970 resultados para Intestinal parasites


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Obiettivo: capire la relazione che intercorre tra le coliche del cavallo e le parassitosi intestinali, quindi capire l’effettiva rilevanza clinica delle infezioni parassitarie. Tipo di studio: studio clinico-chirurgico e parassitologico. Metodi: in questo studio sono stati presi in esame 92 cavalli afferiti presso il servizio SARGA del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie durante gli anni 2009-2011. 27 di questi soggetti sono stati sottoposti a laparotomia esplorativa per colica, 22 avevano una colica che si è risolta con terapia medica, sono stati 43 i cavalli afferiti presso il servizio per patologie diverse dall’addome acuto. I cavalli da cui è stato possibile prelevare un’adeguato quantitativo di feci (# 86) sono stati sottoposti ad esami coprologici, qualitativi e quantitativi. I dati ottenuti sono stati sottoposti ad analisi statistica descrittiva, al test del Chi quadrato e al test di Kuskall-Wallis rispettivamente per le prevalenze e i dati quantitativi, oltre ad una regressione logistica per evidenziare i fattori di rischio. Dai cavalli sottoposti a celiotomia è stato prelevato il contenuto intestinale per la raccolta dei parassiti adulti. Risultati: la prevalenza e l’abbondanza degli strongili è risultata significativamente minore nei cavalli sottoposti a chirurgia addominale rispetto al totale della popolazione presa in esame. Differenze significative di prevalenza sono state evidenziate anche tra i cavalli in colica medica e chirurgica. L’unico fattore di rischio evidenziato dall’analisi di regressione logistica è rappresentato dall’età per le sole coliche trattate chirurgicamente. Né strongili né ascaridi sembrano aumentare il rischio di colica. La probabilità di decesso aumenta significativamente in caso di colica chirurgica ma non è influenzata in alcun modo dalle infezioni parassitarie.

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Poiché le infestazioni parassitarie dei rettili in cattività possono incidere sulla loro salute, è stato condotto uno studio sui parassiti intestinali e gli ectoparassiti su 213 rettili del Bioparco di Roma. In cattività, dove gli animali sono confinati in piccoli spazi, la concentrazione di parassiti può essere più alta. Alcuni di essi sono innocui, ma altri, specialmente in associazione allo stress, possono essere pericolosi, causare malattie e portare anche alla morte se non trattati. Inoltre, i rettili parassitati hanno una vita più breve, sono più suscettibili ad altre malattie, hanno scarsa fertilità, ridotta crescita ed alta mortalità. Tra Gennaio 2012 e Dicembre 2014 sono stati raccolti campioni da 213 rettili che non mostravano alcun segno clinico e che includevano 23 specie di sauri, 20 specie di cheloni, 20 specie di ofidi e 4 specie di alligatori. I campioni sono stati esaminati per la presenza di parassiti intestinali mediante copromicroscopia di tipo qualitativo previa sedimentazione e successiva flottazione, mentre la tecnica di Zihel-Neelsen è stata usata per la ricerca di oocisti di Cryptosporidium . I campioni di feci sottoposti ad esame copromicroscopico qualitativo sono risultati positivi per almeno una tipologia di endoparassiti nel 49% dei casi. Il 35% dei campioni è risultato positivo per ossiuri, il 22% per coccidi, l’1% per strongili ed il 5% per ascaridi. Degli strisci fecali colorati con la tecnica di Zihel-Neelsen, il 25% sono risultati positivi per Cryptosporidium spp. Ossiuri e coccidi sono stati più prevalenti nei sauri rispetto ai cheloni, agli ofidi e agli alligatori e nel 14% è stata osservata la presenza di entrambi. Inoltre, per quanto riguarda gli ectoparassiti, sono state rilevate uova di Myocoptes musculinus nel 24% dei rettili esaminati. Tutti gli strisci risultati positivi per Cryptosporidium spp. sono stati inviati all’Università di Santiago de Compostela per essere sottoposti alla tecnica PCR.

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An association between equine recurrent airway obstruction (RAO) and increased resistance to intestinal parasites has been demonstrated in descendants of an RAO-affected stallion. It was hypothesised that members of another high-incidence RAO family (F) and unrelated RAO-affected Warmblood horses (UA) would shed fewer strongylid eggs than unrelated RAO-unaffected pasture mates (PM) under the same environmental conditions. Faecal worm egg counts were performed on faecal samples (63 F, 86 UA, 149 PM) and classified into three categories: 0, 1-100 and >100 eggs per gram. While results for F did not differ from PM, UA were 2.5-times less likely to shed strongylid eggs than PM. RAO-affected Warmblood horses may be more resistant to strongylid nematodes than unrelated unaffected pasture mates and a family history of RAO does not necessarily confer protection against helminth infections.

