3 resultados para hemolytic disease of newborn

em Universita di Parma


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We have carried out a discovery proteomics investigation aimed at identifying disease biomarkers present in saliva, and, more specifically, early biomarkers of inflammation. The proteomic characterization of saliva is possible due to the straightforward and non-invasive sample collection that allows repetitive analyses for pharmacokinetic studies. These advantages are particularly relevant in the case of newborn patients. The study was carried out with samples collected during the first 48 hours of life of the newborns according to an approved Ethic Committee procedure. In particular, the salivary samples were collected from healthy and infected (n=1) newborns. Proteins were extracted through cycles of sonication, precipitated in ice cold acetone, resuspended and resolved by 2D-electrophoresis. MALDI TOF/TOF mass spectrometry analysis was performed for each spot obtaining the proteins’ identifications. Then we compared healthy newborn salivary proteome and an infected newborn salivary proteome in order to investigate proteins differently expressed in inflammatory condition. In particular the protein alpha-1-antitrypsin (A1AT), correlated with inflammation, was detected differently expressed in the infected newborn saliva. Therefore, in the second part of the project we aimed to develop a robust LC-MS based method that identifies and quantifies this inflammatory protein within saliva that might represent the first relevant step to diagnose a condition of inflammation with a no-invasive assay. The same LC-MS method is also useful to investigate the presence of the F allelic variant of the A1AT in biological samples, which is correlated with the onset of pulmonary diseases. In the last part of the work we analysed newborn saliva samples in order to investigate how phospholipids and mediators of inflammation (eicosanoids) are subject to variations under inflammatory conditions and a trend was observed in lysophosphatidylcholines composition according to the inflammatory conditions.

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La Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) è una malattia polmonare cronica, irreversibile la cui eziologia risulta essere ignota, caratterizzata da un processo fibrotico progressivo che inizia nel tratto respiratorio inferiore. Le persone affette da IPF presentano età media compresa tra 55 e 77 anni. L’incidenza annuale di IPF è stata recentemente stimata tra 14 e 42,7 casi per 100.000 persone e tale dato risulta essere in aumento. IPF fa parte delle malattie Polmonari Idiopatiche Interstiziali (IIP) che comprendono patologie con quadri istologici e clinici differenti. Le affezioni su cui si concentrerà questo studio sono: UIP (Usual Interstitial Pneumonia) caratterizzata da fibrosi interstiziale e dalla presenza di foci fibrotici connessi alla pleura e corrispondente al quadro anatomopatologico della maggior parte dei casi di IPF; NSIP (Non Specific Interstitial Pneumonia) simile alla UIP ma con maggiore uniformità temporale e spaziale delle manifestazioni; Sarcoidosi, malattia granulomatosa ad eziologia ignota. Attualmente la gravità della IPF, che implica una mortalità del 50% dei pazienti a 5 anni dall’esordio, e la scarsa efficacia farmacologica nel rallentarne la progressione vedono il trapianto polmonare come unica possibilità di sopravvivenza nelle forme più severe. Al momento non è chiaro il meccanismo patogenetico di insorgenza e progressione della IPF anche se sono stati individuati alcuni fattori scatenanti quali fumo di sigaretta, infezioni respiratorie e inquinanti atmosferici; tuttavia nessuno di tali elementi può da solo determinare un così esteso e progressivo rimodellamento del parenchima polmonare. Numerose sono le evidenze di come il substrato genetico, le alterazioni del rapporto morte/proliferazione cellulare e le citochine svolgano un ruolo nella genesi e nella progressione della malattia, ma non sono ancora chiari i fenomeni biologico-cellulari che la sostengono e, quindi, quali siano i punti di attacco per poter incidere terapeuticamente nel modificare l’evoluzione della IPF. Poiché il nostro laboratorio ha partecipato alla scoperta dell’esistenza di cellule staminali nel polmone umano normale, uno degli obiettivi finali di questo progetto si basa sull’ipotesi che un’alterazione del compartimento staminale svolga un ruolo cruciale nella eziopatogenesi di IPF. Per questo in precedenti esperienze abbiamo cercato di identificare nella IPF cellule che esprimessero antigeni associati a staminalità quali c-kit, CD34 e CD133. Questo lavoro di tesi si è proposto di condurre un’indagine morfometrica ed immunoistochimica su biopsie polmonari provenienti da 9 pazienti affetti da UIP, 3 da NSIP e 5 da Sarcoidosi al fine di valutare le alterazioni strutturali principali imputabili alle patologie. Preparati istologici di 8 polmoni di controllo sono stati usati come confronto. Come atteso, è stato osservato nelle tre patologie esaminate (UIP, NSIP e Sarcoidosi) un significativo incremento nella sostituzione del parenchima polmonare con tessuto fibrotico ed un ispessimento dei setti alveolari rispetto ai campioni di controllo. L’analisi dei diversi pattern di fibrosi presenti fa emergere come vi sia una netta differenza tra le patologie con una maggiore presenza di fibrosi di tipo riparativo e quindi altamente cellulata nei casi di UIP, e NSIP mentre nelle Sarcoidosi il pattern maggiormente rappresentato è risultato essere quello della fibrosi replacement o sostitutiva. La quantificazione delle strutture vascolari è stata effettuata tenendo separate le aree di polmone alveolare rispetto a quelle occupate da focolai sostitutivi di danno (componente fibrotica). Nei campioni patologici analizzati era presente un significativo riarrangiamento di capillari, arteriole e venule rispetto al polmone di controllo, fenomeno principalmente riscontrato nel parenchima fibrotico. Tali modifiche erano maggiormente presenti nei casi di NSIP da noi analizzati. Inoltre le arteriole subivano una diminuzione di calibro ed un aumento dello spessore in special modo nei polmoni ottenuti da pazienti affetti da Sarcoidosi. Rispetto ai controlli, nella UIP e nella Sarcoidosi i vasi linfatici risultavano inalterati nell’area alveolare mentre aumentavano nelle aree di estesa fibrosi; quadro differente si osservava nella NSIP dove le strutture linfatiche aumentavano in entrambe le componenti strutturali. Mediante indagini immunoistochimiche è stata documentata la presenza e distribuzione dei miofibroblasti, positivi per actina muscolare liscia e vimentina, che rappresentano un importante componente del danno tissutale nella IPF. La quantificazione di questo particolare fenotipo è attualmente in corso. Abbiamo inoltre analizzato tramite immunoistochimica la componente immunitaria presente nei campioni polmonari attraverso la documentazione dei linfociti T totali che esprimono CD3, andando poi a identificare la sottopopolazione di T citotossici esprimenti la glicoproteina CD8. La popolazione linfocitaria CD3pos risultava notevolmente aumentata nelle tre patologie analizzate soprattutto nei casi di UIP e Sarcoidosi sebbene l`analisi della loro distribuzione tra i vari distretti tissutali risultasse differente. Risultati simili si sono ottenuti per l`analisi dei linfociti CD8pos. La componente monocito-macrofagica è stata invece identificata tramite la glicoproteina CD68 che ha messo in evidenza una maggiore presenza di cellule positive nella Sarcoidosi e nella UIP rispetto ai casi di NSIP. I dati preliminari di questo studio indicano che il rimodellamento strutturale emo-linfatico e cellulare infiammatorio nella UIP si differenziano rispetto alle altre malattie interstiziali del polmone, avanzando l’ipotesi che il microambiente vascolare ed immunitario giochino un ruolo importante nella patogenesi della malattia

