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em Universita di Parma


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La diagnosi di neoplasia epiteliale maligna polmonare legata tradizionalmente alla distinzione tra carcinoma a piccole cellule (small-cell lung cancer, SCLC) e carcinoma non-a piccole cellule del polmone (non-small-cell lung cancer, NSCLC). Nellambito del NSCLC attualmente importante di-stinguere lesatto istotipo (adenocarcinoma, carcinoma squamocellulare e carcinoma neuroendocrino) perch lapproccio terapeutico cambia a seconda dellistotipo del tumore e la chemioterapia si dimostra molto spesso inefficace. Attualmente alcuni nuovi farmaci a bersaglio molecolare per il gene EGFR, come Erlotinib e Gefitinib, sono utilizzati per i pazienti refrattari al trattamento chemioterapico tradizionale, che non hanno risposto a uno o pi cicli di chemioterapia o che siano progrediti dopo questa. I test per la rilevazione di specifiche mutazioni nel gene EGFR permettono di utilizzare al meglio questi nuovi farmaci, applicandoli anche nella prima linea di trattamento sui pazienti che hanno una maggiore probabilit di risposta alla terapia. Sfortunatamente, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo quando trattati con farmaci anti-EGFR. Di conseguenza, l'individuazione di biomarcatori predittivi di risposta alla terapia sarebbe di notevole importanza per aumentare l'efficacia dei questi farmaci a target molecolare e trattare con farmaci diversi i pazienti che con elevata probabilit non risponderebbero ad essi. I miRNAs sono piccole molecole di RNA endogene, a singolo filamento di 20-22 nucleotidi che svolgono diverse funzioni, una delle pi importanti la regolazione dellespressione genica. I miRNAs possono determinare una repressione dell'espressione genica in due modi: 1-legandosi a sequenze target di mRNA, causando cos un silenziamento del gene (mancata traduzione in proteina), 2- causando la degradazione dello specifico mRNA. Lo scopo della ricerca era di individuare biomarcatori capaci di identificare precocemente i soggetti in grado di rispondere alla terapia con Erlotinib, aumentando cos l'efficacia del farmaco ed evitan-do/riducendo possibili fenomeni di tossicit e il trattamento di pazienti che probabilmente non ri-sponderebbero alla terapia offrendo loro altre opzioni prima possibile. In particolare, il lavoro si fo-calizzato sul determinare se esistesse una correlazione tra la risposta all'Erlotinib ed i livelli di espressione di miRNAs coinvolti nella via di segnalazione di EGFR in campioni di NSCLC prima dellinizio della terapia. Sono stati identificati 7 microRNA coinvolti nel pathway di EGFR: miR-7, -21, 128b, 133a, -133b, 146a, 146b. Sono stati analizzati i livelli di espressione dei miRNA mediante Real-Time q-PCR in campioni di NSCLC in una coorte di pazienti con NSCLC metastatico trattati con Erlotinib dal 1 gennaio 2009 al 31 dicembre 2014 in 2-3 linea dopo fallimento di almeno un ciclo di chemioterapia. I pazienti sottoposti a trattamento con erlotinib per almeno 6 mesi senza presentare progressione alla malattia sono stati definiti responders (n=8), gli altri non-responders (n=25). I risultati hanno mostrato che miR-7, -133b e -146a potrebbero essere coinvolti nella risposta al trat-tamento con Erlotinib. Le indagini funzionali sono state quindi concentrate su miR-133b, che ha mo-strato la maggiore espressione differenziale tra i due gruppi di pazienti. E 'stata quindi studiata la capacit di miR-133b di regolare l'espressione di EGFR in due linee di cellule del cancro del polmone (A549 e H1299). Sono stati determinati gli effetti di miR-133b sulla crescita cellulare. E stato anche analizzato il rapporto tra miR-133b e sensibilit a Erlotinib nelle cellule NSCLC. L'aumento di espressione di miR-133b ha portato ad una down-regolazione del recettore di EGF e del pathway di EGFR relativo alla linea cellulare A549. La linea cellulare H1299 era meno sensibili al miR-133b up-regulation, probabilmente a causa dell'esistenza di possibili meccanismi di resistenza e/o di com-pensazione. La combinazione di miR-133b ed Erlotinib ha aumentato l'efficacia del trattamento solo nella linea cellulare A549. Nel complesso, questi risultati indicano che miR-133b potrebbe aumentare / ripristinare la sensibilit di Erlotinib in una frazione di pazienti.

