5 resultados para protocolli, trasporto, ipv6

em Queensland University of Technology - ePrints Archive


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Handover performance is critical to support real-time traffic applications in wireless network communications. The longer the handover delay is, the longer an Mobile Node (MN) is prevented from sending and receiving any data packet. In real-time network communication applications, such as VoIP and video-conference, a long handover delay is often unacceptable. In order to achieve better handover performance, Fast Proxy Mobile IPv6 (FPMIPv6) has been standardised as an improvement to the original Proxy Mobile IPv6 (PMIPv6) in the Internet Engineering Task Force (IETF). The FPMIPv6 adopts a link layer triggering mechanism to perform two modes of operation: predictive and reactive modes. Using the link layer triggering, the handover performance of the FPMIPv6 can be improved in the predictive mode. However, an unsuccessful predictive handover operation will lead to activation of a reactive handover. In the reactive mode, MNs still experience long handover delays and a large amount of packet loss, which significantly degrade the handover performance of the FPMIPv6. Addressing this problem, this thesis presents an Enhanced Triggering Mechanism (ETM) in the FPMIPv6 to form an enhanced FPMIPv6 (eFPMIPv6). The ETM reduces the most time consuming processes in the reactive handover: the failed Handover Initiate (HO-Initiate) delay and bidirectional tunnel establishment delay. Consequently, the overall handover performance of the FPMIPv6 is enhanced in the eFPMIPv6. To show the advantages of the proposed eFPMIPv6, a theoretical analysis is carried out to mathematically model the performance of PMIPv6, FPMIPv6 and eFPMIPv6. Extensive case studies are conducted to validate the effectiveness of the presented eFPMIPv6 mechanism. They are carried out under various scenarios with changes in network link delay, traffic load, number of hops and MN moving velocity. The case studies show that the proposed mechanism ETM reduces the reactive handover delay, and the presented eFPMIPv6 outperforms the PMIPv6 and FPMIPv6 in terms of the overall handover performance.

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Paesaggio ed infrastrutture viarie sono un binomio molto forte: il primo ha insito il concetto di accessibilità, in quanto non può esistere senza la presenza di un osservatore; la strada, invece, trova i fattori che la connotano nel suo rapporto con la morfologia su cui insiste. Le infrastrutture viarie sono elemento strutturale e strutturante non solo di un territorio, ma anche di un paesaggio. Le attuali esigenze di mobilità portano oggi a ripensare ed adeguare molte infrastrutture viarie: laddove è possibile si potenziano le strutture esistenti, in diversi casi si ricorre a nuovi tracciati o a varianti di percorso. Porsi il problema di conservare itinerari testimoni della cultura materiale ed economica di una società implica considerazioni articolate, che travalicano i limiti del sedime: una via è un organismo più complesso della semplice linea di trasporto in quanto implica tutta una serie di manufatti a supporto della mobilità e soprattutto il corridoio infrastrutturale che genera e caratterizza, ovvero una porzione variabile di territorio definita sia dal tracciato che dalla morfologia del contesto. L’evoluzione dei modelli produttivi ed economici, che oggi porta quote sempre maggiori di popolazione a passare un tempo sempre minore all’interno del proprio alloggio, rende la riflessione sulle infrastrutture viarie dismesse o declassate occasione per la progettazione di spazi per l’abitare collettivo inseriti in contesti paesaggistici, tanto urbani che rurali, tramite reti di percorsi pensate per assorbire tagli di mobilità specifici e peculiari. Partendo da queste riflessioni la Tesi si articola in: Individuazioni del contesto teorico e pratico: Lo studio mette in evidenza come la questione delle infrastrutture viarie e del loro rapporto con il paesaggio implichi riflessioni incrociate a diversi livelli e tramite diverse discipline. La definizione dello spazio fisico della strada passa infatti per la costruzione di un itinerario, un viaggio che si appoggia tanto ad elementi fisici quanto simbolici. La via è un organismo complesso che travalica il proprio sedime per coinvolgere una porzione ampia di territorio, un corridoio variabile ed articolato in funzione del paesaggio attraversato. Lo studio propone diverse chiavi di lettura, mettendo in luce le possibili declinazioni del tema, in funzione del taglio modale, del rapporto con il contesto, del regime giuridico, delle implicazioni urbanistiche e sociali. La mobilità dolce viene individuata quale possibile modalità di riuso, tutela e recupero, del patrimonio diffuso costituito dalle diversi reti di viabilità. Antologia di casi studio: Il corpo principale dello studio si basa sulla raccolta, analisi e studio dello stato dell’arte nel settore; gli esempi raccolti sono presentati in due sezioni: la prima dedicata alle esperienze più significative ed articolate, che affrontano il recupero delle infrastrutture viarie a più livelli ed in modo avanzato non concentrandosi solo sulla conversione del sedime, ma proponendo un progetto che coinvolga tutto il corridoio attraversato dall’infrastruttura; la seconda parte illustra la pratica corrente nelle diverse realtà nazionali, ponendo in evidenza similitudini e differenze tra i vari approcci.

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