelievo dellacqua e i rifornimenti come da abitudine con lunica raccomandazione di non svuotarli mai completamente. In 8 contenitori sono stati immessi 100 esemplari di M.albidus e una compressa larvicida a base di Bacillus thuringiensis var. israelensis (B.t.i.); nei restanti 7 stata soltanto immessa la compressa di B.t.i.. Il campionamento larvale stato settimanale fino agli inizi di ottobre. Dopo lintroduzione in tutti i serbatoi sono stati ritrovati esemplari di copepodi, nonostante il volume di acqua misurato settimanalmente sia variato da pochi litri, in qualche bidone, fino a valori della massima capacit, per effetto del prelievo e dellapporto dellacqua da parte dei gestori degli orti. In post-trattamento sono state osservate differenze significative tra le densit larvali nelle due tesi solo al 22 settembre per Ae.albopictus Tuttavia in termini percentuali la riduzione media di larve di 3a-4a et e pupe nei bidoni con copepodi, rispetto al testimone, stata de 95,86% per Ae. albopictus e del 73,30% per Cx. pipiens. Prova di efficacia in tombini stradali Sono state condotte due prove in due differenti localit, interessando 20 tombini (Marano di Castenaso in provincia di Bologna nel 2007) e 145 tombini (San Carlo in provincia di Ferrara nel 2008), questultimi sottoposti a spurgo e pulizia completa nei precedenti 6 mesi linizio della prova. Lintroduzione dei copepodi nei tombini stata fatta allinizio di luglio nella prova di Marano di Castenaso e alla fine di aprile e giugno in quelli di San Carlo, a dosi di 100 e 50 copepodi/tombino. Prima dellintroduzione dei copepodi e successivamente ogni 2 settimane per due mesi, in ogni tombino veniva campionata la presenza culicidica e dei copepodi con dipper immanicato. Nel 2007 dopo lintroduzione dei copepodi e per tutto il periodo di studio, mediamente soltanto nel 77% dei tombini i copepodi sono sopravvissuti. Nel periodo di prova le precipitazioni sono state scarse e la causa della rarefazione dei copepodi fino alla loro scomparsa in parte dei tombini pertanto da ricercare non nelleventuale dilavamento da parte della pioggia, quanto dalle caratteristiche chimico-fisiche dellacqua. Tra queste innanzitutto la concentrazione di ossigeno che sempre stata molto bassa (01,03 mg/l) per tutta la durata del periodo di studio. Inoltre, a questo fattore probabilmente da aggiungere laccumulo, a concentrazioni tossiche per M. albidus, di composti organici e chimici dalla degradazione e fermentazione dellabbondante materiale vegetale (soprattutto foglie) in condizioni di ipossia o anossia. Nel 2008, dopo il primo inoculo di M. albidus la percentuale di tombini che al campionamento presentano copepodi decresce in modo brusco fino a raggiungere il 6% a 2 mesi dallintroduzione dei copepodi. Dopo 40 giorni dalla seconda introduzione, la percentuale di tombini con copepodi del 6,7%. Nellesperienza 2008 le intense precipitazioni hanno avuto probabilmente un ruolo determinante sul mantenimento dei copepodi nei tombini. Nel periodo della prova infatti le piogge sono state frequenti con rovesci in varie occasioni di forte intensit per un totale di 342 mm. Sotto questi livelli di pioggia i tombini sono stati sottoposti a un continuo e probabilmente completo dilavamento che potrebbe aver impedito la colonizzazione stabile dei copepodi. Tuttavia non si osservano influenze significative della pioggia nella riduzione percentuale dei tombini colonizzati da copepodi e ci fa propendere allipotesi che assieme alla pioggia siano anche le caratteristiche fisico-chimiche dellacqua a impedire una colonizzazione stabile da parte di M. albidus. In definitiva perci si dimostrato che i tombini stradali sono ambienti ostili per la sopravvivenza di M. albidus, anche