95 resultados para Y-90 MICROSPHERES
Resumo:
This work is conceived to provide a general approach to the study of the different structures of Roman architecture - and of its representations – that combine the arched system with the architrave and that are traditionally grouped under terms like “arcuated trabeation” and “Syrian pediment” or other similar (“Syrian arch”, “arcuated lintel”, “arcuated architrave”, “arcuated gable”, “arcuated pediment”). This paper will address all-round issues of form and terminology, of origin and spread (with particular attention to the problem presented by the site of Sî῾ Syria), of use in constructions and iconography and of possible symbolic value. The study focuses on key concepts and basic bibliography as well as on some technical, functional and symbolic aspects able to broaden what has been outlined so far.
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In 1991 was brought to light a collection of architectural terracottas from the villa of the Vilarenc and some pieces from Tarraco that were identified as lastre Campana. Five years later, in the excavations of the Plaza de la Font of Tarragona, a collection of six pieces was discovered. Altogether, the collection is based in 14/15 lastre and 4 different topics: “Women flanking a candelabra”, “Theseus known by his father”, “Adornment of a hermes” and “Scene of portico of palestra”. The interest of these finds lies in several factors: Their absolute exceptionality (it is very rare to find them outside of Italy); the geographical concentration, the topics, and their chronological relation and precise culture, since the finds are concentrated in a provincial capital and its territory, and they come from contexts of the beginning of first century AD. The physicochimique analyses make possible to assign an origin from Latium to some pieces and a local manufacture to others. These finds make possible to talk about the area and the provincial impact of certain iconographic and cultural models of Augustus’ time.
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Ensayo sobre las placas-nicho visigodas y el mihrab y macsura de la mezquita de Córdoba centrado en sus aspectos formales e iconológicos y sus referentes en la arquitectura de poder y la representación simbólica de la divinidad.
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Il risultato delle indagini condotte negli anni scorsi nei depositi archeologici della Catalogna, sia urbani, sia rurali, consente di determinare le tendenze delle importazioni e dell’economia in quest’area occidentale della penisola iberica fra il V secolo e la fine del VI-inizi del VII. In questa sede viene proposta una sintesi interpretativa dei dati disponibili, specialmente in rapporto al commercio delle ceramiche africane che costituivano le principali importazioni. Allo stato delle ricerche si possono avanzare alcune riflessioni. Se è vero che l’occupazione di Cartagine da parte dei Vandali nel 439 potrebbe aver determinato alcuni cambiamenti nella commercializzazione dei materiali africani, non va escluso che, tra la metà e la seconda metà del V secolo, il rafforzamento politico del regno vandalo abbia causato alcuni importanti cambiamenti tipologici nelle ceramiche africane (sigillata D, anfore) e un nuovo impulso alla relativa commercializzazione. Tra la seconda metà del VI secolo e la prima metà del VII (e forse anche la seconda metà) è proseguito l’arrivo di ceramica africana, proveniente soprattutto dall’area tunisina e, in minore quantità, dal Mediterraneo orientale. L’importazione di sigillata africana ha subito un significativo calo in questo periodo, ma non sparisce del tutto almeno fino agli inizi del VII secolo. Nel contempo è documentato un aumento considerevole della presenza di anfore africane, tanto che non può essere accolta l’ipotesi della cessazione delle importazioni tra la metà e il pieno VI secolo. Di conseguenza la rivalità politica fra i Visigoti e i Bizantini non si è tradotta nella scomparsa del commercio fra la penisola iberica e il Nord Africa, anche se è ben documentata una notevole diminuzione dei prodotti africani nel nord della provincia bizantina di Spania. La causa (o le cause) della fine dell’arrivo delle importazioni mediterranee lungo i litorali ispanici non può essere accertata con sicurezza. D’altra parte le ragioni di questo fenomeno vanno ricercate non solo nei centri di consumo, ma anche nelle aree di produzione, sicché sembra probabile che, come viene tradizionalmente ritenuto, la fine delle esportazioni fu determinata dall’invasione islamica dell’Africa settentrionale.