3 resultados para istone deacetilasi 1 cromatina sistemi di espressione


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MOTIVAZIONI DI PARTENZA Gli studi sul processo di aziendalizzazione delle pubbliche amministrazioni (Hood 1991, Mussari 1994, Valotti 2000) hanno evidenziato che esse possono essere considerate aziende per tre ragioni: istituzionale, costitutiva e comportamentale (Deidda Gagliardo 2002). In particolare, gli enti locali che intendano agire come aziende dovrebbero adottare sistemi (Bertini 1990) di programmazione e controllo (D’Alessio 1992, Borgonovi 2005), funzionali ad un miglioramento delle performances economico-sociali (Anselmi 1993, Farneti 2004). Il presente lavoro è incentrato sul sub-sistema di programmazione delle amministrazioni territoriali: si focalizza l’attenzione sugli enti locali emiliano-romagnoli in quanto caratterizzati da un buon livello di aziendalizzazione (Orelli 2005). RISULTATI ATTESI L’analisi verterà sugli strumenti di programmazione utilizzati dagli enti in oggetto e sui rapporti -orizzontali e verticali (Deidda Gagliardo 2007)- intercorrenti tra gli stessi, mirando a verificarne livello e modalità di applicazione. Lo studio partirà dai risultati della ricerca “Il contributo dei sistemi di programmazione e controllo alla governance locale in Emilia-Romagna”, coordinata dal Prof. Deidda Gagliardo e condotta, rispetto all’universo di 350 enti potenziali, sul campione delle 178 amministrazioni che hanno risposto, rappresentativo di tutte le fasce dimensionali e di tutte le zone geografiche della regione. Tale ricerca, chiusa a fine 2007, ha indagato l’arco temporale 1996 - 2006. Dall’analisi dei dati ci si attende che tutti gli enti osservati adottino gli strumenti di programmazione “obbligatori”, e che l’utilizzo di quelli “facoltativi” sia circoscritto a quelli più virtuosi. La metodologia di ricerca è di tipo misto: • fase deduttiva: sono stati studiati i principali contributi teorici; • fase induttiva: è stato somministrato un questionario strutturato a risposte chiuse ai responsabili dei servizi finanziari; • fase di feedback: si procederà all’analisi critica dei risultati al fine di verificare livello e modalità di utilizzo degli strumenti di programmazione.

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In this Letter, an unambiguous synthetic strategy is reported for the preparation of enantiomerically purecis-5-halo-piperazic acid derivatives in single diastereoisomer form. Contrary to the recent report by Shin and co-workers (Chem. Lett. 2001, 1172), in which it is claimed that the Ph3P and N-chlorosuccinimide (NCS)-mediated chlorination of (3R,5S)-trans-N(1),N(2)-di-t-Boc-5-hydroxy-piperazic acid derivative 1proceeds with retention of configuration at C(5) to give 2, we now show that this and related Ph3P-mediated halogenations all occur with SN2 inversion at the alcohol center, as is customary for such reactions. Specifically, we demonstrate that the (3R,5S)-trans-5-Cl-piperazic acid derivative 2 claimed by Shin and co-workers (Chem. Lett. 2001, 1172) is in actual fact the chlorinated (3S,5R)-enantiomer 6, which must have been prepared from the cis-(3S,5S)-alcohol 3, a molecule whose synthesis is not formally described in the Shin paper. We further show here that the cis-(3R,5R)-5-Cl-Piz 13 claimed by Shin and co-workers inChem. Lett. 2001, 1172, is also (3S,5R)-trans-5-Cl-Piz 6. Authentic 13 has now been synthesized by us, for the very first time, here. Since Lindsley and Kennedy have recently utilized the now invalid Shin and co-workers’ retentive Ph3P/NCS chlorination procedure on 1 in their synthetic approach to piperazimycin A (Tetrahedron Lett. 2010, 51, 2493), it follows that their claimed 5-Cl-Piz-containing dipeptide 25 probably has the alternate structure 26, where the 5-Cl-Piz residue has a 3,5-cis-configuration. The aforementioned stereochemical misassignments appear to have come from a mix-up of starting materials by Shin and co-workers (Chem. Lett. 2001, 1172), and an under-appreciation of the various steric and conformational effects that operate in N(2)-acylated piperazic acid systems, most especially rotameric A1,3-strain. The latter has now been unambiguously delineated and defined here under the banner of the A1,3-rotamer effect.

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In un'epoca di risorse scarse e di crescente disaffezione verso la politica, l'azione degli enti locali ha un impatto sempre più rilevante sulla qualità della vita del cittadino. A tal fine, l'adozione di sistemi di programmazione e controllo, supportati da idonei strumenti, diviene essenziale per il perseguimento dell'efficienza e dell'efficacia e dunque per riconquistare la fiducia del cittadino stesso. Il volume, sulla base di un'analisi della normativa (dai primi anni Novanta fino al DL 174/2012 e s.m.i.) e della letteratura nazionale ed internazionale in tema di performance measurement, identifica un Modello ottimale (Modello PerformEL) per la redazione di due documenti che possono avere un ruolo centrale nel sistema di programmazione e controllo locale: il Piano e la Relazione sulla Performance. La capacità informativa di questi ultimi è testata tramite un'indagine empirica che ha coinvolto i comuni con almeno 50.000 abitanti, comparando struttura, forma e contenuti di tali documenti con quelli ritenuti ottimali e quindi inseriti nel Modello. Sulla base dei risultati dell'indagine, che mostrano una diffusa inadeguatezza informativa degli strumenti analizzati, viene proposto un percorso evolutivo per la graduale realizzazione di documenti di programmazione e controllo che, al di là della loro 'etichetta formale' (Piano della Performance piuttosto che Piano Esecutivo di Gestione, Relazione sulla Performance o Report dei Controlli interni) permetta di semplificare l'architettura informativa dell'ente locale (nel rispetto del DL 174/2012) e parimenti di trasformare i molteplici inutili adempimenti in utili documenti di performance measurement.