3 resultados para problemi additivi sui numeri primi

em Dalarna University College Electronic Archive


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Consequences of role taking: the ”I”, the ”me” and individuality This paper analyzes the tendency of taking the ”I” and the ”me” in G. H. Meads theory of role taking as two separate, qualitatively different parts of human personality, the ”I” being of individual origin, the ”me” of social. In the original Meadian sense role taking gives rise to both the ”I” and the ”me”. They are dialectically united rather than dualistically separated aspects. They refer to the joint functional power of the subject, finding itself as an object, mediated by the Other. As a consequence, the link between body and the social world becomes theoretically more stringent, as the body is given its place as a cognitive social object among others, this by contrast to interpretations where the body is left as an object mainly outside the human social experience and as a source of agency sui generis, a conception which is in opposition to Meads. The stress on the ”I”-phase, as related to body and concrete action in combination with its direct relation to the ”me”-phase, actualizes Mead as a forerunner in modern biologic/neurologic research on human perceptual, motivational and intentional capacity.Swedish Mead interpreters are critically analyzed. Interpretations of Charon, Giddens, Joas and Habermas are partly scrutinized. The author defines the conceptual pair in terms of activity, subjectivity, temporal relativity and distance.

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Nell'articolo è illustrata la conoscenza della lingua italiana in Svezia nella prima età moderna, con particolare riguardo al Seicento. Gli studi pregressi su questo argomento mostrano che l'Italiano era in questo periodo una delle lingue di cultura più importanti in Svezia. Per verificare questi studi si sono utilizzate le notizie di prima mano contenute in alcuni testi odeporici (lettere, diari, relazioni ecc.) redatti da viaggiatori italiani recatisi in Svezia in questo secolo. Nei primi paragrafi del lavoro il lettore è introdotto alla comprensione dell'argomento grazie ad una esposizione contestualizzata sia della storia della Svezia sia di quella della lingua italiana tra Cinquecento e Seicento. Inoltre si offre anche una veloce introduzione ai contatti culturali tra l'Italia e la Svezia fino al Seicento. L'analisi dei testi odeporici seicenteschi conferma gli studi precedenti, basati su ricerche bibliografiche e d'archivio, dimostrando come l'Italiano, sebbene materia di studio accademico e di apprendimento privato, fosse in realtà conosciuto in Svezia solo da una piccola parte dei nobili, preferendosi ad esso il Francese, mentre il latino era conosciuto bene da tutti i rappresentanti del clero.