974 resultados para Ranking


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This paper evaluates the thermal and luminous performance of different louver configurations on an office room model located in Maceió-AL (Brazil), ranking the alternatives in a way that leads to choices for alternatives with potential balanced performance. Parametric analyses were done, based on computer simulations on software Troplux 5 and DesignBuilder 2. The variables examined were number of slats, slat slope and slat reflectance, considering the window facing North, South, East and West and a fixed shading mask for each orientation. Results refer to internal average illuminance and solar heat gains through windows. It was observed that configurations of shading devices with the same shading mask may have different luminous and thermal performance. The alternatives were ranked, so the information here produced has the potential to support decisions on designing shading devices in practice.

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[ES] Esta aplicación web realizada en Ruby on Rails, tiene como objetivo principal la gestión del ranking para una asociación de perros de exposición. Dicha asociación es la “Asociación Española para el Fomento de la Raza Bulldog Francés”. En dicha asociación, los perros participan en exposiciones caninas y de acuerdo con una tabla y los resultados, les adjudican puntos a los perros. La tabla de asignación de puntos puede variar cada año.  El perro que más puntos obtiene gana el ranking, hay un ganador hembra y otro ganador macho. Por otra parte, los posibles roles de usuarios son: el rol de administrador, los cuales pueden manejar todos los recursos; el rol de socio, que puede crear nuevos perfiles de perros, enviar resultados de sus perros y demás acciones posibles para este rol; el rol de usuarios registrado, que son usuarios que fueron socios y que ya no lo son. Dicho tipo de usuario puede modificar su perfil, pero ya no podría hacer cambios o eliminar sus perros de la aplicación. Y tampoco podría borrar resultados de sus perros que ya hubiesen sido enviados cuando era socio;  y el rol de usuario no registrado que sólo pueden ver los listados de perros, ver sus perfiles y demás acciones que sólo sean ver pero no crear, modificar ni borrar nada. Como resultado final a este trabajo de fin de grado se ha obtenido una aplicación con los requisitos necesarios para cubrir las necesidades para la asociación de perros de exposición, en el cual se gestiona el ranking, también se gestionan los perfiles tanto de perros como de usuarios, control de accesos según el rol del usuario, gestión de las exposiciones, etc.

