4 resultados para Sotto il cielo di Roma (elokuva)
em Scientific Open-access Literature Archive and Repository
Resumo:
Rapporto tecnico per l’Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del CNR, registrato con prot. CNR n. 0012494 del 24/02/2016, riguardante lo studio di fattibilità di un grande impianto fotovoltaico da installare all'interno del Campus di Monterotondo del CNR.
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From May 15th to 30th and 15th to 30th September 2015 took place the fifth and sixth excavation campaign at the Castellazzo of Monte Iato. The presence of 15 participants made it possible to deepen the research significantly and ex-pand the surface area of investigation. It is completely emptied a room already identified in previous campaigns and provided new information about the relationship with the existing cemetery. Part of a burial in a supine position was destroyed by the installation of wall 20. Traces of another turret projecting from the walls have been discovered in the east and another section of the inner walls (15) was fully exposed. A gate, between two towers, is the first entry traced so far, on the north-eastern side of the plateau. The archaeological materials found confirm the characteristics and type of construction. Being a military camp of ephemeral nature, although active at least 30 years, objects such as arrowheads and crossbow quarrels, knives, buckles and harnesses for horses have been found. One of the environments has been interpreted as an area where gaming took place because of the presence of four dice in ivory, glasses and different coins, in addition to the greater extent than the other environments found. Among the findings are reported a glass weight with a cufic inscription dated to the mid-twelfth century and two bronze coins dated in 15th centu-ry.
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The paper is centred on southern Tuscany on the archaeological complex of Pieve di Pava where archaeological research have been conducted since the 2000 by the University of Siena. The parish church is first mentioned as the baptisterium Sancti Petri in Pava in a document of AD 715 part of a long dispute between the bishop of Siena and the bishop of Arezzo. But the archaeological excavation revealed a longer history of the site that start from the Roman period with a villa dated between the second to the fourth century BC. The villa continued to grow in Late Antiquity since it was transformed by a church. The paper is centred on these fluctuations of the site and on the implications of the transformations on the landscape. One of the stronger element of the Pava site, in addition to the very particular plan of the early church (built with two opposing apses) was the huge cemetery around the church that was used from the seventh century BC until the Middle Ages. The 900 excavated graves make this one of the largest and most long-lasting late-Roman to medieval cemeteries excavated in Europe.
Resumo:
Il contenuto di questo volume non vuole rappresentare un testo didattico per lo studio in generale della vulcanologia in quanto in esso si tratta unicamente quell’a-spetto della disciplina che riguarda il vulcanismo esplosivo. In tal senso l’autore ritiene che questo testo possa essere utile per gli studenti di Scienze Geologiche che, vivendo nelle aree vulcaniche italiane di età quaternaria ed anche attive, possano, da laureati, svolgere attività professionali mirate alla individuazione e definizione di Pericolosità, Vulnerabilità e Rischio Vulcanico. Trattare gli argomenti che seguono non è stato facile e forse si poteva, in alcuni casi, renderli più semplici, ma talvolta la semplicità non sempre è sinonimo di precisione; inoltre, per descrivere certi aspetti non quantitativi si è costretti ad utilizzare un linguaggio quanto più possibile “ad hoc”. L’autore ha svolto la propria attività di ricerca in aree vulcaniche, sia in Italia che all’estero. Le ricerche in Italia sono state da sempre concentrate nelle aree di vulcanismo attivo in cui l’attività del vulcanologo è finalizzata fondamentalmente alla definizione della Pericolosità Vulcanica supporto indispensabile per la definizione dell’aree a Rischio Vulcanico, intendendo per Rischio il prodotto della Pericolosità per il Danno in termini, questo, di numero di vite umane ovvero di valore monetario dei beni a rischio nell’area vulcanica attiva. Le ricerche svolte dall’autore in Africa Orientale (Etiopia e Somalia) e nello Yemen hanno contribuito ad assimilare i concetti di vulcanologia regionale, rappresentata dall’ampia diffusione del vulcanismo di plateau, variabile per spessore dai 1500 ai 3000 metri, fra i quali si inseriscono, nella depressione dell’Afar, catene vulcaniche inquadrabili, dal punto di vista geodinamico, come “oceaniche” alcune delle quali attive e che si sviluppano per decine/centinaia di chilometri. Nelle aree vulcaniche italiane le difficoltà che sorgono durante il rilevamento risiedono nella scarsa continuità di affioramenti, talvolta incompleti per la descrizione delle variazioni di facies piroclastiche, non disgiunta dalla fitta vegetazione ovvero ur banizzazione specialmente nelle aree di vulcanismo attivo. Il rilevamento vulcanologico richiede competenze e l’adozione di scale adatte a poter cartografare le variazioni di facies piroclastiche che, a differenza dalle assise sedimentarie, in un’area vulcanica possono essere diffuse arealmente soltanto per alcune centinaia di metri. I metodi di studio delle rocce piroclastiche sono del tutto simili a quelli che si usano per le rocce clastiche, cioè dall’analisi delle strutture e delle tessiture alla litologica fino a quella meccanica; su questi clasti inoltre le determinazioni della densità, della mineralogia e della geochimica (Elementi in tracce e Terre Rare), ottenute sulla frazione vetrosa, rappresentano parametri talvolta identificativi di un’area vulcanica sorgente. Non esistono testi nei quali venga descritto come si debba operare nelle aree vulcaniche per le quali l’unica certezza unificante è rappresentata dall’evidenza che, nelle sequenze stratigrafiche, il termine al top rappresenta quello più relativamente recente mentre quello alla base indica il termine relativo più vecchio. Quanto viene riportato in questo testo nasce dall’esperienza che è stata acquisita nel tempo attraverso una costante azione di rilevamento che rappresenta l’uni- ca sorgente di informazione che un vulcanologo deve ricavare attraverso un attento esame dei depositi vulcanici (dalla litologia alla mineralogia, alla tessitura, etc.) la cui distribuzione, talvolta, può assumere un carattere interegionale in Italia nell’ambito dell’Olocene. Soltanto l’esperienza acquisita con il rilevamento produce, in un’area di vulcanismo attivo, risultati positivi per la definizione della Pericolosità, sapendo però che le aree vulcaniche italiane presentano caratteristiche ampiamente differenti e di conseguenza il modo di operare non può essere sempre lo stesso. Un esempio? Immaginate di eseguire un rilevamento vulcanico prima al Somma-Vesuvio e poi nei Campi Flegrei: sono mondi completamente differenti. L’autore desidera ribadire che questo testo si basa sulla esperienza acquisita sia come geologo sia come docente di Vulcanologia; pertanto il libro potrà forse risultare più o meno bilanciato, in forza dell’argomento trattato, in quanto durante l’attività di ricerca l’autore, come tutti, ha affrontato alcuni argomenti più di altri. Questo approccio può essere considerato valido per chiunque voglia scrivere un libro in maniera autonoma e originale, non limitandosi, come molte volte avviene, a tradurre in italiano un libro su tematiche analoghe diffuso, ad esempio, nel mondo anglosassone.Diversamente, si sarebbe potuto concepire un libro come un collage di capitoli scritti da vari autori, che magari avevano esperienza più specifica nei singoli argomenti, ma in tal senso si sarebbe snaturato lo spirito con cui si è impostato il progetto. L’autore, infine, ha fatto ricorso al contributo di altri autorevoli colleghi solo per temi importantissimi, ma in qualche modo complementari rispetto al corpus costitutivo del Vulcanismo Esplosivo.