se, dove il ciclopoide si stabilito permanentemente, ha dimostrato un certo impatto nei confronti di Ae. albopictus e di Cx. pipiens, che tuttavia risultato non statisticamente significativo allanalisi della varianza. Nei confronti delle larve di Culex pipiens il copepode non permette livelli di controllo soddisfacente, confermando i dati bibliografici. Nei confronti invece di Ae. albopictus la predazione raggiunge buoni livelli; tuttavia ci non compensato dalla percentuale molto alta di tombini che, dopo periodi di pioggia copiosa o singoli episodi temporaleschi o per le condizioni di anossia rimangono senza i copepodi. Ci costringerebbe a ripetute introduzioni di copepodi i cui costi attualmente non sono inferiori a quelli per trattamenti con prodotti larvicidi. In conclusione la ricerca ha portato a considerare Macrocyclops albidus un interessante ausiliario applicabile anche nelle realt urbane del nostro paese nellambito di programmi integrati di contrasto alle infestazioni di Aedes albopictus. Tuttavia il suo utilizzo non si presta a tutti i focolai larvali ma soltanto a raccolte di acqua artificiali di un certo volume come i bidoni utilizzati per stoccare acqua da impiegare per lorto e il giardino familiare nelle situazioni in cui non garantita la copertura ermetica, lo svuotamento completo settimanale o lutilizzo di sostanze ad azione larvozanzaricida.
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Environmental Management includes many components, among which we can include Environmental Management Systems (EMS), Environmental Reporting and Analysis, Environmental Information Systems and Environmental Communication. In this work two applications are presented: the developement and implementation of an Environmental Management System in local administrations, according to the European scheme "EMAS", and the analysis of a territorial energy system through scenario building and environmental sustainability assessment. Both applications are linked by the same objective, which is the quest for more scientifically sound elements; in fact, both EMS and energy planning are oftec carachterized by localism and poor comparability. Emergy synthesis, proposed by ecologist H.T. Odum and described in his book "Environmental Accounting: Emergy and Environmental Decision Making" (1996) has been chosen and applied as an environmental evaluation tool, in order complete the analysis with an assessment of the "global value" of goods and processes. In particular, eMergy syntesis has been applied in order to improve the evaluation of the significance of environmental aspects in an EMS, and in order to evaluate the environmental performance of three scenarios of future evolution of the energy system. Regarding EMS, in this work an application of an EMS together with the CLEAR methodology for environmental accounting is discussed, in order to improve the identification of the environmental aspects; data regarding environmental aspects and significant ones for 4 local authorities are also presented, together with a preliminary proposal for the integration of the assessment of the significance of environmental aspects with eMergy synthesis. Regarding the analysis of an energy system, in this work the carachterization of the current situation is presented together with the overall energy balance and the evaluation of the emissions of greenhouse gases; moreover, three scenarios of future evolution are described and discussed. The scenarios have been realized with the support of the LEAP software ("Long Term Energy Alternatives Planning System" by SEI - "Stockholm Environment Institute"). Finally, the eMergy synthesis of the current situation and of the three scenarios is shown.