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La tesi si occupa della teoria delle ranking functions di W. Spohn, dottrina epistemologica il cui fine è dare una veste logica rigorosa ai concetti di causalità, legge di natura, spiegazione scientifica, a partire dalla nozione di credenza. Di tale teoria manca ancora una esposizione organica e unitaria e, soprattutto, formulata in linguaggio immediatamente accessibile. Nel mio lavoro, che si presenta come introduzione ad essa, è anche messa a raffronto con le teorie che maggiormente l’hanno influenzata o rispetto alle quali si pone come avversaria. Il PRIMO CAPITOLO si concentra sulla teoria di P. Gärdenfors, il più diretto predecessore e ispiratore di Spohn. Questo consente al lettore di acquisire familiarità con le nozioni di base della logica epistemica. La conoscenza, nella teoria del filosofo svedese, è concepita come processo di acquisizione ed espulsione di credenze, identificate con proposizioni, da un insieme. I tre maggiori fenomeni epistemici sono l’espansione, la revisione e la contrazione. Nel primo caso si immagazzina una proposizione in precedenza sconosciuta, nel secondo se ne espelle una a causa dell’acquisizione della sua contraddittoria, nel terzo si cancella una proposizione per amore di ipotesi e si investigano le conseguenze di tale cancellazione. Controparte linguistica di quest’ultimo fenomeno è la formulazione di un condizionale controfattuale. L’epistemologo, così come Gärdenfors concepisce il suo compito, è fondamentalmente un logico che deve specificare funzioni: vale a dire, le regole che deve rispettare ciascun passaggio da un insieme epistemico a un successivo per via di espansione, revisione e contrazione. Il SECONDO CAPITOLO tratta infine della teoria di Spohn, cercando di esporla in modo esauriente ma anche molto semplice. Anche in Spohn evidentemente il concetto fondamentale è quello di funzione: si tratta però in questo caso di quella regola di giudizio soggettivo che, a ciascuna credenza, identificata con una proposizione, associa un grado (un rank), espresso da un numero naturale positivo o dallo zero. Un rank è un grado di non-credenza (disbelief). Perché la non-credenza (che comporta un notevole appesantimento concettuale)? Perché le leggi della credenza così concepite presentano quella che Spohn chiama una “pervasiva analogia” rispetto alle leggi della probabilità (Spohn la chiama persino “armonia prestabilita” ed è un campo su cui sta ancora lavorando). Essenziale è il concetto di condizionalizzazione (analogo a quello di probabilità condizionale): a una credenza si associa un rank sulla base di (almeno) un’altra credenza. Grazie a tale concetto Spohn può formalizzare un fenomeno che a Gärdenfors sfugge, ossia la presenza di correlazioni interdoxastiche tra le credenze di un soggetto. Nella logica epistemica del predecessore, infatti, tutto si riduce all’inclusione o meno di una proposizione nell’insieme, non si considerano né gradi di credenza né l’idea che una credenza sia creduta sulla base di un’altra. Il TERZO CAPITOLO passa alla teoria della causalità di Spohn. Anche questa nozione è affrontata in prospettiva epistemica. Non ha senso, secondo Spohn, chiedersi quali siano i tratti “reali” della causalità “nel mondo”, occorre invece studiare che cosa accade quando si crede che tra due fatti o eventi sussista una correlazione causale. Anche quest’ultima è fatta oggetto di una formalizzazione logica rigorosa (e diversificata, infatti Spohn riconosce vari tipi di causa). Una causa “innalza lo status epistemico” dell’effetto: vale a dire, quest’ultimo è creduto con rank maggiore (ossia minore, se ci si concentra sulla non-credenza) se condizionalizzato sulla causa. Nello stesso capitolo espongo la teoria della causalità di Gärdenfors, che però è meno articolata e minata da alcuni errori. Il QUARTO CAPITOLO è tutto dedicato a David Lewis e alla sua teoria controfattuale della causalità, che è il maggiore avversario tanto di Spohn quanto di Gärdenfors. Secondo Lewis la migliore definizione di causa può essere data in termini controfattuali: la causa è un evento tale che, se non fosse accaduto, nemmeno l’effetto sarebbe accaduto. Naturalmente questo lo obbliga a specificare una teoria delle condizioni di verità di tale classe di enunciati che, andando contro i fatti per definizione, non possono essere paragonati alla realtà. Lewis ricorre allora alla dottrina dei mondi possibili e della loro somiglianza comparativa, concludendo che un controfattuale è vero se il mondo possibile in cui il suo antecedente e il suo conseguente sono veri è più simile al mondo attuale del controfattuale in cui il suo antecedente è vero e il conseguente è falso. Il QUINTO CAPITOLO mette a confronto la teoria di Lewis con quelle di Spohn e Gärdenfors. Quest’ultimo riduce i controfattuali a un fenomeno linguistico che segnala il processo epistemico di contrazione, trattato nel primo capitolo, rifiutando così completamente la dottrina dei mondi possibili. Spohn non affronta direttamente i controfattuali (in quanto a suo dire sovraccarichi di sottigliezze linguistiche di cui non vuole occuparsi – ha solo un abbozzo di teoria dei condizionali) ma dimostra che la sua teoria è superiore a quella di Lewis perché riesce a rendere conto, con estrema esattezza, di casi problematici di causalità che sfuggono alla formulazione controfattuale. Si tratta di quei casi in cui sono in gioco, rafforzandosi a vicenda o “concorrendo” allo stesso effetto, più fattori causali (casi noti nella letteratura come preemption, trumping etc.). Spohn riesce a renderne conto proprio perché ha a disposizione i rank numerici, che consentono un’analisi secondo cui