Gendered Spaces and Wounded Bodies: Yamina Benguigui's 'Inch'Allah Dimanche'

Yamina Benguigui is a pioneer in the representation of Maghrebi immigration to France, and has produced a number of works of documentary and fictional film on the subject. This article discusses her fictional film Inch'Allah dimanche (2001). The film portrays the trajectory of a young woman, Zouina, who takes her children and mother-in-law to join her husband in France. The film is unique for its close focus on the space of the home, and the negotiation of gendered spaces within the strict confines set by Zouina's husband. In this article, I consider Zouina's tentative steps towards emancipation from these confines, focusing on preconceived notions of gendered spaces across different cultures. I consider possible interpretations of the final moment of wounding in the film, in which Zouina breaks through a window with her bare hands, destroying the barrier between the interior, private space of the home and the exterior, public space of the street.

La mémoire discursive dans Allah n’est pas obligé ou la poétique de l’explication du “blablabla” de Birahima

Cette étude vise à dégager certaines des traces des discours antérieurs (cotextuels) qui sont la matière même du roman « Allah n’est pas obligé », à la fois sur le plan de l’écriture et sur celui d’une mémoire douloureuse. Il s’agit de montrer que la « poétique de l’explication » qui caractérise le roman constitue une stratégie de dévoilement des rhétoriques fallacieuses destinées à occulter l’inadmissible. En effet, le recours constant aux dictionnaires n’est que l’effet le plus visible d’une poétique englobante qui consiste à confronter les uns aux autres les discours sur le monde, discours en deçà des mots inscrits dans le texte comme une mémoire en palimpseste, afin de faire ressortir leur incapacité à expliquer des réalités aussi inhumaines que le sort que subissent les enfants-soldats. Le roman de Kourouma met ainsi en évidence deux attitudes possibles face aux atrocités indicibles des guerres oubliées des temps présents : soit on en nie le caractère insensé en multipliant les discours d’explication, soit l’on dénonce toute tentative de manipulation des discours visant à rendre sensé l’insensé. La première posture est illustrée par le « blablabla » du narrateur Birahima ; la deuxième est celle du roman lui-même.

Il ruolo del teatro di Sa’d Allah Wannus nel panorama del mondo arabo contemporaneo