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Arsenic is a class 1 non-threshold carcinogen which is highly ubiquitous. Arsenic undergoes many different transformations (biotic or abiotic) between and within environmental compartments, leading to a number of different chemical species possessing different properties and toxicities. One specific transformation is As biotic volatilization which is coupled with As biomethylation and has been scarcely studied due to inherent sampling issues. Arsenic methylation/volatilization is also linked with methanogenesis and occurs in anaerobic environments. In China, rice straw and animal manure are very often used to produce biogas and both can contain high amounts of As, especially if the rice is grown in areas with heavy mining or smelting industries and if Roxarsone is fed to the animals. Roxarsone is an As-containing drug which is widely used in China to control coccidian intestinal parasites, to improve feed efficiency and to promote rapid growth. Previous work has shown that this compound degrades to inorganic As under anaerobic conditions. In this study the focus is on biotic transformations of As in small microcosms designed as biogas digester models (BDMs) using recently validated As traps, thus, enabling direct quantification and identification of volatile As species. It is shown that although there was a loss of soluble As in the BDMs, their conditions favored biomethylation. All reactors produced volatile As, especially the monomethylarsonic acid spiked ones with 413 ± 148 ng As (mean ± SD, n = 3) which suggest that the first methylation step, from inorganic As, is a limiting factor. The most abundant species was trimethylarsine, but the toxic arsine was present in the headspace of most of the BDMs. The results suggest that volatile As species should be monitored in biogas digesters in order to assess risks to humans working in biogas plants and those utilizing the biogas.

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Genetic predispositions for guttural pouch tympany, recurrent laryngeal neuropathy and recurrent airway obstruction (RAO) are well documented. There is also evidence that exercise-induced pulmonary haemorrhage and infectious diseases of the respiratory tract in horses have a genetic component. The clinical expression of equine respiratory diseases with a genetic basis results from complex interactions between the environment and the genetic make-up of each individual horse. The genetic effects are likely to be due to variations in several genes, i.e. they are polygenic. It is therefore unlikely that single gene tests will be diagnostically useful in these disorders. Genetic profiling panels, combining several genetic factors with an assessment of environmental risk factors, may have greater value, but much work is still needed to uncover diagnostically useful genetic markers or even causative variants for equine respiratory diseases. Nonetheless, chromosomal regions associated with guttural pouch tympany, recurrent laryngeal neuropathy and RAO have been identified. The association of RAO with other hypersensitivities and with resistance to intestinal parasites requires further study. This review aims to provide an overview of the available data and current thoughts on the genetics of equine airway diseases.

