4 resultados para Galia (Italia)

em Doria (National Library of Finland DSpace Services) - National Library of Finland, Finland


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Il monopolio statale si rompe in Italia già nel 1976 e le piccole antenne private sono nate come funghi. Talvolta gli studiosi hanno ipotizzato che questo settore radiofonico fiorisca e sia in continua crescita in Italia, comparato particolarmente alla situazione finlandese. Tra i radioascoltatori internazionali l'Italia è considerata il paradiso delle antenne locali per la gran quantità degli impianti radiofonici in ambito locale. Si ipotizza anche che la gran quantità delle stazioni di radio garantisca automaticamente l'obiettività dell'informazione, o almeno la polifonia della radio. Invece in Finlandia lo Stato ha limitato il diritto di impiantare una stazione radio e il numero delle stazioni in rete con una legge abbastanza rigida a livello europeo per controllare la privatizzazione del settore e la diffusione della nuova ideologia di radiofonia libera. Con la mia ricerca vorrei affermare la correttezza di tali ipotesi e, allo stesso tempo, verificare se l'Italia sia tuttora un paradiso di radiofonia locale. Uno degli scopi di questa ricerca è far capire che la formazione e la struttura del campo radiofonico dipende spesso della società intorno a sé. Dal momento che l'analisi si basa parzialmente sui metodi quantitativi, diamo un'occhiata ai numeri delle stazioni statali, reti nazionali e seminazionali e radio locali e provinciali nella provincia di Parma e in Finlandia Propria. Inoltre in questa tesi di laurea vorrei ricercare quali potrebbero essere i motivi storici, legislativi, culturali ed economici che hanno influito sul precoce sviluppo italiano nel campo della radiofonia locale. Per dare una più ampia visione della situazione italiana, ho fatto delle osservazioni sulla struttura del campo radiofonico in questi due paesi, sulle differenze essenziali tra Finlandia e Italia e sui motivi che influiscono nella nascita della radiofonia privata in ambito locale paragonando i fatti italiani con quelli finlandesi. Questa ricerca può dare un contributo importante agli appassionati del radioascolto ed essere utile come inizio di una più vasta valutazione di radiofonia locale per coloro che sono interessati ai mass media come mezzi di comunicazione, di potere e di democrazia. Contrariamente agli articoli anteriori e alle ricerche fatte, ormai la radiofonia provinciale non ha più molta importanza in Italia. Possiamo dire che non ci sia più un modello italiano da ammirare, perché le reti nazionali dominano le frequenze e raccolgono ormai un pubblico di dimensioni ragguardevoli e in continua crescita. Anche se il numero delle emittenti locali è diminuito notevolmente nella provincia di Parma, non possiamo concludere che la radiofonia locale in Italia sia morta basandosi su una sola ricerca che riguarda il cambiamento della struttura radiofonica in una località italiana.

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Il monopolio statale si rompe in Italia già nel 1976 e le piccole antenne private sono nate come funghi. Talvolta gli studiosi hanno ipotizzato che questo settore radiofonico fiorisca e sia in continua crescita in Italia, comparato particolarmente alla situazione finlandese. Tra i radioascoltatori internazionali l'Italia è considerata il paradiso delle antenne locali per la gran quantità degli impianti radiofonici in ambito locale. Si ipotizza anche che la gran quantità delle stazioni di radio garantisca automaticamente l'obiettività dell'informazione, o almeno la polifonia della radio. Invece in Finlandia lo Stato ha limitato il diritto di impiantare una stazione radio e il numero delle stazioni in rete con una legge abbastanza rigida a livello europeo per controllare la privatizzazione del settore e la diffusione della nuova ideologia di radiofonia libera. Con la mia ricerca vorrei affermare la correttezza di tali ipotesi e, allo stesso tempo, verificare se l'Italia sia tuttora un paradiso di radiofonia locale. Uno degli scopi di questa ricerca è far capire che la formazione e la struttura del campo radiofonico dipende spesso della società intorno a sé. Dal momento che l'analisi si basa parzialmente sui metodi quantitativi, diamo un'occhiata ai numeri delle stazioni statali, reti nazionali e seminazionali e radio locali e provinciali nella provincia di Parma e in Finlandia Propria. Inoltre in questa tesi di laurea vorrei ricercare quali potrebbero essere i motivi storici, legislativi, culturali ed economici che hanno influito sul precoce sviluppo italiano nel campo della radiofonia locale. Per dare una più ampia visione della situazione italiana, ho fatto delle osservazioni sulla struttura del campo radiofonico in questi due paesi, sulle differenze essenziali tra Finlandia e Italia e sui motivi che influiscono nella nascita della radiofonia privata in ambito locale paragonando i fatti italiani con quelli finlandesi. Questa ricerca può dare un contributo importante agli appassionati del radioascolto ed essere utile come inizio di una più vasta valutazione di radiofonia locale per coloro che sono interessati ai mass media come mezzi di comunicazione, di potere e di democrazia. Contrariamente agli articoli anteriori e alle ricerche fatte, ormai la radiofonia provinciale non ha più molta importanza in Italia. Possiamo dire che non ci sia più un modello italiano da ammirare, perché le reti nazionali dominano le frequenze e raccolgono ormai un pubblico di dimensioni ragguardevoli e in continua crescita. Anche se il numero delle emittenti locali è diminuito notevolmente nella provincia di Parma, non possiamo concludere che la radiofonia locale in Italia sia morta basandosi su una sola ricerca che riguarda il cambiamento della struttura radiofonica in una località italiana.

