82 resultados para Esposizione generale italiana (1884 : Turin, Italy)

em Université de Lausanne, Switzerland


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BACKGROUND: Recent studies suggest that inequalities in premature mortality have continued to rise over the last decade in most European countries, but not in southern European countries. METHODS: In this study, we assess long-term trends (1971-2011) in absolute and relative educational inequalities in all-cause and cause-specific mortality in the Turin Longitudinal Study (Turin, Italy), a record-linkage study including all individuals resident in Turin in the 1971, 1981, 1991 and 2001 censuses, and aged 30-99 years (more than 2 million people). We examined mortality for all causes, cardiovascular disease (CVD), all cancers and specific cancers (lung, breast), as well as smoking and alcohol-related mortality. RESULTS: Overall mortality substantially decreased in all educational groups over the study period, although cancer rates only slightly declined. Absolute inequalities decreased for both genders (SII=962/694 in men/women in 1972-1976 and SII=531/259 in 2007-2011, p<0.01). Among men, absolute inequalities for CVD and alcohol-related causes declined (p<0.05), while remaining stable for other causes of death. Among women, declines in absolute inequalities were observed for CVD, smoking and alcohol-related causes and lung cancer (p<0.05). Relative inequalities in all-cause mortality remained stable for men and decreased for women (RII=1.92/2.03 in men/women in 1972-1976 and RII=2.15/1.32 in 2007-2011). Among men, relative inequalities increased for smoking-related causes, while among women they decreased for all cancers, CVD, smoking-related causes and lung cancer (p<0.05). CONCLUSIONS: Absolute inequalities in mortality strongly declined over the study period in both genders. Relative educational inequalities in mortality were generally stable among men; while they tended to narrow among women. In general, this study supports the hypothesis that educational inequalities in mortality have decreased in southern European countries.

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La tesi esplora le possibilità di rinnovamento e di riconfigurazione del ruolo del docente di lingua e letteratura italiana e, più in generale, del ruolo stesso della letteratura all'interno dei sistemi educativi, si colloca necessariamente all'intersezione tra diversi settori di studio: ? la didattica della letteratura italiana, una disciplina giovane, i cui inizi si possono far risalire agli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso, situata all'incrocio tra linguistica, italianistica e teoria della letteratura, che ha contribuito alla messa a punto di metodi e di strumenti per l'insegnamento della letteratura soprattutto nel contesto scolastico; ? l'informatica umanistica, la disciplina che si occupa dell'interazione tra la tecnologia e il sapere umanistico, sia dal punto di vista dell'utilizzo dei mezzi digitali per la ricerca (la produzione, la ricerca, la rappresentazione e la conservazione delle informazioni), sia da quello del ruolo dei saperi umanistici nella struttura epistemologica e nella storia della digitalizzazione; ? la tecnologia dell'educazione, che a partire dai primi mezzi di comunicazione elettrici e, poi, dall'invenzione del computer, ha sviluppato concetti e metodi per un approccio critico alle tecnologie utilizzate intenzionalmente con finalità didattiche, sia nelle attività di istruzione in aula, sia nelle attività cosiddette a distanza. A contatto con concetti e strumenti elaborati in questi ambiti, quindi, lo studioso di letteratura italiana dovrebbe mettere in discussione concetti e strumenti tipici della propria disciplina, riflettere sul proprio ruolo di ricercatore e di docente nella produzione e distribuzione di contenuti disciplinari per la formazione degli studenti e, infine, individuare strumenti operativi che gli consentano di assumere il controllo sui processi di apprendimento e sul complesso rapporto che essi intrattengono con l'insegnamento.

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In everyday debates on topics such as cultural differences, it seems relevant to analyze not only institutional conversations or speeches, but also mass-media communications. The way the media portray social events contributes to the construction of our categories of explanation of the world. The main purpose of this research is to analyze the representations of the Arabs before and after September 11, 2001 in the Italian and U.S. press. Results show that in Italy articles mainly focus on contrasting illegal immigration and on the consequent political and legislative decisions. Instead, U.S. press is focused on enhancing the sense of ingroup belonging, relying on the sense of threat of the Arabs to Western culture.

