3 resultados para O Problema Do Ma

em Queensland University of Technology - ePrints Archive


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Paesaggio ed infrastrutture viarie sono un binomio molto forte: il primo ha insito il concetto di accessibilità, in quanto non può esistere senza la presenza di un osservatore; la strada, invece, trova i fattori che la connotano nel suo rapporto con la morfologia su cui insiste. Le infrastrutture viarie sono elemento strutturale e strutturante non solo di un territorio, ma anche di un paesaggio. Le attuali esigenze di mobilità portano oggi a ripensare ed adeguare molte infrastrutture viarie: laddove è possibile si potenziano le strutture esistenti, in diversi casi si ricorre a nuovi tracciati o a varianti di percorso. Porsi il problema di conservare itinerari testimoni della cultura materiale ed economica di una società implica considerazioni articolate, che travalicano i limiti del sedime: una via è un organismo più complesso della semplice linea di trasporto in quanto implica tutta una serie di manufatti a supporto della mobilità e soprattutto il corridoio infrastrutturale che genera e caratterizza, ovvero una porzione variabile di territorio definita sia dal tracciato che dalla morfologia del contesto. L’evoluzione dei modelli produttivi ed economici, che oggi porta quote sempre maggiori di popolazione a passare un tempo sempre minore all’interno del proprio alloggio, rende la riflessione sulle infrastrutture viarie dismesse o declassate occasione per la progettazione di spazi per l’abitare collettivo inseriti in contesti paesaggistici, tanto urbani che rurali, tramite reti di percorsi pensate per assorbire tagli di mobilità specifici e peculiari. Partendo da queste riflessioni la Tesi si articola in: Individuazioni del contesto teorico e pratico: Lo studio mette in evidenza come la questione delle infrastrutture viarie e del loro rapporto con il paesaggio implichi riflessioni incrociate a diversi livelli e tramite diverse discipline. La definizione dello spazio fisico della strada passa infatti per la costruzione di un itinerario, un viaggio che si appoggia tanto ad elementi fisici quanto simbolici. La via è un organismo complesso che travalica il proprio sedime per coinvolgere una porzione ampia di territorio, un corridoio variabile ed articolato in funzione del paesaggio attraversato. Lo studio propone diverse chiavi di lettura, mettendo in luce le possibili declinazioni del tema, in funzione del taglio modale, del rapporto con il contesto, del regime giuridico, delle implicazioni urbanistiche e sociali. La mobilità dolce viene individuata quale possibile modalità di riuso, tutela e recupero, del patrimonio diffuso costituito dalle diversi reti di viabilità. Antologia di casi studio: Il corpo principale dello studio si basa sulla raccolta, analisi e studio dello stato dell’arte nel settore; gli esempi raccolti sono presentati in due sezioni: la prima dedicata alle esperienze più significative ed articolate, che affrontano il recupero delle infrastrutture viarie a più livelli ed in modo avanzato non concentrandosi solo sulla conversione del sedime, ma proponendo un progetto che coinvolga tutto il corridoio attraversato dall’infrastruttura; la seconda parte illustra la pratica corrente nelle diverse realtà nazionali, ponendo in evidenza similitudini e differenze tra i vari approcci.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

As a Lecturer of Animation History and 3D Computer Animator, I received a copy of Moving Innovation: A History of Computer Animation by Tom Sito with an element of anticipation in the hope that this text would clarify the complex evolution of Computer Graphics (CG). Tom Sito did not disappoint, as this text weaves together the multiple development streams and convergent technologies and techniques throughout history that would ultimately result in modern CG. Universities now have students who have never known a world without computer animation and many students are younger than the first 3D CG animated feature film, Toy Story (1996); this text is ideal for teaching computer animation history and, as I would argue, it also provides a model for engaging young students in the study of animation history in general. This is because Sito places the development of computer animation within the context of its pre-digital ancestry and throughout the text he continues to link the discussion to the broader history of animation, its pioneers, technologies and techniques...

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Ma Ma Ma Mad is an autobiographical work, written and performed by Singaporean-Australian theatre maker Merlynn Tong. This production, presented at the Brisbane Powerhouse in December 2015, was a multi-genre work incorporating aspects of Butoh, physical theatre, cabaret and contemporary monologue. More than an experiment in mixed performative forms, however, this particular production was also an exercise in inter-cultural collaboration as well as gender in (and of) performance. Heavily influenced by the creator's experiences growing up in urban Southeast Asia, the director's specialisation in contemporary Australian theatre and experience telling uniquely Australian stories worked to manipulate the form in an endeavour to succinctly speak to local audiences, without pandering to entrenched stereotypes or diluting the underlying Chinese-Singaporean themes. The success of this production was also somewhat of a personal challenge for the creatives, after being told by some of Brisbane's most influential theatre venues and festivals that they would rather not support the work because a) it was a one woman show, and b) it was a one woman show about an Asian woman; and therefore would not sell well. One very influential local producer even said that he already had a one-woman show about an Asian person programmed, so he couldn't possibly program another. Operating in such a biased and out-of-touch artistic environment was seen as an easy challenge for the artists involved, which resulted in a highly successful and critically acclaimed sell-out run of Ma Ma Ma Mad, followed by offers to tour the work nationally and internationally. As such, this production also stands as a practical example of the ingrained and patriarchal structures of the Australian arts scene, and how art can work to break down the very barriers that it has helped to construct through a lack of vision and diversity amongst its leaders.