INTRODUZIONE. Presentazione della ricerca e del metedo seguito per realizzarla. CAPITOLO PRIMO. Il contesto storico, politico e sociale di riferimento. - Storia della Siria, - La Siria politica e il conflitto israelo-palestinese - La società siriana: multiculturalismo, tradizione, islam. - Teatro e letteratura in Siria, e nel Bilad AlSham. CAPITOLO SECONDO. I testi. Traduzione integrale di due opere teatrali di Sa’d Allah Wannus. Breve presentazione. - “ Riti di segni e trasformazioni.”, (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), 1994. Il dramma si svolge nella Damasco del XIX secolo, dove un affare di morale e buon costume è il punto di partenza per la metamorfosi dei suoi protagonisti, mettendo a nudo le riflessioni, i desideri più intimi, le contraddizioni e le angosce di una società in crisi. Interessante l’analisi delle figure femminili di questa piece, le loro scelte, il loro ruolo nella società e soprattutto la presa di coscienza delle loro posizioni. - “ I giorni ubriachi.” , (Alayyam Almakhmura), 1997. Il ritratto di una famiglia siriana degli anni trenta. Due genitori, quattro figli, e un nipote che a distanza di anni decide di ripercorrere e raccontarci le loro storie.Una madre che vive tormentata dal suo spettro e che decide di abbandonare la propria famiglia e i propri figli per seguire un altro uomo. Un padre che tiene con violenza le redini delle proprie relazioni, e che rifiuta l’occidente in tutte le sue forme per restare aggrappato alle proprie tradizioni. Un figlio che sceglie l’ordine e la carriera militare, e che, incapace di risolvere il suo rapporto di dipendenza dalla madre, e di risolvere il conflitto tra la legge e un affetto quasi morboso, sceglie di suicidarsi. Un figlio che sceglie la via della perdizione, delle droghe, del furto e degli affari illegali, e che va incontro al successo e alla ricchezza... CAPITOLO TERZO. Biografia di Sa’d Allah Wannus, presentazione delle sue opere principali. Sa’d Allah Wannus (1941 – 1997) è sicuramente uno dei principali protagonisti nell’ambito del teatro arabo contemporaneo. Scrittore, critico, drammaturgo, riformatore, uomo impegnato politicamente, e infine essere umano nella lotta tra la vita e la morte (muore a 56 anni per tumore, dopo un lungo periodo di degenza). Mio intento è quello di analizzare l’opera di quest’autore, attraverso i suoi numerosi scritti e piece teatrali (purtroppo al giorno d’oggi ancora quasi interamente non tradotte dall’arabo), fino ad arrivare, attraverso queste, ad una lettura della società araba contemporanea, e al ruolo che il teatro assume al suo interno. Vita e opere di Sa’ad Allah Wannus. Nasce in Siria nel 1941 in un piccolo villaggio vicino alla città di Tartous, sulla costa mediterranea. Dopo aver terminato gli studi superiori, nel 1959, parte per Il Cairo (Egitto), per studiare giornalismo e letteratura. Rientra a Damasco nel 1964, lavorando al tempo stesso come funzionario al ministero della cultura e come redattore o giornalista in alcune riviste e quotidiani siriani. Nel 1966 parte per Parigi, dove studierà con Jean-Louis Barrault, e dove farà la conoscenza delle tendenze del teatro contemporaneo. Ha l’occasione di incontrare scrittori e critici importanti come Jean Genet e Bernard Dort, nonché di conoscere le teorie sul teatro di Brech e di Piscator, dai quali sarà chiaramente influenzato. In questi anni, e soprattutto in seguito agli avvenimenti del Maggio 1968, si sviluppa in modo determinante la sua coscienza politica, e sono questi gli anni in cui compone alcune tra le sue piece più importanti, come: Serata di gala per il 5 giugno (haflat samar min ajl khamsa huzayran) nel 1968, L’elefante, oh re del tempo! (al-fil, ya malik al-zaman!) 1969, Le avventure della testa del Mamelucco Jaber (Meghamarat ra’s al-mamluk Jabiir) 1970, Una serata con Abu-Khalil al- Qabbani (Sahra ma’a Abi Khalil Al-Qabbani) 1972, Il re è il re (al-malik uwa al-malik) 1977. Parallelamente porta avanti una intensa attività artistica e intellettuale. Soggiorna di nuovo in Francia e a Weimar, per portare a termine la sua formazione teatrale, fonda il Festival di teatro di Damasco, traduce e mette in scena numerosi spettacoli, scrive e pubblica numerosi articoli e una importante serie di studi sul teatro, intitolata: Manifesto per un nuovo teatro arabo (bayanat limasrah ‘arabi jadid) (1970). Scrive in numerose riviste e giornali e fonda la rivista La vita teatrale (al-hayyat al-masrahiyya), del quale sarà capo redattore. La visita del presidente egiziano Anouar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e gli accordi di Camp David l’anno seguente, lo gettano in una profonda depressione. E’ l’inizio di un lungo periodo di silenzio e di smarrimento. Ritornerà a scrivere solamente nel 1989, con l’inizio della prima Intifada palestinese, scrive allora una piece teatrale intitolata Lo stupro (al-ightisab), dove presenta un’analisi della struttura dell’elite al potere in Israele. Questo testo apre una nuova epoca creativa, durante la quale Wannus compone alcuni testi molto importanti, nonostante la malattia e il cancro che gli viene diagnosticato nel 1992. Tra questi le pieces Miniature storiche (munamnamat tarakhiyya), nel 1993, e Rituali per una metamorfosi (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), nel 1994 e A proposito della memoria e della morte (‘an al-dhakira wa-l-mawt) nel 1996, una sua ultima opera in cui sono raccolti dei racconti, drammi brevi e una lunga meditazione sulla malattia e la morte. Nel 1997 l’UNESCO gli chiede di redigere il messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro, che si tiene ogni anno il 27 marzo. Nel 1997, poche settimane prima della sua scomparsa, realizza insieme ad Omar Almiralay il film documentario Il y a tant de choses a reconter, una intervista in cui Wannus parla della sua opera, e del conflitto Israelo-Palestinese. Muore a 56 anni, il 15 maggio 1997, per un’amara coincidenza proprio il giorno anniversario della creazione di Israele. Wannus drammaturgo engagè: l’importanza del conflitto israelo palestinese nella sua opera. Un’analisi dell’influenza e dell’importanza che le opere di Wannus hanno avuto nel seno della società araba, e soprattutto il suo impegno costante nell’uso del teatro come mezzo per la presa di coscienza del pubblico dei problemi della società contemporanea. Punto cardine dell’opera di Wannus, il conflitto israelo palestinese, e il tentativo costante in alcune sue opere di analizzarne le cause, le strutture, le parti, i giochi di potere. E’ il simbolo di tutta la generazione di Wannus, e delle successive. Analisi delle illusioni e dei miti che la società araba ripropone e che Wannus ha cercato più volte di mettere a nudo. La lotta contro le ipocrisie dei governi, e il tentativo di far prendere coscienza alla società araba del suo ruolo, e delle conseguenze delle sue azioni. L’individuo, la famiglia, la società ... il teatro. Distruggere le apparenze per mettere a nudo l’essere umano nella sua fragilità. CONCLUSIONI. APPENDICE: Intervista con Marie Elias BIBLIOGRAFIA.

