7 resultados para Mourning dove.

em Université de Lausanne, Switzerland


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The young child's ability to go through a genuine mourning process has been a source of controversy in the psychoanalytical literature. This may seem surprising, considering that mourning is essential for and inherent to psychic development. This paper attempts to show that the young child's ability to go through a mourning process does not depend mainly on ego maturity, nor just on an acknowledgment of a loss in the external world, nor on the child's understanding the idea of death at an intellectual and cognitive level. But it may depend mainly on the establishment of the primordial mourning process inherent to the separation of the transnarcissistic mother-child relation and on the existence of the objectalizing function (A. Green, 1986) in the remaining or substitute parent's psyche. A clinical example serves to illustrate these hypotheses.

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Cet article soutient l'idée que le travail du deuil peut être riche de possibilités pour repenser la communauté et les relations internationales, et que la " guerre préventive " ainsi que la déréalisation de la perte concourent à miner les liens humains fondamentaux. L'expérience du deuil est à même de révéler les modes sur lesquels le self est fait de relations intériorisées, si bien que lorsque nous perdons des êtres, nous perdons et altérons une part de nous-mêmes. Faire le deuil pourrait déboucher sur une option : la non-violence. A soutenir l'insoutenable quand nous perdons quelqu'un, nous pouvons devenir capables d'une plus grande sollicitude envers les pertes subies par les autres, et en particulier, les pertes causées par notre propre recours à la violence. La distinction entre des vies " qui valent la peine d'être pleurées " et d'autres " qui ne valent pas une larme " est révélatrice de la distribution géopolitique différentielle de la mélancolie, ainsi que des cadres raciaux et ethniques qui font et défont l'humain en sa possibilité d'être pleuré. Voici qui laisse entrevoir une manière de faire le lien entre un concept psychanalytique de la formation du sujet, concept pétri de politique, et une politique soucieuse de tout ce qu'il y a d'inacceptable à mourir sous les frappes militaires. La théorie féministe est centrale à cette conception, dans la mesure où elle met tout particulièrement l'accent sur un sujet incarné, vulnérable à la violence, qui ne peut émerger que dans le contexte d'une dépendance physique fondamentale.

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Animals can often coordinate their actions to achieve mutually beneficial outcomes. However, this can result in a social dilemma when uncertainty about the behavior of partners creates multiple fitness peaks. Strategies that minimize risk ("risk dominant") instead of maximizing reward ("payoff dominant") are favored in economic models when individuals learn behaviors that increase their payoffs. Specifically, such strategies are shown to be "stochastically stable" (a refinement of evolutionary stability). Here, we extend the notion of stochastic stability to biological models of continuous phenotypes at a mutation-selection-drift balance. This allows us to make a unique prediction for long-term evolution in games with multiple equilibria. We show how genetic relatedness due to limited dispersal and scaled to account for local competition can crucially affect the stochastically-stable outcome of coordination games. We find that positive relatedness (weak local competition) increases the chance the payoff dominant strategy is stochastically stable, even when it is not risk dominant. Conversely, negative relatedness (strong local competition) increases the chance that strategies evolve that are neither payoff nor risk dominant. Extending our results to large multiplayer coordination games we find that negative relatedness can create competition so extreme that the game effectively changes to a hawk-dove game and a stochastically stable polymorphism between the alternative strategies evolves. These results demonstrate the usefulness of stochastic stability in characterizing long-term evolution of continuous phenotypes: the outcomes of multiplayer games can be reduced to the generic equilibria of two-player games and the effect of spatial structure can be analyzed readily.