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This work has, as its objective, the development of non-invasive and low-cost systems for monitoring and automatic diagnosing specific neonatal diseases by means of the analysis of suitable video signals. We focus on monitoring infants potentially at risk of diseases characterized by the presence or absence of rhythmic movements of one or more body parts. Seizures and respiratory diseases are specifically considered, but the approach is general. Seizures are defined as sudden neurological and behavioural alterations. They are age-dependent phenomena and the most common sign of central nervous system dysfunction. Neonatal seizures have onset within the 28th day of life in newborns at term and within the 44th week of conceptional age in preterm infants. Their main causes are hypoxic-ischaemic encephalopathy, intracranial haemorrhage, and sepsis. Studies indicate an incidence rate of neonatal seizures of 0.2% live births, 1.1% for preterm neonates, and 1.3% for infants weighing less than 2500 g at birth. Neonatal seizures can be classified into four main categories: clonic, tonic, myoclonic, and subtle. Seizures in newborns have to be promptly and accurately recognized in order to establish timely treatments that could avoid an increase of the underlying brain damage. Respiratory diseases related to the occurrence of apnoea episodes may be caused by cerebrovascular events. Among the wide range of causes of apnoea, besides seizures, a relevant one is Congenital Central Hypoventilation Syndrome (CCHS) \cite{Healy}. With a reported prevalence of 1 in 200,000 live births, CCHS, formerly known as Ondine's curse, is a rare life-threatening disorder characterized by a failure of the automatic control of breathing, caused by mutations in a gene classified as PHOX2B. CCHS manifests itself, in the neonatal period, with episodes of cyanosis or apnoea, especially during quiet sleep. The reported mortality rates range from 8% to 38% of newborn with genetically confirmed CCHS. Nowadays, CCHS is considered a disorder of autonomic regulation, with related risk of sudden infant death syndrome (SIDS). Currently, the standard method of diagnosis, for both diseases, is based on polysomnography, a set of sensors such as ElectroEncephaloGram (EEG) sensors, ElectroMyoGraphy (EMG) sensors, ElectroCardioGraphy (ECG) sensors, elastic belt sensors, pulse-oximeter and nasal flow-meters. This monitoring system is very expensive, time-consuming, moderately invasive and requires particularly skilled medical personnel, not always available in a Neonatal Intensive Care Unit (NICU). Therefore, automatic, real-time and non-invasive monitoring equipments able to reliably recognize these diseases would be of significant value in the NICU. A very appealing monitoring tool to automatically detect neonatal seizures or breathing disorders may be based on acquiring, through a network of sensors, e.g., a set of video cameras, the movements of the newborn's body (e.g., limbs, chest) and properly processing the relevant signals. An automatic multi-sensor system could be used to permanently monitor every patient in the NICU or specific patients at home. Furthermore, a wire-free technique may be more user-friendly and highly desirable when used with infants, in particular with newborns. This work has focused on a reliable method to estimate the periodicity in pathological movements based on the use of the Maximum Likelihood (ML) criterion. In particular, average differential luminance signals from multiple Red, Green and Blue (RGB) cameras or depth-sensor devices are extracted and the presence or absence of a significant periodicity is analysed in order to detect possible pathological conditions. The efficacy of this monitoring system has been measured on the basis of video recordings provided by the Department of Neurosciences of the University of Parma. Concerning clonic seizures, a kinematic analysis was performed to establish a relationship between neonatal seizures and human inborn pattern of quadrupedal locomotion. Moreover, we have decided to realize simulators able to replicate the symptomatic movements characteristic of the diseases under consideration. The reasons is, essentially, the opportunity to have, at any time, a 'subject' on which to test the continuously evolving detection algorithms. Finally, we have developed a smartphone App, called 'Smartphone based contactless epilepsy detector' (SmartCED), able to detect neonatal clonic seizures and warn the user about the occurrence in real-time.