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Riassunto La spettrometria di massa (MS) nata negli anni ’70 trova oggi, grazie alla tecnologia Matrix-Assisted Laser Desorption Ionization-Time of Flight (MALDI-TOF), importanti applicazioni in diversi settori: biotecnologico (per la caratterizzazione ed il controllo di qualità di proteine ricombinanti ed altre macromolecole), medico–clinico (per la diagnosi di laboratorio di malattie e per lo sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici mirati), alimentare ed ambientale. Negli ultimi anni, questa tecnologia è diventata un potente strumento anche per la diagnosi di laboratorio in microbiologia clinica, rivoluzionando il flusso di lavoro per una rapida identificazione di batteri e funghi, sostituendo l’identificazione fenotipica convenzionale basata su saggi biochimici. Attualmente mediante MALDI-TOF MS sono possibili due diversi approcci per la caratterizzazione dei microrganismi: (1) confronto degli spettri (“mass spectra”) con banche dati contenenti profili di riferimento (“database fingerprints”) e (2) “matching” di bio-marcatori con banche dati proteomiche (“proteome database”). Recentemente, la tecnologia MALDI-TOF, oltre alla sua applicazione classica nell’identificazione di microrganismi, è stata utilizzata per individuare, indirettamente, meccanismi di resistenza agli antibiotici. Primo scopo di questo studio è stato verificare e dimostrare l’efficacia identificativa della metodica MALDI-TOF MS mediante approccio di comparazione degli spettri di differenti microrganismi di interesse medico per i quali l’identificazione risultava impossibile a causa della completa assenza o presenza limitata, di spettri di riferimento all’interno della banca dati commerciale associata allo strumento. In particolare, tale scopo è stato raggiunto per i batteri appartenenti a spirochete del genere Borrelia e Leptospira, a miceti filamentosi (dermatofiti) e protozoi (Trichomonas vaginalis). Secondo scopo di questo studio è stato valutare il secondo approccio identificativo basato sulla ricerca di specifici marcatori per differenziare parassiti intestinali di interesse medico per i quali non è disponibile una banca dati commerciale di riferimento e la sua creazione risulterebbe particolarmente difficile e complessa, a causa della complessità del materiale biologico di partenza analizzato e del terreno di coltura nei quali questi protozoi sono isolati. Terzo ed ultimo scopo di questo studio è stata la valutazione dell’applicabilità della spettrometria di massa con tecnologia MALDI-TOF per lo studio delle resistenze batteriche ai carbapenemi. In particolare, è stato messo a punto un saggio di idrolisi dei carbapenemi rilevata mediante MALDI-TOF MS in grado di determinare indirettamente la produzione di carbapenemasi in Enterobacteriaceae. L’efficacia identificativa della metodica MALDI-TOF mediante l’approccio di comparazione degli spettri è stata dimostrata in primo luogo per batteri appartenenti al genere Borrelia. La banca dati commerciale dello strumento MALDI-TOF MS in uso presso il nostro laboratorio includeva solo 3 spettri di riferimento appartenenti alle specie B. burgdorferi ss, B. spielmani e B. garinii. L’implementazione del “database” con specie diverse da quelle già presenti ha permesso di colmare le lacune identificative dovute alla mancanza di spettri di riferimento di alcune tra le specie di Borrelia più diffuse in Europa (B. afzelii) e nel mondo (come ad esempio B. hermsii, e B. japonica). Inoltre l’implementazione con spettri derivanti da ceppi di riferimento di specie già presenti nel “database” ha ulteriormente migliorato l’efficacia identificativa del sistema. Come atteso, il ceppo di isolamento clinico di B. lusitaniae (specie non presente nel “database”) è stato identificato solo a livello di genere corroborando, grazie all’assenza di mis-identificazione, la robustezza della “nuova” banca dati. I risultati ottenuti analizzando i profili proteici di ceppi di Borrelia spp. di isolamento clinico, dopo integrazione del “database” commerciale, indicano che la tecnologia MALDI-TOF potrebbe essere utilizzata come rapida, economica ed affidabile alternativa ai metodi attualmente utilizzati per identificare ceppi appartenenti a questo genere. Analogamente, per il genere Leptospira dopo la creazione ex-novo della banca dati “home-made”, costruita con i 20 spettri derivati dai 20 ceppi di riferimento utilizzati, è stata ottenuta una corretta identificazione a livello di specie degli stessi ceppi ri-analizzati in un esperimento indipendente condotto in doppio cieco. Il dendrogramma costruito con i 20 MSP-Spectra implementati nella banca dati è formato da due rami principali: il primo formato dalla specie non patogena L. biflexa e dalla specie a patogenicità intermedia L. fainei ed il secondo che raggruppa insieme le specie patogene L. interrogans, L. kirschneri, L. noguchii e L. borgpetersenii. Il secondo gruppo è ulteriormente suddiviso in due rami, contenenti rispettivamente L. borgpetersenii in uno e L. interrogans, L. kirschneri e L. noguchii nell’altro. Quest’ultimo, a sua volta, è suddiviso in due rami ulteriori: il primo comprendente la sola specie L. noguchii, il secondo le specie L. interrogans e L. kirshneri non separabili tra loro. Inoltre, il dendrogramma costruito con gli MSP-Spectra dei ceppi appartenenti ai generi Borrelia e Leptospira acquisiti in questo studio, e appartenenti al genere Brachyspira (implementati in un lavoro precedentemente condotto) mostra tre gruppi principali separati tra loro, uno per ogni genere, escludendo possibili mis-identificazioni tra i 3 differenti generi di spirochete. Un’analisi più approfondita dei profili proteici ottenuti dall’analisi ha mostrato piccole differenze per ceppi della stessa specie probabilmente dovute ai diversi pattern proteici dei distinti sierotipi, come confermato dalla successiva analisi statistica, che ha evidenziato picchi sierotipo-specifici. È stato, infatti, possibile mediante la