3 resultados para Life stories

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Nell'ambito di un'indagine sull'identità del rivoluzionario nel XIX secolo, calata tra gli attivisti coinvolti nella Comune di Parigi, si è trattato di selezionare quelle autobiografie scritte e pubblicate da comunardi come parte integrante della loro attività politica, e così porre il problema del rapporto tra pratica autobiografica e rivoluzione, ovvero chiarire le condizioni del passage au récit, la scelta autobiografica e insieme la mise en intrigue tra esperienze individuali e rivoluzione. Questa ricerca si presenta dunque come un lavoro sulle pratiche autobiografiche all'interno delle pratiche di attivismo politico, ovvero più specificamente sulla relazione tra autobiografia e rivoluzione. In altri termini si analizza il modo in cui i rivoluzionari narravano la loro identità in pubblico, perché lo avessero fatto e cosa veicolavo in termini di stili di vita e convinzioni particolari. In quanto rivoluzionari, l'autobiografia diviene fonte e parte di ciò che essi reputavano in quel momento la propria traiettoria rivoluzionaria, la narrazione di quella che in quel momento ritenevano comunicare al pubblico come propria identità narrativa. La ricerca si articola in tre momenti. Nel primo capitolo analizzo le biografie, o meglio un piccolo gruppo tra la massa di biografie di comunardi edite all'indomani della Comune da parte della pubblicistica tanto ostile quanto partigiana della Comune. Queste narrazioni biografiche diffuse nei mesi successivi alla repressione della rivoluzione comunalista consentono di affrontare una delle condizioni fondamentali del passage au récit autobiografico che si manifesterà solo posteriormente. Il secondo e il terzo capitolo sono dedicati a due progetti autobiografici di diversa natura: la trilogia autobiografica di Jules Vallès (1879, 1881, 1886) e le Mémoires di Louise Michel (1886).

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La presente tesi intende compiere un’indagine, dal punto di vista storico-educativo, sulla storia delle case di correzione. Nello specifico si è tentato di analizzare il “caso” del Discolato bolognese, operando un confronto con altre analoghe istituzioni, sorte in due città campione, come Roma e Milano, per quanto riguarda il contesto italiano, e con la situazione inglese, per quanto riguarda il contesto internazionale. Il focus della ricerca si è incentrato sul rapporto tra devianza e internamento, considerato secondo una declinazione pedagogica. A tal proposito si è cercato di far emergere le modalità educative, nonché i principi e le finalità che sottostavano agli interventi istituzionali, non solo soffermandosi su quanto i regolamenti e gli statuti prescrivevano all’interno delle strutture correzionali, ma analizzando la reclusione nella sua effettiva organizzazione quotidiana. Per quanto riguarda la situazione bolognese è stata analizzata un’ampissima documentazione, conservata presso l’Archivio storico Provinciale di Bologna, che ha permesso di svolgere un’analisi di tipo quantitativo su un totale di 1105 individui al fine di delineare le principali caratteristiche demografiche e sociali delle persone internate nel Discolato bolognese. L’interpretazione delle fonti ha permesso anche un’indagine qualitativa, nel tentativo di ricostruire le storie di vita dei singoli reclusi. Da questa ricerca emerge un’immagine complessa delle case di correzione. Nel corso dei secoli, in modo particolare nelle diverse realtà prese in esame, esse hanno assunto caratteristiche e peculiarità differenti. La loro inefficacia fu la motivazione principale che condusse alla definitiva chiusura, quando si fece via via sempre più evidente la difficoltà a tradurre in pratica ciò che regolamenti e statuti - a livello teorico - prescrivevano.

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In questa tesi dottorale viene preso in analisi il tema della famiglia, uno degli elementi fondanti della riflessione pedagogica, crocevia di una molteplicità di nuclei interpretativi con diramazioni e contaminazioni, con mutamenti attraverso le epoche storiche, rappresentati in pagine contenute nei Classici della letteratura per l’infanzia e nei migliori libri di narrativa contemporanea. Si tratta di un tema di grande ampiezza che ha comportato una scelta mirata di Autori che, nei loro romanzi hanno trattato questioni riguardanti la famiglia nelle sue pluralità delle sue tante accezioni, dalla vita familiare agli abbandoni, dalle infanzie senza famiglia alle famiglie altre. Nelle diverse epoche storiche, le loro narrazioni hanno lasciato un segno per l'originalità interpretativa che ancora oggi ci raccontano storie di vie familiale Dai romanzi ottocenteschi alle saghe fantasy degli ultimi cinquant’anni, fino ai picturebook, destinati ai più piccoli, le families stories possono costituire un materiale pedagogico privilegiato, sia offrendo occasioni di scoperta e conoscenza di sé e del mondo, attraverso le quali i lettori bambini, enigmatici frontalieri, varcano soglie verso altrovi misteriosi, sia fornendo spunti agli studiosi per approfondire tematiche multiple e complesse. Le families stories riflettono spesso in maniera critica le divergenze che possono manifestarsi tra le prassi individuate e studiate dalle scienze umane e sociali e le metafore narrative proposte dai numerosi Autori della letteratura per l’infanzia. Proponendo una prospettiva spesso spiazzante, esse interpretano la realtà a fondo, cogliendo i più piccoli ed inosservati particolari che, invece, hanno la capacità di rompere gli schemi socio-educativi dell’epoca storica in cui le storie prendono vita.