The why, the how, and the what of mental processes

Let us ask the following questions concerning any given mental process: (i) which are the reasons for its being, (ii) which are the ostensible characteristics of its evolution, (iii) which is the inner essence of the process, its identity, its suchness, and (iv) which are the relations between such why, how, and what. Sometimes these questions can be answered to our complete satisfaction: when somebody asks “Why did you eat the pie?” and the answer is “Because I was hungry” the exchange can at a neutral level be considered complete. But when one reflects further into the more profound reasons of anything that happens, then it is impossible to say if a good explanation can always be given concerning such why. Obvious answers to daily questions may satisfy our unreflecting curiosity, but not our deeper inquisitiveness.

La causalidad del Motor inmóvil según Aristóteles

Riassunto: Contro l’interpretazione tradizionale, l’articolo sostiene che il Motore immobile per Aristotele non è causa finale del movimento del cielo, ma ne è piuttosto la causa efficiente, come risulta da Metaph. XII 6. Il Motore immobile è causa finale solo nel senso che egli è fine della sua stessa atitività, come è provato dal fatto che questa è piacere (Metaph. XII 7). L’interpretazione tradizionale, secondo la quale il cielo si muove per amore del Motore immobile, cercando di imitare la sua immobilità per mezzo del moto circolare, deriva dal tentativo di conciliare il pensiero di Aristotele con la concezione platonica dell’imitazione della realtà intelligibile da parte della realtà sensibile. Il motore immobile è fine dell’uomo solo nel senso che è oggetto della conoscenza in cui consiste la felicità umana (Eth. Eud. VIII 3).