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Résumé II lavoro verte sui volgarizzamenti quattro-cinquecenteschi di Luciano di Samosata, importante capitolo nella fortuna dell'autore greco, che diede l'avvio a quel vasto fenomeno chiamato "lucianesimo", esteso in Europa fino al XIX sec. In particolare fornisco l'edizione critica e commentata delle Storie vere volgarizzate, contenute nella prima, assai ampia (41 opuscoli), e per molto tempo unica, silloge lucianea in volgare, che ho datato a poco prima del 1480. Essa ci è giunta tramite un unico manoscritto, il Vaticano Chigiano L.VI.215, confezionato a Ferrara per Ercole I d'Este, nonché in almeno otto edizioni veneziane apparse fra il 1525 e il 1551. La princeps, da cui dipendono in vario modo tutte le edizioni successive, è pubblicata da Niccolò Zoppino. I1 ms. e le prime due edizioni (1525; 1527 Bindoni e Pasini) tacciono il nome del traduttore, che compare solo nell'edizione del 1529 (Zoppino): Niccolò Leoniceno (1428-1524), medico umanista e valente grecista, attivo a Ferrara dal 1464 al 1524, studioso e traduttore di Ippocrate e Galeno, editore di Aristotele e volgarizzatore di storici per Ercole d'Este. L'edizione ha richiesto uno studio preliminare sulle numerose traduzioni in latino e in volgare di Luciano, per valutare meglio le modalità della sua fortuna umanistica. Confrontando ms. e stampe, per le Storie vere si hanno due volgarizzamenti totalmente diversi, fin dal titolo: La vera historia nel ms., Le vere narrazioni nelle cinquecentine. Ma per l'ultimo quarto di testo, ms. e stampe in sostanza coincidono. La collazione ha coinvolto anche il testo greco (con gli apparati delle edizioni critiche) e la versione latina dell'umanista umbro Lilio Tifernate (1417/18-1486) risalente al 1439-43 ca., intitolata De veris narrationibus, di cui si hanno almeno tre redazioni d'autore; una quarta è invece dovuta probabilmente a Benedetto Bordon, che la inserì nella sua silloge latina di Luciano del 1494. Ho cosa stabilito che il volgarizzamento del ms. Chigiano, La vera historia, è stato eseguito direttamente dal greco, fatto eccezionale nel panorama delle traduzioni umanistiche, mentre quello a stampa, Le vere narrazioni, deriva dalla redazione Bordon del De veris narrationibus. La diversità dei titoli dipende dalle varianti dei codici greci utilizzati dai traduttori: il Vat. gr. 1323, o una sua copia, è utilizzato sia dal volgarizzatore del Chigiano, sia da Bordon, indipendentemente l'uno dall'altro; il Marc. gr. 434, o una sua copia, dal Tifernate. Il titolo latino mantenuto da Bordon risale al Tifernate. Per quanto riguarda l'attribuzione dei due volgarizzamenti, come già per altri due testi della silloge da me studiati (Lucio 01 Asino e Timone), anche per La vera historia del Chigiano è accettabile il nome di Niccolò Leoniceno, poiché: 1) essa è tradotta direttamente dal greco, correttamente e con buona resa in volgare, 2) Paolo Giovio -che conobbe di persona il Leoniceno -, negli Elogia veris clarorum virorum imaginibus apposita ricorda che i volgarizzamenti di Luciano e di Dione eseguiti dal Leoniceno piacquero molto ad Ercole d'Este, 3) nessuno nella prima metà del sec. XVI rivendica, per sé o per un suo maestro, il volgarizzamento di Luciano. Le vere narrazioni a stampa, tradotte dal latino del Bordon, dopo il 1494 e prima del 1525, per la parte che diverge dalla Vera historia rimangono invece anonime. Dato che si tratta di due volgarizzamenti distinti, ho allestito l'edizione a fronte dei due testi fin dove essi divergono, seguendo per l'uno il ms., per l'altro la princeps; per la parte finale, in cui confluiscono, mi baso invece sul manoscritto e relego in apparato le varianti più vistose della princeps (non è emerso un chiaro rapporto di dipendenza fra i due testimoni). Oltre all'apparato critico con le lezioni rifiutate, fornisco un commento con la giustificazione delle scelte e il confronto con i corrispondenti passi greci e latini.

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Des parents semblent ignorer la limite entre ce que l'on est en droit de montrer et ce que l'on doit traiter avec pudeur. Une sorte d'ambiguïté les amène à être négligents et par là à tolérer des comportements ou des propos grivois de leurs enfants ou à en rire. Les thérapeutes sont invités à entreprendre un travail pédagogique de guidance parentale quand les frontières de l'intime sont floues et quand la confusion touche les jeunes devenant vulnérables et symptomatiques. Les auteurs exposent un cas d'anorexie chez une adolescente, dont la souffrance se trouve masquée par une série de comportements désinhibés. La surexcitation qui en découle peut apparaître comme une solution défensive pour lutter contre la dépression liée à l'expérience de séparation et de deuil. Pour favoriser la construction de représentations des territoires de l'intime plus respectueuses de la vulnérabilité des adolescents, les auteurs ont aussi proposé la sculpture familiale.Parental guidance and respect of intimacy. Young people's mourning and erotism. - Parents seem to be unaware of the borderline between what one may show and what one should handle with reserve. A kind of ambiguity drive them to be careless. As a result, they put up with suggestive behaviour or language from their children and even laugh at it. The therapists are invited to undertake an educational work of parental guidance when the boderlines of the intimate are hazy and when the confusion is affecting young people who become vulnerable and symptomatic. The authors present an anorexia case of a teenager whose distress is concealed by a series of uninhibited behaviours. The ensuing overexcitement could seem to be a defensive solution to fight against the depression related to parting and mourning experience. To encourage the building of representations of the territories of the intimate which would be more respectful of the teenagers vulnerability, the authors also suggest the technique of family sculpture.