creazione di un modello statistico dedicato ottenere un “pattern” di picchi discriminanti in grado di differenziare a livello di sierotipo sia i ceppi di L. interrogans sia i ceppi di L. borgpetersenii saggiati, rispettivamente. Tuttavia, non possiamo concludere che i picchi discriminanti da noi riportati siano universalmente in grado di identificare il sierotipo dei ceppi di L. interrogans ed L. borgpetersenii; i picchi trovati, infatti, sono il risultato di un’analisi condotta su uno specifico pannello di sierotipi. È stato quindi dimostrato che attuando piccoli cambiamenti nei parametri standardizzati come l’utilizzo di un modello statistico e di un programma dedicato applicato nella routine diagnostica è possibile utilizzare la spettrometria di massa MALDI-TOF per una rapida ed economica identificazione anche a livello di sierotipo. Questo può significativamente migliorare gli approcci correntemente utilizzati per monitorare l’insorgenza di focolai epidemici e per la sorveglianza degli agenti patogeni. Analogamente a quanto dimostrato per Borrelia e Leptospira, l’implementazione della banca dati dello spettrometro di massa con spettri di riferimento di miceti filamentosi (dermatofiti) si è rilevata di particolare importanza non solo per l’identificazione di tutte le specie circolanti nella nostra area ma anche per l’identificazione di specie la cui frequenza nel nostro Paese è in aumento a causa dei flussi migratori dalla zone endemiche (M. audouinii, T. violaceum e T. sudanense). Inoltre, l’aggiornamento del “database” ha consentito di superare la mis-identificazione dei ceppi appartenenti al complesso T. mentagrophytes (T. interdigitale e T. mentagrophytes) con T. tonsurans, riscontrata prima dell’implementazione della banca dati commerciale. Il dendrogramma ottenuto dai 24 spettri implementati appartenenti a 13 specie di dermatofiti ha rivelato raggruppamenti che riflettono quelli costruiti su base filogenetica. Sulla base dei risultati ottenuti mediante sequenziamento della porzione della regione ITS del genoma fungino non è stato possibile distinguere T. interdigitale e T. mentagrophytes, conseguentemente anche gli spettri di queste due specie presentavano picchi dello stesso peso molecoalre. Da sottolineare che il dendrogramma costruito con i 12 profili proteici già inclusi nel database commerciale e con i 24 inseriti nel nuovo database non riproduce l’albero filogenetico per alcune specie del genere Tricophyton: gli spettri MSP già presenti nel database e quelli aggiunti delle specie T. interdigitale e T. mentagrophytes raggruppano separatamente. Questo potrebbe spiegare le mis-identificazioni di T. interdigitale e T. mentagrophytes con T. tonsurans ottenute prima dell’implementazione del database. L’efficacia del sistema identificativo MALDI-TOF è stata anche dimostrata per microrganismi diversi da batteri e funghi per i quali la metodica originale è stata sviluppata. Sebbene tale sistema identificativo sia stato applicato con successo a Trichomonas vaginalis è stato necessario apportare modifiche nei parametri standard previsti per l’identificazione di batteri e funghi. Le interferenze riscontrate tra i profili proteici ottenuti per i due terreni utilizzati per la coltura di questo protozoo e per i ceppi di T. vaginalis hanno, infatti, reso necessario l’utilizzo di nuovi parametri per la creazione degli spettri di riferimento (MSP-Spectra). L’importanza dello sviluppo del nuovo metodo risiede nel fatto che è possibile identificare sulla base del profilo proteico (e non sulla base di singoli marcatori) microorganismi cresciuti su terreni complessi che potrebbero presentare picchi nell'intervallo di peso molecolare utilizzato a scopo identificativo: metaboliti, pigmenti e nutrienti presenti nel terreno possono interferire con il processo di cristallizzazione e portare ad un basso punteggio identificativo. Per T. vaginalis, in particolare, la “sottrazione” di picchi dovuti a molecole riconducibili al terreno di crescita utilizzato, è stata ottenuta escludendo dall'identificazione l'intervallo di peso molecolare compreso tra 3-6 kDa, permettendo la corretta identificazione di ceppi di isolamento clinico sulla base del profilo proteico. Tuttavia, l’elevata concentrazione di parassita richiesta (105 trofozoiti/ml) per una corretta identificazione, difficilmente ottenibile in vivo, ha impedito l’identificazione di ceppi di T. vaginalis direttamente in campioni clinici. L’approccio identificativo mediante individuazione di specifici marcatori proteici (secondo approccio identificativo) è stato provato ed adottato in questo studio per l’identificazione e la differenziazione di ceppi di Entamoeba histolytica (ameba patogena) ed Entamoeba dispar (ameba non patogena), specie morfologiacamente identiche e distinguibili solo mediante saggi molecolari (PCR) aventi come bersaglio il DNA-18S, che codifica per l’RNA della subunità ribosomiale minore. Lo sviluppo di tale applicazione ha consentito di superare l’impossibilità della creazione di una banca dati dedicata, a causa della complessità del materiale fecale di partenza e del terreno di coltura impiagato per l’isolamento, e di identificare 5 picchi proteici in grado di differenziare E. histolytica da E. dispar. In particolare, l’analisi statistica ha mostrato 2 picchi specifici per E. histolytica e 3 picchi specifici per E. dispar. L’assenza dei 5 picchi discriminanti trovati per E. histolytica e E. dispar nei profili dei 3 differenti terreni di coltura utilizzati in questo studio (terreno axenico LYI-S-2 e terreno di Robinson con e senza E. coli) permettono di considerare questi picchi buoni marcatori in grado di differenziare le due specie. La corrispondenza dei picchi con il PM di due specifiche proteine di E. histolytica depositate in letteratura (Amoebapore A e un “unknown putative protein” di E. histolytica ceppo di riferimento HM-1:IMSS-A) conferma la specificità dei picchi di E. histolytica identificati mediante analisi MALDI-TOF MS. Lo stesso riscontro non è