Hikayat Nabi Allah Yusuf : manuscript, 1836

Title from fly leaf 1.

Pearls of the faith; or, Islam's rosary, being the ninety-nine beautiful names of Allah (Asmâ-el-'husnâ) ...

Mode of access: Internet.

Expanding Role Theory: US Responses to Hizb'allah and Iran

There are many sociopolitical theories to help explain why governments and actors do what they do. Securitization Theory is a process-oriented theory in international relations that focuses on how an actor defines another actor as an “existential threat,” and the resulting responses that can be taken in order to address that threat. While Securitization Theory is an acceptable method to analyze the relationships between actors in the international system, this thesis contends that the proper examination is multi-factorial, focusing on the addition of Role Theory to the analysis. Consideration of Role Theory, which is another international relations theory that explains how an actor’s strategies, relationships, and perceptions by others is based on pre-conceptualized definitions of that actor’s identity, is essential in order to fully explain why an actor might respond to another in a particular way. Certain roles an actor may enact produce a rival relationship with other actors in the system, and it is those rival roles that elicit securitized responses. The possibility of a securitized response lessens when a role or a relationship between roles becomes ambiguous. There are clear points of role rivalry and role ambiguity between Hizb’allah and Iran, which has directly impacted, and continues to impact, how the United States (US) responds to these actors. Because of role ambiguity, the US has still not conceptualized an effective way to deal with Hizb’allah and Iran holistically across all its various areas of operation and in its various enacted roles. It would be overly simplistic to see Hizb’allah and Iran solely through one lens depending on which hemisphere or continent one is observing. The reality is likely more nuanced. Both Role Theory and Securitization theory can help to understand and articulate those nuances. By examining two case studies of Hizb’allah and Iran’s enactment of various roles in both the Middle East and Latin America, the situations where roles cause a securitized response and where the response is less securitized due to role ambiguity will become clear. Using this augmented approach of combining both theories, along with supplementing the manner in which an actor, action, or role is analyzed, will produce better methods for policy-making that will be able to address the more ambiguous activities of Hizb’allah and Iran in these two regions.

Dimana Adanja Allah v. 02

From “Penghidoepan" Series, No. 167. 15 Nov 1938.