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Tarkastelen tutkielmassani aikakauslehtien tuottamia käsityksiä Italiasta ja italialaisuudesta 1955–1965. Päälähteinä käyttämäni Apu- Seura ja Me Naiset -lehdet kuuluivat tutkimusajankohtana suosituimpiin perheille suunnattuihin yleisaikakauslehtiin, joten niiden artikkeleissaan tuottamat kuvat saavuttivat laajan lukijakunnan. Tutkimuksen kohteena olevissa lehdissä Italia-aiheinen kirjoittelu alkoi selvästi lisääntyä 1950-luvun puolivälissä, ja Italiaa ja italialaisuutta koskevien artikkelien määrät olivat tutkimusajankohtana suurempia myös suhteessa lehtien muita Euroopan maita, kuten esimerkiksi Ranskaa, Saksan liittotasavaltaa tai Espanjaa käsittelevien artikkelien määriin. Lehtien artikkelien sisältöjä ja tekstien diskursseja analysoimalla esiin nousi useita erilaisia Italiaa ja italialaisuutta koskevia käsityksiä. Italia nähtiin lehdissä haluttuna matkakohteena, jonne kerran elämässä tehtävä unelmien lomamatka voisi suuntautua ajankohtana, jolloin vielä harvalla suomalaisella oli taloudellisia mahdollisuuksia matkustaa ulkomaille. Lehdet tuottivat Italiasta kuvaa myös ylellisen elämän maana, jossa menestyvä elokuvateollisuus tuotti elokuvien ohella upeita, maailmanmaineeseen nousseita naispuolisia elokuvatähtiä ja rappeutunut yläluokka vietti paheellista elämää Rooman Via Venetolla. Italian muotiteollisuuden nousu kansainvälisessä muotimaailmassa varteenotettavaksi toimijaksi sai lehdet tuottamaan Italiasta kuvaa muodin huippumaana, jonka ylelliset tuotteet olivat kalleutensa vuoksi lehtien lukijoiden ulottumattomissa. Arjessaan elävät italialaiset ihmiset kuvattiin lehdissä monenlaisten stereotypioiden valossa, ja italialaisten elämää kuvattiin perhekeskeiseksi ja uskonnollisuuden sävyttämäksi. Italiasta tuotettiin lukijoille kuvaa kahtiajakautuneena yhteiskuntana, jonka köyhyydestä ja työttömyydestä kärsivässä korruptoituneessa eteläosassa järjestäytynyt rikollisuus mafian johdolla oli ottanut huolehtiakseen valtiovallalle kuuluvia tehtäviä omien lakiensa mukaan. Toisaalta tutkimusajankohtana maan pohjoisosassa tapahtuneen suuren talouskasvun myötä lehdissä tuotettiin lukijoille kuvaa Italiasta vaurastuvana teollisuuden huippumaana, jossa suunnittelu ja ammatillinen osaaminen olivat korkeatasoisia. Tutkimuksen kohteena olevien lehtien tuottamat käsitykset Italiasta ja italialaisuudesta eivät merkittävästi eronneet toisistaan; ainoastaan muotia käsittelevien aiheiden osalta Me Naiset -lehden suhtautuminen oli muita asiallisempaa.

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Nel corso degli anni il calcio italiano, dalla storia e tradizioni invidiabili, ha perso terreno nella battaglia competitiva del calcio europeo sia per quanto riguarda il risultato sportivo sia per quanto riguarda il risultato economico. La cultura calcistica però appassiona e unisce italiani come nient’altro. Dopo decenni di prestazioni all’insegna di tutti, nell’attuale scenario l’Italia calcistica si trova in una diversa posizione, con lo sguardo verso nuovi orizzonti. Il calcio italiano professionistico avrebbe bisogno di una strategia o di un modello di successo da imitare, innanzitutto nella veste del suo campionato di punta, la Serie A, per ripartire e diventare competitiva in primo luogo nel contesto europeo molto competitivo. Nonostante tutti gli scandali e problemi di natura finanziaria che hanno caratterizzato la storia del calcio italiano – oltreché i problemi attuali, per esempio, riguardo all’età media dei giocatori di Serie A – il suo profondo bagaglio culturale calcistico rimane, in sostanza, un punto di partenza fermo senza molti paragoni al mondo. La responsabilità di sviluppare e rivitalizzare il ‘prodotto’ calcio ha bisogno di idee nuove e investimenti al pari dei competitori principali. I problemi di prima importanza da risolvere sono la moltiplicazione e la ristrutturazione del modello di ricavi e gli impianti sportivi urgentemente da privatizzare e ristrutturare per renderli moderni e più profittabili. I tifosi di calcio, che si contano in decine di milioni solo in Italia (oggi come oggi addirittura 4 italiani su 10 si definiscono “tifosi militanti”), avrebbero bisogno di un ‘prodotto’ rivitalizzato che ha conservato il suo orgoglio e le caratteristiche nazionali uniche, tra cui, la parte sana della cultura dei tifosi organizzati chiamati ‘ultras’, di cui il modo di tifare ma in parte anche il linguaggio e le caratteristiche simboliche, sono divenuti, nel corso degli anni, conosciuti e imitati in larga parte del mondo. Tuttavia, in prospettiva non si può e non si deve trascurare l’impatto e le possibili opportunità finanziarie che il sempre più ampio e crescente mercato del calcio internazionale potrebbe offrire, nonostante ne soffrisse un po’ l’identità tradizionale del calcio italiano.