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La Tesi analizza le relazioni tra i processi di sviluppo agricolo e luso delle risorse naturali, in particolare di quelle energetiche, a livello internazionale (paesi in via di sviluppo e sviluppati), nazionale (Italia), regionale (Emilia Romagna) e aziendale, con lo scopo di valutare leco-efficienza dei processi di sviluppo agricolo, la sua evoluzione nel tempo e le principali dinamiche in relazione anche ai problemi di dipendenza dalle risorse fossili, della sicurezza alimentare, della sostituzione tra superfici agricole dedicate allalimentazione umana ed animale. Per i due casi studio a livello macroeconomico stata adottata la metodologia denominata SUMMA SUstainability Multi-method, multi-scale Assessment (Ulgiati et al., 2006), che integra una serie di categorie dimpatto dellanalisi del ciclo di vita, LCA, valutazioni costi-benefici e la prospettiva di analisi globale della contabilit emergetica. Lanalisi su larga scala stata ulteriormente arricchita da un caso studio sulla scala locale, di una fattoria produttrice di latte e di energia elettrica rinnovabile (fotovoltaico e biogas). Lo studio condotto mediante LCA e valutazione contingente ha valutato gli effetti ambientali, economici e sociali di scenari di riduzione della dipendenza dalle fonti fossili. I casi studio a livello macroeconomico dimostrano che, nonostante le politiche di supporto allaumento di efficienza e a forme di produzione verdi, lagricoltura a livello globale continua ad evolvere con un aumento della sua dipendenza dalle fonti energetiche fossili. I primi effetti delle politiche agricole comunitarie verso una maggiore sostenibilit sembrano tuttavia intravedersi per i Paesi Europei. Nel complesso la energy footprint si mantiene alta poich la meccanizzazione continua dei processi agricoli deve necessariamente attingere da fonti energetiche sostitutive al lavoro umano. Le terre agricole diminuiscono nei paesi europei analizzati e in Italia aumentando i rischi dinsicurezza alimentare giacch la popolazione nazionale sta invece aumentando.
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La citt medievale di Leopoli-Cencelle (fondata da Papa Leone IV nell854 d.C. non lontano da Civitavecchia) stata oggetto di studio e di periodiche campagne di scavo a partire dal 1994. Le stratigrafie investigate con metodi tradizionali, hanno portato alla luce le numerose trasformazioni che la citt ha subto nel corso della sua esistenza in vita. Case, torri, botteghe e strati di vissuto, sono stati interpretati sin dallinizio dello scavo basandosi sulla documentazione tradizionale e bi-dimensionale, legata al dato cartaceo e al disegno. Il presente lavoro intende re-interpretare i dati di scavo con lausilio delle tecnologie digitali. Per il progetto sono stati utilizzati un laser scanner, tecniche di Computer Vision e modellazione 3D. I tre metodi sono stati combinati in modo da poter visualizzare tridimensionalmente gli edifici abitativi scavati, con la possibilit di sovrapporre semplici modelli 3D che permettano di formulare ipotesi differenti sulla forma e sulluso degli spazi. Modellare spazio e tempo offrendo varie possibilit di scelta, permette di combinare i dati reali tridimensionali, acquisiti con un laser scanner, con semplici modelli filologici in 3D e offre lopportunit di valutare diverse possibili interpretazioni delle caratteristiche delledificio in base agli spazi, ai materiali, alle tecniche costruttive. Lo scopo del progetto andare oltre la Realt Virtuale, con la possibilit di analizzare i resti e di re-interpretare la funzione di un edificio, sia in fase di scavo che a scavo concluso. Dal punto di vista della ricerca, la possibilit di visualizzare le ipotesi sul campo favorisce una comprensione pi profonda del contesto archeologico. Un secondo obiettivo la comunicazione a un pubblico di non-archeologi. Si vuole offrire a normali visitatori la possibilit di comprendere e sperimentare il processo interpretativo, fornendo loro qualcosa in pi rispetto a una sola ipotesi definitiva.
Resumo:
Nel corso del mio lavoro di ricerca mi sono occupata di identificare strategie che permettano il risparmio delle risorse a livello edilizio e di approfondire un metodo per la valutazione ambientale di tali strategie. La convinzione di fondo che bisogna uscire da una visione antropocentrica in cui tutto ci che ci circonda merce e materiale a disposizione delluomo, per entrare in una nuova era di equilibrio tra le risorse della terra e le attivit che luomo esercita sul pianeta. Ho quindi affrontato il tema delledilizia responsabile approfondendo lambito delle costruzioni in balle di paglia e terra. Sono convinta che ledilizia industriale abbia un futuro molto breve davanti a s e lascer inevitabilmente spazio a tecniche non convenzionali che coinvolgono materiali di semplice reperimento e posa in opera. Sono altres convinta che il solo utilizzo di materiali naturali non sia garanzia di danni ridotti sullecosistema. Allo stesso tempo ritengo che una mera certificazione energetica non sia sinonimo di sostenibilit. Per questo motivo ho valutato le tecnologie non convenzionali con approccio LCA (Life Cycle Assessment), approfondendo gli impatti legati alla produzione, ai trasporti degli stessi, alla tipologia di messa in opera, e ai loro possibili scenari di fine vita. Inoltre ho approfondito il metodo di calcolo dei danni IMPACT, identificando una carenza nel sistema, che non prevede una categoria di danno legata alle modifiche delle condizioni idrogeologiche del terreno. La ricerca si svolta attraverso attivit pratiche e sperimentali in cantieri di edilizia non convenzionale e attivit di ricerca e studio sullLCA presso lEnea di Bologna (Ing. Paolo Neri).