Kisikannja Allah

From "Tjerita Novel"

The lived experience of post-traumatic stress disorder as described by motor vehicle accident victims in Jordan

Aim: To explore the lived experience of post-traumatic stress disorder (PTSD) as described by individuals who have been involved in a motor vehicle accident (MVA) in Jordan. Background: Motor vehicle accident (MVA) survivors who develop post-traumatic stress disorder (PTSD) have become an important health issue. The World Health Organisation (WHO) states that trauma resulting from MVAs is a phenomenon of increasing concern, with death from injuries projected to rise from 5.1 million in 1990 to 8.4 million in 2020 particularly in developing countries such as Jordan (WHO, 2002). The impact of trauma from MVAs inevitably compromises the victim’s quality of life (WHO, 2002; Blanchard & Hickling, 2007) resulting in psychological and emotional distress, occupational disability, family disintegration, and socio-economic difficulty (Jordan Ministry of Health, 2005). The development of PTSD as a result of an MVA is not limited to the individual, but also extends to the family, friends, and the health care team involved in the person's care and rehabilitation. Design: A descriptive phenomenological approach was used for this study. Method: This study was conducted in an orthopaedic unit in Amera Basma Hospital in Irbid Jordan. Fifteen (15) participants were voluntary recruited through the process of purposeful sampling. Data was collected by face-to-face in depth-interviews. Interviews were digitally recorded and transcribed verbatim. The process of analysis was undertaken using Colaizzi’s (1978) eight step approach with the addition of two extra steps. Findings: The process of analysis identified seven themes explicated from the participants’ transcripts of interview. The seven themes were: 1. Feeling frustrated at a diminishing health status 2. Struggling to maintain a sense of independence 3. Harbouring feelings of not being able to recover 4. Feeling discriminated against and marginalised by society 5. Feeling ignored and neglected by health care professionals 6. Feeling abandoned by family, and 7. Moving toward acceptance through having faith in Allah. Conclusion: The findings of this study have the potential to make a significant contribution to extant knowledge on the topic which can inform future nursing practice, education, policy development, and research initiatives in Jordan and internationally.

Chaotic soul - messy heart : the phenomenon of experiencing auditory hallucinations

Globally, it is estimated that 24 million people live with schizophrenia (WHO, 2008), while 1.2 million people have been diagnosed with schizophrenia in Indonesia. Auditory hallucinations are a key symptom of schizophrenia according to the DSM IV-TR (Frances, First, & Pincus, 2002). It is estimated that the prevalence of auditory hallucinations in people with schizophrenia range from 64.3% to 83.4% (Thomas et al., 2007). Until recently, the majority of studies were conducted in Western societies the primary focus of which, has been on the causes and treatments of auditory hallucinations (Walton, 1999) and on the biological and cognitive aspects of the phenomenon (Changas, Garcia-Montes, de Lemus & Olivencia, 2003). While a few studies have explored the lived experience of people with schizophrenia, there is little research about the experience of auditory hallucinations. Therefore, the focus of this study was on an exploration of the experience of auditory hallucinations as described by Indonesian people living with schizophrenia. Based on the available literature, there have been no published qualitative studies relating to the lived experience of auditory hallucinations as described by Indonesian people diagnosed with schizophrenia. Husserlian descriptive phenomenological approach was applied in explicating the phenomenon of auditory hallucinations in this study. In-depth audio-taped interviews were conducted with 13 participants. Analysis of participant transcripts was undertaken using Colaizzi.s (1973) approach. Eight major themes were explicated: Feeling more like a robot than a human being - feeling compelled to respond to auditory hallucinations; voices of contradiction - a point of confusion; a frightening experience, the voices emerged at times of loss and grief; disruption to daily living; tattered relationships and family disarray; finding a personal path to living with auditory hallucinations; seeking relief in Allah through prayer and ritual. Experiencing auditory hallucinations for people diagnosed with schizophrenia is a journey of challenges as each individual struggles to understand their now changed life-world, reconstruct a sense of meaning within their illness experience, and to carve out a pathway to wellness. The challenge for practitioners is to learn from those who have experienced auditory hallucinations, to be with them in their journey of recovery and wellness, and to apply a person-centered approach to care within the context of a multidisciplinary team.