31 resultados para Dryden, John, 1631-1700
em Université de Lausanne, Switzerland
Resumo:
Cet ouvrage en propose une image différente des vallées latérales du Valais qui aux XVIIIe et XIXe siècles participent aux grands mouvements qui agitent l'Europe et parfois même les anticipent. Les grandes questions religieuses, politiques et culturelles - rôle de l'Église, éducation, libertés, droits individuels et collectifs... - passionnent et divisent les communautés locales. L'étude révèle enfin un aspect insoupçonné : dans les luttes pour le pouvoir et pour des valeurs sociales et culturelles, les attitudes et les comportements sexuels jouent un rôle central et jusqu'à présent négligé.
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St. John's wort, a popular over-the-counter drug for treatment of depression, might reduce concentrations of drugs such as cyclosporin and indinavir and lead to drug resistance and treatment failure. No studies as yet have examined its influence on methadone plasma levels. The trough methadone plasma levels were measured in four patients (2 males, median age: 31 years; range 19 - 40 years) in methadone maintenance treatment just before the introduction of St. John's wort (900 mg/d) and after a median period of 31-day treatment (range 14 - 47). The study was proposed to addict patients about to start an antidepressant therapy. Introduction of St. John's wort resulted in a strong reduction of (R,S)-methadone concentration-to-dose ratios in the four median patients included, with a median decrease to 47 % of the original concentration (range: 19 % - 60 % of the original concentration). Two patients reported symptoms that suggested a withdrawal syndrome. Thus, prescription of St. John's wort might decrease methadone blood levels and induce withdrawal symptoms which, if not correctly identified and handled (by changing the antidepressant or by increasing the methadone dose), might cause unnecessary discomfort to the patient, lead to resumption of illicit drug uses, or be a risk factor for discontinuation of the methadone or antidepressant treatment.
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Scopo di questo studio è la disamina e la divulgazione dei pregi letterari e del valore concettualmente innovativo del Discorso dell 'amore verso la patria di Ludovico Zuccolo. L'analisi dei contenuti dell'opera, unitamente alla puntualizzazione delle sue caratteristiche formali e stilistiche, permette di vedere come questo scrittore proponga, utilizzando la forma letteraria del discorso politico, una riuscita codificazione della tematica dei diritti e dei doveri dei cittadini verso la patria; operazione in cui si sostanzia, a mio avviso, l'apporto innovativo dello Zuccolo. Dopo l'iniziale riscoperta, da parte di Benedetto Croce, del capitolo delle Considerazioni sulla Ragion di Stato, l`opera dello Zuccolo ha generato un certo interesse critico fra gli studiosi di letteratura politica del "900" senza tuttavia divenire oggetto di contributi esaustivi malgrado, a nostro parere, la presenza di elementi di originalità di pensiero nel Discorso dell 'amore verso la patria. Inoltre, l'opinione degli specialisti non è mai stata unanime riguardo al valore e ai contenuti delle opere di questo autore. Se per il Croce, ne << La Critica >> del 1926, egli appare come colui che ha prodotto, «Lo scritto più acuto e originale sull'argomento [della Ragion di Stato], composto in quel seco1o.>> (p. 301), per altri egli si presenta come un dotto estensore di trattati politici nei quali sfoggia abilmente la sua erudizione classica e Luigi Firpo arriva a suggerire addirittura che lo Zuccolo sia colpevole di plagio proprio laddove tratta il tema della Ragion di Stato : Al punto in cui siamo, una cosa è certa, e cioè che i conti non tornano : non riesco a credere che uno scrittore inzeppi centinaia e centinaia di pagine di luoghi comuni, di erudizione d"accatto, di oziosità accademiche, e poi un bel mattino, morso dalla tarantola o baciato in fronte da Minerva, metta in carta il piccolo capolavoro, le pagine meditate e profonde, e perciò lungamente soffeite, che pure gli appartengono per una paternità incontestata e certa. Dico questo, perché in un caso del genere, non al miracolo s"avrebbe da credere, ma, semmai, al plagio. (1). Catherine Pitiot, nel suo saggio La retorica politica nell 'opera utopica di Ludovico Zuccolo, coglie invece in questo autore unicamente l"utopista che << lntende allontanarsi dalla realtà contemporanea per modificarla, correggerla e presentare un'in1magine che sia fondamentalmente diversa, a livello strutturale. >> (2). Di parere diametralmente opposto Rodolfo de Mattei, che attribuisce allo Zuccolo lo status di anti-utopista per eccellenza, tipico di uno scrittore che, Non ha voluto usufruire della facile libertà della fantasia per sovvertire l'ordine storico e per alterare arbitrariamente la natura umana, cioé per proporre un ordinamento mirante ad una radicale trasformazione della società e quindi di assai dubbia realizzazione. (3). Altri studiosi, fra cui Bruno Nediani, si sono dedicati alla descrizione della personalità dello Zuccolo, attingendo alle sue lettere - che lo stesso Nediani ha riscoperto - oltre che ai brevi accermi che di sé fa lo Zuccolo negli scritti. Dal saggio del Nediani, La personalità di Ludovico Zuccolo (1969), emerge la figura di un uomo tormentato e insoddisfatto, ossessionato dal sospetto dell"autorità ecclesiastica, costretto a procacciarsi impieghi inadeguati presso i potenti, all'inseguimento dell'obiettivo di una carriera che, comunque, finisce con il risultargli sempre, prima o poi, insopportabile. Più recentemente, Sergio Bertelli, nel suo contributo alla Storia della letteratura di Cecchi e Sapegno, ha aperto una nuova prospettiva sullo Zuccolo proponendolo come colui che, Spezza finalmente il cerchio moralistico costruito dal Botero attorno al pensiero machiavelliano e la ragion di stato cessa di essere giudicata vera o falsa, buona o malvagia, interessando in sé e per sé, cioé nei suoi presupposti e nei suoi fini esclusivamente politici. (4).
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The problematic of performativity has recently produced several criticisms and debates about the status of the economic discourse. Indeed the affirmation that economist shapes the world by describing it could leads to the subjectivist idea that each theory can in fine be 'true' and each theory can perform the social world in his specific way. This work clarifies this problematic in connecting it with the institutional theory of John Searle. We define performativity as a particular type of assignment of function. Finally, this enables us to show that performativity is limited by two kinds of factors : brut facts and social facts.