4 resultados para Giambattista dalla Concezione, Beato

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Soil respiration in semiarid ecosystems responds positively to temperature, but temperature is just one of many factors controlling soil respiration. Soil moisture can have an overriding influence, particularly during the dry/warm portions of the year. The purpose of this project was to evaluate the influence of soil moisture on the relationship between temperature and soil respiration. Soil samples collected from a range of sites arrayed across a climatic gradient were incubated under varying temperature and moisture conditions. Additionally, we evaluated the impact of substrate quality on short-term soil respiration responses by carrying out substrate-induced respiration assessments for each soil at nine different temperatures. Within all soil moisture regimes, respiration rates always increased with increase in temperature. For a given temperature, soil respiration increased by half (on average) across moisture regimes; Q(10) values declined with soil moisture from 3.2 (at -0.03 MPa) to 2.1 (-1.5 MPa). In summary, soil respiration was generally directly related to temperature, but responses were ameliorated with decrease in soil moisture. (C) 2004 Elsevier Ltd. All rights reserved.

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Paesaggio ed infrastrutture viarie sono un binomio molto forte: il primo ha insito il concetto di accessibilità, in quanto non può esistere senza la presenza di un osservatore; la strada, invece, trova i fattori che la connotano nel suo rapporto con la morfologia su cui insiste. Le infrastrutture viarie sono elemento strutturale e strutturante non solo di un territorio, ma anche di un paesaggio. Le attuali esigenze di mobilità portano oggi a ripensare ed adeguare molte infrastrutture viarie: laddove è possibile si potenziano le strutture esistenti, in diversi casi si ricorre a nuovi tracciati o a varianti di percorso. Porsi il problema di conservare itinerari testimoni della cultura materiale ed economica di una società implica considerazioni articolate, che travalicano i limiti del sedime: una via è un organismo più complesso della semplice linea di trasporto in quanto implica tutta una serie di manufatti a supporto della mobilità e soprattutto il corridoio infrastrutturale che genera e caratterizza, ovvero una porzione variabile di territorio definita sia dal tracciato che dalla morfologia del contesto. L’evoluzione dei modelli produttivi ed economici, che oggi porta quote sempre maggiori di popolazione a passare un tempo sempre minore all’interno del proprio alloggio, rende la riflessione sulle infrastrutture viarie dismesse o declassate occasione per la progettazione di spazi per l’abitare collettivo inseriti in contesti paesaggistici, tanto urbani che rurali, tramite reti di percorsi pensate per assorbire tagli di mobilità specifici e peculiari. Partendo da queste riflessioni la Tesi si articola in: Individuazioni del contesto teorico e pratico: Lo studio mette in evidenza come la questione delle infrastrutture viarie e del loro rapporto con il paesaggio implichi riflessioni incrociate a diversi livelli e tramite diverse discipline. La definizione dello spazio fisico della strada passa infatti per la costruzione di un itinerario, un viaggio che si appoggia tanto ad elementi fisici quanto simbolici. La via è un organismo complesso che travalica il proprio sedime per coinvolgere una porzione ampia di territorio, un corridoio variabile ed articolato in funzione del paesaggio attraversato. Lo studio propone diverse chiavi di lettura, mettendo in luce le possibili declinazioni del tema, in funzione del taglio modale, del rapporto con il contesto, del regime giuridico, delle implicazioni urbanistiche e sociali. La mobilità dolce viene individuata quale possibile modalità di riuso, tutela e recupero, del patrimonio diffuso costituito dalle diversi reti di viabilità. Antologia di casi studio: Il corpo principale dello studio si basa sulla raccolta, analisi e studio dello stato dell’arte nel settore; gli esempi raccolti sono presentati in due sezioni: la prima dedicata alle esperienze più significative ed articolate, che affrontano il recupero delle infrastrutture viarie a più livelli ed in modo avanzato non concentrandosi solo sulla conversione del sedime, ma proponendo un progetto che coinvolga tutto il corridoio attraversato dall’infrastruttura; la seconda parte illustra la pratica corrente nelle diverse realtà nazionali, ponendo in evidenza similitudini e differenze tra i vari approcci.

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Two decades after its inception, Latent Semantic Analysis(LSA) has become part and parcel of every modern introduction to Information Retrieval. For any tool that matures so quickly, it is important to check its lore and limitations, or else stagnation will set in. We focus here on the three main aspects of LSA that are well accepted, and the gist of which can be summarized as follows: (1) that LSA recovers latent semantic factors underlying the document space, (2) that such can be accomplished through lossy compression of the document space by eliminating lexical noise, and (3) that the latter can best be achieved by Singular Value Decomposition. For each aspect we performed experiments analogous to those reported in the LSA literature and compared the evidence brought to bear in each case. On the negative side, we show that the above claims about LSA are much more limited than commonly believed. Even a simple example may show that LSA does not recover the optimal semantic factors as intended in the pedagogical example used in many LSA publications. Additionally, and remarkably deviating from LSA lore, LSA does not scale up well: the larger the document space, the more unlikely that LSA recovers an optimal set of semantic factors. On the positive side, we describe new algorithms to replace LSA (and more recent alternatives as pLSA, LDA, and kernel methods) by trading its l2 space for an l1 space, thereby guaranteeing an optimal set of semantic factors. These algorithms seem to salvage the spirit of LSA as we think it was initially conceived.

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Regulated transcription controls the diversity, developmental pathways and spatial organization of the hundreds of cell types that make up a mammal. Using single-molecule cDNA sequencing, we mapped transcription start sites (TSSs) and their usage in human and mouse primary cells, cell lines and tissues to produce a comprehensive overview of mammalian gene expression across the human body. We find that few genes are truly 'housekeeping', whereas many mammalian promoters are composite entities composed of several closely separated TSSs, with independent cell-type-specific expression profiles. TSSs specific to different cell types evolve at different rates, whereas promoters of broadly expressed genes are the most conserved. Promoter-based expression analysis reveals key transcription factors defining cell states and links them to binding-site motifs. The functions of identified novel transcripts can be predicted by coexpression and sample ontology enrichment analyses. The functional annotation of the mammalian genome 5 (FANTOM5) project provides comprehensive expression profiles and functional annotation of mammalian cell-type-specific transcriptomes with wide applications in biomedical research.