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Sintesi II presente lavoro di ricerca, maturato nel quadro di un dottorato in storia contemporanea, propone una ricostruzione dei percorsi materiali e dei percorsi culturali degli emigrati italiani in Svizzera tra la tìne della Seconda guerra mondiale e i primi anni Settanta. Le principali fonti di prima mano adoperate nella ricerca consistono in tre diversi generi di narrazioni autobiogratìche: le fonti orali (cento interviste complessive raccolte e analizzate); le scritture epistolari (tre fondi per un totale di circa duecento lettere); le scritture scolastiche di adolescenti e giovani emigrati italiani, iscritti, tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, ad una scuola privata del Canton Zurigo (circa seicento temi validi come prova di lingua italiana per il conseguimento della licenza media tra il 1973 e il 1974). Le fonti soggettive raccolte hanno permesso di tracciare i profili di numerosi di percorsi migratori vissuti da queste persone, lavorando, in primo luogo, sulla loro dimensione materiale, ovvero sulle tappe íìsiche, dal viaggio, alla ricerca del posto di lavoro e dell'alloggio, alla formazione di una famiglia, agli strumenti utilizzati per mantenersi in contatto con il proprio paese d'origine. Si sono poi inquadrate alcune delle possibili evoluzioni ideologiche e culturali, nei termini consentiti dallo studio della memoria e delle rappresentazioni di sé, offerte dagli emigrati stessi. In sintesi, quindi, il lavoro propone una ricostruzione di un frammento di storia dell'emigrazione italiana, con tutte le specitìcità legate a un paese di accoglienza, la Svizzera, e a un periodo storico, il Secondo dopoguerra. Alcuni dei caratteri principali dei percorsi materiali sono senz'altro legati alle peculiarità della legislazione svizzera, con la detìnizione di "straniero" che dava, le condizioni di vita che rendeva praticabili e possibili, i passaggi di tempo che imponeva per avere una permesso a tempo indeterminato, per raggiungere una certa stabilità, per ricomporre il proprio nucleo familiare. Anche alcuni fenomeni culturali erano legati a queste dimensioni specitïche, per cui non hanno riscontro, negli stessi termini, in altri contesti e in altri periodi. Accanto alle peculiarità e alle differenze che questa storia ha rispetto ad altre storie di emigrazione legate ad altri paesi e ad altri contesti, dal lavoro emergono processi e fenomeni di interesse più generale, qualora ci si interessi di fenomeni migratori, di conflitti, di inclusione e di esclusione di gruppi umani differenti. Alcune delle problematiche che si sono poste nella storia in analisi -per esempio quelle relative alla scolarizzazione dei minori, al rapporto tra diritto di residenza e obbligo di impiego, alla presenza di clandestini e al loro rapporto con associazioni o gruppi di assistenza legali o illegali -sono senza dubbio utili riferimenti per chi oggi voglia ragionare su problematiche analoghe poste in diversi contesti.

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Letterato versatile e curioso del presente, Sertorio Quattromani (Cosenza 1541-1603) fu uno dei migliori critici letterari della seconda metà del Cinquecento, come dimostrano innanzi tutto l'importante esposizione delle Rime di Della Casa (edita postuma nel 1616) e ora il commento alle Rime di Bembo, qui per la prima volta pubblicato, sulla base del manoscritto Palatino 1036 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nel quale si conserva adespoto con il titolo Luoghi difficili del Bembo. Elaborato tra il 1564 e il 1570, il commento bembiano si presenta non del tutto compiuto, per quanto già ricco di chiose esplicative e di riferimenti intertestuali. Occorre tuttavia considerare che la tipologia esegetica scelta da Quattromani non è quella dell'esposizione continua ma quella del commento tecnico e selettivo, incentrato sulla spiegazione dei luoghi difficili e sull'allegazione dei loci paralleli, oltre che sulle censure di gusto e sui rilievi linguistici, stilistici e retorici. Focalizzata sulla parafrasi e sull'intertestualità, l'annotazione di Quattromani intende essere al servizio del testo e insieme offrire agli scrittori coevi la possibilità di entrare in uno dei più raffinati laboratori poetici del Rinascimento. Almeno due sono le ragioni per motivare il recupero di un'opera incompiuta, e che lo stesso autore non ritenne più adeguata ai tempi, impegnandosi nell'esegesi delle Rime dellacasiane. Innanzi tutto un motivo di ordine generale: letture e commenti di critici coevi all'autore sono di grande utilità per un'interpretazione dei testi storicamente fondata. Poi un motivo specifico, che riguarda lo sviluppo della lirica italiana: già da metà Cinquecento l'esegesi dei poeti contemporanei diventa uno strumento essenziale per costruire la lirica moderna sulle fondamenta gettate da Bembo prima e da Della Casa poi. Infatti nel commento bembiano di Quattromani la fitta allegazione di loci paralleli estratti dalla letteratura latina serve anche a rivelare quanto il petrarchismo di Bembo non si alimenti del solo Petrarca. Rispetto alla vulgata petrarchistica, ciò che emerge nel Bembo di Quattromani è pertanto l'impossibilità per un poeta non corrivo di attenersi a norme insensibili al mutare dei tempi. Il riuso del dettato petrarchesco resta ovviamente legge, ma a patto che accolga nuove commistioni e svariati incrementi. In particolare, si avverte come sempre più vitale la riappropriazione profonda di tutta la letteratura in latino, da quella antica a quella umanistico-rinascimentale, tanto da pervenire a una contaminazione di latino e volgare che può essere considerata uno dei principali fattori di apertura della strada verso il Barocco intrapresa a fine Cinquecento dalla poesia italiana.

