865 resultados para Dunaliella salina


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Pós-graduação em Engenharia Mecânica - FEG

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The use of low quality water for agriculture should be performed with care to avoiding excessive accumulation of salts in the soil so not to harm crop development. In order to evaluate the performance of beets under the infl uence of low water quality, an experiment was conducted in a greenhouse of the Department of Agricultural Engineering, Universidade Estadual Paulista in Botucatu, Brazil, from April to July 2012. We used the beet (Beta vulgaris L.) in a completely randomized design with 6 treatments and 5 replications, totaling 30 plots. Treatments consisted of NaCl solutions at different concentrations (2.0, 3.0, 4.0, 5.0 and 6.0 dS m-1) plus a control treatment corresponding to water with no additional salt and electrical conductivity of roughly 0.26 dS m-1. Variables evaluated were total production, commercial production, plant height, number of plants and root diameter. Production of the beet crop was affected by the increasing salinity of irrigation water, characterized by reduced root production of the beets. Total and commercial production showed reductions of 8.82 and 12.2% in accordance with the unit increase of salinity.

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Pós-graduação em Agronomia (Produção Vegetal) - FCAV

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[EN] These experiments test whether respiration can be predicted better from biomass or from potential respiration, a measurement of the mitochondrial and microsomal respiratory electron transport systems. For nearly a century Kleiber's law or a similar precursor have argued the importance of biomass in predicting respiration. In the last decade, a version of the Metabolic Theory of Ecology has elaborated on Kleiber's Law adding emphasis to the importance of biomass in predicting respiration. We argue that Kleiber's law works because biomass packages mitochondria and microsomal electron transport complexes. On a scale of five orders of magnitude we have shown previously that potential respiration predicts respiration aswell as biomass inmarine zooplankton. Here, using cultures of the branchiopod, Artemia salina and on a scale of less than 2 orders of magnitude,we investigated the power of biomass and potential respiration in predicting respiration.We measured biomass, respiration and potential respiration in Artemia grown in different ways and found that potential respiration (Ф) could predict respiration (R), both in μlO2h−1 (R=0.924Φ+0.062, r2=0.976), but biomass (as mg dry mass) could not (R=27.02DM+8.857, r2=0.128). Furthermore the R/Ф ratio appeared independent of age and differences in the food source.

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Máster en Oceanografía

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L’acquifero freatico costiero ravennate è intensamente salinizzato fino a diversi km nell’entroterra. Il corpo dell’acquifero è formato da sabbie che poggiano su un substrato argilloso ad una profondità media di 25 m, i depositi affioranti sono sabbie e argille. Il lavoro svolto consiste in una caratterizzazione dello stato di salinizzazione con metodologie indirette (geoelettrica) e metodologie dirette (letture dei parametri fisici delle acque in pozzo). I sondaggi elettrici verticali (V.E.S.) mostrano stagionalità dovuta alle differenti quantità di pioggia e quindi di ricarica, le aree con depositi superficiali ad alta conducibilità idraulica (sabbie) hanno una lente d’acqua dolce compresa tra 0,1 e 2,25 m di spessore, al di sotto della quale troviamo una zona di mescolamento con spessori che vanno da 1,00 a 12,00 m, mentre quando in superficie abbiamo depositi a bassa conducibilità idraulica (limi sabbiosi e argille sabbiose) la lente d’acqua dolce scompare e la zona di mescolamento è sottile. Le misure dirette in pozzo mostrano una profondità della tavola d’acqua quasi ovunque sotto il livello del mare in entrambi i mesi monitorati, Giugno e Dicembre 2010, presentando una profondità leggermente maggiore nel mese di Dicembre. Dalla ricostruzione litologica risulta un acquifero composto da 4×109 m3 di sabbia, per cui ipotizzando una porosità media del 30% sono presenti 1,2×109 m3 di acqua. Dalla modellazione numerica (Modflow-SEAWAT 2000) risulta che l’origine dell’acqua salata che si trova in falda trova più facilmente spiegazione ipotizzando la sua presenza fin dalla formazione dell’acquifero, residuo delle acque marine che regredivano. Un’altra problematica analizzata è valutare l’applicazione della metodologia a minifiltri in uno studio sulla salinizzazione delle acque di falda. É stata implementata la costruzione di un transetto sperimentale, che ha permesso la mappatura dell’interfaccia acqua dolce/salmastra/salata con una precisione finora non raggiungibile.

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Nell’ambito del progetto multidisciplinare “Coastal Salt Water Intrusion”, che si propone di indagare “l’Intrusione salina nella costa ravennate con i conseguenti impatti territoriali-ambientali, connessi al previsto innalzamento del livello marino per cause climatiche e di subsidenza”, si inserisce il presente studio con l’obiettivo di fornire una caratterizzazione idrogeochimica delle acque di falda e superficiali e un modello geochimico generale sui processi di salinizzazione o desalinizzazione in atto nella falda freatica costiera della costa ravennate. E’ stato fatto un confronto fra tre metodiche di estrazione del complesso di scambio della matrice solida dell’acquifero che utilizzano rispettivamente acetato di ammonio, cloruro di bario e argento-tiourea. Sono stati posizionati 5 transetti perpendicolari alla linea di costa per un totale di 44 punti di campionamento con due campagne di prelievi, al termine della primavera e al termine dell’estate. La caratterizzazione dei processi di mixing e scambio ionico con la matrice solida dell’acquifero è avvenuta mediante analisi dei cationi ed anioni fondamentali, determinazione della CEC sulla matrice solida dell’acquifero, modellizzazione mixing/scambio ionico, modellizzazione della composizione teorica della frazione scambiabile in funzione della composizione acqua all’equilibrio e interpolazione geostatistica dei dati raccolti e costruzione di mappe geochimiche (curve di iso-concentrazione). La metodologia di estrazione che utilizza il bario-cloruro è risultata la più affidabile. Le acque prelevate dalla falda superficiale evidenziano miscelazione in varie proporzioni acqua marina/acqua dolce, scambi ionici per interazione acqua/sedimento, dissoluzione di CaSO4.2H2O. I processi di salinizzazione e/o addolcimento mostrano una significativa variabilità nello spazio (variabilità legata alla distanza dalla costa, al profilo topografico e alla distribuzione dei corpi sabbiosi litoranei) e nel tempo (variabilità legata alla piovosità e alla gestione delle acque superficiali e del sottosuolo). La complessa variabilità spazio-temporale dei processi in atto nella falda superficiale non consente di evidenziare una complessiva prevalenza di fenomeni di salinizzazione rispetto a quelli di addolcimento.