2 resultados para covariance

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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Il seguente elaborato si concentra sull'identifi�cazione strutturale di sistemi soggetti a sollecitazioni aeroelastiche e nello speci�fico l'attenzione viene rivolta ad impalcati da ponte. Si analizzano i concetti principali caratterizzanti il campo dell'aeroelasticità indagando i fattori dominanti che entrano in gioco sul piano teorico. In seguito, si considera il metodo di identifi�cazione strutturale chiamato Covariance Block Hankel Matrix (CBHM) utilizzato come strumento di derivazione dei coeffi�cienti aeroelastici propri della struttura. Infi�ne, si indaga il comportamento di questo metodo di identi�ficazione al variare di una serie di parametri chiave e all'interno di diversi scenari, visionando risultati ottenuti tramite una serie di test eff�ettuati per provare l'a�dattabilità del metodo stesso al variare delle condizioni che caratterizzano il sistema.

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Il progetto di ricerca che ho svolto in questi mesi si è focalizzato sull'integrazione dei risultati raggiunti grazie all'elaborazione di nuovi dati sperimentali. Questi sono stati prelevati dalla corteccia visiva di macachi, attraverso l'utilizzo di tecniche di registrazione elettro-fisiologiche mediante array di micro-elettrodi[25], durante la presentazionedi alcuni filmati (sequenze di immagini o frames). Attraverso la tecnica del clustering, dalle registrazioni degli esperimenti sono stati raggruppati gli spike appartenenti ad uno stesso neurone, sfruttando alcune caratteristiche come la forma del potenziale d'azione. Da questa elaborazione e stato possibile risalire a quali stimoli hanno prodotto una risposta neurale. I dati messi a disposizione da Ringach non potevano essere trattati direttamente con le tecniche della spike-triggered average e della spike-triggered covariance a causa di alcune loro caratteristiche. Utilizzando filtri di Gabor bidimensionali e l'energia di orientazione e stato pero possibile modellare la risposta di cellule complesse in corteccia visiva primaria. Applicare questi modelli su dati ad alta dimensionalita immagini molto grandi), sfruttando la tecnica di standardizzazione (Z-score), ha permesso di individuare la regione, la scala e l'orientazione all'interno del piano immagine dei profili recettivi delle cellule di cui era stata registrata l'attività neurale. Ritagliare tale regione e applicare la spike-triggered covariance su dati della giusta dimensionalita, permetterebbe di risalire ai profili recettivi delle cellule eccitate in un preciso momento, da una specifica immagine e ad una precisa scala e orientazione. Se queste ipotesi venissero confermate si potrebbe marcare e rafforzare la bontà del modello utilizzato per le cellule complesse in V1 e comprendere al meglio come avviene l'elaborazione delle immagini.