9 resultados para Vigarani, Carlo, 17th century

em Dalarna University College Electronic Archive


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The purpose of this essay is to examine and explain how the Swedish mining court of Stora Kopparberget (the Great Copper Mountain) implemented its judicial legislation between 1641-1682. Questions are asked about which counts of indictments the court tried, which sentences they handed out, in what quantities and how these results looks in comparison with other contemporary courts. The index cards of the court judicial protocols are the primary source of information. The methods are those of quantity- and comparative analysis.The results show that theft of copper ore was the most common crime ransacked by the court. Other common crimes were (in order): sin of omission, transgression of work directions, fights, slander and disdain, trade of stolen ore, failing appearance in court etc.Fines were by far the most common sentence followed by shorter imprisonments, gauntlets, loss of right to mine possession, twig beating, loss of work, penal servitude, banishment, “wooden horse riding” and finally military transcription. Even though previous re-search, in the field of Swedish specialized courts, is almost non existent evidence confirms great similarities between the Stora Kopparberget mining court and Sala mining court. This essay will, hopefully, enrich our knowledge of specialized courts, of 17th century mining industry and society and let us reach a broader understanding of the working conditions of the mountain.

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Analisi di alcuni termini svedesi presenti nelle lettere di Lorenzo Adami, inviato nel 1665 a Stoccolma dalla regina Cristina di Svezia.

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Nell'articolo è illustrata la conoscenza della lingua italiana in Svezia nella prima età moderna, con particolare riguardo al Seicento. Gli studi pregressi su questo argomento mostrano che l'Italiano era in questo periodo una delle lingue di cultura più importanti in Svezia. Per verificare questi studi si sono utilizzate le notizie di prima mano contenute in alcuni testi odeporici (lettere, diari, relazioni ecc.) redatti da viaggiatori italiani recatisi in Svezia in questo secolo. Nei primi paragrafi del lavoro il lettore è introdotto alla comprensione dell'argomento grazie ad una esposizione contestualizzata sia della storia della Svezia sia di quella della lingua italiana tra Cinquecento e Seicento. Inoltre si offre anche una veloce introduzione ai contatti culturali tra l'Italia e la Svezia fino al Seicento. L'analisi dei testi odeporici seicenteschi conferma gli studi precedenti, basati su ricerche bibliografiche e d'archivio, dimostrando come l'Italiano, sebbene materia di studio accademico e di apprendimento privato, fosse in realtà conosciuto in Svezia solo da una piccola parte dei nobili, preferendosi ad esso il Francese, mentre il latino era conosciuto bene da tutti i rappresentanti del clero.

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