Resumo:
La raccolta e lutilizzo in chiave comparativa di dati di performance sanitaria risponde, tra le altre esigenze, a bisogni di accountability. Si osserva infatti a livello internazionale la diffusione di politiche di pubblicizzazione della qualit dei risultati: uno studio della letteratura di settore consente di confrontare i fattori pi rilevanti delle principali esperienze di reporting gi realizzate in Paesi dai sistemi sanitari molto diversi. Nel contesto italiano lattenzione ai diritti dellutente di concerto con la riforma del sistema informativo sanitario si pongono come premesse alla potenziale diffusione di dati di performance alla cittadinanza. Una interpretazione delle fonti normative e della giurisprudenza tramite il principio di trasparenza pare sostenere la tesi di una doverosit di informazione in capo alle amministrazioni pubbliche; lanalisi dei possibili scenari di impatto delle politiche di comunicazione ne condiziona per lattuazione ad una programmazione strutturata e consapevole.
Resumo:
The aim of this thesis, included within the THESEUS project, is the development of a mathematical model 2DV two-phase, based on the existing code IH-2VOF developed by the University of Cantabria, able to represent together the overtopping phenomenon and the sediment transport. Several numerical simulations were carried out in order to analyze the flow characteristics on a dike crest. The results show that the seaward/landward slope does not affect the evolution of the flow depth and velocity over the dike crest whereas the most important parameter is the relative submergence. Wave heights decrease and flow velocities increase while waves travel over the crest. In particular, by increasing the submergence, the wave height decay and the increase of the velocity are less marked. Besides, an appropriate curve able to fit the variation of the wave height/velocity over the dike crest were found. Both for the wave height and for the wave velocity different fitting coefficients were determined on the basis of the submergence and of the significant wave height. An equation describing the trend of the dimensionless coefficient c_h for the wave height was derived. These conclusions could be taken into consideration for the design criteria and the upgrade of the structures. In the second part of the thesis, new equations for the representation of the sediment transport in the IH-2VOF model were introduced in order to represent beach erosion while waves run-up and overtop the sea banks during storms. The new model allows to calculate sediment fluxes in the water column together with the sediment concentration. Moreover it is possible to model the bed profile evolution. Different tests were performed under low-intensity regular waves with an homogeneous layer of sand on the bottom of a channel in order to analyze the erosion-deposition patterns and verify the model results.
Resumo:
Il progetto si pone in sintonia con i nuovi scenari di ricerca sia in ambito nazionale che internazionale - della Pedagogia Speciale per linclusione e la piena e attiva partecipazione allinterno della societ delle persone con disabilit e delle loro famiglie (Convenzione Onu, 2006). La riflessione sul ruolo educativo del padre riguardo alla disabilit di un/una figlio/a una questione complessa e controversa che necessita di una premessa che ponga al centro dellattenzione pedagogica la funzione paterna in senso ampio. Lobiettivo principale del progetto quello di indagare il ruolo educativo del padre nelle situazioni di disabilit - con riflessioni pi ampie riguardanti le funzioni parentali, i modelli di genitorialit e leducare nella nostra societ.I risultati attesi potranno gettare luce su alcune Linee Guida - riguardo alla presa in carico della famiglia e del sostegno alla genitorialit - utili ai professionisti impegnati in questarea e agli educatori dei servizio socio-educativi e sanitari.