2 resultados para Infectious Disease Modelling

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Background: Neisseria meningitides represents a major cause of meningitis and sepsis. The meningococcal regulator NadR was previously shown to repress the expression of the Neisserial Adhesin A (NadA) and play a major role in its phase-variation. NadA is a surface exposed protein involved in epithelial cell adhesion and colonization and a major component of 4CMenB, a novel vaccine to prevent meningococcus serogroup B infection. The NadR mediated repression of NadA is attenuated by 4-HPA, a natural molecule released in human saliva. Results: In this thesis we investigated the global role of NadR during meningogoccal infection, identifying through microarray analysis the NadR regulon. Two distinct types of NadR targets were identified, differing in their promoter architectures and 4HPA responsive activities: type I are induced, while type II are co-repressed in response to the same 4HPA signal. We then investigate the mechanism of regulation of NadR by 4-HPA, generating NadR mutants and identifying classes or residues involved in either NadR DNA binding or 4HPA responsive activities. Finally, we studied the impact of NadR mediated repression of NadA on the vaccine coverage of 4CMenB. A selected MenB strains is not killed by sera from immunized infants when the strain is grown in vitro, however, in an in vivo passive protection model, the same sera protected infant rats from bacteremia. Finally, using bioluminescent reporters, nadA expression in the infant rat model was induced in vivo at 3 h post-infection. Conclusions: Our results suggest that NadR coordinates a broad transcriptional response to signals present in the human host, enabling the meningococcus to adapt to the relevant host niche. During infectious disease the effect of the same signal on NadR changes between different targets. In particular NadA expression is induced in vivo, leading to efficient killing of meningococcus by anti-NadA antibodies elicited by the 4CMenB vaccine.

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Introduzione: la leishmaniosi canina (CanL) è una malattia infettiva, trasmessa da vettore e sostenuta da un protozoo, la Leishmania infantum. La CanL ha assunto sempre più importanza sia in medicina veterinaria che in medicina umana. La leishmaniosi è fortemente associata allo sviluppo di una nefropatia cronica. Disegno dello studio: studio di coorte retrospettivo. Obiettivo: individuare le alterazioni clinico-patologiche prevalenti al momento dell’ammissione e durante il follow-up del paziente, per identificare quelle con un valore prognostico maggiore. Materiali e metodi: 167 cani, per un totale di 187 casi trattati, con diagnosi sierologica e/o citologica di Leishmaniosi e dati ematobiochimici completi, elettroforesi sierica, analisi delle urine e biochimica urinaria comprensiva di proteinuria (UPC) ed albuminuria (UAC), profilo coagulativo (ATIII, d-Dimeri, Fibrinogeno) e marker d’infiammazione (CRP). Dei pazienti inclusi è stato seguito il follow-up clinico e clinicopatologico per un periodo di tempo di due anni e sono stati considerati. Risultati: Le alterazione clinicopatologiche principali sono state anemia (41%), iperprotidemia (42%), iperglobulinemia (75%), ipoalbuminemia (66%), aumento della CRP (57%), incremento dell’UAC (78%), aumento dell’UPC (70%), peso specifico inadeguato (54%) e riduzione dell’ATIII (52%). Il 37% dei pazienti non era proteinurico e di questi il 27% aveva già un’albuminuria patologica. Il 38% dei pazienti aveva una proteinuria nefrosica (UPC>2,5) e il 22% era iperazotemico. I parametri clinicopatologici hanno mostrato una tendenza a rientrare nella normalità dopo il 90° giorno di follow-up. La creatinina sierica, tramite un analisi multivariata, è risultata essere il parametro correlato maggiormente con l’outcome del paziente. Conclusione: i risultati ottenuti in funzione dell’outcome dei pazienti hanno mostrato che i soggetti deceduti durante il follow-up, al momento dell’ammissione avevano valori di creatinina, UPC e UAC più elevati e ingravescenti. Inoltre l’UAC può venire considerato un marker precoce di nefropatia e la presenza di iperazotemia all’ammissione, in questi pazienti, ha un valore prognostico negativo.