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Shrews of the genus Crocidura from Sicily revealed a new karyotype from Europe: 2n = 36, NF = 56, NFa = 52. With reference to the revision of Vesmanis (1976), this shrew is provisionally attributed to C. caudata Miller, 1901 and it is proposed to call it the "Sicilian shrew". Its chromosome complement is similar to that of shrews from Canary Islands and a species from Burundi (Central Africa), suggesting that it might have split off from a line of Paleotropical origin. Following these findings, the modern concept of Mediterranean island colonization by shrews must be revised. The distinctive characteristics of Mediterranean shrews should also be revised.

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Permo-Mesozoic Canavese sediments are pinched in between the pre-Alpine high-grade metamorphic Ivrea Zone and the Alpine metamorphosed Sesia Zone along the Insubric Line W of Locarno. According to the ``illite crystallinity'' these sediments were deformed under anchi- and epizonal conditions. Synkinematically formed white mica in the mylonitized Canavese sediments yields the following K-Ar age ranges: 60-76 Ma at the southwestern end, 28-43 Ma in the central part and 19-26 Ma in the northeastern part of the Insubric Line W of Locarno. The youngest age group dates the main uplift and dextral strike-slip movements of the Insubric Line, comprising mylonites in the NE and cataclasites in the SW. This activity correlates with Late Oligocene to Early Miocene rapid cooling and uplift of the Central Alps.

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Diet diversity (defined as the number of different foods consumed) has been considered an indicator of a healthy diet, and favorably related to the risk of several digestive tract cancers. We analyzed the relation between diet diversity and the risk of laryngeal cancer using data from a case-control study carried out between 1992 and 2000 in Italy and Switzerland. The subjects of the study were 527 patients with histologically confirmed incident cancers of the larynx and 1297 patients admitted for acute, non-neoplastic diseases, unrelated to tobacco or alcohol consumption. Total diversity was computed as the number of different foods (overall and within four food groups, i.e., vegetables, fruit, meat, and cereals) consumed at least once per week. A significant inverse association was observed for vegetable diversity (OR=0.41, 95% CI: 0.28-0.59, for the highest versus the lowest quartile) and fruit diversity (OR=0.40, 95% CI: 0.27-0.59). Conversely, a direct association was found for meat diversity (OR=1.67, 95% CI: 1.11-2.50), while no meaningful association was found for total diet and cereal diversity. The results were consistent across strata of age, alcohol drinking and tobacco smoking. This study suggests that a diet not only rich but also varied in fruit and vegetables is related to a decreased risk of laryngeal cancer risk.

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(Summary of the production) The idea that religion has to succeed in a «market», selling «salvation goods», has proved to be extremely attractive to scholars in sociology and the study of religion. Max Weber used the term «salvation good» to compare different religious traditions. Pierre Bourdieu employed the term in order to analyze «religious economy». And recently, an American group of researchers advocating «rational choice of religion» put the theme at the forefront of current debates. This book - the fruit of an International Congress in Lausanne in April 2005 - brings together leading specialists in the fields of sociology and the study of religion who discuss the terms «salvation goods» (or religious goods) and «religious market». The authors test the applicability of these concepts by using specific examples and they either deliberately advocate or criticize Weberian, Bourdieusian or rational-choice perspectives.