stato possibile per i picchi di E. dispar in quanto nessuna proteina del PM di interesse è presente in GenBank. Tuttavia, va ricordato che non tutte le proteine E. dispar sono state ad oggi caratterizzate e depositate in letteratura. I 5 marcatori hanno permesso di differenziare 12 dei 13 ceppi isolati da campioni di feci e cresciuti in terreno di Robinson confermando i risultati ottenuti mediante saggio di Real-Time PCR. Per un solo ceppo di isolamento clinico di E. histolytica l’identificazione, confermata mediante sequenziamento della porzione 18S-rDNA, non è stata ottenuta mediante sistema MALDI-TOF MS in quanto non sono stati trovati né i picchi corrispondenti a E. histolytica né i picchi corrispondenti a E. dispar. Per questo ceppo è possibile ipotizzare la presenza di mutazioni geno/fenotipiche a livello delle proteine individuate come marcatori specifici per E. histolytica. Per confermare questa ipotesi sarebbe necessario analizzare un numero maggiore di ceppi di isolamento clinico con analogo profilo proteico. L’analisi condotta a diversi tempi di incubazione del campione di feci positivo per E. histolytica ed E. dipar ha mostrato il ritrovamento dei 5 picchi discriminanti solo dopo 12 ore dall’inoculo del campione nel terreno iniziale di Robinson. Questo risultato suggerisce la possibile applicazione del sistema MALDI-TOF MS per identificare ceppi di isolamento clinico di E. histolytica ed E. dipar nonostante la presenza di materiale fecale che materialmente può disturbare e rendere difficile l’interpretazione dello spettro ottenuto mediante analisi MALDI-TOF MS. Infine in questo studio è stata valutata l’applicabilità della tecnologia MALDI-TOF MS come saggio fenotipico rapido per la determinazione di ceppi produttori di carbapenemasi, verificando l'avvenuta idrolisi del meropenem (carbapeneme di riferimento utilizzato in questo studio) a contatto con i ceppi di riferimento e ceppi di isolamento clinico potenzialmente produttori di carbapenemasi dopo la messa a punto di un protocollo analitico dedicato. Il saggio di idrolisi del meropenem mediante MALDI-TOF MS ha dimostrato la presenza o l’assenza indiretta di carbapenemasi nei 3 ceppi di riferimento e nei 1219 (1185 Enterobacteriaceae e 34 non-Enterobacteriaceae) ceppi di isolamento clinico inclusi nello studio. Nessuna interferenza è stata riscontrata per i ceppi di Enterobacteriaceae variamente resistenti ai tre carbapenemi ma risultati non produttori di carbapenemasi mediante i saggi fenotipici comunemente impiegati nella diagnostica routinaria di laboratorio: nessuna idrolisi del farmaco è stata infatti osservata al saggio di idrolisi mediante MALDI-TOF MS. In un solo caso (ceppo di K. pneumoniae N°1135) è stato ottenuto un profilo anomalo in quanto presenti sia i picchi del farmaco intatto che quelli del farmaco idrolizzato. Per questo ceppo resistente ai tre carbapenemi saggiati, negativo ai saggi fenotipici per la presenza di carbapenemasi, è stata dimostrata la presenza del gene blaKPC mediante Real-Time PCR. Per questo ceppo si può ipotizzare la presenza di mutazioni a carico del gene blaKPC che sebbene non interferiscano con il suo rilevamento mediante PCR (Real-Time PCR positiva), potrebbero condizionare l’attività della proteina prodotta (Saggio di Hodge modificato e Test di Sinergia negativi) riducendone la funzionalità come dimostrato, mediante analisi MALDI-TOF MS, dalla presenza dei picchi relativi sia all’idrolisi del farmaco sia dei picchi relativi al farmaco intatto. Questa ipotesi dovrebbe essere confermata mediante sequenziamento del gene blaKPC e successiva analisi strutturale della sequenza amminoacidica deducibile. L’utilizzo della tecnologia MALDI-TOF MS per la verifica dell’avvenuta idrolisi del maropenem è risultato un saggio fenotipico indiretto in grado di distinguere, al pari del test di Hodge modificato impiegato comunemente nella routine diagnostica in microbiologia, un ceppo produttore di carbapenemasi da un ceppo non produttore sia per scopi diagnostici che per la sorveglianza epidemiologica. L’impiego del MALDI-TOF MS ha mostrato, infatti, diversi vantaggi rispetto ai metodi convenzionali (Saggio di Hodge modificato e Test di Sinergia) impiegati nella routine diagnostica di laboratorio i quali richiedono personale esperto per l’interpretazione del risultato e lunghi tempi di esecuzione e di conseguenza di refertazione. La semplicità e la facilità richieste per la preparazione dei campioni e l’immediata acquisizione dei dati rendono questa tecnica un metodo accurato e rapido. Inoltre, il metodo risulta conveniente dal punto di vista economico, con un costo totale stimato di 1,00 euro per ceppo analizzato. Tutte queste considerazioni pongono questa metodologia in posizione centrale in ambito microbiologico anche nel caso del rilevamento di ceppi produttori di carbapenemasi. Indipendentemente dall’approccio identificativo utilizzato, comparato con i metodi convenzionali il MALDI-TOF MS conferisce in molti casi un guadagno in termini di tempo di lavoro tecnico (procedura pre-analititca per la preparazione dei campioni) e di tempo di ottenimento dei risultati (procedura analitica automatizzata). Questo risparmio di tempo si accentua quando sono analizzati in contemporanea un maggior numero di isolati. Inoltre, la semplicità e la facilità richieste per la preparazione dei campioni e l’immediata acquisizione dei dati rendono questo un metodo di identificazione accurato e rapido risultando più conveniente anche dal punto di vista economico, con un costo totale di 0,50 euro (materiale consumabile) per ceppo analizzato. I risultati ottenuti dimostrano che la spettrometria di massa MALDI-TOF sta diventando uno strumento importante in microbiologia clinica e sperimentale, data l’elevata efficacia identificativa, grazie alla disponibilità sia di nuove banche dati commerciali sia di aggiornamenti delle stesse da parte di diversi utenti, e la possibilità di rilevare con successo anche se in modo indiretto le antibiotico-resistenze.