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Clusterina (CLU) una proteina ubiquitaria, presente nella maggior parte dei fluidi corporei e implicata in svariati processi fisiologici. Dalla sua scoperta fino ad oggi, CLU risultata essere una proteina enigmatica, la cui funzione non ancora stata compresa appieno. Il gene codifica per 3 varianti trascrizionali identificate nel database NCBI con i codici: NM_001831 (CLU 1 in questo lavoro di tesi), NR_038335 (CLU 2 in questo lavoro di tesi) e NR_045494 (CLU 3 in questo lavoro di tesi). Tutte le varianti sono trascritte come pre-mRNA contenenti 9 esoni e 8 introni e si differenziano per lesone 1, la cui sequenza unica e caratteristica di ogni variante. Sebbene in NCBI sia annotato che le varianti CLU 2 e CLU 3 non sono codificanti, tramite analisi bioinformatica stato predetto che da tutti e tre i trascritti possono generarsi proteine di differente lunghezza e localizzazione cellulare. Tra tutte le forme proteiche ipotizzate, lunica a essere stata isolata e sequenziata quella tradotta dallAUG presente sullesone 2 che d origine a una proteina di 449 aminoacidi. Il processo di maturazione prevede la formazione di un precursore citoplasmatico (psCLU) che subisce modificazioni post-traduzionali tra cui formazione di ponti disolfuro, glicosilazioni, taglio in due catene denominate e prima di essere secreta come eterodimero (sCLU) nellambiente extracellulare, dove esercita la sua funzione di chaperone ATP-indipendente. Oltre alla forma extracellulare, possibile osservare una forma intracellulare con localizzazione citosolica la cui funzione non stata ancora completamente chiarita. Questo lavoro di tesi si prefissato lo scopo di incrementare le conoscenze in merito ai trascritti CLU 1 e CLU 2 e alla loro regolazione, oltre ad approfondire il ruolo della forma citosolica della proteina in relazione al signaling di NF-kB che svolge un ruolo importante nel processo di sviluppo e metastatizzazione del tumore. Nella prima parte, uno screening di differenti linee cellulari, quali cellule epiteliali di prostata e di mammella, sia normali sia tumorali, fibroblasti di origine polmonare e linfociti di tumore non-Hodgkin, ha permesso di caratterizzare i trascritti CLU 1 e CLU 2. Dallanalisi emerso che la sequenza di CLU 1 pi corta al 5 rispetto a quella depositata in NCBI con lidentificativo NM_001831 e il primo AUG disponibile per linizio della traduzione localizzato sullesone 2. stato dimostrato che CLU 2, al contrario di quanto riportato in NCBI, tradotto in proteina a partire dallAUG presente sullesone 2, allo stesso modo in cui viene tradotto CLU 1. Inoltre, stato osservato che i livelli despressione dei trascritti variano notevolmente tra le diverse linee cellulari e nelle cellule epiteliali CLU 2 espressa sempre a bassi livelli. In queste cellule, lespressione di CLU 2 silenziata per via epigenetica e la somministrazione di farmaci capaci di rendere la cromatina pi accessibile, quali tricostatina A e 5-aza-2-deossicitidina, in grado di incrementarne lespressione. Nella seconda parte, unanalisi bioinformatica seguita da saggi di attivit in vitro in cellule epiteliali prostatiche trattate con farmaci epigenetici, hanno permesso di identificare, per la prima volta in uomo, una seconda regione regolatrice denominata P2, capace di controllare lespressione di CLU 2. Rispetto a P1, il classico promotore di CLU gi ampiamente studiato da altri gruppi di ricerca, P2 un promotore debole, privo di TATA box, che nelle cellule epiteliali prostatiche silente in condizioni basali e la cui attivit incrementa in seguito alla somministrazione di farmaci epigenetici capaci di alterare le modificazioni post-traduzionali delle code istoniche nellintorno di P2. Ne consegue un rilassamento della cromatina e un successivo aumento di trascrizione di CLU 2. La presenza di unisola CpG differentemente metilata nellintorno di P1 spiegherebbe, almeno in parte, i differenti livelli di espressione di CLU che si osservano tra le diverse linee cellulari. Nella terza parte, lanalisi del pathway di NF-kB in un modello sperimentale di tumore prostatico in cui CLU stata silenziata o sovraespressa, ha permesso di capire come la forma citosolica di CLU abbia un ruolo inibitorio nei confronti dellattivit del fattore trascrizionale NF-kB. CLU inibisce la fosforilazione e lattivazione di p65, il membro pi rappresentativo della famiglia NF-kB, con conseguente riduzione della trascrizione di alcuni geni da esso regolati e coinvolti nel rimodellamento della matrice extracellulare, quali lurochinasi attivatrice del plasminogeno, la catepsina B e la metallo proteinasi 9. stato dimostrato che tale inibizione non dovuta a uninterazione fisica diretta tra CLU e p65, per cui si suppone che CLU interagisca con uno dei componenti pi a monte della via di segnalazione responsabile della fosforilazione ed attivazione di p65.

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Edizione critica del volgarizzamento fiorentino trecentesco dell'"Estoire d'Eracles", contenuto nel ms. Plut. LXI.45 della Biblioteca Medicea Laurenziana, ancora inedito. Si tratta della traduzione in antico francese dell'opera di Guglielmo di Tiro "Historia rerum in partibus transamarinis gestarum", corredata di continuazioni svincolate all'opera latina e in stretto legame con la "Chronique d'Ernoul et de Bernard le Trsorier", che proseguono la narrazione degli eventi in Terrasanta. Il testo fiorentino riporta i fatti d'Oltremare dalla Prima Crociata a circa il 1231. La sua edizione preceduta da una introduzione letterario-filologica, dalla descrizione del manoscritto e dall'analisi linguistica; seguono un glossario, l'indice dei nomi e dei luoghi.