a ciascun fattore causale è assegnato un preciso ruolo quantitativamente espresso, mentre la dottrina controfattuale è incapace di operare simili distinzioni (un controfattuale infatti è vero o falso, senza gradazioni). Il SESTO CAPITOLO si concentra sui modelli di spiegazione scientifica di Hempel e Salmon, e sulla nozione di causalità sviluppata da quest’ultimo, mettendo in luce soprattutto il ruolo (problematico) delle leggi di natura e degli enunciati controfattuali (a questo proposito sono prese in considerazione anche le famose critiche di Goodman e Chisholm). Proprio dalla riflessione su questi modelli infatti è scaturita la teoria di Gärdenfors, e tanto la dottrina del filosofo svedese quanto quella di Spohn possono essere viste come finalizzate a rendere conto della spiegazione scientifica confrontandosi con questi modelli meno recenti. Il SETTIMO CAPITOLO si concentra sull’analisi che la logica epistemica fornisce delle leggi di natura, che nel capitolo precedente sono ovviamente emerse come elemento fondamentale della spiegazione scientifica. Secondo Spohn le leggi sono innanzitutto proposizioni generali affermative, che sono credute in modo speciale. In primo luogo sono credute persistentemente, vale a dire, non sono mai messe in dubbio (tanto che se si incappa in una loro contro-istanza si va alla ricerca di una violazione della normalità che la giustifichi). In secondo luogo, guidano e fondano la credenza in altre credenze specifiche, che sono su di esse condizionalizzate (si riprendono, con nuovo rigore logico, le vecchie idee di Wittgenstein e di Ramsey e il concetto di legge come inference ticket). In terzo luogo sono generalizzazioni ricavate induttivamente: sono oggettivazioni di schemi induttivi. Questo capitolo si sofferma anche sulla teoria di legge offerta da Gärdenfors (analoga ma embrionale) e sull’analisi che Spohn fornisce della nozione di clausola ceteris paribus. L’OTTAVO CAPITOLO termina l’analisi cominciata con il sesto, considerando finalmente il modello epistemico della spiegazione scientifica. Si comincia dal modello di Gärdenfors, che si mostra essere minato da alcuni errori o comunque caratterizzato in modo non sufficientemente chiaro (soprattutto perché non fa ricorso, stranamente, al concetto di legge). Segue il modello di Spohn; secondo Spohn le spiegazioni scientifiche sono caratterizzate dal fatto che forniscono (o sono finalizzate a fornire) ragioni stabili, vale a dire, riconducono determinati fenomeni alle loro cause e tali cause sono credute in modo persistente. Con una dimostrazione logica molto dettagliata e di acutezza sorprendente Spohn argomenta che simili ragioni, nel lungo periodo, devono essere incontrate. La sua quindi non è solo una teoria della spiegazione scientifica che elabori un modello epistemico di che cosa succede quando un fenomeno è spiegato, ma anche una teoria dello sviluppo della scienza in generale, che incoraggia a perseguire la ricerca delle cause come necessariamente coronata da successo. Le OSSERVAZIONI CONCLUSIVE fanno il punto sulle teorie esposte e sul loro raffronto. E’ riconosciuta la superiorità della teoria di Spohn, di cui si mostra anche che raccoglie in pieno l’eredità costruttiva di Hume, al quale gli avversari si rifanno costantemente ma in modo frammentario. Si analizzano poi gli elementi delle teorie di Hempel e Salmon che hanno precorso l’impostazione epistemica. La teoria di Spohn non è esente però da alcuni punti ancora problematici. Innanzitutto, il ruolo della verità; in un primo tempo Spohn sembra rinunciare, come fa esplicitamente il suo predecessore, a trattare la verità, salvo poi invocarla quando si pone il grave problema dell’oggettivazione delle ranking functions (il problema si presenta poiché di esse inizialmente si dice che sono regole soggettive di giudizio e poi si identificano in parte con le leggi di natura). C’è poi la dottrina dei gradi di credenza che Spohn dice presentarsi “unitamente alle proposizioni” e che costituisce un inutile distacco dal realismo psicologico (critica consueta alla teoria): basterebbe osservare che i gradi di credenza sono ricavati o per condizionalizzazione automatica sulla base del tipo di fonte da cui una proposizione proviene, o per paragone immaginario con altre fonti (la maggiore o minore credenza infatti è un concetto relazionale: si crede di più o di meno “sulla base di…” o “rispetto a…”). Anche la trattazione delle leggi di natura è problematica; Spohn sostiene che sono ranking functions: a mio avviso invece esse concorrono a regole di giudizio, che prescrivono di impiegare le leggi stesse per valutare proposizioni o aspettative. Una legge di natura è un ingranaggio, per così dire, di una valutazione di certezza ma non si identifica totalmente con una legge di giudizio. I tre criteri che Spohn individua per distinguere le leggi poi non sono rispettati da tutte e sole le leggi stesse: la generalizzazione induttiva può anche dare adito a pregiudizi, e non di tutte le leggi si sono viste, individualmente, istanze ripetute tanto da giustificarle induttivamente. Infine, un episodio reale di storia della scienza come la scoperta della sintesi dell’urea da parte di F. Wöhler (1828 – ottenendo carbammide, organico, da due sostanze inorganiche, dimostra che non è vera la legge di natura fini a quel momento presunta tale secondo cui “sostanze organiche non possono essere ricavate da sostanze inorganiche”) è indice che le leggi di natura non sono sempre credute in modo persistente, cosicché per comprendere il momento della scoperta è pur sempre necessario rifarsi a una teoria di tipo popperiano, rispetto alla quale Spohn presenta invece la propria in assoluta antitesi.