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Uma imagem engloba informação que precisa ser organizada para interpretar e compreender seu conteúdo. Existem diversas técnicas computacionais para extrair a principal informação de uma imagem e podem ser divididas em três áreas: análise de cor, textura e forma. Uma das principais delas é a análise de forma, por descrever características de objetos baseadas em seus pontos fronteira. Propomos um método de caracterização de imagens, por meio da análise de forma, baseada nas propriedades espectrais do laplaciano em grafos. O procedimento construiu grafos G baseados nos pontos fronteira do objeto, cujas conexões entre vértices são determinadas por limiares T_l. A partir dos grafos obtêm-se a matriz de adjacência A e a matriz de graus D, as quais definem a matriz Laplaciana L=D -A. A decomposição espectral da matriz Laplaciana (autovalores) é investigada para descrever características das imagens. Duas abordagens são consideradas: a) Análise do vetor característico baseado em limiares e a histogramas, considera dois parâmetros o intervalo de classes IC_l e o limiar T_l; b) Análise do vetor característico baseado em vários limiares para autovalores fixos; os quais representam o segundo e último autovalor da matriz L. As técnicas foram testada em três coleções de imagens: sintéticas (Genéricas), parasitas intestinais (SADPI) e folhas de plantas (CNShape), cada uma destas com suas próprias características e desafios. Na avaliação dos resultados, empregamos o modelo de classificação support vector machine (SVM), o qual avalia nossas abordagens, determinando o índice de separação das categorias. A primeira abordagem obteve um acerto de 90 % com a coleção de imagens Genéricas, 88 % na coleção SADPI, e 72 % na coleção CNShape. Na segunda abordagem, obtém-se uma taxa de acerto de 97 % com a coleção de imagens Genéricas; 83 % para SADPI e 86 % no CNShape. Os resultados mostram que a classificação de imagens a partir do espectro do Laplaciano, consegue categorizá-las satisfatoriamente.