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Reengineering and integrated development plat- forms typically do not list search results in a particularly useful order. PageRank is the algorithm prominently used by the Google internet search engine to rank the relative importance of elements in a set of hyperlinked documents. To determine the relevance of objects, classes, attributes, and methods we propose to apply PageRank to software artifacts and their relationship (reference, inheritance, access, and invocation). This paper presents various experiments that demonstrate the usefulness of the ranking algorithm in software (re)engineering.

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Low back pain is associated with plasticity changes and central hypersensitivity in a subset of patients. We performed a case-control study to explore the discriminative ability of different quantitative sensory tests in distinguishing between 40 cases with chronic low back pain and 300 pain-free controls, and to rank these tests according to the extent of their association with chronic pain. Gender, age, height, weight, body mass index, and psychological measures were recorded as potential confounders. We used 26 quantitative sensory tests, including different modalities of pressure, heat, cold, and electrical stimulation. As measures of discrimination, we estimated receiver operating characteristics (ROC) and likelihood ratios. Six tests seemed useful (in order of their discriminative ability): (1) pressure pain detection threshold at the site of most severe pain (fitted area under the ROC, 0.87), (2) single electrical stimulation pain detection threshold (0.87), (3) single electrical stimulation reflex threshold (0.83), (4) pressure pain tolerance threshold at the site of most severe pain (0.81), (5) pressure pain detection threshold at suprascapular region (0.80), and (6) temporal summation pain threshold (0.80). Pressure and electrical pain modalities seemed most promising and may be used for diagnosis of pain hypersensitivity and potentially for identifying individuals at risk of developing chronic low back pain over time.

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This series of studies is the first to use conjoint analysis to examine how individuals make trade-offs during mate selection when provided information about a partner's history of sexual infidelity. Across three studies, participants ranked profiles of potential mates, with each profile varying across five attributes: financial stability, physical attractiveness, sexual fidelity, emotional investment, and similarity. They also rated each attribute separately for importance in an ideal mate. Overall, we found that for a long-term mate, participants prioritized a potential partner's history of sexual fidelity over other attributes when profiles were ranked conjointly. For a short-term mate, sexual fidelity, physical attractiveness, and financial stability were equally important, and each was more important than emotional investment and similarity. These patterns contrast with participants' self-reported importance ratings of each individual attribute. Our results are interpreted within the context of previous literature examining how making trade-offs affect mate selection.

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Simulation-based assessment is a popular and frequently necessary approach to evaluation of statistical procedures. Sometimes overlooked is the ability to take advantage of underlying mathematical relations and we focus on this aspect. We show how to take advantage of large-sample theory when conducting a simulation using the analysis of genomic data as a motivating example. The approach uses convergence results to provide an approximation to smaller-sample results, results that are available only by simulation. We consider evaluating and comparing a variety of ranking-based methods for identifying the most highly associated SNPs in a genome-wide association study, derive integral equation representations of the pre-posterior distribution of percentiles produced by three ranking methods, and provide examples comparing performance. These results are of interest in their own right and set the framework for a more extensive set of comparisons.

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BACKGROUND: Pain associated with routine procedures in NICUs is often inadequately managed. Barriers to more appropriate pain management are nurses' and physicians' knowledge and the challenges of collaborative decision-making. Few studies describe the differing perceptions of procedural pain intensity among nurses and physicians in NICUs which could complicate common decision-making. This study set out to explore the factors influencing pain intensity assessment and to gain insight into a possible pain intensity classification of routine procedures in the NICU. METHOD: A survey was conducted among 431 neonatal health care professionals from 4 tertiary level NICUs. Each routine procedure was assessed on a 10-point visual analogue scale (VAS) assuming absence of analgesia. RESULTS: Multiple ANCOVA models showed that nurses rated 19 of the 27 procedures as significantly more painful than did physicians (p<0.05). We found no differences in pain assessment based on professional experience, gender or age. Of the 27 procedures listed, 70% were rated as painful and 44% were judged very painful. Ranking and classification of the pain intensity of routine procedures were drawn up. The general ranking of the median across all procedures shows that "insertion of a thoracic drain" is assessed as the most painful procedure. CONCLUSIONS: The majority of routine procedures in an NICU are considered to be painful. Nurses generally rate procedures as more painful than do physicians. This difference in assessment deserves exploration in regard to its impact on collaborative decision-making in neonate pain management.

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VHB-JOURQUAL represents the official journal ranking of the German Academic Association for Business Research. Since its introduction in 2003, the ranking has become the most influential journal evaluation approach in German-speaking countries, impacting several key managerial decisions of German, Austrian, and Swiss business schools. This article reports the methodological approach of the ranking’s second edition. It also presents the main results and additional analyses on the validity of the rating and the underlying decision processes of the respondents. Selected implications for researchers and higher-education institutions are discussed.