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El presente estudio se enfocó en la determinación de la frecuencia de Helicobacter pylori y parasitosis intestinal en los niños y niñas de 2 a 4 años que asisten a los Centros de Desarrollo Infantil del Municipio de la ciudad de Cuenca. Las muestras de heces fueron receptadas en los Centros de Desarrollo Infantil con la colaboración de los padres de familia y los educadores. Los exámenes coprológicos se llevaron a cabo en el Laboratorio Clínico del Centro de Diagnóstico de la Facultad de Ciencias Médicas de la Universidad de Cuenca cumpliendo normas de control de calidad y bioseguridad. La identificación de los parásitos intestinales se realizó a través del examen coproparasitario en fresco y la técnica inmunocromatográfica se empleó para la determinación cualitativa de Helicobacter pylori. Los resultados del estudio evidenciaron una prevalencia de 26,1% de infección por Helicobacter pylori y de 19,3% para parasitosis intestinal en los Centros. En las parasitosis infantiles, el quiste de Entamoeba histolytica se identificó como el agente etiológico en el 58,8% de los casos.

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Antecedentes. Las enfermedades provocadas por parásitos, constituyen problemas serios de salud en la población, presentan una alta incidencia de infección por parásitos intestinales, Objetivo: Determinar la prevalencia de parasitismo en los niños del Centro de Apoyo Nutricional y Pedagógico Santo Hermano Miguel. Cuenca Septiembre 2015 - Enero 2016. Método y materiales: Se realizó un estudio de tipo descriptivo de corte transversal. Se trabajó con una población infantil de 100 niños que va entre 5 a 11 años. Los resultados obtenidos tuvieron un uso confidencial exclusivamente para fines de investigación y fueron analizados mediante software SPSS 15 y Excel. Resultados: El 25% de la población infantil es del género masculino, y el 75 % femenino, de los cuales el 80% presenta parasitismo, el 65% mono parasitismo y el 35% poli parasitismo. Las especies patógenas observadas son: Entamoeba histolytica 85%, Giardia lamblia 3,8%, Trichomona intestinalis 1,3% y Taenia saginata 2,5%.Según las características socioeconómicas, el 100% de la población consume agua potable. El 83% se lavan las manos antes de comer, el 71% lava las frutas antes de consumirlas, el 100% utiliza el servicio sanitario, a su vez el 42% presentan dolor abdominal, el 12% presentan diarrea, el 14% tiene prurito anal y el 46% tiene falta de apetito. Conclusiones: Los hábitos de higiene personal y de alimentación no se están llevando de la forma correcta por ello existe un porcentaje alto de parasitismo, por más que se cuente con los servicios básicos, esto no garantiza un parasitismo negativo

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El presente estudio se enfocó en la determinación de la frecuencia de Helicobacter pylori y parasitosis intestinal en los niños y niñas de 2 a 4 años que asisten a los Centros de Desarrollo Infantil del Municipio de la ciudad de Cuenca. Las muestras de heces fueron receptadas en los Centros de Desarrollo Infantil con la colaboración de los padres de familia y los educadores. Los exámenes coprológicos se llevaron a cabo en el Laboratorio Clínico del Centro de Diagnóstico de la Facultad de Ciencias Médicas de la Universidad de Cuenca cumpliendo normas de control de calidad y bioseguridad. La identificación de los parásitos intestinales se realizó a través del examen coproparasitario en fresco y la técnica inmunocromatográfica se empleó para la determinación cualitativa de Helicobacter pylori. Los resultados del estudio evidenciaron una prevalencia de 26,1% de infección por Helicobacter pylori y de 19,3% para parasitosis intestinal en los Centros. En las parasitosis infantiles, el quiste de Entamoeba histolytica se identificó como el agente etiológico en el 58,8% de los casos

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Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Faculdade de Medicina, Pós-graduação em Medicina Tropical, 2015.

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The aim of this study was to evaluate the occurrence of potentially zoonotic intestinal protozoan infections in exotic and wildlife Brazilian birds. Fecal samples from 207 birds of 45 species were examined. Infections by Balantidium sp., Entamoeba sp., and Blastocystis sp. were observed in 17 individuals (8.2%) of Gnorimopsar chopi, Oryzoborus angolensis, Sporophila caerulescens, Ramphastos toco, Aratinga leucophtalmus, and Pavo cristatus.

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The protozoan parasite Neospora caninum is one of the most important abortifacient organisms in cattle worldwide. The dog is known to act as definitive host although its potential role as infection source for bovines still remains unelucidated. The aim of the present study was to compile initial epidemiological data on the prevalence and incidence of N. caninum in Swiss dogs acting as definitive hosts. Thus, 249 Swiss dogs were investigated coproscopically in monthly intervals over a period of 1 year. A total of 3289 fecal samples was tested by the flotation technique. Among these, 202 were shown to contain Sarcocystis sp. (6.1%), 149 Cystoisospora sp. (=Isospora sp.; 4.5%) and 25 Hammondia/Neospora-like oocysts (HNlO) (0.7%). All but one sample containing HNlO were from different dogs; one dog shed HNlO at two subsequent time points. Calculation of the yearly incidence for HNlO resulted in the surprisingly high value of 9.2%. Farm dogs exhibited a higher incidence for HNlO than urban family dogs. Thirteen out of the 25 HNlO-samples showed sporulation after 5 days incubation at room temperature. HNlO were further differentiated by species-specific PCR. However, all HNlO-samples were negative for N. caninum, Hammondia heydorni and Toxoplasma gondii. One reason may be the low oocyst density found in most fecal samples, which did not permit us to carry out PCR under optimal conditions. Three out of the 25 HNlO-cases contained enough oocysts to allow further enrichment and purification by the flotation technique. Subsequently, twenty to fifty sporulated HNlO-oocysts were orally administered to Meriones unguiculatus. All gerbils were seronegative for N. caninum at 5 weeks p.i. A N. caninum-seroprevalence of 7.8% was determined by ELISA upon 1132 serum samples collected from dogs randomly selected by veterinarians among their clinical patients.

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Background: The transmission of soil-transmitted helminths (STHs) is associated with poverty, poor hygiene behaviour, lack of clean water and inadequate waste disposal and sanitation. Periodic administration of benzimidazole drugs is the mainstay for global STH control but it does not prevent re-infection, and is unlikely to interrupt transmission as a stand-alone intervention. Findings: We reported recently on the development and successful testing in Hunan province, PR China, of a health education package to prevent STH infections in Han Chinese primary school students. We have recently commenced a new trial of the package in the ethnically diverse Xishuangbanna autonomous prefecture in Yunnan province and the approach is also being tested in West Africa, with further expansion into the Philippines in 2015. Conclusions: The work in China illustrates well the direct impact that health education can have in improving knowledge and awareness, and in changing hygiene behaviour. Further, it can provide insight into the public health outcomes of a multi-component integrated control program, where health education prevents re-infection and periodic drug treatment reduces prevalence and morbidity.

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In the present study, intestinal helminth parasite fauna of 398 specimens of three species of kilkas, C. engrauliformis (N= 92), C. grimmi (N= 136) and C. cultriventris (N= 170) from Babolsar harbor were investigated. Five parasite species were found including: Corynosoma strumosum (Acanthocephala), Pronoprymna ventricosa (Trematoda), Contracaecum sp. (Nematoda), Raphidascaris sp. (Nematoda) and Anisakis sp. (Nematoda). The highest prevalence and abundance were observed in C. strumosum and P. ventricosa. The prevalence and abundance of C. strumosum in C. grimmi was significantly higher than C. engrauliformis. The prevalence and abundance of P. ventricosa in C. cultriventris was significantly higher than C. engrauliformis. The prevalence, mean intensity and mean abundance of the parasites were compared according to the sex, length group and season also effect of parasite on host growth parameters was considered. The diversity, equability, similarity, species richness, dominance Indices and specificity indices of helminth parasites of the three host species were studied. Also the lead and cadmium concentrations in the intestine, muscle, liver, kidney and gonad of kilkas and their parasites C. strumosum and P. ventricosa were measured and compared. The results revealed that lead and cadmium concentrations in C. strumosum and P. ventricosa were significantly higher than kidney, liver, intestine, gonad and muscle. The lead and cadmium concentrations of the parasites were compared according to the sex, parasitism and season.